mercoledì 27 luglio 2022

LUDWIG VAN BEETHOVEN (PARTE SECONDA)

SECONDA PARTE 


I mecenati di Beethoven: 

Fra i mecenati di Beethoven, Christian Gottlob Neefe lo avvia al basso continuo e gli impartisce lezioni di composizione per incoraggiarlo; Franz Gerhard Wegeler (medico e amico d'infanzia di Beethoven) lo cita nelle sue memorie; l'Arciduca Maximilian Franz d'Asburgo è il suo vero primo mecenate,    


Hélène von Breuning è la vedova di un consigliere di corte e cerca un insegnante di pianoforte per i propri figli. 

L'amico Franz Gerhard Wegeler racconta: "Ludwig, abbastanza spesso stravagante e scontroso, viene trattato come un componente della famiglia, si trova perfettamente a proprio agio e si muove con disinvoltura in questo ambiente intellettuale, fine e cordiale, dove si discute di arte e letteratura e dove la sua personalità ha modo di svilupparsi con pienezza". 

 

Il mecenatismo del Conte Ferdinand Waldstein e l'incontro con Haydn:

La madre di Beethoven muore di tubercolosi il 17 luglio 1787; la sorellina di appena un anno la segue in settembre; idem, suo padre, devastato dall'alcoolismo, posto in pensione nel 1789, è incapace di garantire la sussistenza della famiglia. 

Per cui, Beethoven si  assume il ruolo di capo-famiglia a tutela dei fratelli Kaspar e Nikolaus. 

Già dalla metà del 1789, per mantenere la famiglia, lavora come violista nelle orchestre  del teatro e della Cappella di Bonn, strumento conservato presso la "Beethoven-Haus" (per la precisione, la casa natale di Beethoven, oggi  è il "Museo Beethoven-Haus" ed è a Bonn, in Bonngasse 20).   


13 ottobre 1792: dopo anni dolorosi, Waldstein contatta Beethoven per mezzo di una lettera: «Ricevete dalle mani di Haydn lo spirito di Mozart».

«Caro Beethoven, Ella parte finalmente per Vienna per soddisfare un desiderio a lungo vagheggiato. Il genio di Mozart è ancora in lutto e piange la morte del suo pupillo. Presso il fecondissimo Haydn ha trovato rifugio, ma non occupazione; e per mezzo suo desidererebbe incarnarsi di nuovo in qualcuno. Sia Lei a ricevere, in grazia di un lavoro ininterrotto, lo spirito di Mozart dalle mani di Haydn.» 

Haydn lo invita a Vienna per proseguire gli studi sotto la sua direzione e Beethoven, nononostante le condizioni sempre più precarie della famiglia, coscientissimo di ciò che rappresenta l'insegnamento da parte del famoso musicista, accetta. 

Beethoven è suo allievo dal 1792 al 1794 e, pur essendo i loro rapporti tesi, a volte, nutrono una grande stima reciproca e, comunque, Haydn esercita un'influenza profonda e duratura sulla musica di Beethoven, che più tardi riconosce tutto ciò che deve al suo insegnante. 


1792–1802, da Vienna a Heiligenstadt:

Gennaio 1794: Haydn parte nuovamente per Londra e Beethoven prosegue sporadicamente gli studi  fino all'inizio del 1795 con altri professori: Johann Schenk, Johann Georg Albrechtsberger e Antonio Salieri. 

Conosce anche un altro allievo, Antonio Casimir Cartellieri, con il quale ha rapporti di amicizia che dureranno fino alla sua morte (avvenuta nel 1807). 

Dopo il suo apprendistato, Beethoven si stabilìisce definitivamente a Vienna. 


18 dicembre 1792: poco dopo il suo arrivo a Vienna, il padre muore per cirrosi epatica e la notizia arriva seguita da quella della fuga improvvisa del Principe Elettore da Bonn, conquistata dall'esercito francese (cosa che gli fa perdere sia la pensione del padre, sia lo stipendio di organista).

Ma le lettere di presentazione di Waldstein e il suo talento di pianista lo hanno fatto conoscere e apprezzare alle personalità dell'aristocrazia viennese, appassionata di opera lirica. 


Beethoven scopre la sordità:


Lettera di Beethoven all'amico Krumpholz, 1802:  

6 ottobre 1802: sua sordità iniziale, per cui esprime la sua disperazione e la sua volontà di continuare nel "Testamento di Heiligenstadt".   

«Sono poco soddisfatto dei miei lavori scritti sino ad oggi. Da oggi, voglio aprire un nuovo cammino.» 


1796: tale anno segna una svolta nella vita di Beethoven che comincia a rendersi conto   della sordità (per cui tenta di arginare il peggioramento con delle cure) che, gradualmente,  diventa totale prima del 1820. 

Riportando quanto scritto al riguardo: "La causa della sordità di Beethoven è rimasta sconosciuta; le ipotesi di una labirintite cronica, di una otospongiosi e della malattia ossea di Paget sono state ampiamente discusse ma nessuna è stata mai confermata. 

In anni recenti è stata avanzata l'ipotesi che Beethoven soffrisse di avvelenamento da piombo cronico. 

Beethoven si isola per non rivelare in pubblico la sua realtà vissuta in maniera drammatica e si crea, così, una triste reputazione di misantropo, della quale soffre, chiudendosi in rassegnato silenzio fino al termine della sua vita. 

Consapevole che quest'infermità distruggerebbe definitivamente la sua carriera pubblica di pianista virtuoso (quale fino ad allora si è dimostrato), ammette di aver meditato anche il suicidio, dopodiché si slancia nuovmente alla composizione, tentando di sfuggire ai mali che tormentano la sua anima. 


Beethoven, 6 ottobre 1802, in una lettera indirizzata ai fratelli esprime tutta la sua tristezza e la fede nella sua arte (testamento di Heiligenstadt): 

«O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me! Non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un'apparenza:  pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, che medici incompetenti hanno peggiorato. Di anno in anno, deluso dalla speranza di un miglioramento ho dovuto isolarmi presto e vivere solitario, lontano dal mondo: se leggete questo un giorno, allora pensate che non siete stati giusti con me, e che l'infelice si consola trovando qualcuno che gli somiglia e che, nonostante tutti gli ostacoli della natura, ha fatto di tutto per essere ammesso nel novero degli artisti e degli uomini di valore.»  


Questo è periodo di attività compositiva prolifica, nonostante il pessimismo: dopo la sonata per violino n. 5  ("La primavera") e la sonata per pianoforte n. 14 ("Al chiaro di luna"), durante un periodo di crisi spirituale e umana compone la gaia seconda sinfonia (1801-1802) e il più scuro concerto per pianoforte n. 3. 

5 aprile 1803: queste due ultime composizioni sono accolte molto favorevolmente.


Battuto al computer da Lauretta 


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