mercoledì 27 luglio 2022

LUDWIG VAN BEETHOVEN (PARTE QUARTA)

QUARTA PARTE 


La maturità artistica:


1812: Così, Goethe giudica Beethoven:

«Non avevo mai incontrato un artista così fortemente concentrato, così energico, così interiore. Il suo ingegno mi ha stupefatto; ma egli è purtroppo una personalità del tutto sfrenata che, se non ha certamente torto nel trovare detestabile il mondo, non si rende così più gradevole a sé e agli altri. Malauguratamente, è una personalità fortemente indotta.»

1808: Beethoven riceve da Girolamo Bonaparte, Re di Westfalia e fratello di  Napoleone,  la proposta per un impiego di Kapellmeister (Maestro di Cappella), presso la corte di Kassel. 

Sembra che Beethoven accetti tale incarico importantissimo, ma l'Arciduca Rodolfo, il principe Kinsky e il principe Lobkowitz gli garantiscono, se rimane a Vienna, un vitalizio di quattromila fiorini annui, una somma notevole per il tempo, per cui il musicista accetta e spera di ripararsi finalmente dalle necessità, ma la guerra tra Francia e Austria della primavera del 1809 costringe la famiglia imperiale a lasciare Vienna occupata e a provocare la grave crisi economica austriaca dopo Wagram. Inoltre, il trattato di Schönbrunn - obbligato da Napoleone - rovina Beethoven.  

Episodi che segnano la sua vita, episodi a cui non si arrende perché continua a produrre:   "Concerto per pianoforte n. 5",  "Musiche di scena per la tragedia <Egmont> di Goethe", "Quartetto d'archi n. 10 (o delle Arpe)". 

A causa dell'improvvisa partenza dell'Arciduca Rodolfo (suo allievo e amico), Beethoven compone la "Sonata per pianoforte n. 26", detta «Les adieux» in tre movimenti programmatici (l'Addio, la Lontananza, il Ritorno). 

1811-1812: Beethoven raggiunge la vetta della sua creatività. 

Il "Trio per pianoforte n. 7" (All'Arciduca) e la "Settima Sinfonia" confermano l'apice del periodo «eroico».


1813–1817: Gli anni oscuri di Beethoven 


L'amata immortale

Lettera di Beethoven a Josephine von Brunswick, 1805: 

«Non è l'attrazione dell'altro sesso che mi attira in lei, no, soltanto lei, tutta la sua persona con tutte le sue qualità hanno incatenato il mio rispetto, i miei sentimenti tutti, la mia sensibilità intera. Quando mi accostai a lei, mi ero formato la ferma decisione di non lasciar germogliare neanche una scintilla d'amore. Ma lei mi ha sopraffatto ...  mi lasci sperare che il suo cuore batterà a lungo per me. Di battere per lei, amata J., questo mio cuore non cesserà se non quando non batterà più del tutto.»


Beethoven ha  lievi relazioni con parecchie donne, solitamente sposate, ma non conosce mai quella felicità coniugale a cui aspira e di cui celebra nell'opera "Fidelio". 

Maggio 1799: Beethoven è insegnante di pianoforte di due figlie della contessa Anna von Seeberg (vedova Brunswick): Therese o Thesi (ventiquattrenne) e Josephine o Pepi (ventenne), oltre che della loro cugina sedicenne Giulietta Guicciardi (1784-1856), a cui dedica la "Sonata per pianoforte n. 14 detta <Al chiaro di luna>" che si fidanzerà, poi, con il conte Wenzel Robert von Gallenberg e che sposerà il 30 ottobre 1803 ma, che con le altre due, ha tenuto una relazione con Beethoven. 


Relazione più breve è con la Contessa Anna Maria von Erdödy, rimasta paralizzata a causa della perdita del figlio, ma rimasta sua confidente intima e nel 1808, Beethoven vive in casa sua per qualche tempo e partecipa alla ricerca di ricchi mecenati per suo conto (le dedica le due sonate per violoncello n. 4 e 5), la cantante lirica berlinese Amalie Sebald (incontrata a Teplitz), la Contessa Almerie Ersterhazy. 

Nel 1810, con Thérese Malfatti (1792 – 1851), ispiratrice della celeberrima bagatella per pianoforte "Per Elisa", Beethoven progetta un matrimonio che non andrà in porto, cosa che gli provocherà una delusione profonda.

Un evento importante è la stesura della celeberrima "Lettera all'Amata Immortale", scritta in tre riprese a Teplitz tra il 6 e il 7 luglio 1812, la cui destinataria forse resterà per sempre sconosciuta, anche se Josephine von Brunswick e Antonia Brentano Birkenstock sembrano le più accreditate.    


L'incidente di Teplitz: 

Luglio 1812: mentre è a Teplitz-Karlsbad per cure termali, stende la famosa ed enigmatica "Lettera all'Amata Immortale"; qui,  accade l'incontro inutile con Goethe a mezzo di Bettina Brentano von Arnim. 

Durante questo incontro, al contrario di Goethe, Beethoven rifiuta l'inchino alla famiglia imperiale, provocando il biasimo dei passanti.

Da qui, inizia un lungo periodo con la caduta dell'ispirazione, legato a molti eventi drammatici che  supera in totale solitudine, in quanto tutti i suoi amici restano a Vienna  dalla guerra del 1809.

1814: si tiene il Congresso di Vienna e Beethoven è esaltato come "Musicista Nazionale" a seguito dell'accettazione favorevole da parte del pubblico verso la "Settima Sinfonia",  verso  "La vittoria di Wellington" (dicembre 1813) e verso la trionfale riproposta di "Fidelio" (maggio 1814: versione definitiva). 

Beethoven è cosciente che la sua fama è sempre maggiore e che  le preferenze musicali di Vienna si stanno modificando: infatti, il pubblico di là è sempre più attirato dalla spensieratezza della musica di Gioachino Rossini. 


Oltre a trovarsi in una situazione difficile visto lo spirito della restaurazione di Metternich e visto che la Polizia viennese da tempo è al corrente delle convinzioni democratiche e liberali dello stesso Beethoven. 

1815: muore suo fratello Kaspar Karl, all'epoca Cassiere alla Banca Nazionale di Vienna.

Beethoven, avendo promesso di seguire l'istruzione di Karl, figlio del fratello deceduto, è obbligato a fronteggiare una serie interminabile di processi contro la vedova – Johanna Reis, figlia di un tappezziere, pare di moralità discutibile  – riuscendo a guadagnare la tutela esclusiva per merito della sentenza del tribunale dell'8 aprile 1820. 

Beethoven prova attaccamento e buona volontà verso il nipote che, per lui, sarà sempre un problema tormentoso. 

L'altro fratello, l'insopportabie Nikolaus Johann, farmacista a Linz, sposerà Therese Obermayer, la figlia di un fornaio, dopo una lunga convivenza .

Anni difficili, in cui la sordità diventa totale; anni in cui  Beethoven produce alcuni capolavori: le due "Sonate per violoncello" (n. 4 e 5) dedicate alla confidente Maria von Erdödy (1815), la "Sonata per pianoforte n. 28" (1816) e il ciclo colmo di Lieder "An die ferne Geliebte", (1815-1816), tratto dai poemi di Alois Jeitteles. 

Tra il 1816  il 1817: la situazione finanziaria è preoccupante, Beethoven si  ammala gravemente, la sordità peggiora e pare che mediti il suicidio (cosa che decide di non fare e  reagisce facendo musica, iniziando il suo ultimo periodo creativo). 


Battuto al computer da Lauretta 



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