sabato 10 settembre 2022

ALFREDO CATALANI (PARTE PRIMA)

 


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«Apparve per brevi anni / guardando intorno / in alto / in sé. / Trasse d'oltre la vita / Dejanice Edmea Loreley Wally. / Riportò agli uomini dolci note / che il cuore non ricordava / e riconobbe / e non oblia. / Pende dal salice l'arpa / ma cantano ancora le corde / tocche da dita / che i nostri occhi non vedono più.»   

(Giovanni Pascoli)


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Alfredo Catalani nasce a Lucca il 19 giugno 1854 e muore a Milano, il 7 agosto 1893. 


E' un compositore toscano ed è appartenente alla "Giovane Scuola Italiana".   


Alfredo Catalani appartiene ad una famiglia di musicisti il cui padre è un Maestro di Musica (allievo di Giovanni Pacini) che gli impartisce le prime istruzioni musicali. 

La madre è Direttrice di un collegio.    


Comincia gli studi presso l' "Istituto Musicale Pacini" (oggi "Boccherini") di Lucca e, fra i suoi docenti, ci sono Fortunato Magi (zio di Giacomo Puccini), François-Emmanuel-Joseph Bazin (a Parigi) e Antonio Bazzini (al Conservatorio di Milano). 

Terminati gli studi, proprio a Milano, Catalani si distingue per mezzo di un breve lavoro originale e forte, "La falce", un poema pastorale per due voci e coro su libretto di Arrigo Boito. 

In particolare, desta l'entusiasmo di Filippo Filippi, il critico.  


Il pittore Tranquillo Cremona, ispirato da un incontro casuale fra Catalani e Lisetta Cagnoli (cognata dello stesso Cremona), dopo poco tempo, nel suo studio, li ritrae nel quadro "L'Edera", un dipinto del tardo romanticismo, diventato famoso. 

Il quadro esprime la fine di un amore, ma diventerà il simbolo della morte prematura del musicista (succederà a causa di un aggravamento della tisi di cui soffe, malattia incurabile, all'epoca).    


Dopo il felice debutto de "La falce" (1875), Catalani si stabilisce a Milano e si muove in un ambiente prossimo alla Scapigliatura Milanese e agli artisti più innovatori, pur tenendo presente quanto imparato da Richard Wagner, dal rinnovamento sinfonico e dal dramma lirico francese. 

Da ciò, nascono alcune opere che la critica ritiene secondarie: "Elda" (1880) "è mal riuscita" e rappresentata in una versione modificata di Carlo Pedrotti (la partitura originale non verrà mai eseguita), "Dejanice" (1883) ed "Edmea" (1886).

Però, fra queste, la "Dejanice" viene lodata da un giovane Giacomo Puccini. 

L'esperimento "Ero e Leandro" (poema sinfonico ispirato al modello lisztiano, eseguito nel 1885) viene creato tra "Dejanice" ed "Edmea". 

Catalani, intanto, si avvicina sempre più ad un certo "ambiente" nordico, da cui viene originata la sua opera seguente: "Loreley" (rifacimento di "Elda"), composta nel 1886/87.     


Aprile del 1888: dopo molta fatica, Catalani ottiene la Cattedra di Composizione presso il Conservatorio di Milano e, nel maggio successivo, ha luogo la fusione tra l'Editrice "Lucca" (fino a quel momento proprietaria dei diritti di Catalani) e l'Editore "Giulio Ricordi", che possiederà le opere di Catalani.   


1889: si fidanza ufficialmente con Luisa Picconi, una cugina per parte materna, con la quale romperà dopo pochi mesi. 

In questo periodo, fra l'altro, comincia a comporre quella che sarà la sua ultima opera: "La  Wally".    


Febbraio 1890: a Torino, è presente per la "prima" di "Loreley", che ottiene un buon successo.     

1891: la stesura de "La Wally" è terminata e l'opera, il 20 gennaio 1892, ha la sua "prima" al Teatro "La Scala" di Milano, con buon esito. 

Quest'opera rimane basilare nel perfezionamento dell'Opera Lirica italiana ed  è prova lampante di un nuovo stile; stile che apre la strada a Giacomo Puccini e a Gustav Mahler (che, appunto,  dirige "Wally" ad Amburgo, nel 1893) e la considera "la migliore opera italiana". 

1892: dopo il suo debutto scaligero, "La Wally" è ripetuta nel mese di settembre al "Teatro del Giglio" di Lucca, sotto la direzione di Arturo Toscanini, grande estimatore di Catalani (una figlia di Toscanini sarà chiamata Wally). 

Idem, 1892: Catalani riceve due buoni successi al Teatro "Carlo Felice" di Genova (in febbraio, con "Loreley" e,  in autunno, con "La Wally"). 

In seguito, pensa ad un nuovo lavoro ("Nella selva") che, però, a causa della morte prematura, rrimane abbozzata.   


Estate del 1893: il fisico di Catalani è fortemente debilitato dalla tisi insanabile (dello stesso male sono già morti la sorella e il fratello) e, come d'abitudine, va in montagna per ristabilirsi. 

Parte per la Svizzera ma - durante il viaggio - a Chiasso, lo sbocco di sangue dai polmoni lo colpisce  violentemente, per cui è costretto a tornare a Milano. 

7 agosto 1893: dopo alcuni giorni di agonia, Alfredo Catalani, muore a soli 39 anni, dopo un'esistenza non molto felice. 

9 agosto 1893: la sua sepoltura nel Cimitero Monumentale di Milano è provvisoria ma, 

il 16 marzo 1894, in presenza delle autorità cittadine, la sua salma viene per sempre trasferita a  Lucca, presso il famedio del Cimitero Monumentale di Sant'Anna. 

A partire dal 1905, Arturo Toscanini impone la ripresa delle sue opere, per cui Catalani, riconquisterà la sua fama fino agli anni Settanta del 1900.   


1954: a Lucca, in memoria di Catalani, sul Baluardo di San Paolino, è stato eretto un monumento realizzato dallo scultore Francesco Petroni. 

Battuto al computer da Lauretta 


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