mercoledì 28 settembre 2022

FRANCESCO CILEA

Francesco Cilea nasce a Palmi di Calabria il 23 luglio 1866 e muore a Varazze il 20 novembre 1950. 


E' un compositore italiano.


Francesco Cilea nasce da Giuseppe Cilea e Felicia Grillo; sua moglie sarà Rosa Lavarello. 

E' originario della provincia di Reggio Calabria e, secondo i suoi ricordi di ragazzino, sin da tale età, si vuole dedicare alla Musica, dopo aver ascoltato il finale dell'opera "Norma" di Vincenzo Bellini eseguito dalla banda cittadina.   


Inizia gli studi al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sotto la guida di Beniamino Cesi, dove si distingue per diligenza e ingegno veloce, guadagnando una Medaglia d'Oro dal Ministero della Pubblica Istruzione e una nomina di "Primo Alunno Maestrino".

 

1889: al termine degli studi, Cilea presenta - quale "prova finale" -  l'opera "Gina", che viene  rappresentata nel teatrino del Conservatorio, ottenendo successo. 

L'Editore Sonzogno apprezza il lavoro e commissiona a Cilea "Tilda", un'opera verista in tre atti brevi, simile a "Cavalleria rusticana". 

Il librettista è Angelo Zanardini e, il 7 aprile 1892, la "Tilda" esordisce con successo al Teatro "Pagliano" di Firenze. 

Seguiranno rappresentazioni in vari teatri italiani, dopodiché giunge al "Teatro dell'Esposizione" di Vienna il 24 settembre 1892 insieme alle altre opere della Casa Sonzogno.   

Da sempre, Cilea non prova molta simpatia per quest'opera e, a malincuore, accetta di musicarla solo per cortesia verso Sonzogno e non rovinare un buon rapporto professionale. 

A causa dela perdita della partitura orchestrale, non è stato possibile riproporre quest'opera  in tempi abbastanza recenti: opera con melodie fresche e orecchiabili che, però, si possono tuttavia conoscere attraverso la riduzione per canto e pianoforte. 

Giugno 2021: fortunatamente, per mezzo della recente orchestrazione del musicologo-compositore Giancosimo Russo, è stato possibile riorchestrare l'opera, con esecuzione di alcuni estratti da parte della Filarmonica "Arturo Toscanini" di Parma diretta da Yves Abel, trasmessa poi su Radio3. 


27 novembre 1897: sera, al Teatro "Lirico" di Milano, esordisce la terza opera di Cilea, "L'Arlesiana", su libretto di Leopoldo Marenco tratto dal dramma di Alphonse Daudet, con un giovanissimo Enrico Caruso che ottiene grande successo con "Il lamento di Federico", la romanza che, ancora oggi, mantiene viva quest'opera.   

< L'Arlesiana è un insuccesso, per la verità: Cilea è convinto del valore dell'opera e tenta di rimediare più volte, subito dopo la "prima", fino agli ultimissimi anni.  

Il rilancio dell'opera consegue successo per un breve periodo, durante gli Anni Trenta, in virtù delle sanzioni imposte all'Italia dalla Società delle Nazioni (a seguito della conquista dell'Etiopia), per cui Mussolini in persona ordina ai teatri di eseguire solo opere italiane. 

"In questa occasione ebbi fortuna", dice Cilea. >    


6 novembre 1902: ancora al Teatro "Lirico" di Milano, con "Adriana Lecouvreur", Cilea riscuote grandi applausi. 

Si tratta di un'opera in quattro atti su libretto di Arturo Colautti,  tratta da un lavoro di Eugène Scribe, ambientata nel Settecento francese. 

E' l'opera di Cilea più conosciuta al pubblico mondiale e "rappresenta la spontaneità di un melodismo di scuola napoletana e una scrittura armonica e timbrica aggiornata sui recenti modelli francesi".   


Sera del 15 aprile 1907: "Gloria", idem su libretto di Colautti, è una tragedia in tre atti, è tratta da un lavoro di Victorien Sardou ed è l'ultima opera di Cilea; è rappresentata al Teatro "Alla Scala" di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini.    


Un boicottaggio teatrale dell'editore Ricordi all' "Adriana" non viene difeso efficacemente  da Sonzogno, per cui si sente spinto a lasciare per sempre il teatro d'opera, nonostante alcuni progetti operistici seguenti sopravvivono come "Il ritorno dell'amore" di Renato Simoni, "Malena" e "La Rosa di Pompei" di Moschino. 


Cilea continua con la musica da camera, vocale e strumentale, e con la musica sinfonica. 

1913: risale un poema sinfonico in onore di Giuseppe Verdi, su versi di Sem Benelli, eseguito al Teatro "Carlo Felice" di Genova. 


Dirige il Conservatorio "Vincenzo Bellini" di Palermo e il "Conservatorio San Pietro a Majella" di Napoli, dove termina la sua carriera di didatta.


Cilea muore il 20 novembre 1950 a Varazze, comune ligure che gli offre la cittadinanza onoraria e nella quale trascorre gli ultimi anni della sua vita, ma riposa nella sua città natale, Palmi, a cui lascia ricordi, testimonianze di musicista e biblioteca: sono conservati nella "Casa della Cultura", custodita nel sacello del Mausoleo elevato in suo onore, inaugurato il 28 novembre 1962, nel quale è riportato, in caratteri di bronzo, il suo ultimo pensiero alla città, scritto in una lettera diretta al Sindaco: "Vi prego di dire alla nostra diletta Palmi tutta la mia filiale riconoscenza e tutto il mio amore. Ditele che essa resterà sempre nel mio cuore con un attaccamento sempre più vivo e tenace, quanto più il cumulo degli anni affretta il mio distacco dalla vita."


Considerazioni sull'artista:    

Cilea è un musicista colto e raffinato; riesce ad amalgamare l'esperienza del Verismo musicale italiano con la tradizione lirica francese. 

Si distingue per la vena melodica, la finezza di orchestrazione e la ricerca del colore orchestrale, determinate soprattutto dal "modello" Jules Massenet. 

Per cui, il meglio di Cilea viene espresso attraverso la struggente e dolce malinconia, con meditazione e rimpianto.


Intitolazioni: 

Alla sua memoria sono stati intitolati il Conservatorio e il Teatro di Reggio Calabria, mentre il suo paese natale, Palmi, gli ha eretto un Mausoleo oltre ad una via del centro storico   cittadino. 


Composizioni:      

Numerose sono le composizioni di Cilea, oltre ai cinque melodrammi qui di seguito elencati:   


Gina (1889)

La Tilda (1892)

L'Arlesiana (1897)

Adriana Lecouvreur (1902)

Gloria (1907)   


Battuto al computer da Lauretta 






Francesco Cilea: 


https://it.wikipedia.org/wiki/File:Francesco_Cilea.jpg  


   




   






  


  







mercoledì 21 settembre 2022

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE SESTA)

Stile di Čajkovskij: Internazionalismo e varietà stilistica.

L'ampia varietà stilistica di Čajkovskij spazia dall'opera lirica, dalla musica da ballo al genere della sinfonia, con spirito cosmopolita. 

Studia per tutta la vita e si forma su musica dell'Europa Occidentale. 

Mozart è il suo compositore prediletto e si ispira anche agli operisti italiani (in particolare a Rossini, Verdi e Bellini), alla Nuova Scuola Francese di Bizet e Massenet, ai Romantici Tedeschi (fra cui Schumann il più amato), conferendo alla sua arte un respiro fortemente internazionale. 

Igor' Fëdorovič Stravinskij non si stancherà mai di spendere parole di elogio ed ammirazione, definendolo "il più russo di tutti i musicisti russi". 



Influenze popolari ucraine sulla musica di Čajkovskij: 

Molte composizioni di Čajkovskij si ispirano a temi o melodie della musica popolare ucraina o li incorporano: ne sono esempi le sue opere "Mazepa", "Gli stivaletti"/"Il fabbro Vakula"; le sinfonie "n. 2, Piccola Russia" e "n. 4"; il "Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore"; l' "Ouverture 1812" (il cui tema iniziale si basa sul primo modo del canto liturgico di Kiev). 



Orchestrazione:  


Come altri musicisti romantici, Čajkovskij, compositore poliedrico, si basa moltissimo sull'orchestrazione: essa dà effetti musicali di un certo significato. 

Inoltre, sperimenta dalla "Terza Sinfonia", liberando la sua sensibilità timbrica e l'importanza che attribuisce ai colori dell'orchestra, conseguentemente, "relega" la produzione pianistica in secondo piano (nonostante la straordinaria fama guadagnata dal suo primo "Concerto per pianoforte e orchestra"). 



Eredità:    


È stato chiarito che "E' essenziale la collocazione storica del musicista e degli altri compositori russi (suoi contemporanei, antecedenti e posteriori), però lui è il musicista che risolve la determinazione dell'influenza russa nella storia della musica europea di oltre due secoli". 

Grazie alla sua preparazione accademica, crea una musica che riflette il carattere nazionale russo e che, contemporaneamente, è all'altezza della complicazione della musica classica europea, consentendole di passare i confini culturali della Russia, permettendo alla Russia stessa  un posto nella storia della musica europea ".


Letteratura e cinema:   


E' stato detto che " Pëtr Il'ič Čajkovskij nella letteratura e nel cinema è rappresentato sotto molti aspetti: dalla biografia più o meno in senso tradizionale (e "diversa"  secondo l'epoca in cui è stata stilata), alla biografia-romanzata o romanzo-biografico (come nel caso di quello di Klaus Mann: Sinfonia Patetica, 1935), al saggio-biografico, allo studio scientifico ed analitico.   

Le diversità in tal senso sono comprensibili e costituiscono un arricchimento alla conoscenza della materia ".


Battuto al computer da Lauretta 





Fra le sue sinfonie, è splendida quella che racconta di Napoleone, ossia "Ouverture 1812": https://youtu.be/VbxgYlcNxE8

Ascoltiamo il valzer dall'opera "Eugenio Onieghin" : https://youtu.be/mw9tT-DXDQE. 




Ciaikovskij nel 1888: 

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Tchaikovsky2.jpg 



   
    


    







    





 


 

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE QUINTA)

L'addio a Čajkovskij di Madame von Meck: 
  
 

Con lettera datata 4 ottobre (Calendario Gregoriano) madame von Meck gli fa conoscere diverse disgrazie economiche successele e, nel post-scriptum, lo invita a scriverle a Mosca nonostante ora si trovi all'Estero. 

Pochi giorni dopo Čajkovskij  riceve una seconda lettera che gli comunica che, a causa di ulteriori e definitivi dissesti finanziari, non potrà più sovvenzionarlo, ma chiede di non essere dimenticata completamente e Čajkovskij, allarmatissimo, le risponde subito, mostrando il suo affetto, la sua fedeltà e la sua eterna riconoscenza. 

Oltre a questo, è importante sapere che la von Meck sta attraversando anche un periodo di malattia, mentre la vecchiaia la porta ad essere sempre più dipendente dai figli, tanto che si ritrova a tenere il silenzio: dura prova per Čajkovskij. 

Madame von Meck è lontana dalla Russia, e muore due mesi dopo il musicista a causa di tubercolosi. 


1891: il Teatro "Mariinskij" gli commissiona l'opera lirica in un atto "Iolanta" e il balletto "Lo Schiaccianoci" da rappresentare nella stessa serata. 

L'opera, è l'ultima composizione lirica del musicista ed è diversa da tutte le altre scritte perché  tende al simbolismo e al panteismo, anticipazioni che saranno notate dalla critica. 

In riferimento al balletto, è lo stesso Čajkovskij che fornisce la chiave di comprensione generale e di alcuni suoi elementi costitutivi attraverso una lettera precedente: «I fiori, la musica e i bambini, sono i gioielli della vita. Non è strano che amando tanto i bambini il destino non mi abbia dato di averne?». 


Un'oscura e misteriosa fine: colera o suicidio?     


La fama di Čajkovskij è all'apice. 

Il giro negli Stati Uniti è per inaugurare i Concerti della "Carnegie Hall" e Čajkovskij trova l'America e gli Americani strani, curiosi e simpatici: vede un mondo davvero nuovo che lo  festeggia ed onora come il "Re"; oltre ad essere assalito dai giornalisti, si accorge di essere popolare in America dieci volte di più che in Europa.   


1892: Čajkovskij vede Gustav Mahler come direttore non comune che, ad Amburgo, alla sua presenza, dirige "Evgenij Onegin". 

In quei momenti, ascolta anche la "Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni, opera che gli piace molto.    


Comincia a pensare ad una nuova sinfonia che raccolga la sua "vita": tale sinfonia è l'atto finale, il riassunto di un'intera esistenza, vita, morte ed ufficio funebre. 


Inizio 1893: è il suo ultimo anno di vita ed esegue un ultimo giro concertistico, dopodiché compone la sua ultima sinfonia, la "Pathétique", la cui "prima" avviene il 28 ottobre 1893 a San Pietroburgo sotto la sua personale direzione.     


L'Università di Cambridge lo insignisce del Dottorato in Musica, assieme a Saint-Saëns, Grieg, Boito e Bruch.


Čajkovskij muore nove giorni dopo e si ipotizza il suicidio, nonostante si parli di colera  contratto bevendo acqua infetta, ma è più probabile l'avvelenamento da arsenico che genera una sintomatologia simile a quella del colera. 

Pare che la spiegazione della versione "suicidio" sia dovuta alla relazione amorosa con il diciassettenne nipote del conte Stenbock-Fermor il quale, seccatissimo dalla cosa, è fortemente  intenzionato a denunciarla direttamente allo Zar, per cui ne deriverebbe uno scandalo  con conseguenze dannosissime per Čajkovskij, personaggio noto nel Mondo e "simbolo" per la Russia (la legge prevede la perdita di ogni diritto e l'esilio in Siberia).   


Alle esequie di Stato, l'onore è pari solo allo storico Karamzin e a Puškin, lo Zar Alessandro III è atteso, ma rimane ad osservare la folla da una finestra. 

Il suo commento: «Avevamo un solo Čajkovskij». 

Il dono personale dello Zar posto sulla bara sono una corona di rose bianche ed un cuscino di velluto nero con le decorazioni di San Vladimiro, nella Cattedrale di Kazan'; il rito comprende migliaia e migliaia di persone.    


Al momento della sepoltura si tengono diversi discorsi funebri, tra cui spicca quello del giurista Vladimir Gerard e, alle cinque del pomeriggio del 9 novembre, l'ultima persona che parla è il tenore Nikolaj Nikolaevič Figner, il primo interprete de "La dama di picche". 

Lev Tolstoj è significativo: «Mi dispiace tanto per Čajkovskij. Più che per il musicista mi dispiace per l'uomo intorno a cui c'era qualcosa di non completamente chiaro. Quanto improvviso e semplice, naturale ed innaturale, e quanto vicino al mio cuore».

Cimitero "Tichvin" ("Monastero di Aleksandr Nevskij" di San Pietroburgo): qui, si trova la tomba di Čajkovskij.

In tale Cimitero, sono sepolti molti altri artisti russi tra cui, gli emblematici appartenenti all'intero "Gruppo dei Cinque". 


Battuto al computer da Lauretta 

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE QUARTA)

Le opere della piena maturità di Čajkovskij, fino al 1885:   


Dopo il problema con la moglie ed il periodo di riposo seguito, si verifica una graduale ripresa: questo come quantità e qualità, decretando il successo in Russia e all'Estero fino al momento della morte ambigua, tanto che molti musicologi sono certi che - se Čajkovskij fosse sopravvissuto -  avrebbe scritto ancora molta musica, con innovazioni e all'avanguardia: "La bella addormentata", "Lo Schiaccianoci", "Iolanta" e la "Sesta sinfonia (Pathétique)"  hanno una particolare scrittura.    

Infatti, da questo momento, le nuove composizioni sono tutte o quasi destinate alla celebrità, fra cui la "Suite n. 1, in Re minore op. 43" mentre, a Firenze, su invito della von Meck, cura la stesura di una nuova opera lirica: "Orleanskaja deva" ("La pulzella d'Orléans"), oltre all'omaggio alla sua amatissima Italia: il "Capriccio italiano, op. 45". 

Poi, compone la "Serenata per archi in Do maggiore" e l' "Ouverture Solennelle «1812» ";  la sua fama aumenta ancora e gli viene offerta la Direzione del Conservatorio di Mosca dopo la morte di Nikolaj Grigor'evič Rubinštejn, nel 1881, ma rifiutata. 

Altri lavori:  "Concerto in Re maggiore, per violino e orchestra, op. 35" (stroncato da Eduard Hanslick, ma fra i lavori più popolari del musicista); il " Trio in La minore, per pianoforte, violino e violoncello, op. 50", intitolato «Alla memoria di un grande artista» " dedicato a Nikolaj Rubinštejn; il "Concerto n. 2 in Sol maggiore per pianoforte ed orchestra, op. 44" del 1882.   


Viaggiando molto, vede ed ascolta molto repertorio musicale del tempo, di ogni composizione e, nella sua corrispondenza, sono state ritrovate annotazioni critiche (ad esempio su Wagner: riscontra lunghissima  "Tristano e Isotta" ma, di tale autore tedesco  continuerà a prediligere "Lohengrin").   


Una sintesi della "Terza suite in Sol maggiore op.55" è una delle sue composizioni più dirette dallo stesso Autore (almeno 16 volte, in Russia, Europa ed America).   


1885: Hans von Bülow dirige la" Suite n. 3, in Sol maggiore, op.55", ottenendo grande successo, e  lo zar e la Corte assistono ad una recita di "Evgenij Onegin". 

Čajkovskij, pochi mesi prima, ha un'udienza personale a Corte: riceve un'onorificenza e apprende dallo Zar Alessandro III di essere il Musicista della Famiglia Regnante. 

Quest'ultimo avvenimento è un toccasana per la sua anima inquieta e affitta una casa in campagna, a Maidanovo, vicino a Klin, per cui dirà: «Che gioia essere a casa mia... Capisco ora che il mio sogno di passare il resto della mia vita nella campagna russa non è un capriccio passeggero, ma un'esigenza naturale e profonda». 



Gli ultimi anni di Čajkovskij: 

La terza ed ultima casa del musicista, a Klin, dal 1892, oggi "Museo Čajkovskij":    


1885: elezione di Čajkovskij a Direttore della Sezione Moscovita della Società Musicale Russa che, a quei tempi, è un'istituzione-fulcro. 

Čajkovskiji mantiene i suoi rapporti con parenti, amici e la von Meck come in passato. 


Inoltre, dorme di più, fuma e beve di meno e conduce una vita regolare psicofisica ordinata, al contrario della sua vita passata di persona nevrotica; il suo umore è  buono, nonostante qualche crisi depressiva, spesso provocata da un episodio non molto importante, come la partenza di un amico, un tramonto, il paesaggio russo, un ricordo lontano. 

Nella notte dell'anniversario della morte della madre, non dorme per niente dopo avere ritrovato lettere dell'epoca; infatti, scrive, al riguardo: «La nostalgia di mia madre...che amavo di un amore morboso ed appassionato...».    


1885: i figli della von Meck cominciano a lamentarsi a causa delle sovvenzioni che Madame continua ad elargire al musicista,  nonostante le condizioni economiche dell'artista siano migliorate.   


A Parigi, 1886: frequentando caffè, ristoranti e ritrovi vari, "mignons" ufficiali e incontri occasionali, Čajkovskij prova una delle più grandi emozioni della sua vita: in casa della cantante Pauline Viardot vede l'autografo manoscritto di "Don Giovanni" di Mozart e ne rimane  sconvolto. 

Per lui è come parlare con il grande artista: «Ho sfogliato per due ore la partitura originale di Mozart. Non posso descrivere l'emozione provata nell'esaminare il sacro oggetto. Mi è sembrato di stringere la mano a Mozart in persona e chiacchierare con lui»   


1887-1888: un anno questo che vede altri viaggi all'Estero per la direzione di proprie composizioni, anno in cui crea molte composizioni e la "Sinfonia n. 5 in Mi minore op. 64". 


Tornato in Russia, si trova in posizione di vita sicura: una nuova sistemazione sempre vicina a Klin, esattamente a Frolovskoe, in campagna, e l'assegnazione di un vitalizio annuo di tremila rubli che lo Zar gli accorda "motu proprio" come segno della sua alta considerazione, oltre ai proventi da lavoro e dalla pensione della von Meck (nonostante Čajkovskij sia uno "spendaccione" per sé e per gli altri: questo comportamento generoso lo ha sempre dimostrato come conseguenza del suo carattere insicuro e complicato).    

In questi anni, compone anche altre opere liriche: "Mazepa" (1881-1883), "Čerevički" ("Gli stivaletti", del 1885: si tratta di una rielaborazione de "Il fabbro Vakula") e "L'incantatrice", (1885-1887). 

Nel settore orchestrale, compone la Sinfonia "Manfred" (del 1885) e la "Suite n. 4, in sol maggiore, op. 61" (del 1887).   


1888:  all'Estero, tocca anche Lipsia, dove conosce Johannes Brahms (non risulteranno simpatici a vicenda), Grieg (che, invece, gli risulta simpatico) e Praga, dove conosce Antonín Dvořák  (che già lo apprezza moltissimo e con il quale instaura un buon rapporto nato spontaneamente).   


Una commissione importante riguarda il suo secondo balletto "La bella addormentata", che vede la presenza dell'imperatore alla prova generale e che commenta semplicemente  «Molto grazioso!», provocando il risentimento del musicista: «Sua Maestà mi ha trattato molto sbrigativamente. Dio sia con lui.». 

La prima interprete è la celebre Carlotta Brianza assieme a Pavel Gerdt e al celebre Enrico Cecchetti. 


1889: è ammirato ed entusiasta della "scoperta" del fonografo, apparecchio che giudica la più interessante invenzione del suo secolo. 

14 ottobre 1889: Čajkovskij scrive, in francese, nell'album dell'ingegner Block:    

«Il Fonografo è certamente l'invenzione più sorprendente, bella ed interessante, tra tutte quelle che onorano il XIX secolo! Gloria al grande inventore Edison!»


1890: parte per Firenze dove appronta "La dama di picche" su libretto del fratello Modest, opera sentititissima e fatalista che si ispira anche alla "Carmen" di Bizet.  


Battuto al computer da Lauretta  

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE TERZA)

L'incontro con Nadežda von Meck, la mecenate del compositore:  


Risulta chiaro che Čajkovskij presenta una personalità complessa sotto diversi aspetti. 


Nadežda Filaretovna von Meck è maggiore di nove anni di Čajkovskij ed è una russa di classe media che ottiene il titolo nobiliare sposando Karl von Meck.    


Nel 1876, rimane vedova, ma si ritrova un'immensa fortuna. 

Amante delle Arti e della Musica in particolare, diventa un "Mecenate" e,  da buona dilettante, a quel tempo, cerca un giovane violinista che la possa accompagnare nel repertorio per solista e pianoforte.

Per mezzo di Nikolaj G. Rubinštejn, conosce il ventunenne Iosif Iosifovič Kotek, allievo di Čajkovskij e – tempo prima – uno degli amanti del musicista (Kotek è il tipico "rappresentante" del giovane maschio medio che fa perdere la testa al musicista, sereno sulla propria omosessualità). 


La donna scrive la sua prima lettera al musicista il 30 dicembre 1876: «La prego di credere che con la sua musica la mia vita è davvero diventata più facile e piacevole» e la risposta arriva il giorno dopo e inizia un rapporto particolarissimo, fatto di "detto" e "non detto" tra i due, di una dipendenza spirituale reciproca,   


Madame von Meck è una delle tre donne importanti, nella vita di Čajkovskij, assieme alla madre e alla sorella Aleksandra: a loro il musicista ricorre in diverse circostanze.   


La von Meck diventa la principale finanziatrice del compositore a cui elargisce  frequenti  grosse somme di denaro ed un regolare mensile; la cosa avviene come un vero e proprio  mecenatismo, oltre ad essere - la donna -  anche una confidente privilegiata del musicista e la persona con cui intrattiene una fittissima corrispondenza ma che, per reciproca, concorde volontà, non si incontrano mai, salvo eccezioni dovute al caso o all'astuzia della von Meck, contro ben altri sentimenti del musicista, che temeva l'approccio fisico con lei, fermo nella sua costante idealizzazione dell'altro sesso. 


E' interessante ricordare che, nel 2013, uno dei canali culturali della televisione russa, ha mandato in onda un Concerto-drammaturgia dedicato al rapporto tra la von Meck e il musicista (vedi sezione "Letteratura e Cinema").



Viaggi di Čajkovskij, in Italia:     


1872-1890: il compositore visita l'Italia nove volte, Paese vicino al suo cuore, per cui sostiene che: «La natura italiana, il clima, le ricchezze artistiche, le memorie storiche che si incontrano ad ogni passo, tutto ciò ha un fascino irresistibile... Oh, Italia cento volte cara; per me sei come un paradiso.»    


E' affascinato da Venezia (soggiorna anche in "Riva degli Schiavoni"), è innamoratissimo di Roma, è frastornato da Napoli e predilige Firenze, in cui soggiorna otto volte: città che, quando la lascia confessa che «...l'impressione di un sogno dolce e meraviglioso. Qui ho provato una tale quantità di esperienze stupende-la città, i dintorni, i quadri, il clima sorprendentemente primaverile, le canzoni popolari, i fiori-che sono esausto.»



Il matrimonio e l'opera Evgenij Onegin, 1877: 


Čajkovskij sta iniziando a stendere "Evgenij Onegin" e lo comincia dalla celebre "scena della lettera" di Tat'jana, in cui la donna esprime le sue pene d'amore. 

Quasi contemporaneamente, una sua ex-allieva (che quasi non ricorda), Antonina Ivanovna Miljukova, minore di lui di nove anni, gli scrive una lettera-dichiarazione d'amore. 

Poco convinto e contro il parere di amici e parenti, si decide per un matrimonio fulmineo. Nella lettera alla von Meck, ammette: «Ho deciso di non sfuggire al mio destino e che il mio incontro con questa ragazza è stato in qualche modo voluto dal destino». 

E a Kaškin: «Amavo Tat'jana ed ero terribilmente arrabbiato con Onegin che vedevo come un bellimbusto freddo e privo di cuore e mi è parso di comportarmi molto peggio di Onegin». 

Al fratello Modest (idem, apertamente omosessuale), nell'autunno del 1876, scrive che pensa al matrimonio non tanto per se stesso ma, più che altro, per i suoi familiari, in quanto è  amareggiato dai pettegolezzi tenuti dalla collettività.    


18 luglio 1877 del Calendario gregoriano: celebrazione delle nozze che si riveleranno disastrose e devastanti per la sua psiche, vista la repulsione fortissima verso la moglie che gli diventa ripugnante, per cui scivola nelle acque del fiume Moscova volendo attuare un suicidio "indiretto" e per cui - una volta che si è ripreso - si ritrova preda di un esaurimento nervoso. 

Molti critici hanno percepito anche che questo suo "isolamento", questa sua "diversità" lo spingono a scrivere una musica piena di grande "sofferenza").  


Battuto al computer da Lauretta 

PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE SECONDA)

Le prime composizioni di Čajkovskij:   


Gli studi musicali post-diploma di Čajkovskij  proseguono mentre lavora al Ministero della Giustizia, ma frequenta opere e concerti, per i quali diventa un viaggiatore: Londra, Belgio, Parigi, Germania, Italia.    


Čajkovskij diventa allievo di Nikolaj Ivanovič Zaremba e, ancora prima di conseguire il diploma con una composizione "Alla gioia" (per soli, coro ed orchestra), lo stesso Nikolaj G. Rubinštejn, su suggerimento del proprio fratello, gli offre di trasferirsi a Mosca, per insegnare teoria nel nuovo Conservatorio. 

Inoltre, studia composizione con Anton G. Rubinštejn e abbandona l'impiego statale nel 1863.  

In quel periodo compone varia brani minori, del tipo di romanze per canto e pianoforte, di pezzi per pianoforte solo, un coro "Prima del sonno" (in origine a cappella poi rielaborato con l'aggiunta dell'orchestra) e un "Pezzo per archi in Sol maggiore Allegro, ma non tanto".   


1864: scrive "L'uragano"; si tratta di un' "Ouverture in Mi minore, op. 76 postuma", dal dramma omonimo di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij. 


1865: dirige l'Orchestra del Conservatorio nella sua nuova "Ouverture in Fa maggiore per piccola orchestra" (prima versione). 

A causa del carattere timido, la direzione orchestrale sarà sempre un problema fino a quando,  con la maturità, diventa un interprete applaudito riguardante la propria musica e anche all'Estero.


1866: terminati gli studi al Conservatorio di San Pietroburgo, viene nominato Professore di Teoria e Armonia, mantenendo quel lavoro per dodici anni.   


1866:  compone la Sinfonia n. 1 in Sol minore, op. 13 (sottotitolo: "Sogni d'inverno") che rielaborerà più volte. 

E' una composizione giovanile, ma che lo distingue già. 

L'anno seguente è la volta della prima opera lirica portata a reale compimento: "Voevoda" ("Il voivoda") dal dramma di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij.   


L'opera consegue successo e quattro repliche ma non viene più ripresa, per cui Čajkovskij distrugge la partitura e conserva alcune parti che finiscono nell'opera lirica seguente "Opričnik" ("L'ufficiale della guardia") e nel balletto "Il lago dei cigni" (comunque, viene  ricostruita sui materiali d'orchestra e ripresentata nel 1949).   


In quegli anni, si avvicina lentamente al "Gruppo dei Cinque" nonostante l'aperta ostilità  verso Modest Petrovič Musorgskij.



Čajkovskij: le composizioni della prima maturità: 


1868: si verifica l'episodio sentimentale con la cantante belga Désirée Artôt e si parla di matrimonio. 

La cantante, invece, sposa un celebre baritono spagnolo, ma resta amica di Čajkovskij, con cui maniene una corrispondenza e incontra successivamente, tanto che il musicista, sotto l'influsso di tale amore platonico, scrive e le dedica  le "Six Mélodies, op. 65" (del 1888).   


Il lavoro compositivo si intensifica gradatamente, per il quale abbandona l'insegnamento.  


1869: nell'Ouverture-fantasia "Romeo e Giulietta", Čajkovskij fa confluire  il programma letterario shakesperiano (secondo molti biografi), attorno a un amore di allora per un allievo del Conservatorio, il quindicenne Eduard Zak che, tragicamente, nel 1873, si toglie la vita a diciannove anni.  


1870 -1872: nascono le opere liriche "Opričnik" ("L'ufficiale della guardia") e, un poco più tardi, nel 1874: "Kuznec Vakula" ("Il fabbro Vakula"); quest'ultima è rielaborata sotto il titolo "Čerevički" ("Gli stivaletti"), nel 1885, ma i suoi lavori lirici teatrali più noti sono "Evgenij Onegin" ("Eugenio Onieghin") e "Pikovaja dama" ("La dama di picche"). 


Due nuove sinfonie si aggiungono: la cosiddetta "Piccola Russia, in Do minore, op. 17", del 1872 (poi rivista) e la "Polacca, in Re maggiore, op. 29", del 1875.

Inoltre il musicista si dedica alla cameristica con tre quartetti per archi, l' "Op. 11 in Re maggiore" (1871) e che riscuote il consenso di un illustre ascoltatore, Lev Tolstoj, l' "Op. 22 in Fa maggiore" (1874) e l' "Op. 30 in Mi bemolle minore" (1876). 

1874-1875: compone il celebre "Concerto n. 1 in Si bemolle minore, op. 23".  


1875: a trentacinque anni, Čajkovskij riprende a dare vita al balletto, musica che gli conferisce buona parte della fama ("Il lago dei cigni", "La Bella Addormentata", "Lo Schiaccianoci").  


1877:  al Teatro "Bol'šoj"di Mosca, viene rappresentato "Lebedinoe ozero ("Il lago dei cigni"), op. 20", scritto due anni prima durante una pausa di serenità spirituale.    


Estate-Autunno 1876: crea il poema sinfonico op. 32 "Francesca da Rimini", un altro dei suoi lavori per grande orchestra oggi più eseguiti.   


1876: assiste alla "Carmen" di Georges Bizet, dopodiché presenzia alla "prima" assoluta della "Tetralogia" ("L'anello del Nibelungo") di Richard Wagner. 



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PIOTR IL'IČ ČIAIKOVSKI (PARTE PRIMA)

Un mio pensiero: ho letto che, zodiacalmente, il Segno del Toro, è il più incline alla Musica: guarda caso, Ciaikovski nasce il 7 maggio  appunto appartenente a questa Costellazione.


Pëtr Il'ič Čajkovskij in una lettera a Sergej Ivanovič Taneev del 14 (26) gennaio 1891: 

«...Sono sicuro che nelle mie opere appaio come Dio mi ha fatto e così come sono diventato attraverso l'azione del tempo, della mia nazionalità ed educazione. Non sono mai stato falso con me stesso. Quello che sono, buono o cattivo, lo debbono giudicare gli altri...»



Pëtr Il'ič Čajkovskij nasce a Kamsko-Votkinsk il 7 maggio 1840 e muore a  San Pietroburgo il 6 novembre 1893. 

Suo padre è un ingegnere minerario russo e la madre è la seconda moglie del padre, Aleksandra Andreevna d'Assier, una donna di nobili origini francesi e russe, ma nata a San Pietroburgo nel 1812. 

Fra i suoi ascendenti, si mescolano anche sangue polacco, cosacco e tedesco. 


Čajkovskij è un compositore russo del periodo tardo-romantico e i suoi lavori musicali  sono notissimi, nel repertorio classico.    


Il suo stile si forma sulla Musica Occidentale e non appartiene al famoso "Gruppo dei Cinque" (con basi date da Glinka, ma comprendente Balakirev, Borodin, Cui, Mussorgskij e Rimski-Korsakov), però mostra una diversa forma di stile per cui qualcuno lo ha definito "Il Verdi russo": stile che lo porta al successo.   


Čajkovskij studia Giurisprudenza, ma è un talento precoce, nel campo musicale. 

Ai suoi tempi, l'istruzione musicale russa non ha regolamentazione e le opportunità di studiarla accademicamente sono limitate per cui, quado gli si presenta l'occasione di entrare nell'appena fondato Conservatorio di San Pietroburgo, abbandona la carriera di avvocato. 

Al termine degli studi, crea un proprio stile musicale russo, abbinando convenzioni compositive della musica classica alla musica tradizionale russa, conseguendo la notorietà internazionale, anche se non sempre ben accettato dalla critica russa.    


La morte della madre e varie negatività (di  cui un motivo è dato dalla sua omosessualità: vive in un'epoca con diversa mentalità) lo portano alla depressione e, pare, al suicidio o ad una morte per avvelenamento.



Infanzia e giovinezza di Čajkovskij: 


E' il terzo di sette figli della coppia da cui nascono anche la sua amatissima sorella Aleksandra e il fratello Modest (uno dei due gemelli, suo vero confidente e suo futuro primo biografo).       


Inizia a prendere lezioni di pianoforte all'età di cinque anni (dopo un primo intervento materno), da una serva liberata, Marja Markovna Palčikova. 


La sua forte inclinazione e sensibilità musicali si manifestano all'età di cinque anni, causando la preoccupazione dell'istitutrice Fanny Dürbach (lei stessa lo racconterà al fratello Modest). 

I rimproveri dell'istitutrice lo feriscono emotivamente, provocandogli dei traumi e complessi  di colpa: infatti,  la morte di un compagno di famiglia a cui ha trasmesso involontariamente la scarlattina lo fa sentire colpevole, per cui se ne dispera eccessivamente. 

Inoltre, quando ha dieci anni, Pëtr viene separato dalla famiglia a seguito della sua iscrizione alle scuole preparatorie di San Pietroburgo e, qui, succede che il ritorno a casa della madre  - dopo averlo accompagnato - gli provochi l'esplosione della disperazione. 

Non è da dimenticare che, in famiglia, esiste una pericolosa predisposizione verso la  nevrastenia e l'epilessia, tant'è vero che Čajkovskij - preoccupato - scrive al fratello Modest: "La sento come una spada di Damocle sul mio capo". 

 


1848: gli studi musicali proseguono  con il pianista Filippov.  


In compagnia della madre, assiste per la prima volta ad un'opera lirica e s'innamora della Musica ascoltando le opere "Una vita per lo Zar" di Michail Ivanovič Glinka e  "Don Giovanni" di Mozart.  

A proposito di "Don Giovanni", Čajkovskij così dice: «A Mozart sono debitore della mia vita dedicata alla musica». 

Oltre a scrivere anche in uno stesso articolo critico-musicale: «La musica di Don Giovanni è stata la prima musica ad avere su di me un effetto realmente sconvolgente. Mi ha condotto in un mondo di bellezza artistica dove dimorano solo i geni più grandi» 

A questo punto, mi sembra giusto citare che Čajkovskij sostiene che "Il trattenersi dallo scrivere opere è un eroismo che io non possiedo" (fin dai suoi primi lavori, risulta evidente il fascino esercitato dall'opera, soprattutto da quella italiana).     


Dopo avere superato l'esame per l'ammissione alla Scuola Imperiale di Giurisprudenza di San Pietroburgo, la frequenta per i successivi nove anni  dove stringe amicizie che durano per tutta la vita, oltre a scoprire il fumo ed il bere (sarà sempre un accanito fumatore ed amante dell'alcool: quest'ultimo trasmesso, sicuramente, da suo padre). 


Qui, si concretizzano anche le prime esperienze omosessuali dove, per Čajkovskij, molte amicizie (amorose e non) sono importanti  e gli danno sostegno e gli sono punti di riferimento.    


Frequentando la Scuola di Giurisprudenza Pëtr Il'ič, ha ampio modo di frequentare il teatro d'opera e di prosa quanto il balletto, con le sue famose "étoiles", che gli diverranno  utili. 

Nella Scuola stessa prende lezioni di canto corale (ha una bella voce di soprano, ossia "voce bianca") e riprende lo studio del pianoforte con il famoso costruttore di strumenti Becker   


L'ultimo anno della Scuola di Giurisprudenza, per Čajkovskij, è ricco ed appagante come vita di società, in cui ottiene buoni successi anche nel campo femminile e riuscendo simpatico a tutti («Un giovanotto proprio per bene», scrive la Berberova).   


Giugno 1854: la madre, suo punto di riferimento affettivo, muore a seguito di un'epidemia di colera e, il padre, il giorno dopo il funerale, ha un malore e sfugge alla morte. 

1878: Čajkovskij così, scrive: "È stata la mia prima esperienza di profondo dolore. La sua morte ha avuto un'influenza enorme su ciò che poi è stato di me e della mia intera famiglia Ogni momento di quel giorno spaventoso è vivido in me come fosse ieri». 


1854: scrive la prima composizione che il musicista considera degna di essere conservata: "Anastasie-Valse", dedicata alla governante Anastasija Petrovna (pubblicata nel 1913).  



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FRYDERYK CHOPIN (PARTE SETTIMA)

 Filmografia:   


Chopin è il vero rappresentante dell'artista romantico, e la sua vita breve e tormentata si è ben prestata a varie trasposizioni filmiche. 

Infatti, è stato soggetto di numerosi film e biografie con diversi livelli di accuratezza storica.    


. L'eterna armonia (1945) di Charles Vidor, con Cornel Wilde come Chopin

. La nota blu (1991), di Andrzej Żuławski, con Janusz Olejniczak, Marie-France Pisier, Sophie Marceau, Noemi Nadelmann

. Chopin amore mio (1991), con Hugh Grant nel ruolo del musicista

. Chopin: desiderio d'amore (Pragnienie miłości) (2002), di Jerzy Antczak, con due versioni, in polacco e in inglese, con attori britannici 




Luoghi e monumenti dedicati a Chopin:    


. L'aeroporto di Varsavia-"Chopin".

. L'asteroide "3784 Chopin".

. Un monumento in bronzo nel parco Łazienki a Varsavia.

. Una statua di bronzo raffigurante Chopin creata da Józek Nowak e inaugurata nel Dichtergarten a Monaco di Baviera nel 2010.

. Un monumento nel Parc Monceau a Parigi.

. Un monumento al Pomnik Park Jordana di Cracovia.

. Il Museo "Fryderyk Chopin" a Varsavia.

. La casa natale di Fryderyk Chopin a Żelazowa Wola, museo biografico sul compositore.

. Centro artistico europeo "Fryderyk Chopin" a Sanniki.  



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Dagherrotipo di Louis-Auguste Bisson scattato a Fryderyk Chopin, nel 1849. 

È la prima fotografia conosciuta di Chopin. 

Sono visibili i segni della malattia.  


https://it.wikipedia.org/wiki/File:Frederic_Chopin_photo.jpeg 

    









 












    








    



     




 

lunedì 19 settembre 2022

FRYDERIK CHOPIN (PARTE SESTA)

Ultimo periodo della vita di Chopin:        

Terminata la relazione con George Sand e l'aggravarsi della malattia, Chopin cade in una depressione che, forse, accelera l'avvicinarsi della sua morte. 

Dopo aver lasciato Nohant, le composizioni sono ridotte sempre più. 

Agosto 1849: il suo ultimo lavoro è una "Mazurca in Fa minore", scritta con mano incerta e quasi indecifrabile. 

In questo anno, viene scattato a Fryderyk Chopin il dagherrotipo di Louis-Auguste Bisson, la sua prima fotografia conosciuta, nella quale sono visibili i segni della sua malattia 


Durante l'ultimo periodo di vita, Chopin viene assistito e sostenuto finanziariamente dalla sua mecenate/allieva scozzese, Jane Stirling, che insieme alla sorella Mrs. Erskine - nel 1848 - convince Chopin a trasferirsi in Inghilterra, ma il clima rigido inglese e la vita mondana in cui lo trascinano peggiora la sua salute, per cui, rientrato a Parigi, si aggrava improvvisamente. 


Prima, si trasferisce in un luminoso appartamento sulla collina di Chaillot; poi al n. 12 di Place Vendôme e, qui, il 17 ottobre del 1849, alle 2 del mattino, vene dichiarato morto. 

Negli ultimi momenti di vita, lo assistono la sua più amata sorella, Ludwika, e gli intimi, Eugène Delacroix, Delfina Potocka – alla quale aveva dedicato uno dei suoi valzer più famosi. 


Il funerale viene organizzato in tredici giorni e si svolge il 30 ottobre nella "Chiesa de la Madeleine" in presenza di una grande folla e di molti grandi del mondo musicale fra cui Franz Liszt, Meyerbeer, Berlioz. 

L'orchestra del Conservatorio esegue il "Requiem" di Mozart e l'organista Lefébure-Wély suona i due "preludi, op. 28 n. 4" e "n. 6". 


La bara viene trasportata in mezzo alla folla al suono della celebre "Marcia Funebre" orchestrata da Napoléon Henri Reber e viene seppellito a Parigi nel Cimitero di Père-Lachaise. 


Il suo cuore è conservato a Varsavia, nella Chiesa di Santa Croce. 



L'amata Polonia: 

Chopin: i suoi svecchiamenti nello stile, nella forma musicale, nell'armonia e la sua comunione della Musica con il Nazionalismo, influenzano tutto il periodo romantico e  successivo.   


La sua vita sentimentale, la sua collaborazione indiretta con l'insurrezione polacca, il suo successo cosmico di musicista e la morte successa prima del previsto hanno conferito a Chopin l'alone de "il musicista romantico per eccellenza". 

La produzione chopiniana è rappresentata dai brani della sua amata Polonia, fra cui presenziano mazurche, polonaise, Krakowiak, Gran Rondò da concerto e Fantasia su arie polacche (questi ultimi due sono per pianoforte ed orchestra).   


Fra quanto riconosciuto a lui, troviamo banconote, monumenti (famosa la statua creata a Varsavia nel 1926, distrutta dai Nazisti durante l'occupazione nella Seconda Guerra Mondiale e successivamente ricostruita), vie, l'aeroporto di Varsavia-Chopin, vari  Premi, un teatro dedicato solo alle sue composizioni, in cui tutto l'anno si alternano vari esecutori. 

 

1927: a Varsavia, si inizia ad organizzare l'importantissimo Concorso Pianistico Internazionale "Frédéric Chopin", primo concorso monografico del mondo, fondato da Jerzy Żurawlew e che, fra gli altri,  lancia Maurizio Pollini.


Tra i più celebri studiosi del musicista polacco figurano Gastone Belotti e Jarosław Iwaszkiewicz.    


Il necrologio scritto da Berlioz il 27 ottobre 1849:  

"In genere era sulla mezzanotte che lui si abbandonava, quando i grandi cravattoni se n'erano andati, quando l'argomento politico del movimento era stato esaurientemente dibattuto, quando tutti i maldicenti avevano dato fondo ai loro aneddoti, tutte le insidie erano state tese, tutte le perfidie consumate, solo allora, obbedendo alla muta richiesta di due occhi intelligenti, diveniva poeta e cantava gli ossianici amori degli eroi dei suoi sogni... i dolori della patria lontana, la sua cara Polonia, sempre pronta a vincere e sempre battuta". 


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FRYDERYK CHOPIN (PARTE QUINTA)


Chopin e George Sand: 

1836: durante una serata musicale, attraverso Franz Liszt, per la prima volta, Chopin incontra George Sand; la scrittrice gli è maggiore di sei anni e, da subito, non gli risulta simpatica, in particolare a causa della sua fama di donna chiacchierata e molto disinvolta.  

In precedenza, George Sand è stata l'amante di Alfred de Musset e del geloso Félicien Mallefille, istitutore del figlio Maurice. 

Dopo tale serata, cerca ancora di avvicinarsi a Chopin; nella primavera del 1838, fa in modo di farsi invitare ad alcune serate musicali quando il musicista suona e che, ancora depresso per la storia finita con Maria Wodzińska, alla fine si lascia coinvolgere e cade nelle braccia della Sand, ossia "dell' amore compiuto" (parole della stessa George Sand). 

Giugno 1838: la loro relazione ha inizio e la testimonianza è data dai numerosi biglietti del musicista all'amico Wojciech Grzymała, pur volendo - Chopin - tenere nascosta tale relazione.  

Chopin, persona riservata e polacco legato ai principi religiosi, cerca di tenere la relazione nascosta il più possibile, anche perché la famiglia non approverebbe.

I due differiscono in tutto: Chopin è riservato, pudico, raffinato, a differenza della Sand che ostenta l'avanzamento delle sue idee  e parla delle sue avventure considerate scandalose per l'epoca.     

Chopin è diffidente, ma la sua volontà viene scalfita dal carattere intrigante, dall'intelligenza e dalle attenzioni materne della Sand con la quale intrattiene un rapporto controverso .   


Infatti,  in ottobre, Chopin, George e i due figli di lei (Maurice e Solange) partono per Palma di Maiorca separatamente, ritrovandosi a Perpignan da cui ripartono insieme alla volta di Barcellona e, da qui, arrivano alla Certosa di Valldemossa, nel Nord-Ovest dell'isola, dove trascorrono l'inverno in tre stanze con giardinetto.  

Maiorca, all'epoca  di Chopin, è un'isola selvaggia, un'oasi di tranquillità, a differenza della Spagna in cui la guerra civile imperversa.  

All'inizio, il clima, è buono, ma peggiora dopo piogge insistenti, per cui la  salute di Chopin si aggrava. 

Comunque, il soggiorno a Maiorca con la Sand, avvenuto tra il 1838 e il 1839, è breve ma si rivela come uno dei suoi periodi compositivi più produttivi.


Febbraio 1839: viaggio di tutti da Valldemosa a Marsiglia dove rimangono per tre mesi, dopodiché, in giugno partono per Nohant. 

La loro convivenza si svolge con la continua presenza dei figli di George, sia a Nohant, sia a Parigi in cui vivono in due appartamenti adiacenti e in cui, durante l'estate, a Nohant, risiedono con alcuni ospiti, tra cui Delacroix e Pauline Viardot con il marito. 

In quel periodo, Chopin non si trova a suo agio con gli altri amici della Sand: sono quasi tutti Repubblicani e Socialisti, e la sua salute delicata lo rende mutevole e, a prima vista, capriccioso. 


1847: viene pubblicato il romanzo "Lucrezia Floriani" di George Sand dove il protagonista, il principe Karol, "esclusivo nei suoi sentimenti e nelle sue esigenze", sembra che rappresenti la figura di Chopin, ma la scrittrice smentisce la circostanza.    


Chopin, all'età di trent'anni, è sempre più malato: pesa meno di 45 chilogrammi (ha l'altezza di circa 170 centimetri) e, quando riceve la notizia della morte del padre (nel 1844), la sua salute si aggrava a causa del dolore. 


Dopo circa nove anni trascorsi insieme, l'incompatibilità fra Chopin e George Sand emerge evidentemente a causa della difficoltà del musicista di convivere con Maurice; tale causa è data dalla gelosia del ragazzo che vede in Chopin un estraneo che gli impedisce un buon rapporto con la madre (psicologicamente, potrebbe trattarsi del complesso di Edipo e di "mammismo").  

Inoltre, Chopin interviene ritenendo un errore il matrimonio di Solange, con lo scultore Jean-Baptiste Clésinger, in quanto crede l'uomo una persona infida. 

Chopin è empatico e sente grande simpatia e affetto per Solange, specialmente per via delle sue sofferenze interiori, dal momento che la ragazza non è mai stata amata dalla madre; madre che l'ha sempre ritenuta inferiore al fratello, facendo, inconsciamente scattare una molla emotiva secondo la quale Maurice è il prediletto ma, in effetti, è "un debole" mammista-mammone e Solange è privata della sua dignità e della sua sicurezza interiore.     


La scrittrice accusa Chopin di esserle nemico e lo lascia e si rivedono per l'ultima volta nel marzo del 1848, sul pianerottolo dell'abitazione di un'amica comune, la contessa Marliani, ma si salutano con freddezza. 


Il periodo che precede la rottura con George lascia un'impronta importante sulla sua creatività e sulla vita sociale.


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FRYDERYK CHOPIN (PARTE QUARTA)

Gli anni della maturità artistica:    

Settembre del 1831: a ventun anni, Chopin è a Parigi, dove si dimostra un concertista virtuoso, componendo brani (esempio: alcuni studi dell'op. 10 e 25) che, in particolare, riscuotono successo nei salotti. 

Tra i suoi pezzi più eseguiti: la "Polacca op. 53", lo "Studio op. 25 n. 12".    


Frequenta i teatri d'opera e conosce vari musicisti: Friedrich Kalkbrenner, Franz Liszt (diventato, in seguito, suo grande amico), Ferdinand Hiller, Vincenzo Bellini, Hector Berlioz. 

Di solito, è invitato ad esibirsi nei salotti privati (dove si trova più a suo agio) e tiene raramente  i suoi concerti pubblci. 

Trasferendosi a Parigi, Chopin "sceglie" di lasciare la sua famiglia in Polonia, l'amata Patria in cui non tornerà più e l'influenza della musica polacca – di derivazione prevalentemente popolare – non lo abbandona, ma è basilare, nelle sue composizioni (Polacche o Mazurche). 


E, comunque, Chopin prova rabbia, tristezza, nosalgia e malinconia: li esprime nella musica e in alcune lettere scritte agli amici più stretti.      


I suoi guadagni provengono quasi tutti dalla vendita delle sue composizioni e con l'insegnamento del pianoforte, per il quale la domanda è abbastanza alta, e dalle molte lezioni di musica che tiene. 


1835: si fidanza con la contessa Maria Wodzińska, la cui famiglia, in un primo momento, si dimostra a favore del matrimonio; poi, si rivela contraria perché sicuramente, i Wodziński considerano le precarie condizioni di salute del musicista e, più probabilmente, avendo risolti i loro problemi economici, non necessitano più di un genero famoso che può portare molte entrate, oltre a non essere nobile. 

Chiaramente, tale rifiuto pregiudica la fragile salute di Chopin (presenta aspetto emaciato, pochissima resistenza fisica, frequenti attacchi di bronchite, laringite e, molte volte attacchi  di emottisi), senza dimenticare i problemi economici: Chopin guadagna molto denaro con le sue lezioni, ma ne spende altrettanto per avere una vita agiata. 



I genitori di Chopin si recano a Karlsbad e Fryderyk li raggiunge nel mese di agosto: è il loro ultimo incontro.  

Rientrando a Parigi, si ferma a Lipsia, dove incontra Felix Mendelssohn e conosce Robert Schumann e la moglie Clara Wieck.     


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FRYDERYK CHOPIN (PARTE TERZA)

Viaggi e successo nazionale:    

1827-1829: studiando nella Scuola Superiore di Musica, nel dipartimento di Arti e Scienze dell'Università di Varsavia, Chopin ha modo di ascoltare Niccolò Paganini suonare il violino, per cui compone una serie di variazioni ("I Souvenirs de Paganini".        


1829-32: inizia i suoi primi "Études", e conosce anche la musica di Joseph Christoph Kessler  che lo ispira attraverso i propri "Études" composti già.    


Frequenta il "Teatro Nazionale" per assistere alle opere presentate da Karol Kurpiński, tra le quali "Don Giovanni" di Mozart e "Il barbiere di Siviglia" di Rossini (di Rossini, conosce già tredici opere, prima di emigrare in Francia).    


A volte, Chopin accompagna al pianoforte i cantanti.    


In questo periodo scrive le "Variazioni per pianoforte e orchestra in Si bemolle maggiore", basate su un'aria di "Don Giovanni", e i rondò virtuosistici, basati sulle musiche popolari. 


Settembre 1828: Chopin, ancora studente, visita Berlino assieme ad un amico di famiglia, lo zoologo Feliks Jarocki, e si allieta delle opere dirette da Gaspare Spontini e della frequenza dei concerti di Carl Friedrich Zelter, Felix Mendelssohn e altri famosi personaggi del tempo. 


1829: ritornando da Berlino, è ospite del principe Antoni Radziwiłł, il governatore del Granducato di Posen, idem compositore e aspirante violoncellista. 

Chopin omaggia il Principe e sua figlia, la Pianista Wanda, a mezzo della sua composizione  dell' "Introduzione e polacca brillante per violoncello e pianoforte op. 3".   


11 agosto 1829: a Varsavia, tre settimane dopo aver terminato i suoi studi presso il Conservatorio, esordisce a Vienna con due "Concerti per pianoforte", restando recensito molto favorevolmente. 

In uno di questi concerti si ascoltano le sue "Variazioni per pianoforte e orchestra su 'Là ci darem la mano' op. 2 per pianoforte e orchestra (variazioni con buonissimo giudizio).  

Settembre 1829: torna a Varsavia dove, il 17 marzo 1830, debutta con il suo "Concerto per pianoforte n. 2 in Fa minore, op. 21"  . 


Attraverso i suoi successi, come compositore ed esecutore, Chopin si vede aprire la strada in direzione "Occidente" e, il 2 novembre 1830 (mentre si verifica la cosiddetta "Grande Emigrazione Polacca"), parte, secondo le parole di Zdzisław Jachimecki, "nel vasto mondo, senza uno scopo molto ben definito, per sempre". 

Con Woyciechowski, va in Austria, volendosi recare anche in Italia. 


Idem, 1830: in novembre, a Varsavia, scoppia la "Rivolta di Novembre", e Woyciechowski torna in Polonia per arruolarsi. 

E' solo, a Vienna, il sensibile Chopin prova la nostalgia per la sua terra; in una lettera a un amico scrive: "io maledico il momento della mia partenza". 

Ne risente psicologicamente e compone musiche per lo più drammatiche e liriche, sostituendo lentamente la spensieratezza popolaresca e il sentimentalismo dei lavori composti. 


Settembre 1831: mentre è a Stoccarda per il viaggio Vienna-Parigi, viene a sapere che, a Varsavia, la rivolta è stata soffocata nel sangue dallo Zar russo Nicola I. 

Secondo Maurycy Karasowski, pare che la cosa ispiri a Chopin lo "Studio op. 10 n. 12", ossia l' "Allegro con fuoco" a cui sarà poi attribuito il titolo "La caduta di Varsavia". 


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FRYDERYK CHOPIN (PARTE SECONDA)

Istruzione, Józef Elsner:     

1823-1826: Chopin frequenta il Liceo di Varsavia e, durante il primo anno, riceve lezioni di Organo dal musicista ceco Wilhelm Würfel. 


Autunno del 1826: presso il Conservatorio di Varsavia, durante il corso di tre anni tenuto dal compositore della Slesia Józef Elsner, studia Teoria musicale, Basso continuo e Composizione.

1829: secondo Elsner "Frédéric Chopin, allievo di terzo anno, ha capacità incredibili, un genio della Musica". 

Studia costantemente "Clavicembalo ben temperato" di Johann Sebastian Bach.    

Oltre a tali studi, il giovane Chopin è interessato alla musica popolare, per cui compone tra l'altro le "Mazurche per pianoforte da ballo" e il "Rondò in Do minore" e, durante questo lasso di tempo, compone e si esibisce nei teatri e nei salotti della capitale polacca.    


Gli inventori di un organo meccanico (eolomelodicon), lo ingaggiano per suonarlo e, nel maggio 1825, esegue una sua improvvisazione e parte di un concerto di Ignaz Moscheles, dopodiché, a seguito del successo conseguito, viene invitato ad esibirsi altrettanto davanti allo Zar Alessandro I, in visita a Varsavia; lo zar lo premia con un anello di diamanti.   


10 giugno 1825: Concerto in cui Chopin esegue il suo "Rondò n. 1 in Do minore",  la prima delle sue opere pubblicata commercialmente che gli vale la prima menzione nella stampa estera (il rinomato periodico tedesco "Allgemeine Musikalische Zeitung" loda il suo "patrimonio di idee musicali").   


1824-1828: Chopin trascore le sue vacanze lontano da Varsavia.    


1824-1825: a Szafarnia, fu ospite di Dominik Dziewanowski, il padre di un suo compagno di scuola. 

Per la prima volta, qui, ha modo di contattare la musica popolare polacca. 

   

1827: subito dopo la morte della più giovane sorella Emilia, la famiglia si trasferisce dal palazzo dell'Università di Varsavia, attiguo al "Palazzo Kazimierz", a un alloggio situato sulla strada dell'Università, in cui Chopin vive fino alla sua partenza (avvenuta tre anni dopo).  


1829: l'artista Ambroży Mieroszewski dipinge alcuni ritratti dei membri della famiglia Chopin, tra cui il primo ritratto conosciuto del compositore.   


Quattro studenti ospitati negli appartamenti dei suoi genitori, diventano intimi di Frédéric: Tytus Woyciechowski, Jan Nepomuceno Białobłocki, Jan Matuszyński e Julian Fontana;  gli ultimi due sarebbero diventati parte della sua compagnia parigina.     


Chopin ha relazioni amichevoli con i membri del mondo artistico e intellettuale di Varsavia, tra cui Fontana, Józef Bohdan Zaleski e Stefan Witwicki, la studentessa di canto Konstancja Gladkowska, il cui fascino influenza acuni suoi lavori (Chopin stesso rivela che il movimento lento [Larghetto] del suo "Concerto per pianoforte in Fa minore" è segretamente dedicato a lei). 


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FRYDERYK CHOPIN (PARTE PRIMA)

Fryderyk Franciszek Chopin, noto anche con il nome francesizzato di Frédéric François Chopin nasce a Żelazowa Wola il 22 febbraio 1810 e muore a Parigi il 17 ottobre 1849. 


E' un compositore e pianista polacco.


Di lui, così, viene detto: 

< Fu uno dei più importanti compositori del periodo romantico, talvolta definito «poeta del pianoforte», il cui "genio poetico" è basato su una tecnica professionale che è stata definita "senza eguali nella sua generazione" >.   


Così, scrive Franz Liszt: " È impossibile cimentarsi a fare un'analisi intelligente dei lavori di Chopin senza trovarvi bellezze di un ordine molto elevato, di un'espressione perfettamente nuova e di una struttura armonica tanto originale quanto sapiente. In lui l'arditezza si giustifica sempre; la ricchezza, l'esuberanza non esclude la chiarezza; la singolarità non degenera mai in stravaganza; le cesellature non sono mai disordinate e il lusso dell'ornamento non sovraccarica l'eleganza delle linee principali."


Infanzia di Chopin:    

Chopin nasce a Żelazowa Wola, una frazione di Sochaczew, comune rurale situato a 60 chilometri ad ovest di Varsavia, nell'allora Ducato di Varsavia, uno stato polacco istituito da Napoleone Bonaparte. 

Il battesimo di Fryderyk ha luogo nella domenica di Pasqua, 23 aprile 1810, nella stessa chiesa in cui i suoi genitori si sono sposati, la Chiesa di Brochow; il registro parrocchiale dei battesimi riporta la sua data di nascita il 22 febbraio 1810 ma, la madre, ricordando il 1° di marzo, forse a causa di un "lapsus memoriae", involontariamente, origina la trasformazione della data di nascita ufficiale, confermata dalle lettere di famiglia in cui, erroneamente, si cita sempre tale giorno, per cui Chopin e la famiglia utilizzano il 1° marzo che, poi, verrà ritenuto corretto.    


Nicolas Chopin, il padre, è un francese originario della Lorena ed emigrato in Polonia nel 1787, all'età di sedici anni e che, in seguito, diventa insegnante per i figli dell'aristocrazia polacca. 

1806: sposa Justyna Krzyżanowska, imparentata con gli Skarbek, una delle famiglie per i quali Nicolas lavora.    


Fryderyck Chopin prende il nome dal suo padrino, il diciottenne allievo di Nicolas Chopin, Fryderick Skarbek.  


Fryderyk è l'unico figlio maschio dei coniugi Chopin, per la precisione il secondo figlio, in quanto ha una sorella maggiore, Ludwika e due sorelle più piccole, Izabella ed Emilia. 


Nicolas Chopin è sinceramente rispettoso alla Polonia, sua Patria adottiva, e insiste affinché la lingua polacca venga usata, nella sua famiglia.       


Quando Fryderyk ha sei mesi, la famiglia si trasferisce a Varsavia, dove il padre, al Liceo,  occuperà il posto di insegnante di lingua francese. 

Il padre suona il flauto e il violino; la madre suona il pianoforte e impartisce lezioni. 


Fryderyk Chopin ha la corporatura esile e, fin dalla prima infanzia, dimostra salute delicatissima. 

Intorno ai 9-10 anni, Fryderyk comincia ad essere affetto da una tosse costante: cosa che lo accompagna per tutta la sua breve vita; tosse che, oggi, viene interpretata come tubercolosi polmonare. 

Infatti, anche Jean Cruveilhier, patologo francese che assiste Chopin negli ultimi mesi di vita, interpreta allo stesso modo. 


Infanzia e giovinezza di Fryderyk Chopin:    

1816-1821: nonostante qualche istruzione di pianoforte da parte di sua madre, chi scopre il suo talento è il suo primo vero insegnante professionale: il Pianista ceco Wojciech Żywny che impartisce lezioni  

anche a sua sorella maggiore, Ludwika che, ogni tanto, duetta con il fratello. 


Fin da subito si nota che è un bambino prodigio. 

All'età di sette anni Fryderyk inizia a dare concerti pubblici e, idem nel 1817, compone due polacche: "Polacca in sol minore" e "Polacca in si bemolle maggiore". 

1821: compone la "Polacca in la bemolle maggiore" e la dedica a Żywny (il suo primo manoscritto musicale superstite).    


1817: il liceo dove Nicolas Chopin insegna viene trasferito nel Palazzo Kazimierz (oggi appartenente al Rettorato dell'Università di Varsavia) e, di conseguenza, la famiglia Chopin si trasferisce in un edificio adiacente, che ancora oggi esiste. 

In questo periodo, Fryderyk, a volte, viene invitato al Palazzo del Belweder, come compagno di giochi per il figlio del sovrano del Regno di Polonia, il Granduca Konstantin; Fryderyk suona il pianoforte e compone una Marcia per il Granduca, oltre a guadagnare una certa popolarità. 



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venerdì 16 settembre 2022

LUIGI CHERUBINI (PARTE TERZA)

 Opere teatrali (lista completa):

Titolo, Genere musicale, Libretto, Data della “prima”, Luogo, Teatro:
. Amore artigiano intermezzo librettista sconosciuto 22 ottobre 1773 Fiesole, Teatro San Domenico
. Il giocatore intermezzo Antonio Salvi composizione 1775? Firenze
. (senza titolo) intermezzo librettista sconosciuto 16 febbraio 1778 Firenze, Serviti
. Il Quinto Fabio opera seria 3 atti Apostolo Zeno autunno 1779 Alessandria, Teatro Paglia
. Armida abbandonata opera seria 3 atti B. Vitturi, basata su Torquato Tasso, Gerusalemme liberata 25 gennaio 1782 Firenze, La Pergola
. Adriano in Siria opera seria 3 atti Metastasio 16 aprile 1782 Livorno, Teatro Armeni
. Mesenzio, re d’Etruria opera seria 3 atti Ferdinando Casor(r)i 6 settembre 1782 Firenze, Teatro della Pergola
. Il Quinto Fabio, (seconda versione) opera seria 3 atti Apostolo Zeno gennaio 1783 Roma, Teatro Argentina
. Lo sposo di tre e marito di nessuna opera buffa 2 atti Filippo Livigni novembre 1783 Venezia, Teatro San Samuele
. L’Olimpiade opera seria Metastasio 1783 Venezia?
. L’Alessandro nelle Indie opera seria 2 atti Metastasio aprile 1784 Mantova, Teatro Nuovo Regio Ducale
. L’Idalide opera seria 2 atti Ferdinando Moretti 26 dicembre 1784 Firenze, Teatro della Pergola
. Demetrio opera seria solo quattro frammenti Metastasio 1785 Londra, King’s Theatre
. La finta principessa opera buffa 2 atti Filippo Livigni 2 aprile 1785 Londra, King’s Theatre
. Giulio Sabino opera seria 2 atti librettista sconosciuto 30 marzo 1786 Londra, King’s Theatre
. Ifigenia in Aulide opera seria 3 atti Ferdinando Moretti 12 gennaio 1788 Torino, Teatro Regio
. Démophoon tragédie lyrique 3 atti Jean-François Marmontel, da Metastasio 2 dicembre 1788 Parigi, Opéra
. Lodoïska comédie-héroïque 3 atti Claude-François Fillette-Loraux da Jean-Baptiste Louvet de Couvrais Les Amours du Chevalier Faublas 18 luglio 1791 Parigi, Théâtre Feydeau
. Le congrès des rois comédie 3 atti Desmaillot (A. F. Eve) 26 febbraio 1794 Parigi, Opéra Comique (Favart)
. Elisa, ou Le voyage aux glaciers du Mont Saint Bernard opéra comique 2 atti Jacques-Antoine Révérony de Saint-Cyr 13 dicembre 1794 Parigi, Théâtre . Feydeau
. Médée opéra comique 3 atti François-Benoît Hoffmann and Nicolas Étienne Framéry, da Euripide e Pierre Corneille prima versione: 13 marzo 1797 Parigi, Théâtre Feydeau;
traduzione tedesca rappresentata a Berlino il 7 febbraio 1800 di Karl Alexander Herklots; altra versione tedesca a cura di Georg Friedrich Treitschke rappresentata il 6 novembre 1802 a Vienna; nel 1809, Cherubini tagliò circa 500 battute per una versione accorciata sempre in tedesco, anch’essa per Vienna.
Prima esecuzione italiana a cura di Luigi Arditi, data a Londra il 6 giugno 1865.
. L’hôtellerie portugaise opéra comique 1 atto Étienne Saint-Aignan 25 luglio 1798 Parigi, Théâtre Feydeau
. La punition opéra comique 1 atto J.-L. B. Desfaucheres 23 febbraio 1799 Parigi, Théâtre Feydeau
. Emma ou La prisionnière opéra comique 1 atto Victor-Joseph Étienne de Jouy, C. de Longchamps & C.G. d’A. de Saint-Just 12 settembre 1799 Parigi, Théâtre Montansier
. Les deux journées, ou Le porteur d’eau comédie lyrique 3 atti Jean-Nicolas Bouilly 16 gennaio 1800 Parigi, Théâtre Feydeau
. Epicure opéra comique 3 atti, rimaneggiata in
2 atti C. A. Desmoustier 14 marzo 1800 Parigi, Opéra-Comique (Favart)
. Anacréon ou l’amour fugitif opéra-ballet 2 atti C. R. Mendouze 4 ottobre 1803 Parigi, Opéra
. Faniska opéra comique 3 atti Joseph von Sonnleitner da R. C. G. de Pixérécourt 25 febbraio 1806 Vienna, Theater am Kärntnertor
. Pimmalione dramma lirico 1 atto Stefano Vestris, dalla versione italiana ad opera di Simeone Antonio Sografi del Pygmalion di Jean-Jacques Rousseau 30 novembre 1809 Parigi, Teatro delle Tuileries
. Le crescendo opéra bouffon 1 atto Charles-Agostoine de Bassompierre de Sewrin 1º settembre 1810 Parigi, Opéra-Comique (Feydeau)
. Gli Abenceragi, o Lo stendardo di Granata tragédie lyrique 3 atti Victor-Joseph Étienne de Jouy, da François-René de Chateaubriand, tratta dal romanzo di J.- P. Claris de Florian, Gonsalve de Cordoue 6 aprile 1813 Parigi, Opéra
. Bayard à Mézières opéra comique Emmanuel Dupaty & R. A. de Chazet 12 febbraio 1814 Parigi, Opéra-Comique (Feydeau)
. Blanche de Provence, ou La cour de fées opéra comique 3 atti Emmanuel Théaulon & de Rancé 1º maggio 1821 Parigi, Teatro delle Tuileries
. La Marquise de Brinvilliers drame lyrique 3 atti Agostoin Eugène Scribe and Castil-Blaze F.-H.-J. Blaze 31 ottobre 1831 Parigi, Opéra-Comique (Ventadour)
. Ali Baba ou Les quarante voleurs tragédie lyrique Prologo e 4 atti Agostoin Eugène Scribe and Anne-Honoré-Joseph Duveyrier de Mélésville 22 luglio 1833 Parigi, Opéra

Opere a carattere religioso:
. Requiem in do minore, per coro misto e orchestra (data prima: 21-1-1817 nella cattedrale di Saint Denis)
. Requiem in re minore, per coro maschile e orchestra
. Requiem in sol minore, per coro femminile e orchestra
. Messa No. 6 in fa maggiore “Messe de Chimay”(1808)
. Messa No. 7 in re minore (1811) Missa solemnis in re min. per il Principe Esterházy
. Messa in do maggiore, per soli, coro e orchestra
. Messa in sol maggiore “Du Sacre de Louis XVIII” (1819)
. Messa No. 13 in la maggiore “De coronatione Caroli X regis omnium Galliarum” (1825)
. Musica da camera
. Quartetto per archi No.1 in mi bemolle maggiore (1814).
. Quartetto per archi No.2 in do maggiore (1829). Quest’ultimo è la trascrizione della sua sinfonia in re maggiore con l’aggiunta di un nuovo secondo movimento.
. Quartetto per archi No.3 in re minore (1834).
. Quartetto per archi No.4 in mi maggiore (1835).
. Quartetto per archi No.5 in fa maggiore (1835).
. Quartetto per archi No.6 in la minore (1837).
. Quintetto per archi (due violini, viola e due violoncelli) in mi minore (1837).

Lavori miscellanei:
Tra le altre opere, vi sono:
. Una sinfonia
. Una cantata
. Una ouverture
. Un inno “au printemps” (alla primavera) per la Philharmonic Society Of London (1815)

Onorificenze:
Commendatore dell’Ordine della Legion d’onore – nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell’Ordine della Legion d’onore
— [5]

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Ritratto di Luigi Cherubini, Jean Auguste Dominique Ingres, 1841, Cincinnati Art Museum, USA:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Jean-Auguste-Dominique_Ingres_-_Luigi_Cherubini_-_Google_Art_Project.jpg





LUIGI CHERUBINI (PARTE SECONDA)

Composizioni:

E’ molto abile nel contrappunto e le sue composizioni sono in stile classico.

1808: compone la sua più importante opera di ispirazione religiosa, la “Messa Solenne in fa maggiore in tre parti”.

“1815: un altro capolavoro della musica sacra è la “Messa per l’Incoronazione di Luigi XVIII, in sol maggiore per coro e orchestra”.

Altre composizioni di musica sacra sono:
il “Credo a 8 voci e organo” (1808),
la “Messa in do maggiore” (1816) e
i “Requiem in do minore” (1816) e
i “Requiem in re minore” (1836).

1773-1833: Cherubini scrive la musica per oltre trenta opere teatrali e molte altre composizioni, fra cui si ricordano le opere liriche “Lodoïska” (1791), “Elisa” (1794), “Medea” (del 1797, segna un ritorno alla tragedia classica per merito della riforma di Gluck), “L’hôtellerie portugaise” (1798), “Les deux journées” (1800), e “Anacréon” (1803), oltre a mottetti, cantate e quartetti per archi.

Cherubini, in Francia, ha ruoli di responsabilità, ma tale fortuna subisce contrarietà dal maldisposto Napoleone Bonaparte, sotto l’aspetto musicale nostalgico dell’ “ancient regime”: infatti, per Napoleone, Cherubini “scrive musica rumorosa e difficile”.
Cherubini riesce a sopportare per poco e accetta un invito a Vienna.
Dopo pochi mesi, Napoleone piomba col suo esercito vittorioso e, lì, lo incarica di organizzare i concerti di corte nel Castello di Schönbrunn.
A Vienna scrive la “Faniska” (1806) e, dopo il suo rientro a Parigi, ha una crisi depressiva, per cui vuole abbandonare la musica.

1808: la principessa di Chimay, ospite del suo castello, lo convince a scrivere una Messa e il teatro ha rari contributi operistici: “Pimmalione” (1809), “Le crescendo” (piccola opera comica del 1810), “Gli Abenceragi” (1813), e ultima in ordine di tempo, “Alì Babà” (1833).

A Cherubini, ritorna la sua antica tendenza alla severità del contrappunto e della musica da chiesa; scrive due Messe e due Requiem (1816 e 1836).
La Restaurazione lo innalza alla Massima Autorità di Francia, chiamandolo a dirigere il Conservatorio di Parigi per vent’anni, certificandosi – praticamente – come un accademico conservatore tradizionalista, a cui i giovani compositori rimproverano di non comprendere la musica di Beethoven.

Il suo capolavoro: è il “Requiem in do minore del 1816”, scritto su ordine del “Governo Francese della Restaurazione in memoria di Luigi XVI e dei legittimisti scomparsi durante gli anni della Rivoluzione e dell’Impero”.
Per cui, il Requiem diventa il canto della fine ormai prossima

Il compositore francese Jacques Halévy cura la pubblicazione del suo trattato “Cours de contrepoint et de la fugue” (1835) e Giulio Confalonieri, nel 1948, scrive una biografia completa di Cherubini con il titolo di “Prigionia di un artista”, biografia che riceve il “Premio Bagutta 1949”.

Molte città hanno intitolato vie a Luigi Cherubini: Bologna, Cagliari, Empoli, Latina, Legnano, Milano, Padova e Torino.
Nel 1910, Firenze, sua città natale, gli ha intitolato il proprio Conservatorio.

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LUIGI CHERUBINI (PARTE PRIMA)

Luigi Maria Cherubini nasce a Firenze il 14 settembre 1760 e muore a Parigi il 15 marzo 1842.

E’ un compositore italiano classicista.

E’ il decimo di dodici figli di Bartolomeo Cherubini, cembalista, cornista e direttore della Cappella Granducale di Firenze.

Luigi Cherubini inizia a studiare musica all’età di sei anni assieme al padre e, tre anni dopo, viene affidato ai Maestri Bartolomeo e Alessandro Felici, Alessandro Bizzarri e Giuseppe Castrucci, con cui studia Canto, Contrappunto e Organo.

Compie gli studi a Milano e a Bologna, studi che culminano con Giuseppe Sarti, che lo avvia alla carriera operistica, dove debutta con l’opera “Quinto Fabio”, il suo primo vero successo, e comincia a comporre musica sacra quando è ancora molto giovane.

Il suo primo lavoro lo realizza a tredici anni di età: è una “Messa solenne a quattro voci con orchestra” e viene eseguita a Firenze
Seguono altri lavori di musica religiosa e da camera: sono molto apprezzati, tanto che il Granduca Pietro Leopoldo di Toscana gli assegna una pensione, necessaria al suo soggiorno di studio bolognese con il Maestro Sarti.
1780-1784: è produttivo di opere teatrali tanto che viene invitato a Londra, dove compone l’opera buffa “La finta principessa” e l’opera “Giulio Sabino”.

Prima ancora di stabilirsi a Parigi (nel 1787), Cherubini compone molte opere liriche e, nella città francese, con G. B. Viotti, dirige un teatro musicale.

Il suo distacco dalle scene italiane è segnato da “Ifigenia in Aulide” (Torino, 1788), mentre il “Démophoon”su testo di Jean-François Marmontel) segna il suo debutto nell’Opera.

A Parigi, entra a far parte del nuovo Conservatorio (che dirige dal 1822 al 1842, lasciando la carica poche settimane prima della morte), dove stringe amicizia con Viotti.

Durante la rivoluzione, Cherubini vive a Gaillon ed è nominato Professore alla “Scuola di Musica della Guardia Nazionale”.

La vetta della sua carriera operistica la raggiunge dal 1790, quando le sue opere sono rappresentate con successo in Europa.

1805: si trasferisce a Vienna.
Qui, è accolto da Haydn e lo stesso Beethoven lo dichiara il maggior compositore drammatico vivente.
In seguito ai fatti bellici ed alla difficile situazione teatrale austriaca, è obbligato a ritornare a Parigi, dove l’accoglienza è fredda tanto che si dedica momentaneaneamente alla compilazione di un erbario e decide di occuparsi di Musica Sacra.

Appartiene alla Massoneria come membro della “Loggia Saint-Jean de Palestrine del Grande Oriente di Francia”.

Maggiore successo e riconoscimenti, in Francia, gli vengono riconosciuti negli anni successivi.

Muore nel 1842 e viene sepolto nel Cimitero di Père-Lachaise.

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ARAM IL'IČ CHAČATURJAN

 Aram Il'ič Chačaturjan nasce a Tbilisi (Georgia) il 6 giugno 1903 e muore a Mosca il 1º maggio 1978. 


 E' un compositore, pianista e didatta sovietico di etnia armena.


I primi anni e la giovinezza:     


Chačaturjan nasce da una famiglia armena povera e senza cultura musicale ma, a seguito della sovietizzazione del Caucaso (avvenuta nel 1921), il compositore si trasferisce a Mosca.  

Il suo talento musicale gli permette l'ammissione all' "Accademia Russa di Musica Gnesin" , dopodiché prosegue gli studi presso il Conservatorio di Mosca, nella classe - tra gli altri - di Nikolai Myaskovsky.  

A Mosca, studia Violoncello e Composizione, mettendosi presto in luce come uno dei più importanti compositori sovietici del suo tempo. 


1929: suo trasferimento al Conservatorio di Mosca. 


Anni '30: sposa la compositrice Nina Makarova. 


Dal 1951, insegna al Conservatorio di Mosca, organizza ed è animatore della vita musicale, per cui lo Stato Sovietico gli conferisce i più alti riconoscimenti, come il "Premio Lenin" e il "Premio Stalin". 


1º maggio 1978: muore a Mosca, ma viene sepolto a Yerevan, capitale dell'allora repubblica sovietica dell'Armenia.

 

Lo stile di Chačaturjan:    


La musica di Chačaturjan è appassionata, capace di illustrare e di esprimere la poetica meno problematica del "realismo" socialista. 

Quindi, la "comunicazione" dell'autore si esprime spontaneamente, ottimisticamente e differentemente dalla sensibilità dal suo contemporaneo Šostakovič che, culturalmente e filosoficamente, è più ampio e complesso.  


L'estetica di Chačaturjan può essere vicina a quella di Kabalevskij che, idem, appartiene al periodo della crisi del linguaggio dei compositori sovietici, ma i lavori di Chačaturjan sono ricchi di idee e impulsi vitali. 

Con Sergej Prokof'ev e Dmitrij Šostakovič, Chačaturjan fonda il movimento russo de "I Titani", la cui caratteristica è "la crisi del linguaggio sovietico" e la cui musica viene definita "di massa" e con armonie fedeli alla tonalità e alla melodia.


Le composizioni famose:    


Il brano più conosciuto di Chačaturjan è la "Danza delle sciabole" (o "Danza delle spade") dal quarto atto del balletto "Gayaneh"; danza spesso utilizzata nei circhi o in numeri di magia o di acrobazia, pur essendo legata all'immagine degli scenari orientali.   


Un altro pezzo famoso di Chačaturjan  è il "Concerto per pianoforte e orchestra", uno dei brani rari in cui viene usato un nuovo strumento, il Flexatone.    


Celeberrima è la "Toccata per pianoforte in mi bemolle minore" (1932) una delle poche toccate moderne appartenenti al repertorio pianistico. 


Da notare che l' "Adagio" dal balletto "Gayaneh" è utilizzato dal regista Stanley Kubrick per sonorizzare la celebre sequenza del "jogging sull'astronave Discovery" nel suo film-capolavoro "2001: Odissea nello spazio". 


Pezzo altrettanto famoso e affascinante è l'adagio tratto dal balletto "Spartacus and Phrygia". 


Composizioni: 

Musiche per balletto e di scena:


. Долг чести, Dolg česti ("Debito d'onore") (1931)

. Макбет, Makbet ("Macbeth") (1933)

. Большой день, Bol'šoj den' ("Gran giorno") (1937)

. Баку, Baku (1937)

. Счастье, Sčast'e ("Felicità") (1939)

. Маскарад, Maskarad ("Masquerade") (1941)

. Гаянэ, Gajanė ("Gayane") (1941)

. Илья Головин, Il'ja Golovin (1949)

. Лермонтов, Lermontov (1954)

. Спартак, Spartak ("Spartacus") (1955)

. Макбет, Makbet ("Macbeth") (1955)

. Король Лир, Korol' Lir ("Re Lear") (1958) 


Musica sinfonica:       


. Suite di danze (1933)

. Sinfonia n.1 (1934)

. Concerto per pianoforte e orchestra (1936)

. Concerto per violino e orchestra (1940)

. Sinfonia n.2 "La Campana", prima versione (1943)

. Sinfonia n.2 "La Campana", seconda versione (1944)

. Fantasia russa (1944) 

. Concerto per violoncello e orchestra (1946)

. Sinfonia n.3 con tredici trombe e organo (1947)

. Ode in memoria di Vladimir Lenin (1948)

. Poema trionfale (1950)

. Quadri sinfonici da "Spartacus" (1955)

. Concerto-rapsodia per violino e orchestra (1961)

. Concerto-rapspodia per violoncello e orchestra (1963)

. Concerto-rapsodia per pianoforte e orchestra (1968) 


Musica da camera:   


. Sogno, per violoncello e pianoforte (1927)

. Pantomima per oboe e pianoforte (1927)

. Quartetto per archi (1931)

. Sonata per violino e pianoforte (1932)

. Trio per clarinetto, violino e pianoforte (1933)

. Sonata per violoncello solo (1974)

. Sonata per pianoforte (1961 rev. 1976)

. Sonatina per pianoforte (1959)

. Toccata per pianoforte

. Sonata per viola sola 


Onorificenze:       


Eroe del Lavoro Socialista - nastrino per uniforme ordinaria Eroe del Lavoro Socialista

— 1973

Ordine di Lenin - nastrino per uniforme ordinaria Ordine di Lenin 

— 1939, 1963 e 1973

Ordine della Rivoluzione d'Ottobre - nastrino per uniforme ordinaria Ordine della Rivoluzione d'Ottobre

— 1971

Ordine della Bandiera rossa del Lavoro - nastrino per uniforme ordinaria Ordine della Bandiera rossa del Lavoro 

— 1945 e 1966

Medaglia per la difesa di Mosca - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia per la difesa di Mosca

Medaglia per la difesa del Caucaso - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia per la difesa del Caucaso

Medaglia al merito del lavoro durante la grande guerra patriottica del 1941-1945 - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia al merito del lavoro durante la grande guerra patriottica del 1941-1945

Medaglia commemorativa per l'800º anniversario di Mosca - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa per l'800º anniversario di Mosca

Medaglia commemorativa per il giubileo dei 100 anni dalla nascita di Vladimir Il'ich Lenin per lavoro valente - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa per il giubileo dei 100 anni dalla nascita di Vladimir Il'ich Lenin per lavoro valente

Artista del Popolo dell'Unione Sovietica - nastrino per uniforme ordinaria Artista del Popolo dell'Unione Sovietica

— 1954

Artista del Popolo della RSS Russa - nastrino per uniforme ordinaria Artista del Popolo della RSS Russa

— 1947

immagine del nastrino non ancora presente Artista del Popolo della RSS Armena

— 1938

Premio Lenin - nastrino per uniforme ordinaria Premio Lenin

— 1959

Premio Statale dell'Unione Sovietica - nastrino per uniforme ordinaria Premio Statale dell'Unione Sovietica

— 1971

Premio Stalin - nastrino per uniforme ordinaria Premio Stalin

— 1941, 1943, 1946 e 1950       


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Aram Il'ič Chačaturjan: 


https://it.wikipedia.org/wiki/File:Aram_Khachaturian,_Pic,_17.jpg 





     










    





 


    







  


giovedì 15 settembre 2022

ALEXIS EMMANUEL CHABRIER (PARTE QUARTA)

Declino e ultimi anni:

Gli ultimi anni della sua vita, Chabrier, li passa male a causa dei problemi economici provocati dal crollo dei suoi banchieri, dalla caduta della salute per via della fase terminale della sifilide e dalla depressione perché le sue opere teatrali sono ormai ignorate, in Francia.
Oltre a rimanere molto colpito dalla morte della sua amata “Nanine” (gennaio 1891).

La composizione della sua ultima opera “Briséïs” lo ossessiona: opera ispirata ad una tragedia di Goethe e le cui melodie ricordano Wagner, Chabrier ne termina solo un atto.

Dicembre 1893: a Parigi, si tiene la “prima” di “Gwendoline”; Chabrier, malato fisicamente e mentalmente, è seduto con la sua famiglia in un palco del teatro e riesce ad apprezzare la musica, ma non si rende conto di averla scritta e neppure capisce che l’applauso è per lui.

Nell’ultimo anno di vita, subentra la paralisi generale e muore all’età di 53 anni.
Nonostante abbia sempre desiderato essere sepolto vicino alla tomba di Manet, nel Cimitero di Passy, non essendo disponibile una tomba, viene seppellito nel Cimitero di Montparnasse.

La sua vedova e i suoi figli soffrono di disturbi che interessano gli occhi (a lei subentreranno anche problemi paraplegici e morirà all’età di 51 anni).
Il figlio maggiore, Marcel, decede a 35 anni; il secondo figlio, Charles, muore dopo appena cinque settimane; anche il più giovane, André, diventa paraplegico e, idem, muore a 35 anni.

 

Influenza di Chabrier sugli altri musicisti:

< Il musicologo David Charlton valutò il suo ascendente dicendo: “Mentre il linguaggio musicale di Reyer, Massenet e Saint-Saens presentava una sintesi della pratica attuale, quello di Emmanuel Chabrier (1841-1894) fu un catalizzatore: il suo lavoro divenne la culla del modernismo francese”. > 

Composizioni principali:
Pianoforte: 

. Pièces pittoresques (1881)
. Bourrée fantasque (1891) 

Orchestra: 

. España, rapsodia in fa maggiore (1883)
. Joyeuse marche (1888)
. Suite Pastorale
. Prélude pastoral
. Bourrée fantasque
. Menuet pompeux
. À la musique
. Habanera
. Trois valses romantiques
. La Sulamite
. Larghetto per corno e orchestra 

Musica vocale:

. Lieder
. Les plus jolies chansons du pays de France, arrangiamento di canzoni folkloristiche (1888)
. Duo de l’ouvreuse de l’Opéra Comique et l’employé du Bon Marché (1888)
. Ballade des gros dindons ; Villanelle des petits canards ; Pastorale des cochons roses…, chansons de la basse-cour (1889) 

Operetta:

. Fisch-Ton-Kan (1873) (libretto di Paul Verlaine e Lucien Viotti) a Parigi
. Une Éducation manquée (libretto di Eugène Leterrier ed Albert Vanloo) (1879) 

Opera lirica:

. L’Étoile (1877)
. Gwendoline (1886)
. Le Roi malgré lui (1887) 

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Emmanuel Chabrier:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Emmanuel_Chabrier.jpg