domenica 2 aprile 2023

GIOVAN BATTISTA PERGOLESI

 Giovanni Battista Draghi (o Drago) detto Pergolesi nasce a Jesi il 4 gennaio 1710 e muore a Pozzuoli il 16 marzo 1736.   

E’ un Compositore, Organista e Violinista italiano, esponente di spicco dell’epoca barocca.
E’ considerato uno dei maggiori musicisti italiani della prima metà del XVIII secolo e uno dei grandi rappresentanti della Scuola Musicale Napoletana.

Talento precoce, Pergolesi è un compositore dalla vita breve.
Durante i pochi anni di attività, crea opere di alto valore artistico e importanza storica, fra le quali “La serva padrona”, basilare punto di riferimento per lo sviluppo e la diffusione dell’opera buffa in Europa, “L’Olimpiade”, considerata uno dei capolavori dell’Opera Seria della prima metà del Settecento, e lo “Stabat Mater”, fra le più importanti composizioni di Musica Sacra di sempre.

 

Infanzia nelle Marche, trasferimento a Napoli e opere maggiori:

Giovanni Battista è terzogenito di Francesco Andrea e di Anna Vittoria Giorgi.

Il nonno paterno, Cruciano Draghi, è un calzolaio, figlio del Maestro Francesco di Pergola (Pesaro e Urbino).
1663: Cruciano, a Jesi, sposa una donna di là e, nella città, la famiglia viene conosciuta come “i Pergolesi” (per la precisione, il fratello e la sorella maggiori del musicista vengono iscritti nel Registro dei Battesimi con il nome Draghi).
Nei documenti del Conservatorio in cui studia, Giovanni Battista venne inserito con il nome Jesi, nonostante il ragazzo si presenti come ‘Pergolesi’ (la documentazione del tempo usa anche il nome ‘Pergolese’).

Il padre è amministratore dei beni della “Confraternita del Buon Gesù”: permette a Giovanni Battista una giovinezza abbastanza agiata e una buona prima formazione musicale.

Pergolesi perde i genitori presto: la madre (quando ha 17 anni) e il padre (quando ha 22 anni).
Inoltre, due fratelli e una sorella decedono durante l’infanzia e sembra che lo stesso Giovanni Battista sia malato sin da piccolo (motivo per il quale, forse, viene cresimato già il 27 maggio 1711).

A Jesi, svolge i primi studi di Organo e Violino, dimostrando grande talento.

Ha quindici anni e, grazie al mecenatismo del Marchese Cardolo Maria Pianetti, viene ammesso nel celebre “Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo” a Napoli e studia Composizione con alcuni dei più celebri autori della Scuola Musicale Napoletana, come Francesco Durante, Leonardo Vinci e Gaetano Greco.

Nella prima metà del Settecento, musicalmente, Napoli è una delle città più vive: Alessandro Scarlatti, Nicola Antonio Giacinto Porpora o Leonardo Leo propongono con successo lo stile musicale napoletano nelle Corti di tutta Europa e, nel 1739, lo scrittore e politico francese Charles de Brosses definisce Napoli “Capitale mondiale della Musica”.

Pergolesi non è obbligato a pagare la retta del Conservatorio grazie al suo talento, dal momento che procura guadagni all’Istituto a mezzo dei Concerti che tiene (prima come Ragazzo del Coro, poi come Violinista e Capoparanza di uno dei Gruppi Orchestrali del Conservatorio): oggi, tale titolo sarebbe simile all’attuale “Primo Violino”, per il quale è nominato nel 1729.

1731: a ventuno anni, si diploma componendo, come Saggio finale, il dramma sacro “Li prodigi della Divina Grazia nella conversione e morte di san Guglielmo Duca d’Aquitania”.
Nell’ultimo anno di studi compone un altro lavoro importante, l’Oratorio “La fenice sul rogo, ovvero la morte di San Giuseppe” e, grazie alla rinomanza conquistata (e agli appoggi ricevuti), ottiene subito la commessa per la composizione di un’opera seria presso il maggiore dei teatri napoletani dell’epoca, il “San Bartolomeo”.
Scrive l’opera “La Salustia”, ma incontra grandi problemi a causa dell’improvvisa morte del protagonista, il castrato Nicolò Grimaldi, per cui l’opera può essere rappresentata solo verso la metà del mese di gennaio 1732, senza ottenere molto successo.

Comunque, Pergolesi viene assunto subito dopo da uno dei suoi protettori, il Principe di Stigliano, Ferdinando Colonna, con l’incarico di Maestro di Cappella; incarico che successivamente ricoprirà presso un altro dei parenti del Principe, il Duca di Maddaloni Domenico Marzio VIII Carafa.

 

“La Salustia” e “Lo frate ‘nnamorato” (1732):

Il suo Oratorio “La conversione e morte di San Guglielmo” ottiene un ottimo successo, per cui, nel periodo tra il 1731 e il 1732, Pergolesi può mettere in scena la sua prima opera lirica: il dramma per musica è “La Salustia”, su libretto di anonimo, tratto da “Alessandro Severo” di Apostolo Zeno, gli viene commissionata dal Teatro “San Bartolomeo” di Napoli, e la prima rappresentazione viene tenuta nel gennaio del 1732.
Musicalmente, l’opera è conservatrice anche a causa delle pressioni del primo attore, Nicolò Grimaldi (detto Nicolino) valido cantante e anziano legato alle convenzioni della “Vecchia Scuola” di Compositori (tipo Georg Friedrich Händel).
A poche settimane dalla “prima”, Nicolino decede e, assieme alla sostituzione con il molto più giovane Gioacchino Conti, le due cose provocano problemi importanti all’allestimento e costringono, fra l’altro, a riscrivere ben tre volte la sinfonia d’apertura e a riadattare alcune arie.
Per cui, viene dedotto che < Queste vicissitudini aiutano i compositori a comprendere la sensazione di incompiutezza e di immaturità dell’opera e a giustificare il successo solo parziale che ottiene alla sua messa in scena >.

Settembre 1732: il “Teatro dei Fiorentini” allestisce “Lo frate ‘nnamorato”, una commedia in musica in italiano e in napoletano su libretto di Gennaro Antonio Federico, che ottiene successo e viene eccezionalmente rappresentata, già due anni dopo, con alcune modifiche dello stesso Pergolesi, per le celebrazioni del Carnevale.
La commedia ottiene un successo non comune, diventando la composizione di maggiore fortuna durante la vita del Pergolesi.

27 ottobre 1732: Pergolesi diventa Organista soprannumerario presso la Cappella Reale con una interessante relazione sulla sua assunzione, custodita dall’archivio di Stato di Napoli, nella quale ci si riferisce alle grandi aspettative della sua carriera, al grande successo dell’opera “Lo frate ‘nnamorato” e, soprattutto alla necessità della Cappella Reale verso < i soggetti che compongono sopra il gusto moderno >.

 

Il prigionier superbo e La serva padrona (1733):

Fine 1732: Napoli è colpita da maremoti che causano la sospensione delle Celebrazioni del Carnevale del 1733, per cui la Stagione dei Teatri (che, in quel periodo, presenta i più ricchi allestimenti) viene cancellata per rispetto al lutto.
Ed è proprio a causa di tale momento tragico che viene commissionata la “Messa in Re maggiore, a dieci voci e due cori”.

28 agosto 1733: in occasione del Compleanno dell’Imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, è prevista la rappresentazione (che slitterà al 5 settembre) de “Il prigionier superbo”, dramma per musica in tre atti, il cui libretto deriva da una rielaborazione (forse, a cura di Gennaro Antonio Federico) de “La fede tradita e vendicata” di Francesco Silvani, la cui musica è pronta da quasi un anno.
La Compagnia è mediocre, ma il successo ottimo, tanto che gli impresari sono costretti a prolungare le repliche (in origine, sono previste per il solo settembre, ma continueranno fino alla fine di ottobre).

E’ da tenere presente che la fama di tali rappresentazioni è dovuta molto alla composizione che viene eseguita durante gli intervalli: si tratta del celebre breve Intermezzo Buffo in due atti, “La serva padrona”, composizione allegra, scanzonata, con malizia, che rappresenta situazioni e personaggi caricaturali-realistici, vicini a quelli della tradizionale commedia dell’arte e che – compositivamente – mostra “uno tra i primi esempi della naturale evoluzione del linguaggio musicale barocco precedente”.
Infatti, tale musica – in apparenza, spontanea e fresca – riflette la società napoletana, originata da uno stile popolare, nel quale si intervallano motivi spagnoli e scene comiche, sentimentali ed eroiche.
1752: è importante evidenziare che, nella rappresentazione di Parigi, il grande successo di questo Intermezzo nella ripresa scatena la “Querelle des bouffons”, disputa fra i sostenitori dell’opera tradizionale francese (Jean-Baptiste Lully e Jean-Philippe Rameau) e i sostenitori della Nuova Opera Buffa italiana, fra cui alcuni enciclopedisti (in particolare Jean Jacques Rousseau, pure compositore); disputa che divide la comunità musicale francese e la stessa Corte (la Regina si schiera a fianco degli “italiani”) e che, in due anni, porta a una rapida evoluzione della musica italiana verso modelli più moderni.

 

“Adriano in Siria” e la ripresa di “Lo frate ‘nnamorato” (1734):

1734: per le Celebrazioni del Compleanno della Regina Elisabetta Farnese, gli viene commissionata la nuova opera, “Adriano in Siria” (dramma musicale in tre atti su libretto di Pietro Metastasio) che Pergolesi fa rappresentare al Teatro “San Bartolomeo” con Gaetano Majorano e con abbinamento con l’altro celebre Intermezzo buffo, “Livietta e Tracollo”, diventando più famoso dell’opera principale in cui è inserito.

23 febbraio 1734: sua Nomina a Maestro di Cappella Sostituto dalla «Fedelissima Città di Napoli», posizione importantissima che gli permette di ambire alla successione di Domenico Sarro, l’anziano e stimato Titolare.
E’ importante sapere che la ripresa de “Lo frate ‘nnamorato” ottiene un successo superiore all’allestimento originario e diventa l’attrazione principale del Carnevale napoletano, oltre a dare maggiore notorietà a Pergolesi e alla città di Napoli. 

 

Pergolesi a Roma: “L’Olimpiade” e “Il Flaminio” (1735):

10 maggio 1734: Carlo di Borbone conquista Napoli e, la maggior parte dell’aristocrazia asburgica che appoggia la carriera di Pergolesi, si rifugia a Roma aspettando l’evolversi della situazione.

Gennaio 1735: Pergolesi viene invitato e appoggiato dai suoi mecenati, i Duchi di Maddaloni e la famiglia Colonna, a debuttare a Roma, al Teatro di Tordinona, con “L’Olimpiade”, il suo dramma in tre atti, su soggetto di Metastasio.
Gli impresari si trovano in condizioni finanziarie instabili, per cui l’opera viene rappresentata in modo non conforme al valore musicale, come – ad esempio – la sospensione delle parti corali, e ad assumere cantanti di secondo piano.
Pur verificandosi il parziale insuccesso iniziale, sicuramente, la musica è fra le più ispirate di Pergolesi e < non deve stupire il fatto che sia stata considerata da diversi critici (fra i quali lo scrittore Stendhal) l’intonazione musicale più riuscita del libretto del Metastasio >.

16 maggio 1734: la sua “Messa in Fa per sei voci e coro”, nota come “Missa Romana”, ha la prima esecuzione alla “Chiesa Romana di San Lorenzo in Lucina”, consegue maggior successo e, anche oggi, è una delle sue composizioni sacre più note ed eseguite.

Pergolesi torna a Napoli a causa della disorganizzazione del mondo teatrale romano e dell’acuirsi dei problemi di salute per cui, nell’autunno, al “Teatro Nuovo”, rappresenta “Il Flaminio”, commedia in musica su libretto dell’amico Gennaro Antonio Federico.
Sotto diversi aspetti, è un lavoro maturo ed interessante < esempio: l’utilizzo di diversi registri musicali (a mezzo di stilemi della tradizione folcloristica napoletana); l’evidenza della classe sociale del personaggio, la scelta di scrivere in dialetto le parti del libretto destinate ai personaggi più “popolani” o la caratteristica di affiancare ad arie serie momenti musicalmente più leggeri e addirittura comici >.

Il grande successo che ne consegue fa guadagnare a Pergolesi la commissione di una “Serenata” per le Nozze del Principe Raimondo di San Severo con Carlotta Gaetani dell’Aquila di Aragona.
1 dicembre 1735: è la data fissata per la Celebrazione del Matrimonio, a Torremaggiore, ma la salute di Pergolesi è peggiorata e lo costringe ad interrompere la composizione, musicandone solo una parte che – putroppo – è andata perduta (cosa che si deduce dal ritrovamento del solo libretto).
Secondo quanto è stato tramandato: < L’incedere inesorabile della tubercolosi sul suo fisico lo costrinse a salutare sua zia Cecilia Giorgi, che si era trasferita a Napoli per aiutarlo e a ritirarsi a Pozzuoli, dove si riteneva ci fosse un clima più salubre e poteva contare sull’asilo e l’assistenza medica del locale Convento dei Cappuccini >.

 

Lo Stabat Mater e la morte (1736):

Riguardo allo “Stabat Mater” di Pergolesi, è da ricordare che la sua Musica è sempre stata molto apprezzata, tanto che Johann Sebastian Bach la utilizza come parafrasi (modificando la parte della Viola ed aggiungendovi l’uso di un Coro), nel suo “Tilge, Höchster, meine Sünden (BWV 1083)” che usa come testo una versione tedesca del salmo 51.

Salute malsana di Pergolesi, per tutta la sua breve vita: si pensa anche ad una affezione da spina bifida o da poliomielite: la caricatura di Ghezzi lo raffigura con la gamba sinistra più corta e sottile della destra.

16 marzo 1736: muore di tubercolosi a soli 26 anni, nel Convento dei Cappuccini di Pozzuoli ed è sepolto nella fossa comune della Cattedrale di San Procolo. 

 

Leggenda e fama postuma:

Pergolesi, morto giovanissimo, continua a conquistare la fama appena in cinque anni; fama con parecchi riconoscimenti, quasi unicamente dagli ambienti musicali di Napoli e di Roma.
Lascia musiche memorabili che conquistano poeti ed artisti, i quali – nell’Ottocento – ne interpretano nuovamente la figura in chiave romantica.

Pur essendo deceduto da una quindicina d’anni, già alla metà del Settecento, Pergolesi è notissimo più di quando era in vita: moltissime stampe delle sue musiche cominciano a diffondersi in tutta l’Europa, destando l’interesse di compositori come Johann Sebastian Bach: Bach che scrive sulla musica del celebre “Stabat Mater” il “Salmo 51 (BWV 1083)”, modificandone solamente la coda dell’ “Amen” e influenza parecchi autori minori (esempio: Pietro Chiarini, autore di numerosi lavori che imitano lo stile di arie pergolesiane).

Inoltre, la scarsità di informazioni concrete sulla sua vita e sulle sue opere rappresenta terreno fertile per fare nascere aneddoti fantasiosi di ogni tipo.
Addirittura, sorge il dubbio che la sua fine prematura non sia dovuta a cause naturali, ma all’avvelenamento da parte di musicisti invidiosi della sua dote naturale rilevante.
Gli vengono attribuiti la bellezza apollinea e molti tragici amori.


Attualità della musica di Pergolesi:

La musica di Pergolesi è ancora molto popolare ed eseguita con frequenza nei teatri e nelle sale da concerto, particolarmente lo “Stabat Mater” e il “Salve Regina” (“stabili” del repertorio, soprattutto nel periodo pasquale) di cui non è raro ascoltarne adattamenti o brani all’interno delle colonne sonore di film e spot pubblicitari.

Idem, è regolarmente eseguito nei programmi dei maggiori teatri del Mondo, l’intermezzo buffo “La serva padrona” e, parallelamente al rinnovato interesse del pubblico per la Musica Barocca, è nata una “riscoperta” delle sue composizioni meno celebri, fra le quali è da ricordare la famosa rappresentazione de “Lo frate ‘nnammorato”, rappresentata al Teatro “Alla Scala” di Milano (nel 1989) sotto la Direzione di Riccardo Muti e la regia di Roberto De Simone.

Dal 2001, la “Fondazione Pergolesi-Spontini” di Jesi organizza un “Festival” annuale dedicato alla musica dei due grandi compositori marchigiani e, negli anni passati, è stata allestita la prima rappresentazione di alcune fra le opere più rare del compositore di Jesi, consentendone la registrazione e la pubblicazione discografica e favorendo la riscoperta da parte del grande pubblico.

2010: viene celebrato il Terzo Centenario della nascita di Pergolesi, occasione attraverso la quale i maggiori teatri del Mondo ripropongono “in cartellone” alcune sue composizioni, anche meno celebri.

 

Colonne sonore cinematografiche nelle quali è impiegata musica di Pergolesi:

. Zerkalo – URSS (1975)
. La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia – Italia (1978)
. L’indiscreto fascino del peccato – Spagna (1983)
. Amadeus – USA (1984)
. Jésus de Montréal – Canada, Francia (1989)
. Farinelli – Voce regina – Italia, Belgio, Francia (1994)
. Woyzeck – Ungheria (1994)
. Tom & Viv – Nel bene, nel male, per sempre – Regno Unito (1994)[16]
. L’immagine del desiderio – Spagna (1997)
. Il Senso di Smilla per la neve – Danimarca, Germania, Svezia (1997)
. Chocolat – Francia (2000)
. Octavia – Spagna (2002)
. Dogville – Danimarca/Regno Unito (2003)
. Mindhunter – USA (2019) (episodio 3 – stagione 2)

 

Catalogo delle opere:

< Il presente elenco è tratto dal “Catalogo Caffarelli” del 1941, integrato dai successivi maggiori contributi in campo musicologico.
< Per quanto si sia cercato di compilare un elenco esaustivo e preciso, la materia presenta difficoltà oggettive ed ambiguità nelle fonti che non consentono di considerarlo del tutto affidabile.
< Le opere di cui esiste l’originale autografo sono segnalate con il simbolo (*). 

 

Opere pubblicate in vita:

1729, O salutaris hostia, Inno per tenore e basso continuo.
1731, La fenice sul rogo o vero La Morte di San Giuseppe, Oratorio, per tenore, contralto, 2 soprani e orchestra.
1731, Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di S. Guglielmo Duca d’Aquitania, Dramma sacro. (*)
1731 Questo è il piano – Cantata per contralto.
1732, La Salustia, Opera. (*)
Abbinata all’intermezzo Nerina e Nibbio (del quale si è persa la musica).
1732, Messa in Re (Kyrie e Gloria). (*)
1732, Domine ad adjuvandum me, Mottetto a 5 voci per coro e archi. (*)
1732, Dixit Dominus, Salmo per soprano, 2 cori e orchestra. (*)
1732, Confitebor tibi Domine, Salmo per soprano, contralto, coro e archi.
1732, Lo frate ‘nnamorato, Opera buffa in lingua napoletana. (*)
1733, Il prigionier superbo, Opera. (*)
Abbinata all’intermezzo La serva padrona. (*)
1734, Messa in Fa (Kyrie e Gloria). Nota anche come Missa Romana. (*)
1734, Adriano in Siria, Opera. (*)
Abbinata all’intermezzo Livietta e Tracollo nota anche come La Contadina Astuta o La Finta Polacca. (*)
1735, Il tempo felice, preludio musicale. (*)
1735, Il Flaminio, Opera buffa in lingua napoletana. (*)
1735, L’Olimpiade, Opera. (*)

 

Opere postume:

. Concerto per violino in Si bemolle.
. Dalsigre, ahi mia Dalsigre – Cantata per soprano e archi. (*)
. In coelestibus regnis, Antifona per contralto, archi e basso continuo. (*)
. Laetatus sum, Salmo per soprano e orchestra. (*)
. Laudate pueri Dominum, Salmo per soprano, coro e orchestra. (*)
. Luce degli occhi miei – Cantata per soprano e archi.
. Salve Regina in Do minore, mottetto per soprano, archi e basso continuo. (*)
. Segreto tormento altrimenti noto come Chi non ode e chi non vede – Cantata per soprano. (*)
. Sonata in La per clavicembalo. (*)
. Stabat Mater per soprano, contralto, archi e basso continuo. (*)
. Tu resterai mia cara – Cantata per soprano, contralto e archi. (*)

 

Opere di incerta attribuzione:

. 42 Solfeggi a 2 voci.
. 64 Solfeggi a 3 voci.
. In hoc die quam decora, mottetto per soprano, contralto, tenore, 2 cori e orchestra.
. Le luci vezzose del caro mio bene, aria, inedita.
. Nacqui agli affanni in seno, aria, inedita.
. Miserere II in Do minore.
. Orfeo altrimenti noto come “Nel chiuso centro” – Cantata per soprano e archi. Talvolta attribuita anche a Benedetto Marcello.
. Salve regina in Fa minore, mottetto per contralto, archi e basso continuo.
. Sinfonia (sonata) in Fa per violoncello e basso continuo.
. Sonata in Do per clavicembalo.
. Un caro e dolce sguardo, aria, inedita.
. Concerto per oboe – Trascritto da John Barbirolli. 

 

Opere erroneamente attribuite a Pergolesi:

Includiamo anche un elenco delle più note fra le opere erroneamente attribuite al Pergolesi. Laddove possibile, si è indicato anche l’autore originale.

. Concerti Armonici – Unico Wilhelm Graf van Wassenaer.
. Concertino per archi in Sol – Autore ignoto.
. Concerto per flauto e orchestra in Re – Autore ignoto.
. Concerto per flauto e orchestra in Sol – Autore ignoto.
. Della città vicino – Cantata – Autore ignoto.
. Dorina e Nibbio – Intermezzo – Domenico Sarro.
. Eurillo e Beltrammo – Intermezzo – Domenico Sarro.
. Il Geloso Schernito – Intermezzo – Pietro Chiarini.
. Il Maestro di musica – Intermezzo – Autore ignoto.[17]
. Il finto pazzo – Intermezzo – Pietro Chiarini (Opera pastiche, contiene tre arie tratte da Livietta e Tracollo).
. La Zingara – Intermezzo – Rinaldo di Capua.
. Magnificat – Salmo – Francesco Durante.
. Se tu m’ami – Aria – Alessandro Parisotti.
. Sonate in trio – Domenico Gallo.
. Suite per clavicembalo – Carlo Ignazio Monza.
. Tre giorni son che Nina – Aria – Vincenzo Legrenzio Ciampi.

 

Filmografia:

Pergolesi, film di Guido Brignone del 1932

 

Riconoscimenti:

In onore del musicista l’asteroide 6624 P-L è stato denominato 7622 Pergolesi.


Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

GIAMBATTISTA PERGOLESI:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Giovanni_Battista_Pergolesi.jpg

 

 

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