sabato 25 febbraio 2023

JULES MASSENET

Jules Émile Frédéric Massenet nasce a Montaud (allora, era un piccolo villaggio e ora è parte della città di Saint-Étienne, nella Loira) il 12 maggio 1842 e muore ad Égreville il 13 agosto 1912.

E’ un compositore, pianista e organista francese di epoca romantica, maggiormente conosciuto come autore operistico.

Le sue opere più rappresentate sono: Manon, Werther e Thaïs.
Compone anche oratori, balletti, lavori orchestrali, musica di scena, brani per pianoforte, canzoni e altra musica.

Massenet, giovane scolaro, viene ammesso al Conservatorio di Parigi, la più importante università musicale francese, dove studia con Jane Vieu e sotto l’ammiratissimo Ambroise Thomas.

1863: vince il Primo Premio Musicale francese, ossia l’importante “Prix de Rome”, si cimenta in composizioni di molti generi, ma la rapida notorietà gli viene dalle sue opere.

1867-1912: in questo lasso di quarantacinque anni, scrive più di quaranta opere con vari stili, dall’Opéra-Comique ai Miti Classici, Commedie Romantiche, Drammi Lirici, Oratori, Cantate e Balletti.
Dotato di buon senso, nonostante alcuni errori di calcolo, crea molti successi che lo innalzano al grado di “più importante compositore operistico francese tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo”.

1878-1896: anche Massenet diventa Professore al Conservatorio e insegna Composizione ma si dimette dopo la morte del Direttore, Ambroise Thomas.
Tra i suoi studenti, presenziano Gustave Charpentier, Ernest Chausson, Reynaldo Hahn e Gabriel Pierné.

Molti critici ritengono Massenet, al momento della sua morte, di “vecchio stile e poco avventuroso”, nonostante le sue due opere più famose siano popolari in Francia e all’Estero.
Dopo parecchi anni di “dimenticanza”, le sue opere vengono rivalutate positivamente nella metà del XX secolo e molte vengono rappresentate e incise.
Per la Critica, non è classificato come genio operistico all’altezza di Mozart, Verdi e Wagner, però le sue opere oggi, sono accettate largamente come < prodotti ben realizzati e intelligenti della Belle Époque >.

 

Primi anni:

Jules è il più giovane dei quattro figli di Alexis Massenet e della sua seconda moglie Eléonore-Adelaïde, nata Royer de Marancour.
I figli maggiori sono Julie, Léon ed Edmond.

Massenet padre è un florido commerciante di ferro e sua moglie è una bravissima musicista dilettante che impartisce a Jules le sue prime lezioni di pianoforte.

Inizio 1848: la famiglia si trasferisce a Parigi, e si stabiliscono in un appartamento a Saint-Germain-des-Prés.

1851-1853: Massenet frequenta il “Lycée Saint-Louis” e il “Conservatorio” di Parigi.
1851: pare che Massenet-bambino affronti un’audizione nel mese di ottobre, in presenza di una Giuria composta da Daniel Auber, Fromental Halévy, Ambroise Thomas e Michele Carafa, venendo ammesso subito.
Al Conservatorio, Massenet studia Solfeggio con Augustin Savard e pianoforte con François Laurent.
Inizio 1855: dopo gli studi con risultati modesti, le preoccupazioni familiari provocano l’interruzione della sua formazione.
La salute di Massenet padre è cattiva per cui, su consiglio del medico, con la famiglia, si trasferisce a Chambéry, nel Sud della Francia.

Al suo ritorno da Chambéry, Massenet alloggia a Montmartre, presso conoscenti, e riprende gli studi.
1859: il progresso lo porta a vincere il “Primo Premio per Pianisti del Conservatorio” ma, per mantenersi, Massenet inizia a dare lezioni private di Pianoforte e a suonare come Percussionista in orchestre di teatro.
Il suo lavoro nella buca dell’orchestra lo impratichisce delle opere di Gounod e di altri compositori, classici e contemporanei.
Molti studenti del Conservatorio intraprendono la carriera importante tradizionale di Organisti di Chiesa, per cui Massenet si iscrive alle lezioni di Organo, ma con poco successo; quindi, abbandona tale strumento.
Ottiene lavoro come Pianista Accompagnatore e, in questo periodo, incontra Wagner che, con Berlioz, è l’altro suo eroe musicale.

1861: per la prima volta, la musica di Massenet è pubblicata; si tratta della “Grande Fantasie de Concert sur le Pardon de Ploërmel” di Meyerbeer, lavoro virtuosistico per pianoforte in nove parti.
Dopo il Diploma al Corso di Composizione con Ambroise Thomas, Massenet viene iscritto per il massimo onore musicale del Conservatorio, al “Prix de Rome” con vincitori, prima di lui, Berlioz, Thomas, Gounod e Bizet.
Berlioz e Thomas sono nella Giuria del Concorso del 1863.
Dopo l’esecuzione di tutte le composizioni, Massenet si trova di fronte ai giudici, per cui ricorda che:
«Ambroise Thomas, il mio amato Maestro, venne verso di me e disse: “Abbraccia Berlioz, gli devi molto per il tuo premio”. “Il premio”, ho gridato, sconcertato, il mio viso splendente di gioia. “Ho il premio!!!” Mi sono commosso profondamente e ho abbracciato Berlioz, poi il mio Maestro e infine il Monsieur Auber. Il signor Auber mi ha confortato. Avevo bisogno di conforto? Poi disse a Berlioz indicandomi: “Andrà lontano, il giovane birbante, quando avrà meno mestiere!»

Il Premio lo conduce ad un periodo di studio triennale finanziato bene, di cui due terzi vengono spesi all’ “Académie de France à Rome”, con sede a Villa Medici, Académie con prevalenza di pittori.
Massenet trascorre un bel periodo e, lì, stringe amicizie durature anche con lo scultore Alexandre Falguière e il pittore Carolus-Duran e, comunque, trae il beneficio musicale prevalentemente come autodidatta.
Assorbe la musica al “San Pietro” e studia in modo ravvicinato le opere dei grandi Maestri tedeschi, da Händel e Bach ai compositori dell’epoca.

A Roma Massenet incontra Franz Liszt e, su sua richiesta, impartisce Lezioni di Pianoforte a Louise-Constance “Ninon” de Gressy, la figlia di uno dei ricchi mecenati di Liszt.
Massenet e Ninon si innamorano, ma non si possono sposare visto che il musicista dispone di mezzi modesti. 

Primi lavori:

1866: Massenet torna a Parigi, dove vive insegnando Pianoforte e pubblicando Canzoni, Brani per Pianoforte e Suites orchestrali (il tutto nello stile popolare dell’epoca).

A volte, l’ “Opéra-Comique” di Parigi invita i vincitori del “Prix de Rome” a comporre un’opera da rappresentare in tale Teatro.
Massenet viene incoraggiato da Thomas a scrivere un’opéra comique in un atto, “La grand’tante”: verrà rappresentata nell’aprile 1867 e, in quel periodo compone anche un “Requiem”, purtroppo andato perduto.

Ottobre 1866: Massenet e Ninon si sposano e, nel 1868, nasce la loro unica figlia, Juliette.

1868: incontra Georges Hartmann.
Hartmann diventerà il suo editore e, per venticinque anni, è il suo consigliere, oltre a valersi dei contatti giornalistici molto valili per promuovere la fama del suo beniamino.

1870-71: La Guerra Franco-Prussiana interrompe, seppur brevemente, la vita musicale di Massenet, in quanto presta servizio come Volontario alla Guardia Nazionale insieme all’amico Bizet.
Per lui, la guerra è “assolutamente terribile”, tanto da riuscire psicologicamente a scriverne nelle sue memorie.
Lui e la famiglia restano intrappolati nell’ “Assedio di Parigi” ma ce la fanno a scappare prima che inizi la “Comune” (sempre, di Parigi); la famiglia, per alcuni mesi, vive a Bayonne, nel Sud-Ovest della Francia.

Dopo il ritorno alla normalità, Massenet torna a Parigi dove completa la sua prima opera teatrale su larga scala, un’ “opéra comique” in quattro atti, “Don César de Bazan”, rappresentata a Parigi nel 1872, sortendo un fiasco.

1873: ottiene successo con le sue musiche di scena per la tragedia di “Leconte de Lisle Les Érinnyes” e con l’oratorio drammatico, “Marie-Magdeleine”, entrambi eseguiti al “Théâtre de l’Odéon”.
La sua fama di compositore sta crescendo, però la maggior parte delle sue entrate le guadagna tenendo lezioni per sei ore al giorno.

Musicista fecondo, per tutta la vita compone dalle quattro del mattino fino a mezzogiorno, lavorando in modo spedito, revisionando raramente (solo per “Le Roi de Lahore”, gli necessitano diversi anni per completarla con sua soddisfazione, nel 1877).
Si tratta di una delle prime opere nuove rappresentate al “Palais Garnier”, inaugurato due anni prima e il suo argomento è preso dal “Mahābhārata”: ottiene successo e viene presto rappresentata nei teatri d’opera di otto città italiane.
Inoltre, viene eseguita al “Teatro dell’Opera” di Budapest, all’ “Opera di Stato” della Baviera, alla “Semperoper” di Dresda, al “Teatro Real” di Madrid e alla “Royal Opera House Covent Garden” di Londra.
Dopo la prima esecuzione al “Covent Garden”, “The Times” < riassunse il pezzo in un modo che sarebbe stato in futuro frequentemente applicato alle opere del compositore: “L’opera di M. Massenet, sebbene non sia un’opera geniale, è un lavoro con pregi superiori a quelli comuni e contiene tutti gli elementi di successo, almeno temporaneo” >. 

In questo periodo, la carriera di Massenet va a gonfie vele:

. 1876: sua Nomina a “Cavaliere della Legion d’Onore”.

. 1878: sua Nomina a Professore di Contrappunto, Fuga e Composizione al Conservatorio sotto Thomas, ora, Direttore.

. 1878: sua Elezione all’ “Institut de France”, un onore importantissimo, insolito per un uomo di trent’anni.
Camille Saint-Saëns, battuto da Massenet nelle elezioni per il posto libero, è risentito dall’essere superato da un compositore più giovane e, subito dopo l’annuncio del risultato delle elezioni, Massenet gli spedisce un garbato telegramma: “Mio caro collega: l’Istituto ha appena commesso una grande ingiustizia”.
Saint-Saëns, di rimando: “Sono pienamente d’accordo.”
Tre anni dopo, viene eletto, ma i rapporti con Massenet restano freddi.

Massenet, insegnante popolare e rispettato, al “Conservatorio”, ha allievi come Bruneau, Charpentier, Chausson, Hahn, Leroux, Luis Sambucetti, Pierné, Rabaud e Vidal, ma non Debussy: cura sempre il modo con cui tira fuori le idee dei suoi allievi, senza mai imporre le proprie.   

 

Successi e fallimenti in campo operistico, 1879–96:

1879: Auguste Vaucorbeil, direttore dell’Opéra National de Paris”, rifiuta di fare rappresentare la nuova opera di Massenet, “Hérodiade”, perché il libretto gli sembra improprio o inadeguato.
Édouard-Fortuné Calabresi, Direttore Congiunto del “Théâtre de la Monnaie”, Bruxelles, propone subito di rappresentare l’opera che, lussuosamente messa in scena, nel dicembre 1881, vede la sua “prima”.
Viene ripetuta per cinquantacinque volte a Bruxelles e, dopo due mesi, ha la sua “prima” italiana a “La Scala” di Milano.
Febbraio 1884: l’opera raggiunge Parigi, dove Massenet si è affermato come il Principale Compositore d’Opera francese della sua generazione.

Gennaio 1884: “Manon” viene presentata per la prima volta all’ “Opéra-Comique” e ottiene un successo grandissimo, tanto da guadagnare produzioni nei maggiori teatri d’opera in Europa e negli Stati Uniti.
Con “Faust” di Gounod e “Carmen” di Bizet, diventa (e rimane) uno dei fulcri del repertorio operistico francese.

1885: “Le Cid” segna il suo ritorno all’ “Opéra”.
< Il corrispondente parigino del New York Times scrisse che con questa nuova opera Massenet “si è decisamente dichiarato un melodista di indubbia coerenza e di notevole ispirazione” >.

1887: conosce il soprano americano Sybil Sanderson.
Per lei, Massenet prova sentimenti appassionati che, però, restano platonici, nonostante tutti, a Parigi, credano che sia la sua amante, dal momento che le caricature da parte dei giornali accennano alla cosa con sottigliezza.
Per lei, il compositore rivede “Manon” e scrive “Esclarmonde” (1889); quest’ultima opera è un successo, seguita da “Le mage” (1891) che, purtroppo, fallisce.
“Amadis”: non viene completata e, solamente nel 1892, il musicista recupera la sua precedente forma di successo.

Dopo questi due trionfi, a Massenet, toccano fortune alterne.
“Werther”: a quest’opera, lavora per vari anni, a periodi alterni; opera che viene respinta dall’ “Opéra-Comique” perché troppo cupa.
Febbraio 1892: anteprima di “Werther” quando il Teatro”Hofoper” di Vienna chiede una nuova opera, dopo l’accoglienza entusiasta della “prima” austriaca di “Manon”.
“Werther”; secondo alcuni scrittori, è il capolavoro del compositore che, però, non viene subito rappresentato con lo stesso entusiasmo di “Manon”.
Gennaio 1893: la prima rappresentazione, a Parigi, avviene attraverso la Compagnia dell’ “Opéra-Comique”, al “Théâtre Lyrique”, a cui seguono spettacoli negli Stati Uniti, in Italia e in Gran Bretagna; risposte deboli di pubblico.
1903: solamente attraverso il revival dell’ “Opéra-Comique”, l’opera diventerà una delle preferite.

1896: a Parigi, all’ “Opéra-Comique”, Massenet consegue un modesto successo con “Le portrait de Manon”, opera in un atto mentre, a Londra, al “Covent Garden”, ne riceve uno molto più grande attraverso “La Navarraise”.
Secondo “The Times”, in questo pezzo musicale, Massenet adotta lo stile verista di opere come “Cavalleria rusticana” di Mascagni, ottenendo grande effetto, tanto che il pubblico chiede a gran voce che Massenet accolga gli applausi che, sempre da uomo timido, non accetta neppure una sola chiamata alla ribalta.

16 marzo 1894: all’ “Opéra National de Paris”, l’opera-comédie lyrique “Thaïs”, composta per Sanderson, ottiene un successo discreto.

 

Ultimi anni, 1896–1912:

Febbraio 1896: il posto di Direttore del Conservatorio si libera a causa della morte di Ambroise Thomas.
6 maggio 1896: il Governo Francese comunica che Massenet ha rifiutato l’offerta di subentrare in tale posto.
7 maggio 1896: viene comunicato che Théodore Dubois, un altro membro della Facoltà, è nominato Direttore e che Massenet si è dimesso da Professore di Composizione.
1910: a proposito di tali cose, Massenet scrive che è rimasto in carica come Professore per lealtà verso Thomas e che desiderava lasciare tutto il lavoro accademico relativo alla Composizione; dichiarazione ripetuta dai suoi biografi Hugh Macdonald e Demar Irvine.
Comunque, come Professore, il suo successore è Gabriel Fauré, che dubita dei meriti di Massenet, giudicando il suo stile popolare “basato su una visione dell’arte generalmente cinica”.

Con “Grisélidis” e “Cendrillon”, terminate e in attesa di esecuzione, Massenet inizia “Sapho”, pièce lyrique tratta da un romanzo di Alphonse Daudet imperniato sull’amore di un giovane puro di campagna per una parigina mondana.

27 novembre 1897: “Sapho” viene rappresentata all’ “Opéra-Comique” e ottiene un grande successo, pur venendo sempre ignorata dopo la morte del musicista.

24 maggio 1899: viene rappresentata “Cendrillon”, la versione della storia di Cenerentola, che è ben accolta. 

Ultimi anni di Massenet:

Secondo il commento di Macdonald, il musicista, all’inizio del 1900, ha le sue opere inserite in ogni Stagione dell’ “Opéra” e dell’ “Opéra-Comique”, oltre ad averle nei Teatri d’Opera di tutto il Mondo.

1900-1912: conduce una vita lavortiva stabile e, generalmente, di successo.
1905: le sue memorie provano che rifiuta una seconda offerta inerente la Direzione del Conservatorio.
Le sue principali preoccupazioni sono la composizione, la sua vita familiare a Parigi, in Rue de Vaugirard, e nella sua casa di campagna ad Égreville.
Non ha simpatia per la società parigina ed evita molto le luci dello spettacolo che, ad una certa età, preferisce evitare durante le serate delle “prime” delle sue opere.
Di se stesso, dice che è “un uomo da caminetto, un artista borghese”.

Biograficamente, il particolare degno di nota dei suoi ultimi anni, riguarda la sua seconda amicizia amorosa con Lucy Arbell, che interpreta i ruoli di protagonista delle sue ultime opere.
Secondo Milnes, la Arbell è una “cercatrice d’oro” che, chiaramente, sfrutta l’affetto sincero di Massenet, provocando alla moglie una certa angoscia e che, ipocritamente, pone a dura prova la devozione di Massenet (o infatuazione, così definita da Milnes).
Dopo la morte del musicista, la Arbell persegue la sua vedova e gli editori attraverso i tribunali, per assicurarsi il monopolio dei ruoli principali in molte delle sue ultime opere.

1903: il “Concerto per Pianoforte” è l’unica “uscita” di Massenet, sul quale aveva cominciato a lavorare ancora studente; lavoro che viene eseguito da Louis Diémer al Conservatorio, ma che desta poco effetto rispetto alle sue opere.

1905: Massenet compone “Chérubin”, una commedia leggera riguardante la carriera finale del paggetto Cherubino, pazzo di sesso, da “Le nozze di Figaro” di Mozart.

Due opere serie, “Ariane” (in base alla leggenda greca di Teseo e Arianna), e “Thérèse” (un dramma conciso e ambientato durante la Rivoluzione Francese).

1910: “Don Quichotte” è il suo ultimo grande successo e “L’Étoile” lo definisce “una serata molto parigina e, naturalmente, un trionfo molto parigino”.

La sua creatività sembra che stia declinando ma, nei suoi ultimi anni di vita, Massenet scrive altre quattro opere: “Bacchus”, “Roma”, “Panurge” e “Cléopâtre”.
E’ stato riportato: < Le ultime due, come “Amadis”, che non era riuscito a finire negli anni ’90, furono presentate in anteprima dopo la morte del compositore e poi caddero nell’oblio >.

Agosto 1912: dalla sua casa di Égreville, Massenet va a Parigi dal suo medico perché soffre di cancro addominale da alcuni mesi, pur non sembrando, i sintomi, pericolosi per la sua vita ma, in pochi giorni, le sue condizioni peggiorano severamente.
La moglie e la famiglia si precipitano a Parigi e sono con lui quando muore, all’età di settant’anni.
Rispettando la sua volontà, il suo funerale è senza musica e viene tenuto privatamente a Égreville, nel cui cimitero è sepolto. 

Musica:

Secondo Hugh Macdonald, il suo biografo, Massenet rimarrebbe influenzato da Gounod e Thomas, Meyerbeer e Berlioz: importanti per il suo stile.
Dai musicisti non francesi, assorbe alcuni elementi; da Verdi, forse da Mascagni e, soprattutto, da Wagner: < sotto l’ “incantesimo” di quest’ultimo non cade, ma da lui trae una ricchezza di orchestrazione e una scorrevolezza nel trattamento dei temi musicali >.

La maggior parte della musica di Massenet è morbida e delicata.
Il pubblico parigino di Massenet è molto attratto dall’ “esotico” nella Musica e il musicista evoca luoghi remoti o tempi lontani che vengono elencati da Macdonald: Antico Egitto, Mitica Grecia, Biblica Galilea, Spagna Rinascimentale, India e Parigi della Rivoluzione.
Inoltre, sono importanti l’esperienza pratica del giovane Massenet nelle fosse orchestrali e la sua formazione attentissima al Conservatorio: cose che lo rendono in grado di concretizzare tali effetti senza ricorrere molto a strumenti inusuali.
Massenet comprende le capacità dei suoi cantanti e, con rispetto, compone per le loro voci. 

Opere:

La produzione di Massenet tocca diversi sottogeneri dell’Opera: Operetta (“L’adorable Bel’-Boul” e “L’écureuil du déshonneur”), Opéra-Comique “Manon”, “Grand Opéra”; elementi della “Grand Opéra tradizionale” presenziano in opere successive come “Le mage” e “Hérodiade”.
< Le opere di Massenet consistono di qualsiasi cosa, da uno a cinque atti, e sebbene molte di esse siano descritte nei frontespizi delle loro partiture come “opéra” o “opéra comique”, altre hanno descrizioni accuratamente sfumate come “comédie chantée”, “comédie lyrique”, “comédie-héroïque”, “conte de fées”, “drame passionnel”, “haulte farce musicale”, “opéra légendaire”, “opéra romanesque” e “opéra tragique” >.
Secondo “Operabase” l’analisi delle produzioni in tutto il Mondo, nel 2012-2013, mostra Massenet come il ventesimo più popolare di tutti i compositori d’Opera e il quarto francese più popolare, dopo Bizet, Offenbach e Gounod.
Le sue opere più rappresentate nel periodo sono: “Werther” (63 produzioni in tutti i paesi), “Manon” (47), “Don Quichotte” (22), “Thaïs” (21), “Cendrillon” (17), “La Navarraise” (4) , “Cléopâtre” (3), “Thérèse” (2), “Le Cid” (2), “Hérodiade” (2), “Esclarmonde” (2), “Chérubin” (2) e “Le mage” (1).

 

Incisioni:

Riportando:
< L’unica registrazione nota fatta da Massenet è un estratto da Sapho, “Pendant un an je fus ta femme”, in cui suona un accompagnamento al pianoforte per il soprano Georgette Leblanc. Fu registrato nel 1903 e non era destinato alla pubblicazione. Fu pubblicato su compact disc (2008), insieme a registrazioni contemporanee di Grieg, Saint-Saëns, Debussy e altri >.

< Negli ultimi anni di Massenet, e nel decennio successivo alla sua morte, furono registrate molte delle sue canzoni ed estratti d’opera. Alcuni degli artisti erano i creatori originali dei ruoli, come Ernest van Dyck (“Werther”), Emma Calvé (“Sapho”), Hector Dufranne (“Grisélidis”) e Vanni Marcoux (“Panurge”).
Le registrazioni francesi complete di “Manon” e “Werther”, dirette da Élie Cohen, furono pubblicate nel 1932 e 1933 e sono state ripubblicate su CD.
Il critico Alan Blyth commenta che incarnano lo stile originale e intimo dell’Opéra-Comique nell’esecuzione di Massenet >.

< Delle opere di Massenet, le due più note, Manon e Werther, sono state registrate molte volte e molte altre registrazioni sono state eseguite in studio o dal vivo, tra cui Cendrillon, Le Cid, Don Quichotte, Esclarmonde, Hérodiade, Le jongleur de Notre -Dame, Le mage, La Navarraise e Thaïs. Tra i direttori di questi dischi figurano Sir Thomas Beecham, Richard Bonynge, Riccardo Chailly, Sir Colin Davis, Patrick Fournillier, Sir Charles Mackerras, Pierre Monteux, Sir Antonio Pappano e Michel Plasson. Tra i soprano e i mezzosoprano ci sono Dame Janet Baker, Victoria de los Ángeles, Natalie Dessay, Renée Fleming, Angela Gheorghiu e Dame Joan Sutherland. Gli uomini di spicco nelle incisioni delle opere di Massenet comprendono Roberto Alagna, Gabriel Bacquier, Plácido Domingo, Thomas Hampson, Jonas Kaufmann, José van Dam, Alain Vanzo e Rolando Villazón >.

Oltre alle opere sono state pubblicate registrazioni di numerose opere orchestrali, tra cui il balletto “Le carillon”, il “Concerto per pianoforte in mi bemolle”, la “Fantaisie per violoncello” e < Orchestra e Suite orchestrali. Molte mélodies singole di Massenet sono state incluse in recital misti su disco durante il XX secolo e da allora altre sono state incise su disco, incluso, per la prima volta, un CD nel 2012, esclusivamente dedicato alle sue canzoni per soprano e pianoforte >.

 

Curiosità:

La sigla di “RAI Notte”(lo spazio notturno della RAI), è musicata da un breve spezzone del brano “Meditazione” dall’opera “Thaïs”. 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

Jules Massenet:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Massenet.jpg

 

MANON, “O DOLCE INCANTO” (“IL SOGNO”) canta il tenore ventitrenne GIUSEPPE DI STEFANO:

 

THAЇS, “MEDITAZIONE”:

 

 

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