lunedì 10 aprile 2023

NICOLA ANTONIO PORPORA

 Nicola Antonio Giacinto Porpora, talvolta indicato anche come Nicolò o Niccolò, nasce a Napoli il 17 agosto 1686 e muore a Napoli, 3 marzo 1768.

E’ un compositore e Maestro di Canto italiano.
E’ uno dei più celebri compositori della sua epoca soprattutto per quanto riguarda l’ambito operistico.

Secondo certi biografi, Nicola Antonio Porpora nasce a Napoli, nel 1687; nasce nel 1685 secondo altri; nasce il 17 agosto del 1686, secondo il Marchese di Villarosa, che trae la data dai registri della Chiesa di “San Gennaro all’Olmo” dove Porpora viene battezzato.
Però, dalla lettera di Giuseppe Tibaldi, scritta a Napoli, a Padre Martini, il 16 aprile 1760, si viene a conoscenza che Porpora – all’epoca – avrebbe ottantasei anni, per cui la sua nascita risalirebbe al 1674.

Vive in una numerosa famiglia il cui padre, libraio, gli fa studiare Musica, oltre a fargli ottenere l’ammissione al Conservatorio di “Santa Maria di Loreto”.

I suoi Maestri sono Gaetano Greco, il Padre Gaetan de Pérouse e Francesco Manna.
Secondo Burney, tra questi, ci sarebbe anche Alessandro Scarlatti.

Terminato il Conservatorio con parecchi anni di studio, Porpora inizia la sua carriera di compositore con l’opera “Basilio, Re di Oriente” al “Teatro dei Fiorentini”, ricostruito.
Una evidenza: sulla partitura di quest’opera, Porpora si vale del titolo di “Maestro di Cappella dell’Ambasciatore del Portogallo”.


A Roma, per la sua opera “Berenice”:

1710: viene chiamato a Roma per scrivere “Berenice”, opera in tre atti che viene accolta favorevolmente dal pubblico.
In quel momento, Händel si trova a Roma e loda la musica di Porpora e, cosa rara, si complimenta con il musicista napoletano per il suo successo.
Due uomini notevoli (ciascuno nel proprio genere) che, più tardi, diventeranno nemici incompatibili.

Tornato a Napoli, per l’antico “Teatro San Bartolomeo”, Porpora compone “Flavio Anicio Olibrio”, opera in tre atti rappresentata nel dicembre 1711.

Dopo quest’opera, Porpora compone molte Messe, Salmi e Mottetti, di cui parecchi li scrive per le chiese della città.
Il suo talento include anche l’insegnamento del Canto, per il quale apre, in quest’epoca, una Scuola che diventerà celebre e in cui si formano Carlo Broschi (detto “il Farinelli”), Gaetano Majorana (conosciuto come Caffarelli), Hubert (detto “il Porporino”, dal nome del suo Maestro), Salimbeni, la Molteni e molti altri che sono i più grandi cantanti del XVIII secolo. Farinelli non è paragonabile, soprattutto, nel Canto di Bravura e nella Vocalizzazione Brillante.

1719: Porpora, al “Teatro San Bartolomeo”, rappresenta l’opera “Faramondo” che riscuote un grande consenso.

1719: sua Nomina a Maestro del “Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo”.

1721: è chiamato a Roma per comporre l’opera “Eumene” che verrà rappresentata al Teatro “Aliberti” con successo grandissimo.

1722: a Napoli, Porpora scrive l’Oratorio “Il Martirio di Santa Eugenia”, ritenuta una delle sue più belle composizioni.

Come Professore di Composizione, eguaglia se stesso come Maestro di Canto.
1724: a lui, al suo arrivo a Napoli, Hasse si rivolge per dirigerlo nei suoi studi ma, in seguito, venendo presentato ad Alessandro Scarlatti, tra loro nasce un attrito che aumenta col tempo.


“Imeneo” per Farinelli e Gizzi:

1723: si tratta di un anno caratterizzato da impegni; infatti, per le nozze del Principe di Montemiletto, scrive, la Cantata “L’Imeneo”, in cui canta il suo allievo Farinelli; poi, scrive “Amare per regnare”, opera rappresentata al Teatro “San Bartolomeo”.

Carnevale del 1723: i due grandi interpreti, Farinelli e Domenico Gizzi (quest’ultimo Virtuoso della “Real Cappella di Napoli”), cantano con grande successo nel dramma per musica di Porpora “Adelaide”, rappresentata al Teatro “Alibert” di Roma.
Idem, 1723: il Maestro scrive una “Messa a cinque voci”.

1725: Porpora si reca a Vienna dove fa ascoltare alla Corte reale alcuni brani delle sue opere, che, però, non vengono apprezzate.
L’imperatore Carlo VI non ama gli “ornamenti” del canto italiano e prova antipatia verso i “trilli” e i “mordenti”, che Porpora usa largamente nelle sue creazioni, per cui non lo incarica di scrivere alcuna opera.

1726: al ritorno dal viaggio, si ferma a Venezia dove viene ingaggiato per comporre l’opera “Siface” dal “Teatro di San Giovanni Crisostomo”, il cui successo gli vale il posto di “Maestro del Conservatorio degli Incurabili”.

1726: idem, a Venezia, fa rappresentare “Imeneo in Atene” e, nel 1727, vede la luce “Arianna e Teseo”, giudicata una delle sue migliori opere.
Nella stessa epoca, sempre a Venezia, e per gli allievi dello stesso Conservatorio, scrive dodici belle Cantate, la cui prima edizione avviene a Londra, nel 1735.


Porpora, alla Corte di Sassonia:

1728: Porpora viene invitato a Dresda per insegnare canto alla Principessa Elettorale di Sassonia, Maria Antonietta.

Passa per Vienna, dove si ferma per un breve periodo, sperando che l’Imperatore cambi idea sulla sua musica e di potere essere ricompensato per necessità, per cui cerca sempre l’occasione di far eseguire qualcosa di suo nella Cappella Reale.
Si trova anche nell’impossibilità di procurarsi da vivere, per cui l’Ambasciatore di Venezia lo ospita presso di lui e gli fa ottenere il favore di poter scrivere un Oratorio per il servizio dell’Imperatore.
Porpora inizia questa composizione per la quale gli viene raccomandato di moderare l’uso di fronzoli.
L’imperatore assiste ad una delle prove e rimane conquistato dallo stile semplice, senza un solo abbellimento.
Inoltre, il musicista prepara una sorpresa finale che ottiene il successo da lui previsto: il tema della Fuga finale comincia con quattro note ascendenti sulle quali pone un trillo mentre, i trilli, ripetuti a tutte le entrate dalle diverse voci, diventano un piacevole discorso buffo quando, nello “stretto”, tutte le voci emettono una lunga serie di trilli che si riprendono l’un l’altro, a vicenda.
L’Imperatore possiede un carattere sostenuto, ma viene preso da un riso incontrollato e lo ricompensa abbondantemente.

Arrivato a Dresda, Porpora viene accolto bene e, presto, riceve un favore senza limiti dalla Principessa Elettrice (Maria Antonietta Walpurgis), a cui lui insegna non solo l’arte del Canto e della Composizione.

1730: Hasse, presso la Corte di Sassonia, trova Porpora in possesso della Direzione della Musica della Corte e, in tale circostanza, esprime l’ingratitudine già dimostata a Napoli.

1729: Porpora ottiene un congedo per recarsi a Londra a dirigere l’opera italiana creata in contrapposizione a quella di Händel ma, prima di andarci, si ferma a Venezia, dove fa rappresentare, la “Semiramide riconosciuta”, che ottiene grande successo.

 

Porpora a Londra:

Aprile 1729: a Londra, Porpora accetta il suo nuovo incarico di Direttore dell’Opera italiana, nata con l’intenzione di avere la meglio su Händel (che paga di sua tasca le spese dei suoi spettacoli).
Entrambi perdono denaro in modo significativo e, ad un certo punto, Porpora si rende conto che, per essere in vantaggio sull’altro, deve chiamare Farinelli a Londra.
Tornato a Dresda, tratta l’affare, portando con sé il cantante col quale, trionfa su Händel.
Allora, domanda e ottiene la remissione del suo ingaggio presso la Corte di Sassonia e risiede per parecchi anni nella capitale inglese, dove pubblica un libro delle sue Cantate magistrali e dei Trii di Violino e Basso con il titolo “Sinfonie”.
La Nazione inglese è abituata alla musica nervosa e piena di invenzione di Händel, per cui non riesce a gustare le opere drammatiche di Porpora con lo stile molto melodioso, ma senza calore e novità.
A Londra, come Maestro di Canto, gode di grande reputazione e sarebbe fortunato se la sua ambizione musicale si limitasse ad impartire lezioni di un’arte che possiede come pochi.

Maggio 1736: al “Her Majesty’s Theatre”, si tiene la “prima” della Serenata “La festa d’Imeneo”, su testo di Paolo Rolli con Francesco Bernardi “Senesino”.

 

Porpora a Venezia e a Vienna:

1731 e 1733: fa tappa a Venezia per mettere in scena le opere “Annibale” e “Mitridate”.

29 dicembre 1733: al “Lincoln’s Inn Fields” per l’inaugurazione dell’ “Opera della Nobiltà”, rappresenta la première di “Arianna in Nasso” con Francesca Cuzzoni-Sandoni e Francesco Bernardi.

1736: sembrò allontanarsi dall’Inghilterra per stabilirsi a Venezia dove, lo stesso anno, mette in scena l’opera “Rosdale”.
Dopodiché si perdono le tracce fino al 1744: viene tenuta la rappresentazione dell’opera “Le nozze di Ercole ed Ebe”.

1745: viene tenuto lo “Stabat Mater per due soprani e due contralti”.

In quell’epoca, Cornero, un gentiluomo veneziano viene mandato a Vienna.
Conosce una donna appassionata follemente di Musica che ottiene da lui che richiami a Vienna il vecchio Maestro da cui non voleva separarsi per cui, per la terza volta, Porpora torna nella capitale dell’Austria, dove trascorre vari anni e dove, proprio durante quel terzo soggiorno, Haydn lo conosce e riceve alcuni consigli.

Si pensa che, grazie alla generosità dell’Ambasciatore di Venezia, Porpora ha i mezzi per pubblicare le sue “Sonate XII di violino e basso” (dedicate a Sua Altezza Reale la Principessa Elettorale di Sassonia, Maria Antonia Walpurga di Baviera, da Niccolò Porpora, Maestro di cappella di Sua Maestà il Re di Polonia).
Vienna, 1754: tali Sonate vengono vendute dal signor Frederico Bernardi, libraio della Corte Imperiale.
Risulta che < Nell’epistola dedicatoria di quest’opera il compositore dice di aver fatto uso dei generi diatonico, cromatico ed enarmonico >.
1755-1760: sembra che lasci Vienna per tornare a Napoli.

1740: al “Teatro San Carlo” di Napoli, fa rappresentare la sua ultima opera “Il trionfo di Camilla” con Anna Maria Strada, Francesco Bernardi ed Angelo Amorevoli.

 

L’ultima composizione di Porpora:

Porpora non si distingue mai per abbondanza e per novità e, in quest’ultima opera, risulta l’evidenza della debolezza dell’immaginazione, ma s’inventa scuse come “la sua età avanzata e il bisogno che lo spinge a scrivere”.
1765: L’ultima composizione in assoluto di Porpora è una musica per la “Festa del Sangue di San Gennaro”, eseguita nella Cattedrale di Napoli.

Poco dopo la morte di Porpora, lo Storico della Musica, Burney, visita Napoli e dice che gli ultimi anni del musicista trascorrono in grande miseria, in quanto le sue infermità non gli permettono quasi di dare lezioni, sua unica risorsa.
Non si capisce come si possa essere ridotto così, dal momento che occupa il posto di Maestro del “Conservatorio di Sant’Onofrio” e quello di Direttore della Cattedrale di Napoli, però, quanto detto da Burney viene confermato dal Marchese di Villarosa, secondo cui i musicisti di Napoli, per pagare i funerali di Porpora che si svolgono nella Chiesa dell’ “Ecce Homo”, sono obbligati a tassarsi.

Febbraio 1766: Porpora muore per un male alle gambe (muore nel 1767 secondo il Marchese di Villarosa e secondo altri il 3 marzo del 1768).
Porpora non vive fino all’età di 90 anni (come dice Burney), né fino a 92 come scrive Gerbert, ma solo fino a 80 e alcuni mesi.

 

Considerazioni sull’artista Porpora:

Secondo quanto riferito:

< Buona parte della Critica tardo-settecentesca e ottocentesca ha espresso dei giudizi negativi sulla musica di Porpora, denunciandone lo stile povero di inventiva e ripetitivo.
In tempi più moderni, diversi Critici (fra cui H. Leichtentritt, R. Moser, A. Schenck, R. Rolland) hanno intrapreso una rivalutazione della sua opera, mettendone in risalto l’eleganza formale e la ricchezza delle parti vocali; queste in particolare rivelano il «privilegio dato al virtuosismo» e la «sapientissima disposizione espressiva degli elementi del repertorio vocale: trilli, gorgheggi, cromatismi a piccoli valori, varie combinazioni delle fioriture scritte producono un’efficace effusione lirica.»

< Nella partitura di “Meride e Selinunte”, ci sono 29 arie e un solo coro finale di 21 misure: di queste, otto sono in “Fa maggiore”, di cui sette a quattro tempi su un tempo di Allegro e una di tre misure con basso e viola obbligata.

< Nella sua gioventù, Porpora aveva molta gaiezza, spirito e la risposta pronta, ma, divenuto vecchio, aveva spesso degli eccessi di cattivo umore che la sua estrema miseria faceva scusare.
Era istruito nelle lettere latine e italiane, coltivava con successo la poesia e parlava con facilità francese, tedesco e inglese.

< Porpora viene rappresentato da George Sand nel romanzo “Consuelo” come il Maestro generoso della protagonista, una zingarella spagnuola, in Venezia, dotata di splendida voce.

 

Opere:

. Basilio, re di Oriente
. Berenice
. Calcante ed Achille
. Flavio Anicio Olibrio (Roma, 1722)
. Faramondo
. Eumene
. L’Imeneo
. Issipile
. Adelaide, libretto di Antonio Salvi (Roma, 1723) con Farinelli nel ruolo della protagonista
. Siface (Milano, Teatro Ducale 1725)
. Imeneo in Atene
. Meride e Selinunte (Venezia, Teatro San Giovanni Grisostomo 1726)
. Ezio, libretto di Pietro Metastasio (Venezia, Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia 1728) con Giuseppe Maria Boschi, Domenico Gizzi e Nicolò Grimaldi
. Semiramide riconosciuta, libretto di Metastasio (Venezia, Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia 1729) con Farinelli, Grimaldi, Gizzi e Boschi
. Ermenegilda
. Tamerlano
. Alessandro nelle Indie
. Annibale
. Germanico in Germania (Roma, 1732)
. Arianna in Nasso (Londra, 1733)
. Ferdinando
. Lucio Papirio (Venezia, 1737)
. Rosbale
. Temistocle
. Le nozze di Ercole ed Ebe
. Il trionfo di Camilla
. Statira
. Polifemo, libretto di Paolo Rolli (Londra, Her Majesty’s Theatre 1735) per l’Opera della Nobiltà, con Farinelli
. Ifigenia in Aulide, libretto di Paolo Rolli (Londra, Her Majesty’s Theatre 1735) per l’Opera della Nobiltà
. Mitridate, libretto di Colley Cibber (Londra, Her Majesty’s Theatre 1736) per l’Opera della Nobiltà
. Rosmene
. Partenope
. Didone
. Agrippina, libretto di Giuseppe Domenico de Totis con prologo e modifiche di Nicolò Giuvo (Napoli, 1708)[4]
. Angelica e Medoro
. Gli orti Esperidi
. Tiridate, libretto di Pietro Metastasio (Napoli, Teatro San Carlo 1740) con Anna Maria Strada e Caffarelli

 

Oratori: 

. Gedeone
. Il martirio di Santa Eugenia
. I martìri di San Giovanni Nepomuceno
. Il verbo incarnato
. Davide
. Il trionfo della divina giustizia


Musica strumentale:

. 6 sinfonie da camera a 3, op. 2 (1736, Londra)
. 6 sonate per 2 violini, 2 violoncelli e basso continuo (clavicembalo) (1745, Londra)
. 12 sonate per violino e basso (1754, Vienna)
. Ouverture roiale per orchestra (1763)
. Concerto in sol maggiore per violoncello e archi
. Concerto in la minore per violoncello, archi e b.c.
. Sinfonia in do maggiore per violoncello, archi e b.c.
. Concerto per flauto e archi
. Sonata in fa maggiore per violoncello e basso continuo
. 2 fughe per clavicembalo


Discografia:

. Nella Anfuso – Nicolò Porpora, CD Stilnovo 8810 – Cantate (1735)
. Guy Delvaux – Nicolò Porpora, CD Nuova Era 7147 – 6 Sinfonie Da Camera Op.2 


Battuto al computer da Lauretta


 

 

 

Ignoto napoletano, Ritratto di Nicola Antonio Porpora, Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Nicola_Antonio_Porpora.jpg

File:Nicola Antonio Porpora.jpg





 

Nessun commento:

Posta un commento