domenica 14 maggio 2023

DMITRIJ DMITRIEVIč ŠHOSTAKOVIč

Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič nasce a San Pietroburgo il 25 settembre 1906 e muore a Mosca il 9 agosto 1975.

Compositore e Pianista, è uno dei più importanti musicisti della Scuola Russa, oltre che della musica del Novecento.

Ha un difficile rapporto con il governo sovietico, ma si dimostra capace di combattere anche a mezzo di diplomazia: due denunce ufficiali per via delle sue composizioni (la prima nel 1936, la seconda nel 1948) e le censure periodiche dei suoi lavori.
La sua totale riabilitazione la riceve solo dopo la morte di Stalin, dopodiché viene eletto al Consiglio Supremo Sovietico con la sua nomina ad Ambasciatore dell’URSS in importanti eventi culturali di tutto il mondo.
Riceve moltissimi titoli e riconoscimenti internazionali.
La sua fama risale ai primi anni dell’Unione Sovietica per mezzo di opere come “Prima Sinfonia” e l’opera “Il naso”: lavori con grande originalità della tradizione russa miste a correnti moderne dell’Occidente.
In seguito, la sua musica viene classificata decadente e reazionaria (da alcuni), oppure elogiata come rappresentante della “Nuova Arte Socialista dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica” (PCUS).
In pubblico, è un fedele del sistema sovietico, ha importanti responsabilità nell’ambito artistico, aderisce al PCUS nel 1960 e diventa membro del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica.

Lo stile di Šostakóvič è ibrido dal momento che, inizialmente, è influenzato da Sergej Prokof’ev, Igor Stravinskij e Paul Hindemith: di ciò è un esempio la sua opera “Lady Macbeth del distretto di Mtsensk” (del 1934).
In seguito, adotta uno stile post-romantico, ben visibile nella “Quinta Sinfonia” (del 1937) e dove l’influenza di Gustav Mahler si fonde bene con la musica russa tradizionale (Modest Musorgskij e Igor Stravinskij).
Integrando tali influenze, crea uno stile molto personale.
Solitamente, i suoi lavori comprendono divergenze e componenti bizzarre e strane, con un ritmo molto importante e, orchestralmente, si distinguono quindici sinfonie e sei concerti; nella sua musica da camera, è opportuno menzionare i suoi Quindici Quartetti d’archi, oltre ad avere composto diverse Opere, oltre a Musica per Film e Balletto.
Infatti, Šostakovič è uno dei più fertili autori di musiche per pellicole della Russia sovietica.


L’infanzia di Šostakóvič:

Nasce a San Pietroburgo il 25 settembre 1906 (ma, secondo il calendario giuliano ortodosso, sarebbe il 12), al numero 2 di via Podólskaya (ora Scuola n. 267: sulla sinistra dell’edificio, presenzia una targa commemorativa).

I genitori di Šostakovič (secondo di tre figli) sono Dmitri Boleslávovich Šostakovič e Sofiya Vasílievna Kokoúlina.
La famiglia, di origini polacche, appartiene alla nuova borghesia nascente in Russia, in quel tempo, borghesia critica verso la politica repressiva del governo zarista e sostenitrice delle vedute dell’Intelligencija.
La madre è pianista e il padre ama suonare il pianoforte e la chitarra.
1903: Dmitri Boleslávovich sposa Sofiya Vasílievna Kokoúlina, una dei sei figli nati da un siberiano emigrato là.

 

Gli studi di Šostakóvič:

Da come si legge nella sua autobiografia del 1927, Dmitrij Šostakovič comincia lo studio del pianoforte incoraggiato dalla madre.
All’inizio, non è convinto ma, in seguito, dimostra un talento eccezionale per il pianoforte e, poi, per la composizione.

1915: Mitja ha 9 anni quando crea le sue prime composizioni “Il soldato”, si esibisce ed esegue l’ “Album per la gioventù” di Čajkovskij.
Avvenimenti di questi anni (i discorsi di Lenin alla città di Pietrogrado, la Rivoluzione d’Ottobre e le notevoli quantità di vittime provocate dalla guerra), incidono sulla sua formazione umana e musicale.
In questo periodo, compone l’opera “Gli zingari”, il balletto “La sirenetta” (dalla favola di Andersen), una “Fantasia per due pianoforti”, diverse polke e musiche per solo piano, ma anche un “Inno alla libertà” e una “Marcia funebre”.
Intanto, la sua famiglia contatta personalità russe molto note: il pittore Boris Kustodiev (conosciuto poco dopo la rivoluzione e a cui Šostakovič dedicherà il “Preludio n. 1”), il compositore Glazunov (direttore del Conservatorio di Pietrogrado), il pianista Sofronickij, gli scrittori Gor’kij e Tolstoj.

 

Il Conservatorio e il lavoro nei cinema:

1919: Šostakovič entra al Conservatorio di San Pietroburgo, dove continua a studiare il pianoforte con Leonid Nikolaev, solfeggio con Aleksej Alekseevič Petrov e composizione con Maksimilian Štejnberg (a cui dedicherà lo “Scherzo per orchestra in Fa diesis, op. 1.
Personalmente, Glazunov riesce a fargli avere una borsa di studio, visto che sta diventando noto come un bambino prodigio.
In questo periodo, compone la “Danza Fantastica n. 1”, “Ti ho atteso nella grotta” (trascrizione di Rimskij-Korsakov), “Tema e variazioni, op. 3”, “le Due Favole di Krylov” e le “Tre danze fantastiche”, prima opera edita del musicista.

Inizio del 1922: il padre muore di polmonite e a lui dedica la “Suite in Fa Sharp.svg minore per due pianoforti”.
Nonostante questa disgrazia, nel 1923, Šostakovič continua gli studi, diplomandosi con il massimo dei voti, il cui programma d’esame comprende: Bach (“Preludio e fuga in Do diesis minore”), Beethoven (“Sonata n. 21”), Chopin (“Terza Ballata”), Mozart (“Variazioni in Do maggiore”), Schumann (“Humoreske” e “Concerto in La minore”) e Liszt (“Venezia e Napoli”).
1923: abbozza la “Sinfonia n. 1”, il “Trio n. 1” e i “Tre pezzi per violoncello e pianoforte”, oltre ad esibirsi in varie manifestazioni (eseguendo anche il “Concerto n. 1 per pianoforte” di Čajkovskij) ricevendo molti elogi dal ramo giornalistico.
Ma, nonostante i risultati fantastici, gli viene vietato di proseguire il Corso di Composizione, per cui tenta l’ammissione al Conservatorio di Mosca.
La morte del padre, causa una situazione economica precaria, per cui è costretto a lavorare come illustratore-pianista accompagnatore, nelle sale di proiezione di film muti.
Si tratta di lavoro faticoso e debilitante, ma questa esperienza si rivela utile negli anni successivi, per la composizione di musiche per film.
In questo periodo, rivela le prime insofferenze nei confronti dell’ambiente musicale leningradese molto tradizionalista, accademico e ancora abbastanza legato all’ “eredità” di Rimskij-Korsakov.


Il successo della Prima Sinfonia di Šostakovič e il Primo Dopoguerra:

20 marzo 1925: a Mosca, Šostakovič esegue le proprie opere.
Si verificano gli applausi, ma non il gusto dei moscoviti per il compositore, il cui grande talento è notato dal Maresciallo Tuchačevskij e dal compositore e teorico Boleslav Javorskij, i quali fanno pressione sul direttore Nikolaj Mal’ko affinché approvi l’esecuzione della “Prima sinfonia” del ragazzo.
12 maggio 1926: con la Filarmonica di Leningrado, Mal’ko riesce a far eseguire il lavoro di Šostakovič e il successo è clamoroso, per cui gli insegnanti del Conservatorio di Leningrado decidono di ammettere al Corso di Composizione il giovane il quale porta tale sinfonia all’esame di diploma in composizione, ottenendo il massimo dei voti.
Inoltre, tale sinfonia viene eseguita in tournée dalla “Filarmonica” a Char’kov, Kislovodsk e Baku entrando quasi subito nel repertorio dei più grandi direttori dell’epoca: nel 1927, Bruno Walter, a Berlino; nel 1928, Leopold Stokowski, a Filadelfia e Artur Rodziński a New York.
1931: la sinfonia viene eseguita da Arturo Toscanini più volte.

 

Šostakovič al termine degli Anni Venti:

1927: Šostakovič compone l’ “Ottetto, op. 11”, e la “Sonata n. 1 per pianoforte, op. 12”.
Inizia la “Seconda sinfonia” e l’opera “Il naso”, su testi di Gogol’.
1929: l’ARMP (il Partito Sovietico dei Musicisti), critica il suo lavoro, definendolo rigoroso e, nel 1930, ne pubblica una versione ridotta che ottiene un grande successo ancora prima di essere criticato e proibito, dal momento che è considerato “il prodotto di un semplice borghese decadente”.

Al Concorso “Chopin” di Varsavia ottiene una menzione d’onore dalla giuria, però riceve grandi ovazioni dal pubblico.

Gli ultimi lavori appena composti, fra cui gli “Aforismi, op. 13”, appena composti, non destano molti consensi da parte di Steinberg.

Fine dell’anno 1930: viene eseguita la “Seconda sinfonia, op. 14”, dedicata alla Rivoluzione d’Ottobre.

Qui, si iniziano ad osservare la satira e il grottesco, ossia gli elementi che distingueranno la musica di Šostakovič da altri; elementi che si uniranno al credo costruttivista, che si va diffondendo in Unione Sovietica, in questi anni, nei diversi campi artistici (Tatlin, Mejerchol’d, oltre ad alcuni esperimenti cinematografici di Ėjzenštejn) e che, nella sua musica, “si concretizzano con la presenza di melodie cromatiche, di una durezza ritmica notevole e di modulazioni improvvise”.

1928: compone il “Tahiti Trot, op. 16” (arrangiamento del popolare fox trot da “No, no, Nanette” di Vincent Youmans); la trascrizione per orchestra di “Due pezzi di Scarlatti, op. 17”; a luglio, Šostakovič termina “Il naso”: è la sua prima opera teatrale, ed è tratta da “I Racconti di Pietroburgo” di Gogol’, librettisti sono Zamjatin, Prejs (che sarà ucciso durante le purghe degli anni ’30) e il grande regista teatrale Mejerchol’d (che ha una grande importanza nella stesura e nella realizzazione dell’opera) con un rapporto che proseguirà anche in seguito (nel 1929, il regista chiederà al compositore di scrivere le musiche di scena per “La cimice”).

A Šostakovič, vengono anche commissionate le musiche del film “Nuova Babilonia” di Kozincev e Trauberg, i registi più conosciuti dell’epoca insieme ad Ėjzenštejn.
Però, i brani della colonna sonora del film sono criticati duramente.

1930: a Leningrado, si svolge la première de “Il Naso”, diretta da Samosud e, nonostante l’immenso successo, la critica non capisce appieno il significato reale tragico-umoristico dell’opera che, in seguito, viene proibita e rimessa in scena solamente quarant’anni dopo.
1929-1930: altri lavori sono i due pezzi per l’ “Armer Columbus, op. 23”; le musiche di scena per “Lo sparo, op. 24”, e per “Terra vergine dissodata, op. 25” (di L’vov); una trascrizione per pianoforte della “Sinfonia dei Salmi” di Stravinskij; la colonna sonora del film “Sola, op. 27”, per la coppia Trauberg-Kozincev; i balletti “L’età dell’oro, op. 22”, su libretto di Ivanovskij (un insuccesso), e “Il bullone, op. 27”.

Nei due anni successivi, invece, sono create la commedia “La compagnia verde”, “Rule, Britannia!”, la colonna sonora de “Le montagne dorate” e dello spettacolo “Giustiziati con Condizionale”, le musiche dello spettacolo teatrale “Amleto”, “Due pezzi per quartetto”, una trascrizione della polka de “L’età dell’oro”, dopodiché inizia a lavorare sull’opera “Lady Macbeth del distretto di Mcensk”.

 

Inizi anni Trenta:

1932: a Šostakovič viene commissionata la musica per il film “Genu in Pilae” (in seguito, distrutto dietro ordine di Stalin).
Avendo ottenuto un grande successo solamente attraverso la “Prima sinfonia”, è costretto ad affiancarsi alle idee e alle linee-guida del regime, componendo musiche di carattere celebrativo, elogiativo e trionfale.
1932: infatti, inizia a comporre una sinfonia (che resta incompiuta) il cui titolo è ” Da Karl Marx ai nostri giorni”, per soli coro e orchestra; lavoro che doveva essere basato sulla vita dello stesso Marx e di Feuerbach.
Aprile 1932: il Partito dà vita alla “Lega dei Compositori Sovietici” e i suoi brani musicali devono contenere canti popolari, inni e finali trionfanti.
Šostakovič, eletto Presidente della Sezione di Leningrado, si salva dalle censure perché compone musiche per film (infatti, la produzione di colonne sonore è in linea con l’esaltazione della patria dal regime stalinista).
Il compositore è costretto a tenere “clandestina” la sua produzione cameristica e, a questo periodo risalgono le “Sei romanze su parole di poeti giapponesi, op. 21”, che saranno eseguite solamente nel 1966.
Maggio 1932: sposa Nina Vasil’evna Varzar e, dal matrimonio, nascono due figli (Galina, nel 1936, e Maksim, nel 1938, che diventerà Direttore d’Orchestra).

1934: completa “Lady Macbeth” e la dedica alla moglie.
L’anno seguente, compone i “Ventiquattro preludi, op. 34”, e il “Concerto n. 1 in Do min. per Pianoforte, tromba e orchestra, op. 35”.
Crea “Il grande Fulmine” (un Madrigale per l’anno nuovo), e crea anche delle musiche per la pièce teatrale “La commedia umana, op. 37”, per il Teatro “Bachtangov” di Mosca.

 

Lady Macbeth del distretto di Mcensk:

1934: la sua seconda opera, “Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, è completa e, per l’onore di presenziare alla première, si propongono il Malyj di Leningrado e il Nemirovič di Mosca, per cui Šostakovič la concede loro e l’opera viene rappresentata il 22 e il 24 gennaio 1934.
A Mosca, il titolo è diverso: Katerina Izmajlova.
Il successo è strepitoso e la critica entusiasta: inoltre, nei primi due anni, l’opera è replicata ottantatré volte a Leningrado e novantasette volte a Mosca; in seguito, viene rappresentata a Londra, Praga, Lubiana, Cleveland, Copenaghen.
Riceve i complimenti di Rodziński, Aram Chačaturjan, Arturo Toscanini e del musicista inglese Benjamin Britten.
Nasce la “Suite per orchestra jazz n. 1”, le musiche per il film “Amore e odio”, la “Sonata per Violoncello e Pianoforte, op. 40”.
Aiuta Ivan Dzerzinskij nella stesura de “Il placido Don”.


La prima condanna per Šostakóvič:

1º dicembre 1934: uccisione di Kirov, il responsabile del Partito dei Compositori Sovietici, a cui succede Andrej Ždanov, iniziatore di una campagna di irrigidimento della produzione artistica.

1935: intanto “Lady Macbeth” continua nel suo successo: viene rappresentata a New York, Filadelfia, Buenos Aires, Praga, Bratislava e Stoccolma.

Šostakovič intanto compone il terzo balletto (“Il rivo chiaro, op. 39”), la colonna sonora per il film “La giovinezza di Maksim, op. 41” (il primo di una trilogia) della coppia Trauberg-Kozincev e “Amiche (op. 41a)” di Arnštam, oltre che il cartone animato “Il racconto del pope e del suo servo Balda”.
Idem, dello stesso anno: i “Cinque frammenti, op. 42”, dei brani avanguardistici che serviranno da prova per uno dei suoi più grandi lavori: la “Quarta sinfonia”.
Quando “Lady Macbeth” viene rappresentata anche al Reatro “Bol’šoj”, Stalin c’è, ad una rappresentazione (pare il 28 gennaio 1936, mentre altre fonti anticipano la data di un mese) ma, secondo il racconto di alcuni, sembra che abbandoni la sala durante il primo intervallo, dopo la scena di sesso tra Sergej e Katerina; secondo altri, rimarrebbe fino alla fine, sghignazzando con i suoi accompagnatori; è cosa certa che Stalin non inviti Šostakovič nel suo palco, come è sua abitudine per commentare l’opera e propinare “consigli”.
Idem, 28 gennaio 1936: sulla “Pravda” appare un articolo anonimo intitolato “Caos invece di Musica”: tale articolo abbatte l’opera, definendola “caotica, apolitica, pervertita”.
Nonostante il successo ottenuto dall’opera, tale denuncia inaspettata provoca la cancellazione del lavoro dai programmi a Mosca e a Leningrado.
Dopo pochi giorni, la Pravda pubblica articoli anche contro “Il rivo chiaro” e composizioni come il “Concerto per piano” e i “Preludi” vengono demolite nei dibattiti a Leningrado e a Mosca verso la “Lega dei Compositori”.
Per la loro posizione di potere, Sollertinskij e Asaf’ev non contraddiscono il Regime e, dalla testimonianza di Ervin Sinkó, a questo punto, pare che Šostakovič voglia suicidarsi e che lo stesso Stalin, incontrando il musicista, sminuisca le accuse degli articoli e gli consigli di approfondire maggiormente le canzoni popolari.

 

La risposta di Šostakovič è la Quinta sinfonia:

Aprile 1936: Šostakovič termina la “Quarta sinfonia, op. 43” e la fa ascoltare a una piccola cerchia di persone, tra cui Ivan Sollertinskij e il grande Direttore d’Orchestra-Compositore Otto Klemperer.
La sinfonia deve essere eseguita a novembre, ma Šostakovič la ritira al’ultimo momento e, tale lavoro monumentale, sarà rappresentato venticinque anni dopo.

Sempre, nel 1936, compone: le musiche per lo spettacolo “Salve, Spagna!” e le “Quattro romanze su versi di Puškin, op. 46”.
Purtroppo, il Regime moltiplica gli omicidi e parecchi amici stretti di Mitja perdono la vita, fra cui il maresciallo Tuchačevskij, il già nominato Mejerchol’d, il musicologo Žiljaev e le loro famiglie.

1937: sua nomina di “Professore di Composizione” al Conservatorio di Leningrado.
In questo periodo, crea la “Quinta sinfonia, op. 47”, la quale è scritta tra l’aprile e il luglio (l’ “Adagio” è composto in soli tre giorni) e viene rappresentata a novembre, sotto la direzione di Evgenij Mravinskij (Direttore di molte altre “prime” di Šostakovič).
Tale sinfonia è mostrata come la “Risposta ad una giusta critica” e pare che desti immensa commozione e un entusiasmo generale.
Consta di diversi movimenti, ma il quarto è definito dai critici una “forzatura trionfale-ottimistica” e “una volontà di vendetta da parte del compositore”.
Secondo Volkov, Šostakovič descriverebbe così l’epico movimento finale della “Quinta”:
«Di cosa si dovrebbe giubilare. Ritengo sia chiaro quel che accade veramente nella Quinta. Il giubilo è forzato, è frutto di costruzione. È come se qualcuno ti picchiasse con un bastone e intanto ti ripetesse: “Il tuo dovere è di giubilare, il tuo dovere è di giubilare”. E tu ti rialzi tremante con le ossa rotte e riprendi a marciare bofonchiando: “Il nostro dovere è di giubilare, il nostro dovere è di giubilare”».
Šostakovič riconquista gli allori della fama: la sinfonia è eseguita a Tbilisi, Char’kov e Rostov, mentre la partitura viene richiesta da Klemperer e Toscanini e viene registrata da Rodziński. Intanto, stanno nascendo le musiche per i film “Il ritorno di Maksim (op. 45, seconda parte della trilogia di Maksim)”, “I giorni di Volocaevskij (op. 48)”, “Il distretto di Viborg (op. 50)”, “Amici (op. 51)”, “Il grande cittadino (op. 52)” e “L’uomo col fucile (op. 53)”; oltre ad un’altra opera, “Le dodici sedie”, basata su scritti di Evgenij Petrovič Petrov e Il’ja Arnol’dovič Il’f”.
Inoltre, crea la “Seconda Suite per Orchestra Jazz e il Primo Quartetto”.
1938: Šostakovič diventa Professore Ordinario a Leningrado e pare che si parli di una sua “Sinfonia dedicata a Lenin”, ma rimasta incompleta, mentre gli schizzi della sinfonia andranno a far parte della “Sesta” che sarà eseguita da Mravinskij nel 1939.
Invece di una gigantesca sinfonia per Lenin, Šostakovič compone una melodia scherzosa messicana, con autocitazioni dalla “Lady Macbeth” e frammenti di Mozart, Rossini e Verdi. Accolta con curiosità, è accusata di formalismo.
1939: il Kirov di Leningrado incarica Šostakovič di fare una nuova strumentazione per il “Boris Godunov”.

1940: compone i “Tre pezzi per violino” (forse ritirati dall’autore), l’orchestrazione del “Vergnügungszug” di Johann Strauss, le musiche per i films “Le avventure di Korzinka (op. 58)”, “Il grande cittadino – II Parte (op. 55)”, “Lo stupido topolino, op. 56” (film mai realizzato).
Idem, 1940: scrive il “Quintetto per Pianoforte, lavoro che gli varrà il “Premio Stalin” (l’anno seguente) e progetta l’opera “Katjuša Maslova” e la composizione delle musiche per la messa in scena del “Re Lear” di Shakespeare.
A questo punto, Šostakovič diventa Presidente della “Lega dei Compositori Sovietici”.


Le opere belliche e la Sinfonia di Leningrado:

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Šostakovič si trova a Komarovo, allora in Finlandia.
In breve tempo, La Wehrmacht raggiunge Leningrado.
Šostakovič è di salute cagionevole, ma chiede più volte di farsi arruolare nell’Armata Rossa, venendo puntualmente respinto.
Però, riesce a farsi arruolare in un gruppo addetto al controllo degli incendi, viene assegnato al tetto del Conservatorio e, il 15 luglio 1941, Mitja comincia a comporre il suo lavoro più famoso: la “Settima sinfonia” che, in breve, diventa l’emblema della resistenza russa verso la Germania.

Attraverso una trasmissione radiofonica, il 16 settembre, incoraggia i soldati al fronte, parlando della creazione della sua opera:
«Un’ora fa, ho completato la composizione del secondo movimento di una grande sinfonia. Se riuscirò a scrivere bene la sinfonia, se completerò il terzo ed il quarto movimento, sarà possibile chiamare questa composizione la Settima sinfonia. Perché vi annuncio questo? Perché tutti gli ascoltatori devono sapere che le cose nella nostra città procedono come sempre e ognuno rimane al suo posto, malgrado la minaccia che pende sulla vita di Leningrado. Sbrighiamo ora tutte le faccende militari. Musicisti sovietici, miei cari amici e numerosi compagni di lotta, amici miei! Ricordiamoci che la nostra arte è ora in grande pericolo. Lasciateci difendere la nostra musica, lasciateci lavorare onestamente ed indipendentemente.»27 dicembre: Šostakovič completa la “Sinfornia op. 60”.
4 marzo 1942: viene eseguita per la prima volta a Kujbyšev, diretta da Samosud.
Esplode il “Mito della Leningrado” in quanto viene poi eseguita a Leningrado, sotto i continui bombardamenti, suscitando la commozione di tutti i presenti e provocando un’ondata di applausi per Dmitrij Šostakovič.
E’ replicata in tutta la Russia, fino ad arrivare a Toscanini a mezzo di un microfilm contenente la partitura.
In quest’occasione Šostakovič ritiene opportuno avvicinarsi al Regime e a comporre musica che esalti la Patria e l’Antifascismo, come vuole anche la “Lega dei Compositori”.
Non a caso, in questo periodo, orchestra l’ “Internazionale” e “Il giuramento del Commissario del popolo”.
Da ricordare che, negli scontri fra Sovietici e Nazisti, muore il giovane musicista Veniamin Flejšman.
Inoltre, Šostakovič completa l’opera “Il violino di Rothschild”, lasciato incompiuto dall’autore-vittima.


L’Ottava sinfonia:

1942: inizia “I giocatori” dal lavoro di Gogol’, terminando solamente il primo atto ma, tale lavoro, sarà completato dal polacco Krzysztof Meyer, biografo di Šostakovič.
Comunque, alcune bozze dell’opera lasciata incompleta saranno utilizzate da Mitja per la sua ultima composizione, la “Sonata per viola”.

1942: Šostakovič compone la “Sonata n. 2 per pianoforte, op. 61” (che dedica a Nikolaev, suo Maestro), una “Marcia Cerimoniale”, le musiche per lo spettacolo “Patria”, di Dolmatovskij (la “Suite” è l’ “op. 63, Leningrado città natia”) e “Sei romanze su versi di poeti inglesi, op. 62”, che dedica a sua moglie Nina, ad Atovm’jan, a Sollertinskij, a Glikman, a Sviridov e a Šebalin, creandone anche una “Versione per orchestra, op. 140”.

Essendo preso dalla composizione di una nuova sinfonia, Šostakovič accantona l’idea del brano sinfonico, “Gli eroici difensori di Mosca”, per cui musica in soli due mesi l’ “Ottava sinfonia”, una pagina fra le più lugubri e drammatiche (tipo cupo Requiem per le vittime del conflitto).
4 novembre 1943: viene eseguita a Mosca per la prima volta, sotto la solita direzione orchestrale di Mravinskij (a cui dedica l’opera stessa), ma la sinfonia suscita molti dibattiti, a causa della mancanza dei toni trionfali e della prolissità.
L’opera viene messa all’indice e sarà rieseguita solamente quindici anni dopo.

 

La Nona sinfonia:

1943: muore Sollertinskij, caro amico di Mitja che, addoloratissimo, dedica il “Trio n. 2, op. 67 per pianoforte, violino e cello”.
Šostakovič viene nominato Membro dell’ “Istituto Americano di Arte e Letteratura” e gli viene consegnata la medaglia “Per la difesa di Leningrado”.

1944: completa l’opera “Il violino di Rothschild” e scrive le musiche e la suite del film “Zoya” di Leo Arnštam e per lo spettacolo “Il fiume russo”; musica gli “Otto canti popolari inglesi e americani”, il “Secondo quartetto, op. 68” (dedicato a Sebalin), e il “Quaderno infantile, op. 69”, per la figlia Galina.
Intanto, Šostakovič pensa di comporre una nuova sinfonia, che rappresenti la vittoria su Hitler per cui abbozza una “Sinfonia della Vittoria”, però cambia idea e compone le musiche per il film “Gente semplice, op. 71, e Due canti, op. 72”.
1945: per i Festeggiamenti della Fine della Guerra, l’evento lo esprime al contrario della “Nona” trionfalistica di Beethoven.
Infatti, Šostakovič stupisce tutti componendo una sinfonia senza coro, senza finale grandioso ma, anzi, utilizzando lo schema classico della sinfonia del ‘700-‘800, con i toni leggeri e ironici, quasi canzonatori in certi passaggi e, per molti è una specie di insulto ai Caduti della Patria.

1946: il suo trasferimento a Mosca diventa permanente.
Šostakovič termina il “Terzo quartetto, op. 73”, dopodiché viene insignito dell’ “Ordine di Lenin” per l’evoluzione musicale e del “Premio Stalin” per il “Trio n. 2”.

 

Il Secondo Dopoguerra:

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, nasce l’ostilità tra il blocco sovietico e quello occidentale che arreca danno anche a Šostakovič: ad esempio, negli Stati dell’Ovest, il “Times” descrive la sua “Sesta sinfonia” come “il prodotto di una mente feconda, ma poco cospicua”, dal momento che, in Occidente, si ritiene che il compositore accetti passivamente le imposizioni di Ždanov del regime stalinista (cosa NON vera).
Per cui, Šostakovič si vede costretto a comporre musica di gradimento per il Regime: il “Poema sulla Patria, op. 74”, con i tanto richiesti solisti, coro ed orchestra, e l’ “Ouverture festiva, op. 96”, che verranno eseguiti solamente dopo anni.

Continua la composizione delle colonne sonore per “Pigorov, op. 76”, e per “La giovane guardia, op. 75”.
Abbandona la composizione dei “Tre pezzi”.

Estate 1947: inizia a lavorare al “Primo concerto per violino”.

9 febbraio 1947: è nominato Presidente della “Lega dei Compositori” di Leningrado e tre giorni dopo viene eletto Deputato del Soviet Supremo delle Repubbliche Sovietiche.

1948: il Partito accusa, attraverso Chrennikov (Primo segretario della Lega), di formalismo i compositori sovietici Muradeli, Mjaskovskij, Šebalin, Popov, Prokofiev, Chačaturjan e, soprattutto, Šostakovič.
Quest’ultimo perde il posto di insegnante a Mosca e al Conservatorio di Leningrado e Ždanov lancia una nuova offensiva (satiricamente, chiamata ždanovščina), ancora più violenta di quella del 1936 (in cui le sue opere erano state definite “perverse, formalistiche e antipopolari”).
In seguito a questo, e fino alla morte di Stalin (1953), la musica sarebbe diventata, una celebrazione altezzosa e boriosa del despota.

La situazione economica di Šostakovič è precaria e, ancora una volta, ricorre alla composizione di colonne sonore: “La caduta di Berlino, op. 82” (del 1949), “Belinskij, op. 85 (del 1950 e da cui verranno tratti diversi brani)”, una “Suite (op. 82a)”, il canto “Una bella giornata per coro a cappella”, un “Vocalizzo: Suite (op. 85a) e quattro cori a cappella”.
Termina il “Concerto per violino” e il ciclo “Dalla poesia popolare ebraica” (che rimangono in un cassetto), e “Il canto delle foreste, op. 81”, composto per celebrare le politiche ambientali del regime.
1949: Šostakovič è Ambasciatore inviato alla “Conferenza Internazionale della Pace” a New York, insieme a diversi altri artisti, diventando vittima della Guerra Fredda: nel clima del tempo, Toscanini, che lo aveva invitato anni prima in America, si rifiuta di incontrarlo e il concerto programmato per la “Quinta” viene bloccato da una manifestazione di combattenti.
Il musicista, pover’uomo, riceve questa “particolare” accoglienza perchè è visto, in questo periodo, come un componente della macchina propagandistica sovietica.
1949: compone la “Suite da balletto n. 1” e il “Quarto Quartetto”.

1950: riceve due Premi Stalin: uno per “La caduta di Berlino” e uno per “Il canto delle foreste”.
Poi, va a Varsavia, per il Consiglio Mondiale della Pace”, e a Lipsia per il “Bicentenario della morte di Bach” e, grazie allo spirito-genio del contrappunto, compone i propri “Ventiquattro preludi e fughe, op. 87”.

1951: l’anno è prolifico.
Compone solamente le “Due romanze su versi di Lermontov, op. 84”.
Viene eletto “Deputato del Soviet Supremo” e compone i “Dieci poemi su testi di poeti rivoluzionari, op. 88” che, l’anno successivo, gli fa guadagnare il suo quinto “Premio Stalin”.
Crea anche i “Quattro canti su parole di Evgenij Dolmatovskij, op. 86”, le “Danze di bambole”, “Dieci canti popolari russi”, la “Suite per balletto n. 2”, le musiche per il film “Il memorabile anno 1919 (ricomposti da Atovm’jan nei Frammenti), op. 89a”, i “Quattro monologhi su versi di Puškin, op. 91”, il “Quinto Quartetto, op. 92”.
1952-1953: compone “Il sole splende sulla nostra patria, op. 90”, che viene eseguito per l’Anniversario del Partito Comunista, le “Suite da balletto n. 3 e 4” e i “Canti greci”.

1953: si reca a Vienna per il Congresso Mondiale della Pace.


La morte di Stalin, nel 1953:

Il monogramma sonoro del compositore deriva dalle iniziali del suo nome e cognome in tedesco: Dmitri SCHostakowitsch: le lettere D, Es, C ed H equivalgono alle note Re, Mi bemolle, Do e Si.
La combinazione delle quattro note Šostakovič la utilizza in molte sue opere, fra cui la “Decima sinfonia” (nel finale), e l’ “Ottavo Quartetto” (nelle prime note del brano).
5 marzo 1953: muore Iosif Stalin e l’ “omaggio” di Šostakovič alla memoria del dittatore è la “Decima sinfonia”.
Essa contiene sonorità terribili e spietate, buona descrizione di Stalin attraverso il compositore russo: sembra che suo figlio Maksim, durante un’intervista, dichiari che il secondo movimento, ossia “Allegro”, descrive il “ritratto del volto spaventevole di Stalin”(con violenza e spietatezza).
Sotto il solito Direttore d’Orchestra Mravinskij, l’esecuzione consegue un successo clamoroso e, all’Estero, tale sinfonia viene eseguita a Londra, a Parigi, a Lipsia, a New York, a Tokyo, a Vienna, a Basilea, a Zurigo, a Milano e ad Atene.
A Šostakovič, è conferito il titolo di “Artista del Popolo” e, per il suo Compleanno del 1956 , gli viene dato l’ “Ordine di Lenin”).

1953: hanno luogo le prime del “Quarto” e “Quinto Quartetto” e dell’ “Ouverture Festiva, op. 96”, Šostakovič si dedica anche alla composizione del “Concertino per due pianoforti, op. 94” e, nel 1954, a “Il canto dei grandi fiumi-Unità”, “Cinque romanze (Canti dei nostri giorni), op. 98”, e “Furono baci”.

Questo periodo della sua vita è felice, ma è funestato dalla morte della moglie, Nina Vasil’evna (morta di cancro) e della madre, Sof’ja Vasil’evna.
Šostakovič continua a comporre “Dalla poesia popolare ebraica” e il “Concerto per violino n. 1”, eseguito dall’amico David Ojstrach e diretto da Mravinskij.
Il lavoro sortisce poco successo ma, eseguito in America, consegue un successo eccezionale.

1955: l’unico lavoro musicale composto è la colonna sonora de “Il tafano”.
E’ nominato Membro Corrispondente dell’ “Accademia delle Arti della Repubblica Democratica Tedesca” e, il 15 gennaio 1956, diventa Membro Onorario dell’ “Accademia Nazionale di Santa Cecilia” di Roma: è l’unica volta che il grande musicista sovietico viene in Italia.

1956: Nikita Chruščёv, nuova Guida Russa, denuncia i crimini del suo predecessore Stalin, aprendo un nuovo periodo per l’Arte Russa a cui viene tolta la censura del Regime, per cui
Šostakovič attacca energicamente Stalin attraverso alcuni articoli (pubblicati anche sulla Pravda), l’idea di Formalismo e la povertà di ideali della musica prodotta allora.

1956: Šostakovič sposa improvvisamente Margarita Andreevna Kainova, ma divorziano nel 1959.

Sempre, nel 1956: per i suoi cinquanta anni, in tutta la Russia, gli sono dedicati diversi concerti , specialmente nella sua Leningrado, e Chruščёv lo decora con l’ “Ordine di Lenin”.
In quest’anno, compone il “Sesto Quartetto, op. 101”, le musiche del film “Il primo contingente, op. 99a”, “Due canti e i cinque Canti spagnoli, op. 100”.


Il Partito e i riconoscimenti internazionali:

Chruscev inizia il “processo di destalinizzazione e di distruzione del culto della personalità di Stalin” e Šostakovič venne eletto Segretario della “Lega dei Compositori”, carica che mantiene fino al 1968.

1957: compone l’ “Undicesima sinfonia – L’anno 1905”, dedicata alla prima Rivoluzione Russa (qui, c’è “La Domenica di sangue”, atto culminante della Rivoluzione del 1905).
E’ il primo lavoro in cui Šostakovič dà il titolo ai diversi movimenti (in passato, aveva dato i titoli alla “Settima” ma, poi, li aveva eliminati prima dell’esecuzione: La guerra, Il ricordo, Gli spazi sconfinati della Patria, La vittoria.
La composizione riceve il “Premio Lenin”.
Il figlio Maksim consegue il diploma e Šostakovič gli compone il “Concerto n. 2 per pianoforte, op. 102” che, l’anno seguente, è diretto e suonato da Leonard Bernstein a New York.
Compone le “Undici variazioni su tema di Glinka”, in collaborazione con Šebalin, Kabalevskij, Kapp, Levitin, Ščedrin e Sviridov, e “Due adattamenti di canti popolari russi, op. 104”.
Inizia a lavorare anche ad un’operetta: “Moskva, Čerëmuški”.
In questo periodo riceve diversi riconoscimenti: Cavaliere delle Arti e delle Lettere (Francia), ed è il primo straniero a ricevere questo titolo francese; Socio Onorario dell’Accademia Musicale della Corona Inglese; l’Alto Dottorato dell’Università di Oxford; il Premio Internazionale Jan Sibelius (Finlandia); diventa Presidente Onorario della Società Austria-URSS.

1958: gli cominciano i problemi fisici attraverso i primi sintomi di quella paralisi che finirà per impedirgli l’uso della mano destra e, quindi, la fine dell’attività pianistica.
In occasione del matrimonio del figlio, si frattura una gamba che lo farà zoppicare per il resto della vita, soprattutto dopo la seconda rottura della stessa gamba, nove anni dopo.

Mstislav Rostropovič e Galina Višnevskaja, grandi amici di Dmitrij Šostakovič
1959: compone il “Concerto n. 1 per violoncello” (solista della prima esecuzione sarà il dedicatario stesso, Mstislav Rostropovič, mentre il direttore è sempre Mravinskij) e una nuova versione dell’opera “Chovanščina” di Musorgskij, ancora oggi preferita all’originale e che consegue un successo enorme.

1960: in Occidente riprendono le rappresentazioni di “Lady Macbeth”; molti i critici giudicano l’opera volgare e senza scrupoli.
Infatti, in Italia, sono molte le polemiche a seguito della sua rappresentazione a Venezia: dopo la prima esecuzione il soprano si vergogna di comparire nuovamente in camicia da notte nella scena del rapporto e del bacio con il tenore (Sergej): la scena scandalizza tutti, dal Patriarca della città ad Andreotti e, alla seconda rappresentazione, la scena viene eseguita con il sipario chiuso.

1960: Šostakovič entra nel Partito Comunista, segno evidente della fiducia accordata al musicista nel “post-Stalin”.
Compone molte opere: il “Settimo Quartetto, op. 108”, in memoria della prima moglie Nina; le “Satire, op. 109”; la colonna sonora per “Cinque giorni, cinque notti, op. 111”, composta in Germania Est; l’ “Ottavo Quartetto, op. 110” (è una delle sue opere più tristi dedicata alle vittime del Fascismo e della Guerra; contiene diverse citazioni, dalla “Prima sinfonia”, dal “Trio n. 2 (la danza dei Nazisti sui cadaveri degli Ebrei del quarto movimento)” e da “Lady Macbeth”.
Compare anche il suo nome – motto musicale, ovvero le note Re – Mi bemolle – Do – Si.
Del Quartetto, Rudol’f Baršaj farà una trascrizione per orchestra, chiamata “Sinfonia da camera, op. 110a”.

Idem, 1960: “I rintocchi di Novorossijsky – La fiamma della gloria eterna” (in memoria dei Caduti della Grande Guerra Patriottica) , la cui melodia è udibile ogni ora dalla torre dell’orologio della città.


Gli anni Sessanta:

1960-1961: finalmente, scrive la “Sinfonia per Lenin”: è la “Dodicesima Sinfonia” ed è dedicata alla Rivoluzione Russa del 1917, più che a Lenin stesso.
Anche qui, i movimenti hanno un titolo e ciascuno richiama alcuni eventi o luoghi della Rivoluzione d’Ottobre e, tale sinfonia è eseguita in occasione del ventiduesimo anniversario del PCUS, con grande accoglienza russa, ma attaccata in Occidente , pare per “accontentare” l’anticomunismo, ma anche per i contenuti con poca retorica.
1961: esecuzione della storica “Quarta sinfonia, sotto la bacchetta di Kirill Kondrašin” con successo straordinario, mentre la critica osanna l’opera come uno dei più grandi lavori del Novecento.

Marzo 1961: viene eletto Deputato del Soviet Supremo dell’URSS.
Poco prima dell’esecuzione della “Quarta”, Dmitrij aveva cominciato a scrivere la sua “Tredicesima Sinfonia”, su testi del poeta Evgenij Evtušenko, che parla principalmente di antisemitismo.
L’opera viene ostacolata dalla “Lega dei Compositori”, in particolare da Chrennikov, ma nessuno alla fine riusce a vietare la stesura dell’opera sinfonica.
Questo piccolo scontro è l’ultimo della vita di Šostakovič perché, finalmente, non verrà mai più osteggiato né dallo stato né dalla “Lega dei Compositori”.
Dicembre 1962: alla prma esecuzione, riceve un’ovazione infinita, con gli ascoltatori commossi sino a piangere.
La sinfonia diretta da Kirill Kondrasin (successo a Mravinskij nelle esecuzioni delle prime di Šostakovič) perché i rapporti con Mravinskij si sono raffreddati dopo che questi aveva preferito non dirigere la “Tredicesima”.
In merito alla nuova sinfonia, la stampa tace visto che vengono toccati temi-tabù nella Russia appena post-stalinista: l’antisemitismo, la persecuzione della satira, la lode della donna, il timore di fronte al terrore dello stalinismo e della vendita dello studioso al regime.
Per alcuni anni la sinfonia non viene eseguita, salvo solamente negli anni settanta, con alcuni versi cambiati.
In Occidente, Šostakovič è visto come un sottomesso al potere, per cui la “Tredicesima” è ritenuta opera di “artista nuovamente dissidente” e per cui tale successo nei Paesi capitalisti, gli crea diffidenza, in Russia.
Potere cauto con il musicista (e non come in passato).

Šostakovič riprende “Lady Macbeth”, con il consenso del Ministero della Cultura: in seguito, cambia il titolo in “Katerina Izmajlova” e compie alcuni aggiustamenti, l’opera viene inserita nel programma di molti teatri e, in breve tempo, ottiene un successo immenso che le permette di venire eseguita in molti Stati occidentali.

1962: Šostakovič, all’età di 58 anni, contrae il suo terzo matrimonio; la moglie è l’editrice Irina Antonovna Supinkskaja.
Nonostante la grande differenza d’età, il matrimonio è felice.

1963: Šostakovič musica il film “Ceremuski”j, tratto dall’opera omonima, per cui arrangia i “Due cori, op. 124, per orchestra”; orchestra i “Canti e danze della morte” di Musorgskij (che dedica a Galina Višnevskaja); riorchestra il “Concerto per violoncello di Robert Schumann”, che dedica a Mstislav Rostropovič, marito della Višnevskaja; compone l’ “Ouverture su temi circassi e russi”, per il centenario dell’annessione del Kirghizistan alla Russia; compone le musiche per il film “Amleto, op. 116”.
Per il momento, solamente all’Estero, ricominciano, le rappresentazioni de “Il naso”.
Le sue condizioni di salute peggiorano e Šostakovič compone il “Nono Quartetto” (orchestrato da Baršaj col titolo “Sinfonia da camera, op. 118a”) e il “Decimo Quartetto” (dedicato alla moglie Irina, che lo assiste sempre più”.

La cantata “L’esecuzione di Stepan Sten’ka Razin, op. 119” viene composta su poema dell’amico Evtušenko.
Razin è un eroe popolare russo, capo della Rivoluzione contro i Boiardi del 1671 e parla di una ribellione contro il “potere”, per cui il testo non piace al Regime, che impone alcuni tagli a tale lavoro.
1964: è l’unica volta, nella sua vita, che Šostakovič dirige al Festival di Gor’kij l’ “Ouverture Festiva” di Brahms e il proprio “Concerto n. 1 per cello”.

1965: la sua salute peggiora ulteriormente e Šostakovič compone solamente le musiche per il film “Un anno, una vita, op. 120”, e le < Cinque romanze su testi della rivista “Krokodil”, op. 121 >.

1966: completa l’ “Undicesimo Quartetto” dello storico “Quartetto Beethoven” che dedica a Sirinskij, e la “Prefazione alle mie opere complete e brevi riflessioni in proposito, op. 123” (qui, con molta autoironia, parla di sé).

1966: infarto e rottura della gamba fratturatasi anni prima, in occasione del matrimonio del figlio Maksim.
Mentre è ricoverato in ospedale, compone il “Concerto n. 2 per violoncello” (ancora, per Rostropovič).

1967: compone un ciclo su testi di Aleksandr Blok, per soprano, pianoforte, violino e cello, dedicandolo a Galina Visnevskaja, e il “Concerto n. 2 per violino, op. 129”, come regalo di compleanno per David Ojstrach.

Sempre, in ospedale, compone un canto dall’ “Evgenij Onegin”, intitolato “Primavera, primavera, op. 128”; le musiche per il film “Sof’ja Perovskaja, op. 132”; il “Preludio funebre-trionfale, op. 130” (dedicato alla memoria dei Caduti nella Battaglia di Stalingrado); il poema sinfonico “Ottobre, op. 132”, per il Cinquantesimo Anniversario della Rivoluzione.

1968: termina il “Dodicesimo Quartetto, op. 133” (opera con contenuti dodecafonici), e la “Sonata per violino, op. 134” (dedicata all’amico Ojstrach).

1969: Šostakovič cade malato seriamente (il braccio destro è, praticamente, paralizzato) e, a causa delle molte morti avvenute nell’anno, cade anche in depressione: sono tre membri del “Quartetto Beethoven” (Borisovskij, Vasilij e Sirinskij), la sorella maggiore Marija, Lev Oborin, il regista Kozincev.

 

Gli anni Settanta:

Il clima è davvero triste, ma il musicista compone la sua “Quattordicesima Sinfonia” (tratta da temi riguardanti la morte) e la dedica all’amico Benjamin Britten, conosciuto anni prima. Molti complimenti e ottime critiche, anche se manca l’ottimismo tanto voluto dal regime. Orchestra anche il “Primo Concerto per violoncello” di Boris Tiščenko.
1970: Nonostante le sempre peggiori condizioni di salute fisica, Šostakovič ritira diversi premi in tutto il Mondo e, mentre è in ospedale, compone il ciclo “Lealtà, op. 136”.
Nel mese di agosto, termina il “Tredicesimo Quartetto, op. 138”, le musiche per il film “Re Lear, op. 137”, e la “Marcia della Milizia Sovietica, op. 139”.

1971: compone la “Quindicesima Sinfonia” (ultima ed enigmatica) che contiene molti ricordi e molte citazioni di proprie opere passate e di lavori di Rossini (“Guglielmo Tell”, i famosi squilli di tromba del finale dell’ouverture) e Wagner (“Tannhäuser”).
Mentre scrive il “Quattordicesimo Quartetto, viene colpito da un altro infarto.

1973: si riprende e compie diversi viaggi in Europa e in America dove presenzia a diverse esecuzioni delle sue opere, ormai rappresentate in molti teatri.
Tornato in Russia, gli vengono diagnosticati la progressiva paralisi degli arti e un carcinoma al polmone.
Estate 1973: lavora al ciclo sulle “Sei poesie di Marina Cvetaeva, op. 143”.

1974: alla “Lega dei Compositori”, pronuncia un discorso e, un mese dopo torna in ospedale, in cui compone l’ultimo Quartetto, il “Quindicesimo”.
Per l’esecuzione, deve essere cercato un nuovo Quartetto, viste le morti dei membri precedenti del “Quartetto Beethoven” (a questo punto manca anche l’ultimo ancora vivente, Sirinski).
1974: Šostakovič, per mezzo di amici che sono stati in Italia, conosce le opere letterarie di Michelangelo e, quindi, compone una “Suite su versi di Michelangelo Buonarroti, op. 145”, con temi quali Politica, Amore e Arte.

I brani della penultima opera, le “Quattro poesie del Capitano Lebjadkin, op. 146”, sono tratti da “I demoni” di Dostoevskij.

Nell’autunno, dopo quarant’anni di ostracismo, a Mosca, viene ripresentata la sua opera “Il naso”: Šostakovič partecipa alla preparazione dell’opera e alcuni video (presenti anche in rete), lo ritraggono stanco e molto malato, mentre farà la stessa cosa per Katerina Izmajlova, rappresentata a dicembre.

 

La riabilitazione e la morte:

Inizi 1975: orchestrazione del Lied di Beethoven “Il canto della pulce (op. 75, n. 3)”.

Aprile 1975: viene ricoverato in ospedale.

6 luglio 1975: termina la composizione della “Sonata per viola, op. 147”.
Il lavoro cita “I giocatori” e la Sonata “Al chiaro di luna” di Beethoven e, qui, in questo lavoro, la nota finale della viola, che svanisce in un emblematico morendo, è l’ultima scritta dal compositore.

9 agosto 1975: a seguito dell’ennesimo infarto cardiaco, alle ore 18:30, Dmitrij Dmitrievič Šostakovič muore nell’ospedale di Kunzevo, lo stesso sobborgo moscovita dove era morto il “nemico” Stalin.
I funerali di Stato si tengono cinque giorni dopo, il 14 agosto e vi partecipano autorità politiche, familiari e moltissime persone, che salutano uno dei più grandi compositori.
Il Maestro Šostakovič è sepolto nel cimitero di Novodevičij.


Šostakovič insegnante:

Secondo Edison Denisov, allievo e corrispondente di Šostakovič, il musicista si è sempre dimostrato un ottimo didatta: durante il periodo di insegnamento ai Conservatori di Mosca e San Pietroburgo, tiene lezioni a moltissimi allievi che lo giudicano “votato” all’insegnamento e che, essendo impegnatissimo, non si assenta mai dalle lezioni, oltre a far studiare brani di Beethoven, Brahms, Čajkovskij, Mahler e Verdi, Richard Strauss (il “Don Juan”) e Stravinskij (la sua riduzione per piano della” Sinfonia dei Salmi”).


Lo stile:

Lo stile musicale di Šostakovič si rifà alla tradizione e alla cultura russa, amalgamandole in una propria e insolita visione della forma e del contenuto.
Dopo un primo periodo, Šostakovič si ricollega alla musica romantica, ispirandosi a Gustav Mahler e a Musorgskij.
La sua musica spesso inserisce acute divergenze e componenti paradossali.

Šostakovič e gli ideali della rivoluzione:
Šostakovič aderisce con sincerità agli ideali della Rivoluzione e la figura di Lenin è il suo punto di riferimento per tutta la vita: addirittura, sembra che, all’età di undici anni, insieme al padre e allo zio Maksim, si trovi in mezzo alla folla che aspetta il rientro del grande personaggio, alla stazione di Pietrogrado, il 3 aprile 1917, dove assiste al suo discorso.
In Šostakovič, esiste la volontà di dedicargli una sinfonia.

1917: in questo stesso anno, Mitja (così chiamato, da piccolo), dopo la partecipazione ad un corteo popolare, compone una “Marcia funebre” e un inno per onorare le vittime della Rivoluzione.
Comunque, queste idee non gli impediscono di denunciare il tradimento di questi ideali compiuto dal potere di pochi del Partito, nel tempo seguente.

Šostakovič e la società: ”
1934: l’opera “Lady Macbeth del Distretto di Mcensk” (titolo, poi, cambiato in “Katerina Izmajlova”) racconta il delitto di Macbeth come gesto di rivolta antiborghese e, dopo due anni e dopo più di cento repliche dalla sua prima rappresentazione, viene assalita dal Partito Comunista per mezzo di un articolo sul giornale “Pravda” con il titolo “Caos anziché musica” (si pensa che, probabilmente, sia redatto dal medesimo Stalin) in cui l’intelligente opera di Šostakovič viene criticata perhé non rispetta i canoni appena definiti del cosiddetto “Realismo socialista”.
“Realismo socialista” in cui vive l’affermazione di un “ingranaggio” secondo il quale il “crimine artistico” costituisce un crimine politico, e la parola del partito diventa legge, in ambito culturale.

1941/1945: la situazione interna è tragica e il regime tollera la maturazione di una certa libertà d’espressione, purché sia indirizzata a celebrare la tradizione della grande Russia post-zarista e inneggi alla Resistenza contro l’invasione nazista ma che nel biennio 1946-1948 porta ad infinite purghe nelle arti e nelle scienze (azione chiamata col dispregiativo “ždanovščina”).

Le opere di Šostakovič:
La produzione musicale di Šostakovič è vastissima: Sinfonie, Quartetti, Concerti, Opere liriche, Trii, Sonate, … oltre a diversi adattamenti o riorchestrazioni di musiche di altri grandi compositori, tra cui Rimskij-Korsakov, Scarlatti, Musorgskij, Strauss, Flejšman, Schumann, Tiščenko e Beethoven.

 

Il pianoforte:

Fra i lavori per pianoforte: i “24 preludi e fughe” (scritti sulla linea del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach), le due “Sonate per pianoforte” (1926-1942: la prima è un abbozzo della “Quarta Sinfonia” in cui i movimenti sono attaccati e lo stile è molto vicino a Prokof’ev), gli “Aforismi Op.13” (1927) più altri lavori per due pianoforti (la Suite del ’22 e il Concertino del ’53), …


Šostakovič attraverso i media:

Sul grande Šostakovič, sono stati girati diversi film e documentari:
. Testimony: The Story of Shostakovich, diretto da Tony Palmer ed interpretato dall’attore inglese Ben Kingsley.
Il film, del 1987, è basato sul libro di Solomon Volkov “Testimony”.
Il film ha ottenuto diversi riconoscimenti: il “Premio per il Miglior Film Drammatico” presso il “New York International Film Festival”, il “Premio Fellini” dell’UNESCO e il “Premio della Critica” al “Festival Internazionale” di San Paolo.
. Sonata per viola – Dmitrij Shostakovich (Al’tovaya Sonata: Dmitrij Shostakovich), di Semën Aranovič e Aleksandr Sokurov.
Girato del 1989, è un documentario che, sulle note de “Il naso” e dell’ultimo brano, la “Sonata per viola”, descrive in particolare lo scontro tra il Regime e Šostakovič.

Diversi sono i films con le musiche di Šostakovič (oltre a quelli per cui ha scritto appositamente la colonna sonora):
. 1976: edizione del capolavoro di Ėjzenštejn “La corazzata Potëmkin” in cui sono utilizzate varie musiche di Šostakovič.
Nella scena della famosa discesa dei soldati dalla scalinata, si ascolta l’ “Undicesima Sinfonia”, che descrive il massacro della popolazione nella Domenica di Sangue, episodio chiave della prima Rivoluzione Russa e avvenimento ispiratore del film di Ėjzenštejn.
Šostakovič è emozionante e rende bene l’idea.

. In “Fantasia 2000” (della “Disney”), il “Primo soldatino di stagno”, di Andersen.
. In “Eyes Wide Shut”, di Stanley Kubrick (1999), presenzia il “Valzer n. 2 della Suite per orchestra di varietà”.
. In “Fascisti su Marte”, di Corrado Guzzanti e Igor Skofic (2006), sono presenti alcuni estratti dal I e dal IV movimento della “Sinfonia n. 7” e dal II della “Sinfonia n. 10”.

 

 

Riconoscimenti:

Membro del Consiglio internazionale UNESCO
Membro del Consiglio internazionale per la Musica, UNESCO (1966)
Unione Sovietica
Eroe del Lavoro Socialista – nastrino per uniforme ordinaria Eroe del Lavoro Socialista
— 1966
Ordine di Lenin – nastrino per uniforme ordinaria Ordine di Lenin
— 1956
Ordine della Rivoluzione di Ottobre – nastrino per uniforme ordinaria Ordine della Rivoluzione di Ottobre
— 1971
Ordine dell’Amicizia tra i Popoli – nastrino per uniforme ordinaria Ordine dell’Amicizia tra i Popoli
— 1972
Ordine della Bandiera rossa del Lavoro – nastrino per uniforme ordinaria Ordine della Bandiera rossa del Lavoro
— 1940
Artista Nazionale dell’URSS (1954)
Due volte Premio Lenin: (1958), per l’Undicesima sinfonia; (1966)
Cinque volte Premio Stalin di Stato per le arti: 1940 (Quintetto per Pianoforte); 1946 (Trio n. 2); 1950 (Il canto della Foresta); 1950 (La caduta di Berlino); 1952 (Dieci poemi su testi di poeti rivoluzionari);
Medaglia “Per la difesa di Leningrado”.
Presidente della Lega dei Compositori di Leningrado
Deputato del Soviet Supremo
Deputato del Soviet Supremo di Leningrado
Presidente della Lega dei Compositori Sovietici
Presidente della Lega dei Compositori di Leningrado (1946)
Segretario della Lega dei Compositori Sovietici (1957-1968)
Consigliere del Consiglio Nazionale dell’Unione Sovietica (1966)
Deputato dell’Alto Consiglio nazionale dell’URSS per l’area della repubblica Jadrino-Vuvasise (1974).
Stati Uniti d’America
Membro onorario dell’Istituto Americano di Arte e Letteratura.
Membro dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (1959)
Laurea honoris causa in Belle Arti all’università di Evanston (1973).
Regno Unito
Medaglia d’Oro della Royal Philharmonic Society (1966).
Socio onorario della Royal Academy of Music (1958)
Alto dottorato dell’Università di Oxford (1958).
Italia
Accademico Onorario di Santa Cecilia (1956).
Repubblica Democratica Tedesca
Membro corrispondente dell’Accademia delle Arti (1956).
Repubblica Federale Tedesca
Membro corrispondente Accademia delle belle Arti di Monaco di Baviera (1969).
Francia
Cavaliere de l’Ordre des Arts et des Lettres – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere de l’Ordre des Arts et des Lettres
— 1958
Finlandia
Wihuri Premio Jean Sibelius (1958).
Danimarca
Premio musicale Léonie Sonning (1973).
Austria
Gran Decorazione d’Onore in Argento dell’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca – nastrino per uniforme ordinaria Gran Decorazione d’Onore in Argento dell’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca
— 1967
Medaglia per le scienze e per le arti (Austria) – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia per le scienze e per le arti (Austria)
— 1974
Presidente onorario della società Austria – URSS (1958).
Medaglia commemorativa della Società Mozart (1970).
Irlanda
Dottore honoris causa al St. Trinity College (1973).
Serbia
Socio onorario dell’Accademia Serba delle Arti (1965)
Buriazia
Artista del Popolo
Messico
Professore onorario del conservatorio del Messico (1959)

Battuto al computer da Lauretta

 

 




Dmitrij Dmitrievič Šostakovič:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Dmitri_Shostakovich_credit_Deutsche_Fotothek_adjusted.jpg

File:Dmitri Shostakovich credit Deutsche Fotothek adjusted.jpg

.

THE SECOND WALTZ:  https://youtu.be/xtac0FxEfmQ


 



 

Nessun commento:

Posta un commento