venerdì 16 settembre 2022

LUIGI CHERUBINI (PARTE SECONDA)

Composizioni:

E’ molto abile nel contrappunto e le sue composizioni sono in stile classico.

1808: compone la sua più importante opera di ispirazione religiosa, la “Messa Solenne in fa maggiore in tre parti”.

“1815: un altro capolavoro della musica sacra è la “Messa per l’Incoronazione di Luigi XVIII, in sol maggiore per coro e orchestra”.

Altre composizioni di musica sacra sono:
il “Credo a 8 voci e organo” (1808),
la “Messa in do maggiore” (1816) e
i “Requiem in do minore” (1816) e
i “Requiem in re minore” (1836).

1773-1833: Cherubini scrive la musica per oltre trenta opere teatrali e molte altre composizioni, fra cui si ricordano le opere liriche “Lodoïska” (1791), “Elisa” (1794), “Medea” (del 1797, segna un ritorno alla tragedia classica per merito della riforma di Gluck), “L’hôtellerie portugaise” (1798), “Les deux journées” (1800), e “Anacréon” (1803), oltre a mottetti, cantate e quartetti per archi.

Cherubini, in Francia, ha ruoli di responsabilità, ma tale fortuna subisce contrarietà dal maldisposto Napoleone Bonaparte, sotto l’aspetto musicale nostalgico dell’ “ancient regime”: infatti, per Napoleone, Cherubini “scrive musica rumorosa e difficile”.
Cherubini riesce a sopportare per poco e accetta un invito a Vienna.
Dopo pochi mesi, Napoleone piomba col suo esercito vittorioso e, lì, lo incarica di organizzare i concerti di corte nel Castello di Schönbrunn.
A Vienna scrive la “Faniska” (1806) e, dopo il suo rientro a Parigi, ha una crisi depressiva, per cui vuole abbandonare la musica.

1808: la principessa di Chimay, ospite del suo castello, lo convince a scrivere una Messa e il teatro ha rari contributi operistici: “Pimmalione” (1809), “Le crescendo” (piccola opera comica del 1810), “Gli Abenceragi” (1813), e ultima in ordine di tempo, “Alì Babà” (1833).

A Cherubini, ritorna la sua antica tendenza alla severità del contrappunto e della musica da chiesa; scrive due Messe e due Requiem (1816 e 1836).
La Restaurazione lo innalza alla Massima Autorità di Francia, chiamandolo a dirigere il Conservatorio di Parigi per vent’anni, certificandosi – praticamente – come un accademico conservatore tradizionalista, a cui i giovani compositori rimproverano di non comprendere la musica di Beethoven.

Il suo capolavoro: è il “Requiem in do minore del 1816”, scritto su ordine del “Governo Francese della Restaurazione in memoria di Luigi XVI e dei legittimisti scomparsi durante gli anni della Rivoluzione e dell’Impero”.
Per cui, il Requiem diventa il canto della fine ormai prossima

Il compositore francese Jacques Halévy cura la pubblicazione del suo trattato “Cours de contrepoint et de la fugue” (1835) e Giulio Confalonieri, nel 1948, scrive una biografia completa di Cherubini con il titolo di “Prigionia di un artista”, biografia che riceve il “Premio Bagutta 1949”.

Molte città hanno intitolato vie a Luigi Cherubini: Bologna, Cagliari, Empoli, Latina, Legnano, Milano, Padova e Torino.
Nel 1910, Firenze, sua città natale, gli ha intitolato il proprio Conservatorio.

Battuto al computer da Lauretta

Nessun commento:

Posta un commento