mercoledì 21 settembre 2022

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE QUARTA)

Le opere della piena maturità di Čajkovskij, fino al 1885:   


Dopo il problema con la moglie ed il periodo di riposo seguito, si verifica una graduale ripresa: questo come quantità e qualità, decretando il successo in Russia e all'Estero fino al momento della morte ambigua, tanto che molti musicologi sono certi che - se Čajkovskij fosse sopravvissuto -  avrebbe scritto ancora molta musica, con innovazioni e all'avanguardia: "La bella addormentata", "Lo Schiaccianoci", "Iolanta" e la "Sesta sinfonia (Pathétique)"  hanno una particolare scrittura.    

Infatti, da questo momento, le nuove composizioni sono tutte o quasi destinate alla celebrità, fra cui la "Suite n. 1, in Re minore op. 43" mentre, a Firenze, su invito della von Meck, cura la stesura di una nuova opera lirica: "Orleanskaja deva" ("La pulzella d'Orléans"), oltre all'omaggio alla sua amatissima Italia: il "Capriccio italiano, op. 45". 

Poi, compone la "Serenata per archi in Do maggiore" e l' "Ouverture Solennelle «1812» ";  la sua fama aumenta ancora e gli viene offerta la Direzione del Conservatorio di Mosca dopo la morte di Nikolaj Grigor'evič Rubinštejn, nel 1881, ma rifiutata. 

Altri lavori:  "Concerto in Re maggiore, per violino e orchestra, op. 35" (stroncato da Eduard Hanslick, ma fra i lavori più popolari del musicista); il " Trio in La minore, per pianoforte, violino e violoncello, op. 50", intitolato «Alla memoria di un grande artista» " dedicato a Nikolaj Rubinštejn; il "Concerto n. 2 in Sol maggiore per pianoforte ed orchestra, op. 44" del 1882.   


Viaggiando molto, vede ed ascolta molto repertorio musicale del tempo, di ogni composizione e, nella sua corrispondenza, sono state ritrovate annotazioni critiche (ad esempio su Wagner: riscontra lunghissima  "Tristano e Isotta" ma, di tale autore tedesco  continuerà a prediligere "Lohengrin").   


Una sintesi della "Terza suite in Sol maggiore op.55" è una delle sue composizioni più dirette dallo stesso Autore (almeno 16 volte, in Russia, Europa ed America).   


1885: Hans von Bülow dirige la" Suite n. 3, in Sol maggiore, op.55", ottenendo grande successo, e  lo zar e la Corte assistono ad una recita di "Evgenij Onegin". 

Čajkovskij, pochi mesi prima, ha un'udienza personale a Corte: riceve un'onorificenza e apprende dallo Zar Alessandro III di essere il Musicista della Famiglia Regnante. 

Quest'ultimo avvenimento è un toccasana per la sua anima inquieta e affitta una casa in campagna, a Maidanovo, vicino a Klin, per cui dirà: «Che gioia essere a casa mia... Capisco ora che il mio sogno di passare il resto della mia vita nella campagna russa non è un capriccio passeggero, ma un'esigenza naturale e profonda». 



Gli ultimi anni di Čajkovskij: 

La terza ed ultima casa del musicista, a Klin, dal 1892, oggi "Museo Čajkovskij":    


1885: elezione di Čajkovskij a Direttore della Sezione Moscovita della Società Musicale Russa che, a quei tempi, è un'istituzione-fulcro. 

Čajkovskiji mantiene i suoi rapporti con parenti, amici e la von Meck come in passato. 


Inoltre, dorme di più, fuma e beve di meno e conduce una vita regolare psicofisica ordinata, al contrario della sua vita passata di persona nevrotica; il suo umore è  buono, nonostante qualche crisi depressiva, spesso provocata da un episodio non molto importante, come la partenza di un amico, un tramonto, il paesaggio russo, un ricordo lontano. 

Nella notte dell'anniversario della morte della madre, non dorme per niente dopo avere ritrovato lettere dell'epoca; infatti, scrive, al riguardo: «La nostalgia di mia madre...che amavo di un amore morboso ed appassionato...».    


1885: i figli della von Meck cominciano a lamentarsi a causa delle sovvenzioni che Madame continua ad elargire al musicista,  nonostante le condizioni economiche dell'artista siano migliorate.   


A Parigi, 1886: frequentando caffè, ristoranti e ritrovi vari, "mignons" ufficiali e incontri occasionali, Čajkovskij prova una delle più grandi emozioni della sua vita: in casa della cantante Pauline Viardot vede l'autografo manoscritto di "Don Giovanni" di Mozart e ne rimane  sconvolto. 

Per lui è come parlare con il grande artista: «Ho sfogliato per due ore la partitura originale di Mozart. Non posso descrivere l'emozione provata nell'esaminare il sacro oggetto. Mi è sembrato di stringere la mano a Mozart in persona e chiacchierare con lui»   


1887-1888: un anno questo che vede altri viaggi all'Estero per la direzione di proprie composizioni, anno in cui crea molte composizioni e la "Sinfonia n. 5 in Mi minore op. 64". 


Tornato in Russia, si trova in posizione di vita sicura: una nuova sistemazione sempre vicina a Klin, esattamente a Frolovskoe, in campagna, e l'assegnazione di un vitalizio annuo di tremila rubli che lo Zar gli accorda "motu proprio" come segno della sua alta considerazione, oltre ai proventi da lavoro e dalla pensione della von Meck (nonostante Čajkovskij sia uno "spendaccione" per sé e per gli altri: questo comportamento generoso lo ha sempre dimostrato come conseguenza del suo carattere insicuro e complicato).    

In questi anni, compone anche altre opere liriche: "Mazepa" (1881-1883), "Čerevički" ("Gli stivaletti", del 1885: si tratta di una rielaborazione de "Il fabbro Vakula") e "L'incantatrice", (1885-1887). 

Nel settore orchestrale, compone la Sinfonia "Manfred" (del 1885) e la "Suite n. 4, in sol maggiore, op. 61" (del 1887).   


1888:  all'Estero, tocca anche Lipsia, dove conosce Johannes Brahms (non risulteranno simpatici a vicenda), Grieg (che, invece, gli risulta simpatico) e Praga, dove conosce Antonín Dvořák  (che già lo apprezza moltissimo e con il quale instaura un buon rapporto nato spontaneamente).   


Una commissione importante riguarda il suo secondo balletto "La bella addormentata", che vede la presenza dell'imperatore alla prova generale e che commenta semplicemente  «Molto grazioso!», provocando il risentimento del musicista: «Sua Maestà mi ha trattato molto sbrigativamente. Dio sia con lui.». 

La prima interprete è la celebre Carlotta Brianza assieme a Pavel Gerdt e al celebre Enrico Cecchetti. 


1889: è ammirato ed entusiasta della "scoperta" del fonografo, apparecchio che giudica la più interessante invenzione del suo secolo. 

14 ottobre 1889: Čajkovskij scrive, in francese, nell'album dell'ingegner Block:    

«Il Fonografo è certamente l'invenzione più sorprendente, bella ed interessante, tra tutte quelle che onorano il XIX secolo! Gloria al grande inventore Edison!»


1890: parte per Firenze dove appronta "La dama di picche" su libretto del fratello Modest, opera sentititissima e fatalista che si ispira anche alla "Carmen" di Bizet.  


Battuto al computer da Lauretta  

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