mercoledì 17 maggio 2023

FRANCESCO TAMAGNO

Francesco Innocenzo Tamagno nasce a Torino il 28 dicembre 1850 e muore a Varese il 31 agosto 1905.

E’ un tenore lirico italiano.

Francesco Tamagno nasce nel quartiere torinese di Borgo Dora da una famiglia umile composta da quindici fra fratelli e sorelle (purtroppo, dieci dei quali morti in giovanissima età per colera o per tubercolosi).
Carlo, il padre, è l’oste di una trattoria senza pretese di Porta Palazzo (“La Trattoria dei Pesci Vivi”).
Sua madre è Margherita Protto e muore quando Francesco è ancora ragazzino.
Fin da piccolo, Francesco lavora nella trattoria, come cameriere.

Pur non coltivando il Bel Canto, suo padre ne è appassionato, tanto che trasmette tale passione ai figli.
Il padre giudica Francesco dotato per la Musica, e lo manda a lezione presso un Maestro di Torino.
Settimanalmente, Francesco effettua i suoi esercizi corali coi suoi compagni, sotto le arcate del Ponte Mosca della Dora, in un luogo abbastanza lontano dalle abitazioni.

Tamagno con la figlia Margherita:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Francesco_e_Margherita_Tamagno.jpg


Capita che il Teatro “Regio” di Torino necessiti urgentemente di un tenore, per “Poliuto” di Donizetti, dal momento che uno dei comprimari si è ammalato improvvisamente.
Il Maestro, suo insegnante di canto, è informato e pensa a lui, per cui lo segnala.

1871: perciò, Tamagno esordisce a Torino, come comprimario nel “Poliuto”, nella parte di Nearco, per cui, nel 1875, ottiene il suo primo notevole successo a Palermo, in “Un ballo in maschera” di Verdi.

1874: viene scritturato a “La Fenice” di Venezia, nel ruolo di “Pery” ne “Il Guarany” di Gomes e al “San Carlo” di Napoli.

1878: debutta a “La Scala” di Milano, ne “L’Africana” di Meyerbeer.

1894: è al Teatro “Metropolitan” di New York, come “Arnoldo” in “Guglielmo Tell” di Rossini.

2 settembre 1879: da una relazione clandestina con una nobildonna già sposata, nasce Margherita, la sua unica e amatissima figlia.
Tamagno, non rivela mai il nome di questa donna e non allontana da sé la bambina (“scomoda” per la sua carriera): preferisce essere un “ragazzo padre”, portandola sempre con sé e badandole con amore.
A quel tempo, la sua situazione di famiglia è molto insolita per l’epoca.

Alla “prima” assoluta di “Otello” di Giuseppe Verdi, il 5 febbraio 1887, a “La Scala di Milano, è il protagonista e, tale ruolo diventerà il suo cavallo di battaglia.

E’ il primo “Gabriele Adorno”, nella seconda versione di “Simon Boccanegra” di Verdi (Teatro “Alla Scala”, 24 marzo 1881).
E’ il primo che ricopre il ruolo di “Azaele” ne “Il Figliuol prodigo” e quello di “Didier” in “Marion Delorme”: entrambe opere composte da Amilcare Ponchielli.

Nel suo repertorio, comprende anche titoli della prima metà dell’Ottocento, tra cui “Gli Ugonotti” e “Il profeta” di Meyerbeer, oltre a “Guglielmo Tell” di Rossini.

Tamagno viaggia molto e si esibisce anche nella Americhe: Città del Messico, Montevideo, Chicago, Buenos Aires, al “Metropolitan Opera” di New York (1894), dove riscuote un enorme successo.

L’ultima esibizione pubblica l’artista la tiene il 27 marzo 1905, al “Circolo degli Artisti” di Torino.

In seguito, gli succede un attacco letale di angina pectoris, per cui la sua salute cala in modo tale da costringerlo a sospendere la sua attività a tempo indeterminato.

Sera del 30 agosto 1905: Tamagno è in visita ad un amico di Varese e viene colto da un’emorragia cerebrale che gli provoca lo stato comatoso.
Viene trasportato nella sua importante dimora cittadina, “Villa Margherita” (così chiamata in onore della figlia), dove i medici cercano di salvargli la vita.
Nella notte, sopraggiunge il secondo attacco, per cui l’artista decede alle ore 7:30 seguenti.

Per sua volontà precedente, viene imbalsamato e i funerali si tengono il 5 settembre a Torino, sua città di nascita.
Arrigo Boito, amico di Tamagno, è tra coloro che portano a spalle la bara per la tumulazione.

È sepolto nel mausoleo bianco alto trentasette metri, eretto per volontà della figlia Margherita, sempre stata molto affezionata al padre.
Il mausoleo si trova all’interno del Cimitero Monumentale di Torino, nella parte antica (quinta ampliazione).
1990: tale sepolcro lussuoso viene acquistato dal Comune di Torino, per cui viene restaurato nel 1999.

Dopo la sua morte, la sua dimora varesina, ribattezzata “Villa Tamagno”, entra a far parte del patrimonio edilizio dell’ “Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi”.


Giudizio critico:

E’ il più grande tenore verdiano e uno dei massimi artisti lirici della fine del 1800. grazie alla sua voce prodigiosa per potenza, per squillo, per estensione, grazie al suo vocalizzo vigoroso, secondo la critica.

La sua è la tecnica ancora legata alla tradizione italiana con grande importanza per la comprensibilità fedele: vocali ben differenziate con una chiara comprensione dei significati del libretto, consolidandone così l’interpretazione drammatica.

Tamagno raggiunge grande fama e benessere economico ma, ricordando le sue origini modeste, tiene un tenore di vita moderato e parsimonioso, venendo accusato di avarizia: ad esempio, < durante i suoi frequenti viaggi, soggiornava solamente in hotel di livello medio-basso, viaggiando in treno sempre in seconda classe, inoltre lavava da sé tutti i suoi vestiti e si portava da casa le candele, per evitare di pagarle a un prezzo più alto >.


Riconoscimenti:

La “Società Culturale Artisti Lirici Torinese Francesco Tamagno” di Torino è intitolata a suo nome; impresa lirica presieduta dal soprano Angelica Frassetto e, idem, a Tmagno, è intitolata l’Associazione “Amici della lirica Francesco Tamagno” di Varese.

Costumi e oggetti di scena di Tamagno sono custoditi nel Teatro “Regio” di Torino: alcuni gioielli preziosi, usati in scena da Tamagno, sono esposti nella hall del Piccolo Regio “G. Puccini”.

Una via, nel quartiere Barriera, è stata intitolata a Francesco Tamagno dal Comune di Torino.


Ruoli creati per Francesco Tamagno:

“Fabiano Fabiani”, in Maria Tudor di Gomes (27 marzo 1879, Milano)

“Azaele”, ne Il figliuol prodigo di Ponchielli (26 dicembre 1880, Milano)

“Didier”, in Marion Delorme di Ponchielli (17 marzo 1885, Milano)

“Otello”, nell’omonima opera di Verdi (5 febbraio 1887, Milano)

“Giuliano de’ Medici”, ne I Medici di Leoncavallo (9 novembre 1893, Milano)

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

 

Francesco Tamagno nel ruolo di Otello, 1896:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Francesco_Tamagno_dans_le_r%C3%B4le_d%27Otello_-_Foto_di_Ganzini.jpg

File:Francesco Tamagno dans le rôle d'Otello - Foto di Ganzini.jpg

 

Un “OTELLO” per antonomasia è il tenore Mario Del Monaco del quale lascio un’interpretazione in duetto col baritono Tito Gobbi di “Ora e per sempre addio, sante memorie”, edizione diretta da Gabriele Santini: https://youtu.be/aWJxSEWfJik

Quando l’opera “Otello” di Verdi è stata rappresentata, il musicista aveva 74 anni: si noti com’era riuscito a scrivere la musica potente!

 

 

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