domenica 12 luglio 2009

LA TRAVIATA di GIUSEPPE VERDI – Teatro C.T.S. “OLMI”/AUDITORIUM del quartiere degli Olmi di Via delle Betulle, 39 – MILANO/BAGGIO

18 dicembre 2008 – h. 20,45 - INGRESSO GRATUITO

personaggi ed interpreti:

violetta valéry = ekin futaci de ambrogio

alfredo germont = dong gill

giorgio germont (padre di Alfredo) = orazio mori

flora = isabel de paoli

annina = camilla antonimi

gastone = andrea brogiotto

barone = diego bellini

marchese = nicolò dal ben

il dottore = giampaolo vessella

giuseppe = paolo saccaggi

un commissario = antonio peloso

servo di flora = antonio peloso

direzione musicale: luis baragiola

direttore del “coro rosetum”: debora mori

a cura di daniele rubboli con il contributo del comune di milano–“zona 7”il presidente del consiglio di “zona7”, pietro accame

Il libretto dell’opera, musicata da GIUSEPPE VERDI, è scritto da FRANCESCO MARIA PIAVE ed è tratto dal romanzo-dramma di ALEXANDER DUMAS figlio, LA DAME AUX camélias” (LA SIGNORA DALLE CAMELIE”, ossia “MARGUERITE GAUTHIER”).

Verdi giunge a Parigi nel 1852 proprio mentre questo dramma è il successo della stagione e provoca, ogni sera, in teatro, grande affluenza di spettatori.

Pare che il fatto interessi la vita privata dello scrittore e si nota la somiglianza della protagonista con Alphonsine Duplessis, uno dei volti più noti della mondanità della capitale francese. (Più tardi, lo stesso Dumas ammetterà che la prima parte dell’intreccio è autobiografico).

Verdi, persona non meschina e sempre aperta alla comprensione delle miserie altrui (infatti, convive con il soprano GIUSEPPINA STREPPONI, e la loro relazione sarà regolarizzata il 29 agosto 1859 nello Stato Monarchico della Casa “Savoia”), rimane fortemente impressionato e intuisce quale magnifico libretto si può trarre dalla storia di Marguerite Gauthier (il testo del Piave rimane fedele allo scritto di Dumas), il cui Amore è esaltante e la cui umanità è sincera e genuina, cose che colmano il dramma dello scrittore francese. – La musica di Verdi, per quest’opera, può essere < umana > e può dare anche un quadro completo alla sua epoca, dove i suoi contemporanei vi si possono riconoscere, immedesimarsi, prenderne parte.

Verdi raggiunge un nuovo stile di musica, la quale è pronta in sole sei settimane: si ha il ritratto psicologico musicale dei personaggi, ritratto prodigiosamente rispondente alla realtà.

Il breve preludio al primo atto esprime i sentimenti intimi di Violetta, un semplice essere umano, il cui stato d’animo viene notato attraverso gli atti-circostanze dell’opera. – Nel secondo atto, Verdi usa le sue melodie con maestrìa per rendere viva e reale una situazione che viene evidenziata – soprattutto – nel duetto tra Violetta e il vecchio Germont. (Ne “LA TRAVIATA” di questa sera, Germont-padre viene interpretato da Orazio Mori, baritono elevatissimo che ricopre straordinariamente il suo ruolo, specialmente in un’aria tradizionale come “Di Provenza il mar, il suol”).
La sera del 6 marzo 1853, al Teatro “LA FENICE” di Venezia, “LA TRAVIATA” vede la sua “PRIMA” RAPPRESENTAZIONE. - Cade. - Verdi stesso comunicherà ad un amico: “FIASCO. FIASCO. SOLENNE FIASCO. Colpa mia o dei cantati? – Mah! Il tempo deciderà”. – Sembra che il soprano fosse un po’ “sovrappeso” (per una Violetta delicata e sofferente …), lo scarso impegno da parte di alcuni cantanti (soprattutto, del baritono), l’indossare abiti moderni (fatto insolito), chiaramente il carattere della musica che, ad ogni modo, dai contemporanei di Verdi viene giudicata troppo difficile e per nulla melodiosa: < guarda caso >, DA ANNI E ANNI, “LA TRAVIATA” è considerata un inestimabile forziere di arie e melodie incantevoli.
Oltre ad Orazio Mori, vorrei citare la bellissima e buonissima interpretazione di tutti i cantanti a partire dalla Signora futaci de ambrogio, da Alfredo-Dong Gill, … arrivando al Coro, al Maestro al pianoforte Luis Baragiola, al Maestro del Coro debora mori. - Dulcis, in fundo, complimenti al mio amico presentatore-regista Daniele Rubboli.

Epoca: 1840

Luogo: Parigi

ATTO I

Il preludio al primo atto (http://www.youtube.com/watch?v=aikMeJ6_jGE ) espone il quadro dei sentimenti intimi di Violetta, un semplice essere umano: presenta le melodie che, nell’opera, accompagnano gli episodi salienti della giovane.

Le chiare (direi, “quasi eteree”, per usare una parola di Alfredo in “Udì, felice, eterea …) note dei violini (che saranno d’inizio anche del preludio all’ultimo atto) introducono al dramma e ne preannunciano la tragica conclusione.

Sempre nel preludio all’atto primo, segue l’appassionato tema dell’ ”addio” di Violetta ad Alfredo, mentre si sente come una graziosa “danza” sprigionata dai violini in modo civettuolo, quasi frivolo che vogliono esprimere l’altro lato della protagonista.

{Incisioni più note del preludio: GABRIELE SANTINI, Orchestra della R.A.I. - Cetra; ALCEO GALLIERA, Philarmonia Orchestra – Col.; ANTONIO GUARNIERI, Gr. Orch. Sinf. – Odeon}

Scena: Sala da ricevimento di Violetta Valéry. – Un ricevimento folleggia nella casa della bella e famosa mondana violetta valéry (soprano). Ella confida all’amica FLORA BERVOIX (mezzosoprano) di voler annegare nelle ebbrezze di una vita allegra i dolori e le pene che le dà la salute malferma. GASTONE, VISCONTE DI LETORIèRES (tenore), presenta a Violetta ALFREDO GERMONT (tenore), dicendole che questi è un suo fervido ammiratore.

Il Barone DOUPHOL (baritono), il suo amante attuale, è punto da gelosia.

Alfredo alza una coppa di champagne e canta “IL BRINDISI”):

Libiamo, libiamo ne’ lieti calici

che la bellezza infiora

e la fuggevol, fuggevol ora

s’inebri a voluttà.

Libiam ne’ dolci fremiti

Che suscita l’amore

Poiché quell’occhio al core

Onnipotente va.

Libiamo, libiamo amor fra i calici

più caldi baci avrà.

{Incisioni più note: MARIA GENTILE (S), ALESSANDRO GRANDA (T) – Col.; PATRICE MUNSELL (S), CHARLES CRAIG (T) – VDP; gluck (s), enrico caruso (t) - VDP; licia albanese (s), jan peerce (t), Dir.: ARTURO TOSCANINI – RCA}

http://www.youtube.com/watch?v=yr5tRDpo0ro

http://www.youtube.com/watch?v=OI6WoKVYrX0

Alfredo invita Violetta a ballare ma, dopo pochi passi, ella è presa da una crisi di tosse ed è costretta a sedersi. Alfredo le dichiara, allora, il suo amore e canta:

Un dì felice, etera

Mi balenaste innante

E da quel dì, tremante,

vissi d’ignoto amor.

Di quell’amor, quell’amore ch’è palpito

Dell’universo, del’universo intero

misterioso, misterioso altero,

croce, croce e delizia, croce e delizia al cor.

http://www.youtube.com/watch?v=bcxEZDYef14

Violetta gli dona una camelia, il suo fiore preferito e gli promette di rivederlo quando esso sarà appassito.

Gli invitati si congedano e Violetta rimane sola. Ella si rende conto di desiderare appassionatamente il nuovo incontro con Alfredo; per la prima volta conosce cosa sia il vero Amore (“ … o gioia ch’io non conobbi essere amata,amando …).

Ah, fors’è lui che l’anima

solinga ne’ tumulti, solinga ne’ tumulti

godea sovente pingere

de’ suoi colori occulti …

de’ suoi colori occulti …

Lui che modesto e vigile

all’egre soglie ascese

e nuova febbre accese

destandomi all’Amor.

(Incisioni più note: MAGDA OLIVERO – Cetra*; TOTI DAL MONTE, MARGHERITA CAROSIO – VDP*)

http://www.youtube.com/watch?v=QXXvXyh4pn4

http://www.youtube.com/watch?v=2Xn6p5hB7fU

Atto II

Scena 1: Una villa fuori Parigi. – Per tre mesi, Violetta e Alfredo hanno goduto insieme la loro felicità, lontano dalla frivola società di Parigi.

Alfredo è profondamente innamorato, felice di possedere l’amore di Violetta:

De’ miei bollenti spiriti

il giovanile ardore

ella temprò col placido

sorriso dell’amor, dell’amor.

Dal dì che disse: “Vivere io voglio, io voglio a te fedel”,

dell’universo immemore

io vivo, io vivo quasi,

io vivo quasi in ciel.

(Incisioni più note: MARIO DEL MONACO – Decca; BENIAMINO GIGLI, GIUSEPPE DI STEFANO – VDP)

http://www.youtube.com/watch?v=1NAczC-AQYE

Alfredo apprende dalla cameriera ANNINA (mezzosoprano) che Violetta ha venduto i suoi gioielli per sopperire alle loro spese e parte immediatamente per Parigi allo scopo di procurarsi denaro e restituirglielo.

Violetta ha ricevuto da parte di Flora un invito ad uno dei suoi brillanti trattenimenti. Ma ella si sente troppo felice con Alfredo per desiderare di ritornare alla vita mondana.

È annunciato un visitatore: è il padre di Alfredo, GIORGIO GERMONT (baritono). È venuto per invitare Violetta a troncare la relazione che minaccia di condurre suo figlio alla rovina finanziaria.

Ella nega che sia così e gli prova di aver venduto i propri gioielli. Germont, pur impressionato da questo gesto, è tuttavia in ansia per l’avvenire del figlio: ella è una nota donna di mondo, dopotutto. “Ma io amo Alfredo” risponde Violetta con disperazione “e il sincero pentimento mi ha meritato il perdono di Dio”. – “Ho due figli” risponde Germont senza pietà “e la loro felicità dipende da voi. La mia giovane figlia sta per sposarsi; ma il fidanzamento sarà rotto se Alfredo non romperà questo legame, salvando dallo scandalo il nome della della famiglia”.

Di fronte alla scelta proposta al suo cuore, Violetta si dispera; ma dopo una dura lotta con se stessa, si arrende al desiderio di Germont. Accetta di sacrificare la propria felicità per il bene di Alfredo e per l’onore della sua famiglia.

Germont, pieno di gratitudine e profondamente commosso, è ora disposto a maggior benevolenza verso di lei.

Quando Alfredo ritorna, Violetta sta per partire: egli non ha il minimo sospetto di quanto è avvenuto nell’incontro tra lei e il vecchio Germont, crede che violetta si rechi semplicemente ad una visita. Ma una lettera a firma di Violetta, che gli viene recapitata subito dopo, lo informa della partenza dell’amata per Parigi. Alfredo rimane sbigottito. Suo padre tenta, senza disingannarlo, di consolarlo, rammentandogli la sua felice infanzia e la sua cara casa di Provenza.

Di Provenza il mar, il suol

Chi dal cor ti cancellò?

Al natìo fulgente sol

Qual destino ti furò?

Oh, rammenta pur nel duol

Ch’ivi gioia a te brillò,

e che pace colà sol

in te splendere ancor può.

(Incisioni più note: CHARLES GUICHANDUT – Cetra*; RICCARDO STRACCIARI, PAOLO SILVERI – Col.*; MATTIA BATTISTINI, TTTA RUFFO, GIUSEPPE DE LUCA, CARLO TAGLIABUE, TITO GOBBI –VDP)

http://www.youtube.com/watch?v=U2nLS5gvQDY

Alfredo trova poi il biglietto d’invito alla festa di Flora indirizzato a Violetta e fugge in preda alla gelosia e al rancore.

Scena 2: Una sala da ricevimento nella casa di Flora Bervoix. – La festa è in pieno svolgimento, quando arriva Violetta accompagnata dal barone Douphol. Al tavolo da giuoco, Alfredo mantiene un contegno indifferente, e vince costantemente. – Il barone, ancora fremente di gelosia, giuoca con lui e perde. Violetta prega Alfredo di andarsene subito, perché teme che il barone lo provochi a un duello. Alfredo risponde che se ne andrà alla sola condizione che ella lo segua e Violetta è costretta a confessare di aver giurato di non rivederlo mai più.

“A chi hai giurato questo?” grida Alfredo. “Al barone Douphol?”.

Violetta, dopo uno sforzo estremo, risponde di sì.

Fuori di sé per la disperazione, Alfredo chiama tutti gli invitati della sala da pranzo e dichiara a voce altissima: “Ecco una donna che ha sacrificato tutto il suo avere per me. Io vi rendo testimoni che ora la ripago”. Con queste parole, getta ai piedi di Violetta il denaro che ha vinto al gioco. Ella sviene fra le braccia delle amiche.

Entra il padre di Alfredo che rimprovera il figlio per quel gesto, ma non si decide a svelargli la verità.

ATTO III

Scena: La camera da letto di Violetta. Un preludio orchestrale (http://www.youtube.com/watch?v=vcTPqdaUsV4 ) riprende di nuovo le eteree note dei violini del preludio al primo atto. Violetta giace a letto irrimediabilmente ammalata, nella sua camera semi-illuminata.

Il dottore l’assiste e Annina, la sua cameriera, la cura amorosamente. – Il dottore cerca di farle coraggio e le consegna, raccomandandole di non emozionarsi, una lettera da parte del vecchio Germont.

Germont le scrive di aver svelato la verità al figlio e le preannuncia l’arrivo imminente di questi .

Violetta piange per la felicità, ma la gioia si confonde con la sofferenza; ha il presentimento che egli giungerà, forse, troppo tardi per rivederla viva.

Addio del passato bei sogni ridenti,

le rose del volto già sono pallenti;

l’amore d’Alfredo pur esso mi manca,

conforto, sostegno dell’anima stanca …

Ah, della traviata sorridi al desìo;

a lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio.

Tutto, tutto, finì.

Tutto, tutto, tutto finì.

(Incisioni più note: ONELIA FINESCHI- Cetra*; CLAUDIA MUZIO, ELISABETH SCHWARZKOPF – Col.; MARGHERITA CAROSIO, LUISA TETRAZZINI, AMELITA GALLI-CURCI – VDP*)

http://www.youtube.com/watch?v=DaGMBqyeUdE

Dalla strada giunge l’allegro frastuono del carnevale.

Annina accorre con la bella notizia: “Alfredo è qui!”. Un attimo dopo, Violetta è nelle sue braccia. Nulla potrà più dividerli, ormai! Incominceranno una nuova vita, lontano da Parigi e Violetta recupererà ben presto le forze e la salute. Entra il vecchio Germont, che ha seguito Alfredo. Sente vivo il rimorso e dichiara di considerare, d’ora innanzi, Violetta come una propria figlia. “Troppo tardi”, ella sospira. Dona ad Alfredo una miniatura col proprio ritratto. In cielo pregherà per lui. E cade fra le sue braccia priva di vita.

(Edizione Ricordi)

(Incisioni dell’opera completa: MARIA MENEGHINI CALLAS (S), FRANCESCO ALBANESE (T), UGO SAVARESE (Br), Direttore: GABRIELE SANTINI, Coro e Orchestra della R.A.I. – Cetra; ANTONIETTA STELLA (S), GIUSEPPE DI STEFANO (T), TITO GOBBI (Br), Direttore: TULLIO SERAFIN, Coro e Orchestra de LA SCALA)

Laura Rocatello