mercoledì 21 settembre 2022

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE PRIMA)

Un mio pensiero: ho letto che, zodiacalmente, il Segno del Toro, è il più incline alla Musica: guarda caso, Ciaikovski nasce il 7 maggio  appunto appartenente a questa Costellazione.


Pëtr Il'ič Čajkovskij in una lettera a Sergej Ivanovič Taneev del 14 (26) gennaio 1891: 

«...Sono sicuro che nelle mie opere appaio come Dio mi ha fatto e così come sono diventato attraverso l'azione del tempo, della mia nazionalità ed educazione. Non sono mai stato falso con me stesso. Quello che sono, buono o cattivo, lo debbono giudicare gli altri...»



Pëtr Il'ič Čajkovskij nasce a Kamsko-Votkinsk il 7 maggio 1840 e muore a  San Pietroburgo il 6 novembre 1893. 

Suo padre è un ingegnere minerario russo e la madre è la seconda moglie del padre, Aleksandra Andreevna d'Assier, una donna di nobili origini francesi e russe, ma nata a San Pietroburgo nel 1812. 

Fra i suoi ascendenti, si mescolano anche sangue polacco, cosacco e tedesco. 


Čajkovskij è un compositore russo del periodo tardo-romantico e i suoi lavori musicali  sono notissimi, nel repertorio classico.    


Il suo stile si forma sulla Musica Occidentale e non appartiene al famoso "Gruppo dei Cinque" (con basi date da Glinka, ma comprendente Balakirev, Borodin, Cui, Mussorgskij e Rimski-Korsakov), però mostra una diversa forma di stile per cui qualcuno lo ha definito "Il Verdi russo": stile che lo porta al successo.   


Čajkovskij studia Giurisprudenza, ma è un talento precoce, nel campo musicale. 

Ai suoi tempi, l'istruzione musicale russa non ha regolamentazione e le opportunità di studiarla accademicamente sono limitate per cui, quado gli si presenta l'occasione di entrare nell'appena fondato Conservatorio di San Pietroburgo, abbandona la carriera di avvocato. 

Al termine degli studi, crea un proprio stile musicale russo, abbinando convenzioni compositive della musica classica alla musica tradizionale russa, conseguendo la notorietà internazionale, anche se non sempre ben accettato dalla critica russa.    


La morte della madre e varie negatività (di  cui un motivo è dato dalla sua omosessualità: vive in un'epoca con diversa mentalità) lo portano alla depressione e, pare, al suicidio o ad una morte per avvelenamento.



Infanzia e giovinezza di Čajkovskij: 


E' il terzo di sette figli della coppia da cui nascono anche la sua amatissima sorella Aleksandra e il fratello Modest (uno dei due gemelli, suo vero confidente e suo futuro primo biografo).       


Inizia a prendere lezioni di pianoforte all'età di cinque anni (dopo un primo intervento materno), da una serva liberata, Marja Markovna Palčikova. 


La sua forte inclinazione e sensibilità musicali si manifestano all'età di cinque anni, causando la preoccupazione dell'istitutrice Fanny Dürbach (lei stessa lo racconterà al fratello Modest). 

I rimproveri dell'istitutrice lo feriscono emotivamente, provocandogli dei traumi e complessi  di colpa: infatti,  la morte di un compagno di famiglia a cui ha trasmesso involontariamente la scarlattina lo fa sentire colpevole, per cui se ne dispera eccessivamente. 

Inoltre, quando ha dieci anni, Pëtr viene separato dalla famiglia a seguito della sua iscrizione alle scuole preparatorie di San Pietroburgo e, qui, succede che il ritorno a casa della madre  - dopo averlo accompagnato - gli provochi l'esplosione della disperazione. 

Non è da dimenticare che, in famiglia, esiste una pericolosa predisposizione verso la  nevrastenia e l'epilessia, tant'è vero che Čajkovskij - preoccupato - scrive al fratello Modest: "La sento come una spada di Damocle sul mio capo". 

 


1848: gli studi musicali proseguono  con il pianista Filippov.  


In compagnia della madre, assiste per la prima volta ad un'opera lirica e s'innamora della Musica ascoltando le opere "Una vita per lo Zar" di Michail Ivanovič Glinka e  "Don Giovanni" di Mozart.  

A proposito di "Don Giovanni", Čajkovskij così dice: «A Mozart sono debitore della mia vita dedicata alla musica». 

Oltre a scrivere anche in uno stesso articolo critico-musicale: «La musica di Don Giovanni è stata la prima musica ad avere su di me un effetto realmente sconvolgente. Mi ha condotto in un mondo di bellezza artistica dove dimorano solo i geni più grandi» 

A questo punto, mi sembra giusto citare che Čajkovskij sostiene che "Il trattenersi dallo scrivere opere è un eroismo che io non possiedo" (fin dai suoi primi lavori, risulta evidente il fascino esercitato dall'opera, soprattutto da quella italiana).     


Dopo avere superato l'esame per l'ammissione alla Scuola Imperiale di Giurisprudenza di San Pietroburgo, la frequenta per i successivi nove anni  dove stringe amicizie che durano per tutta la vita, oltre a scoprire il fumo ed il bere (sarà sempre un accanito fumatore ed amante dell'alcool: quest'ultimo trasmesso, sicuramente, da suo padre). 


Qui, si concretizzano anche le prime esperienze omosessuali dove, per Čajkovskij, molte amicizie (amorose e non) sono importanti  e gli danno sostegno e gli sono punti di riferimento.    


Frequentando la Scuola di Giurisprudenza Pëtr Il'ič, ha ampio modo di frequentare il teatro d'opera e di prosa quanto il balletto, con le sue famose "étoiles", che gli diverranno  utili. 

Nella Scuola stessa prende lezioni di canto corale (ha una bella voce di soprano, ossia "voce bianca") e riprende lo studio del pianoforte con il famoso costruttore di strumenti Becker   


L'ultimo anno della Scuola di Giurisprudenza, per Čajkovskij, è ricco ed appagante come vita di società, in cui ottiene buoni successi anche nel campo femminile e riuscendo simpatico a tutti («Un giovanotto proprio per bene», scrive la Berberova).   


Giugno 1854: la madre, suo punto di riferimento affettivo, muore a seguito di un'epidemia di colera e, il padre, il giorno dopo il funerale, ha un malore e sfugge alla morte. 

1878: Čajkovskij così, scrive: "È stata la mia prima esperienza di profondo dolore. La sua morte ha avuto un'influenza enorme su ciò che poi è stato di me e della mia intera famiglia Ogni momento di quel giorno spaventoso è vivido in me come fosse ieri». 


1854: scrive la prima composizione che il musicista considera degna di essere conservata: "Anastasie-Valse", dedicata alla governante Anastasija Petrovna (pubblicata nel 1913).  



Battuto al computer da Lauretta 

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