giovedì 2 marzo 2023

WOLFGANG AMADEUS MOZART

Wolfgang Amadeus Mozart (al battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus) nasce a Salisburgo il 27 gennaio 1756 e muore a Vienna il 5 dicembre 1791, alle ore 0,55.

E’ un compositore austriaco.

È considerato uno dei massimi geni della storia musicale, uno dei compositori più produttivi, poliedrici e importanti di ogni epoca.

Fra i musicisti più influenti, è il primo ad intraprendere una carriera da libero professionista, contemporaneamente ai suoi impegni come “Hofkomponist” (“Compositore di Corte”) alla Corte Imperiale Viennese.

Secondo Franz Joseph Haydn, “i posteri non avrebbero visto un talento paragonabile per i successivi 100 anni”.

Il piccolo Mozart è un talento precoce e raro: all’età di cinque anni, inizia a comporre.
Muore a trentacinque anni e le sue composizioni influenzeranno grandemente tutti i maggiori generi musicali del suo tempo (Musica Sinfonica, Sacra, da Camera e Operistica), al punto tale che il “Grove Dictionary” lo definisce come “Il Compositore più Universale nella Storia della Musica Occidentale”.
Fra i numerosi compositori influenzati profondamente dalla musica mozartiana, ricordiamo Ludwig Van Beethoven.
Infatti, viene ricordato fra i massimi esponenti del Classicismo Musicale del ‘700 con Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven, costituendo la “Triade” che, secondo alcuni autori, nascerebbe come “Prima Scuola di Vienna”. 


Particolari interessanti del nome di Mozart:

Il vero nome di Battesimo di Mozart è “Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus”: Joannes Chrysostomus perché Mozart nasce il 27 gennaio, giorno di san Giovanni Crisostomo.
“Wolfgangus” (significa «dal passo di lupo»): è il nome del nonno materno, Wolfgang Nikolaus Pertl.
“Theophilus” è il nome del padrino, Johann Theophilus Pergmayr, commerciante e consigliere civico.
Ma Leopold Mozart, suo padre, chiama il figlio confidenzialmente “Wolferl”.

Da notare che il nome “Amadeus” è la traduzione latina del nome “Theophilus” (dal Greco “Theophilos”, ossia «colui che ama Dio» o anche «colui che è amato da Dio»).
Dal 1771, viene chiamato anche “Amadé” o “Amadè”.
Nei primi anni, il padre usa, in alcune lettere, la versione tedesca del nome, ossia “Gottlieb” (Amore di Dio).
Sembra che Mozart sia un po’ insofferente alla desinenza “-us” scritta alla fine dei suoi nomi e, a volte, si firma scherzosamente: “Wolfgangus Amadeus Mozartus”.

 

La nascita e la famiglia di Mozart:

Wolfgang Amadeus Mozart nasce il 27 gennaio 1756, alle ore 20:00, al numero 9 di Getreidegasse, a Salisburgo, città capitale del Principato Arcivescovile di Salisburgo, a quel tempo territorio sovrano appartenente al Sacro Romano Impero nel Circolo Bavarese. Wolfgang viene battezzato il giorno dopo la nascita, presso la Cattedrale di San Ruperto.

Leopold dà notizia della nascita di Wolfgang ad un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter, a mezzo lettera del 9 febbraio 1756:
«Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perciò ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a Dio, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino porta i nomi di Joannes Chrysostomus, Wolfgang, Gottlieb.»

I genitori di Wolfgang sono coetanei (la madre differisce dal marito di un solo anno) e sono persone molto conosciute e attive.
Il padre è Compositore e Insegnante di Musica, è “vice Kapellmeister” presso la Corte dell’Arcivescovo Anton von Firmian.
La madre, Anna Maria Pertl, è figlia di un Prefetto e già vedova quando sposa Leopold Mozart.

Dei sette figli di Leopold e Anna Maria, sopravvivono Wolfgang e la sorella maggiore Maria Anna, familiarmente, detta Nannerl o Nannette mentre, sempre familiarmente, il piccolo Mozart è chiamato coi nomignoli di Wolferl o Woferl. 


La famiglia Mozart:

Il talento per la Musica del piccolo Mozart/bambino-prodigio è precocissimo e davvero straordinario: a tre anni batte i tasti del clavicembalo, a quattro anni suona pezzi brevi, a cinque crea alcune composizioni (esempio: un “Andante e Allegro”; l’ “Allegro” e il “Minuetto” vengono scritti tra l’11 e il 16 dicembre 1761 e sono composizioni conosciute come “Wolfgangerl Compositiones”).
Riguardo alla sua memoria prodigiosa, la composizione di un concerto all’età di cinque anni, la sua gentilezza e sensibilità e la sua paura per il suono della tromba: sono aneddoti che vengono ricordati.
Possiede “l’orecchio assoluto”, ossia la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni.

Per Papà Mozart, suo figlio è “il miracolo che Dio ha fatto nascere a Salisburgo”; padre che è stimolato da una grande responsabilità, oltre quella di un semplice genitore o insegnante. Nonostante questo, Leopold svolge sempre accuratamente i suoi servizi a Corte, ma spende molta energia e molto tempo e denaro nell’educazione musicale dei figli, anche sostenendo diversi viaggi in Europa che lo segnano fisicamente e, probabilmente “bloccano” l’avanzamento della sua carriera professionale, a Corte.

1762: il padre conduce Wolfgang e la sorella (idem, molto dotata) a Monaco perché suonino per la Corte del Principe Elettore bavarese Massimiliano III, tenendo il loro primo concerto ufficiale.

Alcuni mesi dopo, sono a Vienna, dove vengono presentati alla Corte Imperiale e dove proseguono le loro esibizioni in varie abitazioni di famiglie nobili.

A metà del 1763: a Leopold Mozart è permesso assentarsi dal suo posto di Vice Kapellmeister presso la Corte del Principe Arcivescovo di Salisburgo.
Tutta la famiglia Mozart effettua un lungo viaggio europeo, con durata di più di tre anni e
soggiorna nei più importanti Centri Musicali dell’Europa Occidentale della seconda metà del Settecento: Monaco di Baviera, Augusta, Stoccarda, Mannheim, Ludwigsburg, Schwetzingen, Heidelberg, Magonza, Francoforte, Coblenza, Colonia, Aquisgrana, Bruxelles, Parigi (qui, giungono il 18 novembre 1763 e trascorrono il primo inverno), Versailles (soggiornano e si esibiscono nella splendida Reggia), poi la lunga sosta a Londra fino al luglio del 1765.
Il ritorno si svolge attraverso Dover, L’Aia, Amsterdam, Utrecht, Malines, Parigi (arrivo il 10 maggio 1766), Digione, Lione, Ginevra, Losanna, Berna, Zurigo, Donaueschingen, Ulma, nuovamente Monaco di Baviera e il rientro a Salisburgo il 29 novembre 1766.

Nella maggior parte di queste città, Mozart si esibisce da solo o con la sorella; oppure, suona presso una Corte, o in pubblico, o in una Chiesa.
Le lettere che Leopold scrive agli amici di Salisburgo raccontano l’ammirazione universale che il prodigio di suo figlio riscuote.

A Parigi, incontrano molti compositori tedeschi e, qui, vengono pubblicate le prime composizioni del piccolo Mozart.

Fra gli altri, a Londra conoscono, Johann Christian Bach, il figlio più giovane di Johann Sebastian Bach, una delle figure di primo piano della vita musicale di là; sotto la sua influenza, Mozart compone le sue prime sinfonie, mentre, durante il viaggio di rotorno, a L’Aja, crea un’altra sinfonia.

La famiglia Mozart trascorre a Salisburgo poco più di nove mesi.
Settembre 1767: va a Vienna, dove resta per quindici mesi (escluso un intervallo di dieci settimane trascorse a Brno/Brünn e Olomouc/Olmütz), durante un’epidemia di vaiolo.

A Salisburgo, Mozart compone la prima parte di un Singspiel sacro in lingua tedesca, “Die Schuldigkeit des ersten Gebots (K 35)” (che viene rappresentato nel Palazzo dell’Arcivescovo), un Intermezzo in lingua latina, “Apollo et Hyacinthus (K 38)”, rappresentato all’Università, e una Cantata per la Passione, “Grabmusik (K 42)”, rappresentata nel Duomo.
A Vienna, compone un altro “Singspiel” tedesco in un atto, “Bastien und Bastienne (K 50)”, che viene rappresentato privatamente.
E’ grande e viva la speranza di rappresentare, nel “Teatro di Corte”, un’opera buffa italiana, “La finta semplice (K 51)”: delusione e grande indignazione di Leopold.

Una grande “Messa Solenne” (presumibilmente, la “Messa Solenne in Do minore ‘Weisenhausmesse K 139)” viene eseguita in presenza della Corte Imperiale in occasione della Consacrazione della “Chiesa dell’Orfanotrofio”.

1769: “La finta semplice” viene rappresentata nel “Palazzo dell’Arcivescovo”, a Salisburgo.

Ottobre 1769: Nomina di Mozart a “Konzertmeister”, senza stipendio presso la Corte salisburghese.

Mozart ha tredici anni e ha già acquisito una notevole familiarità con il linguaggio musicale del suo tempo: infatti, le prime sonate di Parigi e Londra, autografate anche dal padre, mostrano un piacere ancora infantile nel modellare le note e la tessitura musicale.
Le sinfonie di Londra e de L’Aja provano la veloce e originale assimilazione di Mozart della musica incontrata là.
Idem, viene dimostrato dalle sinfonie composte a Vienna (come la “Sinfonia n. 6 ” e, specialmente, la “Sinfonia n. 8”), contraddistinte da una tessitura più ricca e da uno sviluppo più approfondito, mentre la sua prima opera italiana, mostra una rapida assimilazione delle tecniche dello stile buffo.

 

La ricerca di nuove richieste musicali crea i numerosi viaggi dei Mozart, di cui tre in Italia.
1769-1773: con il padre, il giovane Mozart intraprende tre viaggi in Italia, durante i quali suona e ascolta musica nelle varie città.

I luoghi visitati dalla famiglia Mozart durante il primo viaggio in Italia, dal dicembre 1769 al marzo 1771, sono:

Primo viaggio (1769-1771):

. dicembre 1769: Egna, Rovereto e Verona

. gennaio 1770: Mantova, Cremona e Milano

. marzo 1770: Lodi, Parma, Bologna e Firenze

. aprile 1770: Roma

. maggio 1770: Napoli; da qui, va in gita a Pozzuoli, Baia, Pompei, Ercolano e Caserta

. giugno 1770: Roma

. luglio 1770: Spoleto, Loreto, Ancona, Senigallia, Pesaro, Rimini e Bologna

. ottobre 1770: Milano

. gennaio 1771: Torino e Milano, Firenze

. febbraio 1771: Verona, Vicenza, Padova e Venezia

. marzo 1771: Padova, Verona, Rovereto e Salisburgo.

Secondo viaggio (1771):

. agosto 1771: Rovereto, Ala, Verona, Brescia e Milano

. dicembre 1771: Brescia, Verona, Ala, Bressanone e Salisburgo

Terzo viaggio (1772-1773):

. ottobre 1772: Bressanone, Trento, Rovereto e Ala

. novembre 1772: Verona e Milano

. marzo 1773: Verona, Trento, Bressanone e Salisburgo

 

Il primo viaggio in Italia:

. Verona:

A Verona, la sosta di due settimane è la più lunga: qui, la Stampa è entusiasta del Concerto Pianistico di Wolfgang del 5 gennaio 1770, che viene tenuto per l’Accademia Filarmonica di Verona nella “Sala Maffeiana” del Teatro “Filarmonico”.
Il 3 gennaio, i Mozart padre e figlio presenziano ad una rappresentazione di “Ruggiero” di Pietro Alessandro Guglielmi, presso il Teatro “Filarmonico” che è descritto da Wolfgang sprezzantemente, in una lettera a sua sorella Maria Anna Mozart.
Un artista locale, Saverio Dalla Rosa, lo dipinge, ritraendolo, dopodiché, il 7 gennaio, si esibisce in un concerto organistico nella Chiesa di “San Tomaso Cantuariense”.

. Milano: durante la prima visita nella città, i Mozart alloggiano nella Canonica della Chiesa di San Marco.

Il soggiorno milanese è un’importante esperienza basilare formativa: Mozart (a volte, chiamato “Volgango Amadeo”) rimane a Milano per quasi un anno e incontra musicisti (Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini, Johann Christian Bach e forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che gli scrive alcuni libretti).
Hasse rimase molto colpito dalle capacità del ragazzo, tanto che dice: “Questo ragazzo ci farà dimenticare tutti”.

Il Conte trentino Carlo Giuseppe Firmian è una delle più importanti conoscenze di Mozart: è descritto come “Il Re di Milano” ed è un Mecenate colto e influente, diventando vitale supporto per il successo dell’intero viaggio in Italia dei Mozart che lasciano Milano il 15 marzo 1770, per tornarci più volte, in seguito.

Sulla strada per Parma (arrivato a Lodi) scrive le prime tre parti (adagio, allegretto e minuetto) del “Quartetto per archi n. 1, K 80”, con il “Rondò” che scriverà più tardi (a Vienna o a Salisburgo).
Torna a Milano per rappresentare le sue opere liriche e, l’ultima ad andare in scena in un teatro italiano è “Lucio Silla” (nel 1772).

. Bologna:

Fra i soggiorni di Mozart, uno importante è quello a Bologna (in due riprese: da marzo a ottobre 1770).
E’ ospite del Conte Gian Luca Pallavicini ed ha la possibilità di incontrare musicisti e studiosi (dal celebre castrato Farinelli ai compositori Vincenzo Manfredini e Josef Mysliveček, fino allo storico della musica inglese Charles Burney e padre Giovanni Battista Martini).
A Parma ebbe l’occasione di assistere a un concerto privato del celebre soprano Lucrezia Agujari, detta “La Bastardella”.

Padre Giovanni Battista Martini, all’epoca considerato come il più grande Teorico musicale e il più grande esperto d’Europa nel Contrappunto rinascimentale e barocco, gli dà lezioni di Contrappunto, imparando i precetti del Contrappunto nello stile di Palestrina e approfondendo l’arte del Violino e dell’Orchestra di autori come Corelli, Tartini e Torelli.

. Firenze:

Grazie alla raccomandazione del Conte Pallavicini, a Firenze, la famiglia Mozart viene ricevuta a Palazzo Pitti dal Granduca e Futuro imperatore Leopoldo II.
Nella città, ritrovano il Violinista Pietro Nardini (già incontrato all’inizio del viaggio in Italia) e Wolfgang suona in un lungo Concerto serale al Palazzo Estivo del Granduca.

. Roma:

Qui, Mozart dimostra le sue capacità straordinarie: ascolta nella Cappella Sistina il “Miserere” di Gregorio Allegri ed è in grado di trascriverlo interamente a memoria dopo averlo ascoltato solamente due volte: è una “Composizione a nove voci”, apprezzatissima da diventare proprietà esclusiva della Cappella Pontificia e da intimare scomunica a chi se ne fosse impossessato al di fuori delle mura vaticane.
La notizia dell’impresa giunge fino a Papa Clemente XIV che è interessato riguardo alla capacità mnemonica del giovanissimo musicista nel ricordare un brano che, nel proprio finale, riassume nove parti vocali.
A Roma, Mozart è impegnatissimo, sotto l’aspetto compositivo: infatti, in questo lasso di tempo, scrive opere come la “Contraddanza K 123 (K6 73g)” e l’aria “Se ardire, se speranza K 82 (K6 73o)”.

. Napoli:

In seguito, i Mozart, attraverso Sessa Aurunca (alloggiando nell’edificio vanvitelliano) e Capua, arrivano a Napoli il 14 maggio 1770 dove soggiornano per sei settimane e dove incontrano il Segretario di Stato, Bernardo Tanucci, l’Ambasciatore britannico, William Hamilton, già conosciuto a Londra.
Mozart si esibisce in un Concerto al Conservatorio della “Pietà dei Turchini”, durante il quale qualcuno attribuisce all’anello che porta al dito la genesi delle sue incredibili capacità musicali; Wolfgang se lo toglie e lo posa sulla tastiera, dimostrando che il suo talento non deriva da virtù magiche.

1770: Napoli è ‘Una delle Capitali Europee della Musica’, oltre ad essere quella di un Regno per cui i Mozart sono facilitati a contattare direttamente l’ambiente teatrale d’Opera della città.

Wolfgang è attratto dagli innovatori dell’Opera italiana: Domenico Cimarosa, Tommaso Traetta, Pasquale Cafaro, Gian Francesco de Majo e, principalmente Giovanni Paisiello

Il diciottenne Ferdinando IV di Borbone riceve Mozart a mezzo di visita di cortesia presso la reggia di Portici e il musicista viene invitato a scrivere un’opera per la successiva Stagione del Teatro “San Carlo”; opera che è costretto a rifiutare per via di un precedente impegno con il Teatro “Ducale” di Milano, senza dimenticare la difficoltà di emergere a Napoli come operista, a causa della concorrenza di parecchi e famosi musicisti locali della città.

 

Il viaggio di ritorno:

Di ritorno verso Salisburgo, i Mozart fanno pausa a Roma, dove Papa Clemente XIV conferisce al giovane compositore lo Speron d’Oro; dopodiché si recano sulla costa adriatica, ad Ancona e a Loreto il cui soggiorno, subito dopo il ritorno in Austria, lo invoglia a scrivere una composizione sacra dedicata alla “Madonna di Loreto” dal titolo “Litaniae Lauretanae Beatae Mariae Virginis”, seguita da una seconda, nel 1774.

La famiglia Mozart si ferma nuovamente a Bologna, dove sostano per qualche tempo a causa di un infortunio successo alla gamba di Leopold.
In questo intervallo di tempo, Wolfgang crea il “Minuetto per orchestra K 122 (K673t)” e un “Miserere in La minore, K 85 (K6 73s)”.
Inizia a lavorare all’opera seria “Mitridate, Re di Ponto” (scritto da Vittorio Amedeo Cigna-Santi) il cui libretto gli viene recapitato nello stesso periodo.

Inizio di ottobre 1770: Mozart inizia gli studi sotto Giovanni Battista Martini, probabilmente in questo periodo e, sempre presso di lui, sostiene l’esame per l’aggregazione all’Accademia Filarmonica di Bologna (allora titolo ambitissimo dai musicisti europei).
La prova: redazione di un’ “Antifona di Canto Fermo”, per cui Mozart presenta la sua opera “Quaerite primum regnum, K. 86/73v)”.
L’ancora giovane Mozart non risulta particolarmente brillante nel difficile e rigido esame (infatti, gli viene dato “6”), ma sembra provato che lo stesso Martini lo abbia aiutato in sede d’esame per agevolarne la promozione.

26 dicembre 1770: dopo il suo arrivo a Milano, al Teatro “Regio Ducale”, Wolfgang è al Clavicembalo per l’esecuzione della prima rappresentazione della sua opera “Mitridate, Re di Ponto”: il successo è clamoroso, per cui vengono organizzate ventidue repliche.

Sosta a Torino, dove Mozart incontra alcuni importanti musicisti, come il Violinista Gaetano Pugnani e il quindicenne bambino prodigio Giovanni Battista Viotti.
A Padova, Don Giuseppe Ximenes, Principe di Aragona e Mecenate della Musica, commissiona a Mozart un Oratorio, “La Betulia Liberata K 118 (K6 74c)”, unica opera di questo genere realizzata da Mozart.

Marzo 1771: la famiglia Mozart torna a Salisburgo, dove resta fino ad agosto, dopodiché riparte per un secondo viaggio in Italia, di quattro mesi.

 

Il secondo viaggio in Italia:

23 settembre 1771: per celebrare le Nozze dell’Arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este d’Austria con la Principessa Maria Beatrice Ricciarda d’Este di Modena, a Milano, viene rappresentata l’opera seria “Ascanio in Alba”, su libretto di Giuseppe Parini .
L’impegnatissimo Mozart riesce anche a creare la “Sinfonia n. 13, K 112”.
Non è sicuro ma, probabilmente, anche la “Sinfonia, K 96”, viene scritta in questo periodo.

Dicembre 1771: la famiglia Mozart torna a Salisburgo dove, dopo pochi giorni, muore l’Arcivescovo Sigismund III von Schrattenbach, sostituito da Hieronymus von Colloredo, al quale Wolfgang dedica l’opera seria “Il sogno di Scipione”.
Leopold Mozart, intuisce che, con il nuovo Arcivescovo, le possibilità si ridurranno molto, per cui organizza il terzo viaggio in Italia con la speranza di trovare una occupazione buona al figlio. 


Il terzo viaggio in Italia:

Ottobre 1772-marzo 1773: terzo e ultimo viaggio in Italia dei Mozart in cui riveste importanza la composizione e la rappresentazione dell’opera seria “Lucio Silla”, a Milano, il cui esito è insuccesso, ma che diventerà più rappresentata e considerata della precedente e applaudita “Mitridate, Re di Ponto”.
A seguito di tale successo, Leopold spera in un posto per il figlio Wolfgang presso la Corte del “Granduca Leopoldo I” di Toscana.
Nell’attesa dell’udienza presso il Granduca, Wolfgang compone i sei “Quartetti Milanesi (dal K 155/134a al K 160/159a)” e il famoso mottetto “Exsultate, jubilate, K 165” e, comunque, la risposta del Granduca è negativa per cui, a causa di tale motivo, i Mozart ritornano a Salisburgo e né Wolfgang, né Leopold rientreranno in Italia.

 

Musicista di corte a Salisburgo (1773-1777):

Mozart, dopo il ritorno dal viaggio in Italia, svolge normalmente la mansione di “Konzertmeister”, compito assegnatogli l’anno precedente, con stipendio annuo di 150 fiorini, presso la Corte dell’Arcivescovo Colloredo.
Avendo molti amici e ammiratori a Salisburgo, ha la possibilità di orientare la sua attività compositiva su diversi generi, tra cui varie Sinfonie (alcune delle quali appunto chiamate da Alfred Einstein “Sinfonie Salisburghesi: la n. 22, n. 23, n. 24, n. 26 e n. 27”), Messe, Serenate e alcune Opere Minori.

Giugno-dicembre 1775: dopo la creazione dell’opera seria “Il re pastore”, Mozart sviluppa un certo entusiasmo per i Concerti per Violino e Orchestra: ne compone quattro (il primo del 1773 e gli ultimi tre attualmente tra i più eseguiti del repertorio mozartiano: n. 3 K 216, n. 4 K 218, n. 5 K 219).

1776: Mozart comincia ad interessarsi ai Concerti per Pianoforte, tra i quali è degno di rilievo il “Concerto per Pianoforte e Orchestra n. 9 ‘Jeunehomme’ “, che per i critici, rappresenta un lavoro-fulcro nel progresso stilistico del giovane musicista.

Nonostante il successo artistico, Mozart è sempre più scontento verso Salisburgo, per cui gli sforzi per la ricerca di una soluzione migliore aumentano: basso stipendio di 150 fiorini all’anno e l’assenza di commissioni per opere, dopodiché la situazione peggiora con la chiusura del “Teatro di Corte”, nel 1775.

Per trovare una nuova occupazione, Mozart visita Vienna con il padre dal 14 luglio al 26 settembre 1773 (lì, compone la serie dei “Sei Quartetti viennesi K 168-173”), e Monaco di Baviera dal 6 dicembre 1774 al 7 marzo del 1775.
Nessuno dei due soggiorni dà buoni risultati, nonostante il successo dell’anteprima dell’opera buffa “La finta giardiniera”, a Monaco.
Al soggiorno di Monaco, risalgono le sue prime sei “Sonate per Pianoforte (K 279, K 280, K 281, K 282, K 283 e K 284).

 

Il viaggio a Parigi (1777–1779):

Agosto 1777: Mozart chiede all’Arcivescovo il permesso di assentarsi da Salisburgo e, il 23 settembre, accompagnato dalla madre, parte per trovare nuove opportunità, per il viaggio che lo porta ad Augusta, Mannheim, a Parigi e a Monaco di Baviera.

Ad Augusta, Mozart e la madre sono anche in visita ai parenti paterni e, qui, Wolfgang inizia una vivace amicizia con la cugina Maria Anna Thekla (in seguito, con lei, terrà una corrispondenza piena di umorismo allegro e osceno, con frequenti riferimenti coprofili e coprofagi).

Fine ottobre 1777: Mozart e la madre sono a Mannheim, la cui Corte dell’Elettore Palatino Carlo Teodoro è una delle più famose ed evolute in Europa sul piano musicale con la sua scuola.
A Mannheim, Mozart soggiorna per più di quattro mesi, diventando amico di vari musicisti, insegnando Musica e suonando.
Sempre, a Mannheim, Mozart si innamora di Aloysia Weber, un soprano e seconda delle quattro figlie di un copista di musica.
Qui, compone alcuni lavori con la stesura delle “Sonate per Pianoforte n. 7 e n. 9”, delle “Sonate per Violino e Pianoforte K. 301, K. 302, K. 303 e K. 305”, dei “Concerti per Flauto e Orchestra n. 1 e n. 2” e di altre composizioni minori.

Mozart, però, non trova impiego, nonostante le pressioni dell’amico drammaturgo Otto Heinrich von Gemmingen-Hornberg; quindi, il 14 marzo 1778, parte per Parigi, insieme a sua madre.

Forse, sarebbe possibile un’occupazione come Organista presso la Reggia di Versailles, ma Mozart non è disponibile ad accettarlo e, presto si trova nei debiti ed è costretto ad impegnare alcuni suoi oggetti di valore.

A Parigi, compone la “Sonata per Pianoforte n. 8 K. 310/300d”, le “Sonate per Violino e Pianoforte K. 304/300c” e “K. 306/300l”, il Balletto “Les petits riens K. 299b”, il “Concerto per Flauto, Arpa e Orchestra K. 299/297c” e la “Sinfonia n. 31 (anche chiamata, appunto, ‘Parigi’)”: quest’ultima viene eseguita per la prima volta a Parigi, privatamente, il 12 giugno 1778 e, pubblicamente, sei giorni dopo, il 18 giugno.
In tale giorno, la madre di Mozart è malata seriamente e, secondo Halliwell, il ritardo a chiamare un medico è a causa della mancanza di liquidità.
Anna Maria Pertl-Mozart muore il 3 luglio 1778 e viene sepolta nel Cimitero di Saint Eustache; al suo funerale sono presenti solo il figlio Wolfgang e l’amico Heina.

Mentre Mozart è a Parigi, Leopold tratta con l’Arcivescovo la riassunzione del figlio alla Corte di Salisburgo e, con l’aiuto della nobiltà locale, come Organista di Corte con un salario annuo di 450 fiorini, il posto viene offerto a Wolfgang.

Settembre 1778: dopo Parigi, nel viaggio di ritorno, Mozart sosta a Mannheim e a Monaco, ancora speranzoso di ottenere qualche impegno fuori di Salisburgo e, a Monaco, ritrova Aloysia, nel frattempo diventata una cantante di successo che non è più interessata al compositore.

 

Ritorno a Salisburgo e rottura con l’Arcivescovo (1779–1781):

Metà gennaio 1779: Mozart torna a Salisburgo e il 17 accoglie la Nomina come Organista di Corte.
1779-80: il suo lavoro compositivo è regolare e, musicalmente, dimostra una maggiore maturità acquisita attraverso l’esperienza dell’ultimo viaggio all’Estero.
In questo periodo, crea tre importanti sinfonie (“Sinfonia n. 32 in sol maggiore K 318”, “Sinfonia n. 33 in si bemolle maggiore K 319” e “Sinfonia n. 34 in do maggiore K 338”), oltre alla cosiddetta “Serenata ‘Posthorn’ K 320”, alla “Sinfonia concertante per Violino, Viola e Orchestra in mi bemolle maggiore K 364” e alla “Messa in do maggiore K 317 detta ‘dell’Incoronazione ‘ “.
Però, nonostante l’aspetto esteriore, Mozart non è tranquillo.

Il suo datore di lavoro, l’Arcivescovo Hieronymus von Colloredo, però, attua tagli e riduzioni di spese nelle istituzioni musicali cittadine, chiudendo anche gli spazi riservati al teatro musicale tanto che, in tempi precedenti, nelle sue lettere, Mozart si lamenta più volte del non molto apprezzamento di Colloredo verso la Musica e i Musicisti, oltre a non potersi rappresentare né ascoltare opere liriche a Salisburgo.

Tornato a Salisburgo, Mozart ha il grandissimo desiderio di comporre melodrammi e, in particolare, opere italiane, genere verso cui si è sempre sentito molto orientato.
Dopo il ritorno da Parigi e fino all’estate del 1780, Mozart compone musica di teatro solo con l’incompiuto Singspiel “Zaide” e le musiche di scena per il dramma “Thamos, Re d’Egitto”.

Verso la fine dell’estate 1780: la Corte di Monaco di Baviera commissiona a Mozart la realizzazione dell’opera seria “Idomeneo, Re di Creta, ossia Ilia e Idamante” che il musicista inizia a comporre nel mese di ottobre; il 5 novembre 1780, Mozart parte per Monaco, con il permesso dell’Arcivescovo di restare là sei settimane per ultimare l’opera e curarne l’allestimento.
29 gennaio 1781: “Idomeneo” ha la sua “prima” (non si conosce il suo esito certo, ma l’opera sarà replicata il 3 febbraio e il 3 marzo) e, contrariamente alle sue aspettative, Mozart non riusce ad impiegarsi come compositore presso la corte di Monaco.

12 marzo 1781: Mozart obbedisce all’ordine dell’Arcivescovo di tornare a Vienna che, in quel periodo, recatosi nella capitale austriaca, desidera fare esibire i propri Musicisti di Corte, in modo da accrescere il proprio prestigio verso l’aristocrazia viennese.

16 marzo 1781: Mozart è a Vienna; qui, accusa esplicitamente l’avarizia e l’ingiustizia dell’Arcivescovo, chiedendo rispetto per la sua dignità d’artista e, soprattutto, contesta il “trattamento da servo” riservatogli da Colloredo.
Infatti, agli inizi di maggio, dopo un litigio con l’Arcivescovo, Mozart gli presenta per iscritto le proprie dimissioni che non vengono subito accettate.
Il camerlengo dell’Arcivescovo (Conte Karl Joseph Felix Arco), d’accordo con Leopold Mozart, tenta più volte di convincere Wolfgang a ritirare le proprie dimissioni, ma non riesce per cui, alla fine, in un ultimo, lo spazientito Conte Arco butta fuori Mozart con una pedata nel fondoschiena, cosa di cui lo stesso Mozart si lamenterà in una lettera a suo padre.

 

Permanenza a Vienna (1781–1791):

Inizi maggio 1781: Mozart va ad abitare in una stanza in affitto, a Vienna, a casa della madre di Aloysia Weber, la signora Maria Caecilia Stamm vedova Weber.
La signora vive assieme alle tre figlie nubili, Josepha, Sophie e Constanze; con quest’ultima, allora diciannovenne, dopo poco, Mozart si fidanza.
Nonostante Leopold Mozart sia contrario, il 4 agosto 1782, Wolfgang e Constanze si sposano a Vienna, nella cattedrale di Santo Stefano.
Delle numerose gravidanze di Constanze, solo due figli sopravvivono fino all’età adulta, Carl Thomas e Franz Xaver Wolfgang.

1781: Mozart compone sei importanti “Sonate per Violino e Pianoforte (K 296, K 376, K 377, K 378, K 379 e K 380), dedicate alla sua allieva Josepha Auernhammer, e pubblicate dall’Editore “Artaria & C.” alla fine di novembre.
In tale anno, risaltano due serie di “Variazioni per Pianoforte: K 265 e K 353”, nonché la “Serenata in mi bemolle maggiore K 375″.
” Serenata in si bemolle maggiore K 361 ‘Gran Partitam’ “: non si conosce precisamente il luogo di composizione (quasi del tutto a Monaco prima del marzo 1781 e, poi, completata a Vienna, oppure se appartenga interamente al periodo viennese).

 

Il ratto dal serraglio:

16 luglio 1782: “Il ratto dal serraglio”, primo importante capolavoro nel genere del “Singspiel” viene rappresentata per la prima volta al “Burgtheater” di Vienna.
A mezzo di lettera a suo padre, per Mozart c’è l’occasione di comunicare quello che viene considerato un principio-base della sua poetica teatrale e, a proposito dell’aria di Osmin (personaggio negativo), Mozart scrive:
«Un uomo in preda a una collera tanto violenta oltrepassa ogni norma, ogni misura, ogni limite, non è più in sé e allora anche la musica non deve essere più in sé. Ma le passioni, violente o no, non devono mai essere espresse fino al punto da suscitare disgusto e la musica, anche nella situazione più terribile, non deve mai offendere l’orecchio, ma piuttosto dilettarlo e restare pur sempre musica.»
(Wolfgang Amadeus Mozart, lettera del 26 settembre 1781)

Estate del 1782: Mozart compone la “Sinfonia in re maggiore K 385 ‘Haffner’ ” e la “Serenata in do minore K 388”.

Agosto-ottobre 1783: Mozart e sua moglie sono ospiti a Salisburgo (ma la coppia non riesce a conquistarsi la benevolenza di Leopold e di Maria Anna) dopodiché Mozart non ci torna mai più.
25 agosto 1783: Mozart fa eseguire l’incompiuta “Messa in do minore K 427”, in cui la parte di soprano è cantata dalla stessa Constanze.
Nel viaggio di ritorno a Vienna, Wolfgang e Constanze si fermano a Linz per un mese; Mozart scrive la “Sinfonia in do maggiore K 425″ (3 novembre 1783), fortemente influenzata da Joseph Haydn, soprattutto nel movimento finale.

Agosto e novembre 1783 (datazione non certa): Mozart compone quattro importanti ‘ Sonate per Pianoforte: la ‘Sonata n. 10 in do maggiore K 330” ‘, la “Sonata n. 11 in la maggiore K 331 (il cui movimento finale è la celeberrima “Marcia turca”), la “Sonata n. 12 in fa maggiore K 332” e la “Sonata n. 13 in si bemolle maggiore K 333” (scritta molto probabilmente nel mese di novembre, a Linz).

 

La Società di musica antica:

Primavera 1782: Mozart incontra il Barone Gottfried van Swieten, un agiato cultore di Musica Barocca che appoggia il musicista affinché possa studiare importanti composizioni di Bach e di Händel, poco conosciute all’epoca, ma di cui van Swieten possiede le partiture nella sua biblioteca; la conoscenza approfondita dei Maestri del Contrappunto arricchisce parecchio l’esperienza tecnica ed espressiva della maturità di Mozart.

Su incoraggiamento di van Swieten, Mozart trascrive anche, per Quartetto d’Archi, “Cinque fughe de ‘Il clavicembalo ben temperato di Bach’ “.
Più tardi, viene nominato Direttore Musicale della “Società di Musica Antica” promossa dallo stesso van Swieten, per cui Mozart riorchestra e conduce “Aci e Galatea”, il “Messiah”, “Alexander’s Feast” e l’ “Ode per il giorno di Santa Cecilia” di Händel.
Ritrovando familiarità con il Contrappunto, scrive una serie di composizioni pianistiche in stile dotto: preludi, fughe, fantasie e “Suite (K 394, K 396, K 397, K 399 e K 401)”, la cui composizione avviene, spesso, su spinta della moglie Constanze, che predilige particolarmente questo stile musicale ed incoraggia Wolfgang a scrivere fughe.
Nell’ “Adagio e fuga in do minore per quartetto d’archi K 546 (giugno 1788)”, si manifesta in modo pieno < La perfetta assimilazione del contrappunto di Bach > (è la trascrizione di una precedente fuga per due pianoforti).

Altri lavori maturi di Mozart, oltre alla già citata “Messa in do minore K 427”, troviamo i “Sei Quartetti per archi K 387, K 421, K 428, K 458, K 464 e K 465 (dedicati a Haydn)”.

 

L’attività di pianista-compositore:

Inverno 1782/83-primavera del 1786: i Concerti per Pianoforte e Orchestra procurano a Mozart guadagni notevoli.
In questo lasso di tempo, Mozart ne compone quattordici, che lui stesso suona a Vienna come Pianista e Direttore d’Orchestra, in un certo numero di concerti su sottoscrizione e organizzati da lui stesso, ottenendo successo importante.

Marzo 1784: gli abbonati ai suoi concerti sono 106, fra cui molti appartenenti all’aristocrazia grande e piccola, vari alti burocrati statali nonché e importanti intellettuali della città.
La fortuna di Mozart, anche economica, subisce un’interruzione dopo il maggio 1786, data della prima rappresentazione de “Le nozze di Figaro”: tale opera infatti, contenendo critica sociale, allontana da Mozart i favori del pubblico aristocratico e alto-borghese viennese che comincia a preferirgli musicisti con meno genio, ma artisticamente e politicamente più tranquilli (esempio: Leopold Kozeluch).

I più alti capolavori della serie concertistica sono il “Concerto in re minore n. 20 K 466”, il “Concerto in do minore n. 24 K 491” e il “Concerto in la maggiore n. 23 K 488”; importanti sono anche il “Concerto in sol maggiore n. 17 K 453”, il “Concerto in fa maggiore n. 19 K 459” e il “Concerto in do maggiore n. 25 K 503”.
Il “Concerto in re maggiore n. 26 K 537”, composto nel febbraio 1788, è detto “dell’Incoronazione”, in quanto viene eseguito dallo stesso Mozart il 15 ottobre 1790, in occasione dei festeggiamenti per l’Incoronazione di Leopoldo II, a Francoforte.

11 febbraio 1785: a Vienna, viene eseguito per la prima volta il “Concerto in re minore K 466”, il più conosciuto dei concerti mozartiani e fra i più eseguiti di tutto il repertorio pianistico.
Tale Concerto influenza fortemente Beethoven che, dopo la morte di Mozart, è uno dei primi interpreti e che, in riferimento, scrive anche due cadenze (rispettivamente per il primo movimento e per il finale).

 

In questo periodo, compone opere cameristiche come il “Quartetto per Pianoforte e Archi in sol minore K 478 (del 1785)” e il “Quartetto per Pianoforte e Archi in mi bemolle maggiore K 493 (del 1786)”; il “Trio per Pianoforte, Viola e Clarinetto in mi bemolle maggiore K 498 (detto “delle boccette” in quanto, secondo la tradizione, sarebbe stato composto durante una partita a boccette fra amici)”; il “Quintetto per Pianoforte, Oboe, Clarinetto, Corno e Fagotto in mi bemolle maggiore K 452”, è altamente stimato dallo stesso Mozart che lo considera la sua migliore composizione fino ad allora.

Inoltre, le ultime “Quattro sonate per Violino e Pianoforte”: la “Sonata in si bemolle maggiore K 454 (21 aprile 1784)” è dedicata alla Violinista italiana Regina Strinasacchi; la “Sonata in mi bemolle maggiore K 481 (12 dicembre 1785)” si nota per il suo lirismo; l’appassionata “Sonata in la maggiore K 526 (24 agosto 1787)”; la “Sonata in fa maggiore K 547 (26 giugno 1788)”.

La “Fantasia in do minore K 475 per Pianoforte solo” e la “Sonata per Pianoforte n. 14 in do minore K 457” sono del 1785; la “Sonata per Pianoforte n. 15 in fa maggiore (del 1788)”, si compone di un “Allegro e di un Andante K 533 (del gennaio 1788)” e di un “Rondò K 494” (composto nel 1786).
La “Sonata per Pianoforte n. 16 in do maggiore K 545” è del 26 giugno 1788, mentre la “Sonata per Pianoforte n. 17 in si bemolle maggiore K 570” e la “Sonata per pianoforte n. 18 in re maggiore K 576” sono del febbraio e dell’estate del 1789.

Dopo lo sviluppo del genere “Singspiel” attraverso “Il ratto dal serraglio”, Mozart contribuisce alla vocalità tedesca, e in particolare austriaca, per mezzo di una serie di importanti “Lied per Voce e Pianoforte”, composti in gran parte dopo il 1784.
“Das Veilchen K 476 (del 1785)” è ritenuto Il migliore di essi ed è su testo di Goethe.
Gli altri Lieder comprendono alcuni capolavori come “Abendempfindung K 523”, “Traumbild K 530” (entrambi del 1787), e “Sehnsucht nach dem Frühling K 596” (il tema di quest’ultimo è, in sostanza, lo stesso che appare nel Rondò finale del “Concerto per Pianoforte e Orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595”.

 

Le nozze di Figaro:

Dopo il “Ratto dal serraglio” e, per alcuni anni, Mozart trascura la composizione dell’Opera per dedicarsi alla Musica Strumentale, per cui rimangono incompiute due opere buffe, “L’oca del Cairo” e “Lo sposo deluso” (entrambe del 1783).

Carnevale 1786: va in scena il “Singspiel” in un atto “Der Schauspieldirektor”, commissionato a Mozart dall’imperatore Giuseppe II – assieme all’atto unico “Prima la musica e poi le parole” di Antonio Salieri – con la chiara intenzione di fare confrontare i due.
Sera del 7 febbraio 1786: le due opere vengono, eseguite l’una consecutiva all’altra nella tenuta imperiale di Schönbrunn, con successo per entrambe.

Contemporaneamente, Mozart sta lavorando alla musica della commedia “Le nozze di Figaro” collaborando con il librettista Lorenzo Da Ponte (nel 1783, è nominato poeta di Corte per il Teatro Italiano).
Il soggetto viene scelto dallo stesso Mozart che chiede a Da Ponte di preparare un libretto dalla commedia omonima di Beaumarchais; Da Ponte riesce a vincere le resistenze della censura imperiale solo attenuando i toni della polemica sociale, facendola risultare, nel suo libretto, molto più sfumata e indiretta del testo di Beaumarchais.

Luglio 1785: il libretto è pronto e la prima rappresentazione dell’opera avverrà a Vienna, il 1º maggio 1786, sotto la direzione dello stesso Mozart, con successo buono ma non eccezionale (vengono espressi applausi e fischi), in quanto l’opera non convince tutto il pubblico.

1786-1791: a Vienna, “Le Nozze di Figaro” totalizzano appena 38 rappresentazioni e gli incassi di Mozart (come operista), durante tutto il 1786, non bastano ad equilibrare i mancati guadagni derivanti dalla drastica riduzione della sua attività concertistica autonoma.

“Le nozze di Figaro”: momento decisivo nella storia del Teatro in Musica, attraverso quest’opera, si compie la sua evoluzione (nata con Pergolesi e proseguita con Piccinni, Paisiello e Cimarosa); evoluzione per merito della quale l’Opera Buffa – da genere musicale considerato inferiore e popolaresco (in confronto alla “superiorità” artistica dell’Opera Seria) – < si eleva con grande dignità estetica e diventa la più importante forma di Teatro Musicale, rimpiazzando l’Opera seria per mezzo della sua superiore efficacia drammatica, la sua capacità di riflessione psicologica e la perfetta integrazione fra testo e musica >: tutte qualità che si trovano in Mozart.

Al contrario di Vienna, l’esordio delll’opera ottiene un successo immediato e travolgente a Praga, dove, nel dicembre 1786, viene messa in scena presso il teatro italiano di là dalla Compagnia dell’Impresario Guardasoni.

11 gennaio 1787: i coniugi Mozart arrivano a Praga, dove si rendono conto personalmente della grande popolarità raggiunta dall’opera, la cui musica viene eseguita anche nelle sale da ballo.

In questo periodo, Mozart crea il “Quartetto per archi n. 20 K 499” e la “Sinfonia in re maggiore K 504 (6 dicembre 1786)”, detta anche “Sinfonia di Praga”, capolavoro che precorre Beethoven.

28 maggio 1787: a Salisburgo, muore Leopold Mozart.
Il suo testamento non ci è pervenuto, ma sembra probabile che abbia lasciato quasi tutte le sue sostanze alla figlia Maria Anna (diseredando, praticamente, Wolfgang).

 

Don Giovanni:

Febbraio 1787: avendo firmato il contratto con Guardasoni per una nuova opera, da Praga, Mozart rientra a Vienna.
Lorenzo Da Ponte scrive il libretto tratto dal lavoro di Tirso de Molina; lavoro che si basa specialmente sul libretto di Giovanni Bertati scritto poco tempo prima per un’opera del musicista italiano Giuseppe Gazzaniga, opera che ha lo stesso soggetto.
Intorno al giugno 1787: Da Ponte termina il libretto del dramma giocoso “Il Dissoluto punito ossia il Don Giovanni”, Mozart compone la musica fra l’estate e l’autunno; il 29 ottobre 1787, la storica prima rappresentazione è tenuta a Praga.

1787: Mozart compone due capolavori del genere della “Serenata”: uno “Scherzo musicale in fa maggiore K 522” (del 14 giugno, è una brillante satira musicale che vuole colpire la nullità e l’inesperienza dei compositori alla moda nella Vienna dell’epoca) e la “Piccola serenata notturna in sol maggiore K 525” (di agosto, oggi è una delle composizioni mozartiane più popolari).
Inoltre, è da ricordare l’ammirevole “Divertimento per Violino, Viola e Violoncello in mi bemolle maggiore K 563”, del 1788.

7 dicembre 1787: l’Imperatore Giuseppe II nomina Mozart “Kammermusicus”, con una retribuzione di 800 fiorini l’anno (Gluck, il suo predecessore da poco deceduto, ne aveva ricevuti 2000) e, per Mozart, l ‘incarico è poco impegnativo, consistendo più che altro nella fornitura periodica di musica per i Balli di Corte.

Anche questa volta, un’opera mozartiana viene accolta entusiasticamente a Praga e più tiepidamente a Vienna: qui, “Don Giovanni” rappresentata il 7 maggio 1788 è un insuccesso; infatti, per il pubblico la musica è troppo difficile, ma parte della critica ne riconosce subito la qualità superiore.

L’opera “Don Giovanni” è considerata da tutti uno dei massimi capolavori di tutti i tempi, non solo dell’arte musicale, ma anche psicologicamente, essendo caratteristica con le incredibili comicità e tragedia.
Opera in cui il protagonista, Don Giovanni, all’inizio personalità negativa, nell’ultima parte, si eleva assurdamente ad una “dignità eroica” in cui il suo ostinato e coraggioso rifiuto di pentirsi (pur avvicinandosi la dannazione eterna minacciatagli dalla statua soprannaturale semovente del commendatore) rappresenterebbe il simbolo di rivolta laica e illuministica contro il soprannaturale.
Al termine dell’opera, si realizza il totale adeguamento della musica all’azione drammatica aprendo la strada al teatro musicale del Romanticismo.

Biennio 1786-87: a Mozart, cominciano a crescere i problemi economici; le sue entrate calano di circa un terzo in confronto al 1784, per poi diminuire ancora nel 1788 e nel 1789. Allora, comincia a chiedere denaro in prestito, come da testimonianza da circa venti lettere dolorose scritte al commerciante Michael Puchberg fra il 1788 e il 1791.
La causa va ricercata anche nella congiuntura economica sfavorevole: la Guerra contro la Turchia ha pesanti ripercussioni sulla vita musicale viennese di tale periodo, provocando, fra l’altro, una drastica diminuzione generale dell’attività concertistica.
A Vienna, Mozart, qualche Concerto, riesce a tenerlo, dopo l’estate 1788, ma diminuiscono fortemente anche i guadagni che trae dalla pubblicazione delle sue composizioni.

Estate 1788: compone i tre ultimi capolavori sinfonici, ossia la “Sinfonia in mi bemolle maggiore K. 543 (26 giugno)”, la “Sinfonia in sol minore K. 550 (25 luglio)” e la “Sinfonia in do maggiore K. 551 (10 agosto)”. 


Il viaggio a Berlino:

8 aprile 1789: Mozart parte da Vienna verso la Germania Settentrionale, per trovare nuovi incarichi e nuovi guadagni.
Il 10 aprile è a Praga; il 12 è a Dresda (qui, tiene alcuni concerti in forma privata); il 20 è a Lipsia, dove legge alcune partiture di Bach conservate nella “Thomaskirche”; il 26 è a Potsdam (pare che, qui, non riesca ad ottenere udienza dal re Federico Guglielmo II); l’8 maggio ritorna a Lipsia (qui, il 12 maggio, tiene un Concerto pubblico alla “Gewandhaus”, in cui esegue due “Sinfonie non identificate”, due “Concerti per Pianoforte e Orchestra”, due “Arie con Orchestra” cantate dal soprano Josepha Duschek, e dove, probabilmente, improvvisa al pianoforte.
Purtroppo, gli incassi della serata non sono molto buoni.
Mozart è da tempo legato particolarmente a Josepha Duschek e può essere che, durante questo viaggio, fra i due ci sia stato, qualcosa di più di una semplice amicizia.

19 maggio: Mozart è a Berlino; non si sa bene ma, qui, forse assiste ad una rappresentazione de “Il Ratto dal serraglio” e scrive di aver ricevuto incarico dalla Corte di scrivere Sei “Quartetti per archi” e Sei “Sonate facili per pianoforte” (cosa, idem, che lascia dubbi).
Il musicista, comunque, termina solo tre “Quartetti per Archi” (i suoi ultimi), conosciuti come “Quartetti prussiani (K. 575, K. 589 e K 590)”, che saranno pubblicati postumi e senza alcuna dedica, oltre all’ultima “Sonata, la K 576”.
4 giugno 1789: torna a Vienna dopo un viaggio economicamente infruttuoso che, forse, intacca la serenità del suo matrimonio.

 

Così fan tutte e il viaggio a Francoforte:

Anno 1790: periodo difficilissimo per Mozart reputato, in Europa, come eccellente compositore che, purtroppo, non è più seguito da una parte del suo pubblico austriaco (dopotutto, Mozart non si preoccupa di compiacerlo: da persona seria, raramente e non volentieri, acconsente a scrivere musica banale, finalizzata al solo successo commerciale).

La sua produzione è sempre di alta qualitatà elevata, ma subisce un vero e proprio crollo quantitativo nel corso del 1790, periodo in cui il suo catalogo registra una dozzina di nuove composizioni.
A tale proposito, è stato ipotizzato che, in questo lasso di tempo, Mozart sia affetto da depressione.

26 gennaio 1790: la prima rappresentazione dell’opera “Così fan tutte ossia La scuola degli amanti”, dramma giocoso su libretto di Lorenzo Da Ponte, avviene al “Burgtheater” di Vienna, dove viene replicata nove volte nel corso dell’anno.
E’ basata su un soggetto originale dello stesso Da Ponte ed < esprime due differenti aspetti del razionalismo illuminista: da una parte, l’amara ironia e lo scetticismo riguardo al cuore umano propri di Voltaire; dall’altra, la rivendicazione del sentimento erotico nella sua genuina naturalità, al di là delle convenzioni sociali, derivante da Rousseau >.

20 febbraio 1790: muore l’Imperatore Giuseppe II, il più importante dei sostenitori di Mozart: con il suo successore, Leopoldo II,Mozart non è più tra i favoriti presso la Corte e le sue richieste di nuovi incarichi non vengono accolte.

1790: è uno dei cinque compositori che creano “La pietra filosofale”, il Singspiel su libretto di Emanuel Schikaneder.
L’opera è musicata, oltre che da Mozart, dallo stesso Schikaneder, da Franz Xaver Gerl, Johann Baptist Henneberg e Benedikt Schack;
11 settembre 1790: la ” prima” ha luogo al “Theater auf der Wieden”.

 

Mozart non è tra i compositori invitati a presenziare alla Cerimonia di Incoronazione del nuovo Imperatore (da svolgersi in ottobre, a Francoforte), però decide di partecipare a proprie spese e, il 15 ottobre, nella città tedesca, tiene un concerto nel cui cartellone si legge di una “Sinfonia non identificata”, due “Concerti per pianoforte e orchestra (K 459 e K 537)”, “Alcune Arie” e “Un’improvvisazione pianistica”, ma l’esito economico non è buono.

Mozart prosegue il viaggio e tocca città come Magonza (il 16 ottobre), Mannheim (il 23 ottobre), Monaco di Baviera (il 29 ottobre): in quest’ultima città, il 4 o 5 novembre suona ad un Concerto in onore di re Ferdinando IV di Napoli.
Non passa da Salsburgo, ma il 10 novembre è di ritorno a Vienna.
Tale viaggio peggiora la sua situazione economica, ma incontrare molti vecchi amici a Mannheim e a Monaco forse lo aiuta ad uscire dal suo stato depressivo.

Fine ottobre del 1790: l’impresario britannico Robert May O’ Reilly gli offre la possibilità di soggiornare a Londra fino all’estate successiva con l’impegno di comporre almeno due opere teatrali, dietro un compenso equivalente a circa 3000 fiorini.
Mozart rifiuta tale offerta vantaggiosa, che porebbe risolvere molti suoi problemi finanziari: forse, pensa che ciò comporterebbe una lunga separazione da Constanze (che, a causa della sua salute instabile, non potrebbe seguirlo a Londra) o, forse, perché Mozart conta già con sicurezza sui futuri guadagni restando a Vienna; o, forse, perché Mozart non se la sente di vivere all’Estero, per cui la sua vita e le sue abitudini ne rimarrebbero scombussolate solo perché gli si prospetta una carriera allettante.

 

Gli ultimi capolavori:

Ad inizio del 1791, Mozart supera la propria crisi creativa e torna a produrre: il “Concerto per Pianoforte e Orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595 (5 gennaio)”, il “Quintetto per Archi in mi bemolle maggiore K 614 (12 aprile)”, il Mottetto “Ave verum corpus K 618 (giugno)”, il “Concerto per Clarinetto e Orchestra K 622 (7 ottobre)”.
La sua situazione economica migliora: alcuni Mecenati ungheresi e olandesi si impegnano ad acquistare sue composizioni per cifre importanti; il 9 maggio, la città di Vienna lo nomina “Assistente Kapellmeister” di Leopold Hofmann presso la “Cattedrale di Santo Stefano”, incarico onorifico che prelude alla Nomina di “Maestro di Cappella” (con la retribuzione di 2000 fiorini annui) appena il posto sarà vacante.

Inizio di maggio 1791: periodo probabile in cui Mozart comincia a comporre “Il flauto magico”, un “Singspiel” su libretto di Emanuel Schikaneder.
Metà luglio circa: gli arriva dall’impresario Guardasoni la commissione per un’opera seria italiana da mettere in scena a Praga, “La clemenza di Tito”.

Idem, estate 1791: il Conte Franz von Walsegg, un aristocratico musicista dilettante, per mezzo del suo emissario, commissiona a Mozart una “Messa da Requiem”, alla condizione che tale compito rimanga segreto e che il committente resti anonimo, dal momento che il Conte Walsegg intende far passare l’opera come propria.
Non si sa se Mozart conosca l’identità e le intenzioni del suo committente ma, già impegnato nella composizione de”Il Flauto magico” e de “La Clemenza di Tito”, non può dedicarsi subito a scrivere il “Requiem”.

28 agosto-15 settembre 1791: Mozart è a Praga, in occasione della Cerimonia per l’Incoronazione di Leopoldo II a Re di Boemia e, il
6 settembre, al “Teatro Nazionale”, viene rappresentata per la prima volta “La Clemenza di Tito” in presenza della Coppia Imperiale e con la Direzione dello stesso Mozart, ma senza molto successo; addirittura, l’Imperatrice Maria Luisa definisce l’opera “una porcheria tedesca in lingua italiana” e in una sua lettera afferma che “la musica era così brutta che ci addormentammo tutti”.

30 settembre 1791: “Il flauto magico” desta un immediato, vasto e crescente successo, per cui, dopo la prima rappresentazione (tenuta al “Freihaustheater” di Vienna, sotto la direzione del musicista), seguono fiumi di repliche nel corso degli Anni Novanta del 1700.
Mozart è euforico per il successo della sua opera: le sue ultime lettere scritte alla moglie (che si trova in villeggiatura a Baden per le cure termali) sono una testimonianza.

L’impressione che la musica dell’ultimo Mozart dà è quella della tendenza ad allontanarsi dalle forme “stabilite” dal Classicismo (sinfonia, la sonata e il quartetto), per dirigersi verso brani d’occasione, apparentemente minori, a volte alquanto anomali dal punto di vista timbrico e formale (“Fantasia in fa minore K 608” e dell’ “Andante in fa maggiore K 616”, entrambi per Organo Meccanico; dell’ “Adagio e rondò in do minore K 617 per Glassarmonica, Flauto, Oboe, Viola e Violoncello”, scritto per la virtuosa cieca Marianne Kirchgessner”); dello stesso tipo, è “Ave verum corpus K 618”, scritto per il coro della Scuola Elementare di Baden.

Ne “Il Flauto magico”, l’attenzione dell’ultimo Mozart verso l’ “umile” e il “marginale” sono realizzati perfettamente.
L’opera è scritta per un Teatro di Periferia ed è dedicata ad un pubblico popolare: esprime, un linguaggio musicale accessibile a tutti e la stessa filosofia giusnaturalistica che già gli ha ispirato opere come “Il ratto dal serraglio” e “Le nozze di Figaro”: < la fede nella bontà originaria degli esseri umani e nella felicità da raggiungere attraverso l’affetto e la solidarietà fra le persone, è la fondamentale filosofia mozartiana che ne “Il Flauto magico” si manifesta attraverso (e a volte, nonostante) i complessi simboli dell’ideologia massonica cui è improntato il libretto di Schikaneder”.

15 novembre 1791: prima di questa data, Mozart mette da parte il “Requiem” e scrive l’ultima sua opera completa, la “Piccola Cantata Massonica K 623”.
20 novembre 1791: purtroppo, cade malato.

 

Mozart massone:

Dopo il trasferimento a Vienna di Mozart, la sua carriera musicale è in vetta al successo e, in questo periodo, entra nella Massoneria dove viene iniziato come “apprendista” il 14 dicembre 1784, nella loggia “Zur Wohltätigkeit” (“Alla beneficenza”) per mezzo dell’amico drammaturgo e massone Otto Heinrich von Gemmingen-Hornberg.

In poco tempo, percorre tutto il cammino iniziatico della Massoneria:
. 7 gennaio del 1785: è elevato al grado di “Compagno” e, forse, il 13 gennaio (la data non è certa) diventa “Maestro”.
. 6 aprile 1785: nella stessa Loggia, Leopold, suo padre, viene iniziato il 16 aprile, passando al grado di “Compagno” e diventando “Maestro” il 22 dello stesso mese.

11 dicembre 1785: l’Imperatore Giuseppe II fa emanare un decreto, il “Freimaurerpatent”, secondo il quale le otto Logge Massoniche di Vienna sono fuse in due, rispettivamente “Alla nuova speranza incoronata” e “Alla verità”, oltre ad essere soggette ad un controllo serrato da parte del Governo.
Come coneguenza, Mozart fa parte della Loggia “Alla nuova speranza incoronata”.

Fra gli scopi di tale decreto, c’è quello di limitare l’influenza dell’ “Ordine dei Rosacroce”, di tendenza mistica ed esoterica; perciò i Massoni di tendenza razionalista, all’inizio, accettano favorevolmente il “Freimaurerpatent”.
Però, successivamente, risulta chiaro che la sottomissione della Massoneria al controllo governativo ha anche l’obiettivo di frenare l’attività della parte più illuminista e più anticlericale, che fa capo all’ “Ordine degli Illuminati” (ritenuto pericoloso per l’Ordine costituito).
Difatti dopo il “Freimaurerpatent”, l’ “Ordine degli Illuminati”, in effetti, cessa di esistere a Vienna, per cui molti di loro (fra cui alcuni cari amici di Mozart) escono dalla Massoneria e la Loggia “Alla verità” viene ufficialmente chiusa nel 1789.

“Alla beneficenza”, la Loggia a cui appartiene Mozart prima del “Freimaurerpatent”, è quasi tutta dominata dagli “Illuminati”, e lui stesso è legato strettamente con gli appartenenti a tale Ordine (esempio: Ignaz von Born e Joseph von Sonnenfels).
Pur avendo simpatie per gli “Illuminati”, Mozart non entra mai nel loro ordine ma, continua ad appartenere alla Massoneria anche dopo che gli “Illuminati” ne escono e dopo che la sua partecipazione alle attività massoniche diminuisce fra il gennaio 1786 e il gennaio 1791.

L’appartenenza massonica di Mozart influisce i profondi convincimenti esoterici e spirituali, che traduce in musica nelle opere che più si collegano ai simboli e agli ideali massonici: fra questi, resta ineguagliabile la simbologia de “Il Flauto magico”.
Infatti, è simbolico il carattere di progressione delle terze parallele, che contraddistingue la parte finale dell’opera “K 623”, per cui il carattere massonico di tali composizioni si esprime nelle tonalità e nei timbri, dove predomina la presenza di strumenti a fiato e voci maschili.

Alle sue composizioni di tipo massonico, appartengono la “Cantata K 471 (del 1785)”, l’ “Adagio per due clarinetti e tre corni di bassetto K 411 (idem, del 1785)” e la “Musica funebre massonica K 477 (pure, del 1785)”, oltre alla “Piccola Cantata massonica K 623 (del 1791)”.

Nel suo ultimo anno di vita, Mozart compone molta musica d’ispirazione massonica; oltre a “Il Flauto magico” e alla “Piccola cantata massonica”, sopra citati, musica la Cantata per tenore e pianoforte “Die ihr des unermeßlichen Weltalls Schöpfer ehrt (“Voi che onorate il creatore dell’universo infinito”) K 619″, su testo di Franz Heinrich Ziegenhagen.
Ziegenhagen è un socialista utopista, esponente dell’Illuminismo radicale ed egualitario; il suo testo (messo in musica da Mozart, nel luglio 1791) è un’appassionata perorazione a favore della tolleranza religiosa, contro il fanatismo, contro il militarismo e a favore della pace fra i popoli:

«Voi che onorate il creatore dell’universo infinito,
che si chiami Geova, o Dio,
che si chiami Fu o Brahmā, udite!
Spogliatevi della veste che impedisce
all’umanità di vedere il maleficio della superstizione!
Nel coltro viene riforgiato il ferro
che ha sparso finora il sangue degli uomini e dei fratelli!
Fate scoppiare la roccia con la polvere nera
che spesso ha diretto il piombo
nel cuore del fratello, uccidendolo!»

(F. H. Ziegenhagen)

 

Malattia e morte:

5 dicembre 1791: Mozart muore nella sua casa a Vienna, di notte, all’una meno cinque minuti.

6 dicembre 1791: la salma viene portata alla Cattedrale di Santo Stefano e il corpo viene sepolto lo stesso giorno o forse la mattina del 7, in una fossa comune del Cimitero di St. Marx.

Nessun familiare di Mozart, nessun amico o conoscente, è presente (i contemporanei giustificano che, al momento del funerale, c’è maltempo).

Il funerale è di terza classe (il più economico) e, come suggerito alla vedova dal Barone van Swieten, il protettore di Mozart, lo stesso paga tale funerale che, sembra, è stato scelto dallo stesso Mozart, per via delle sue idee illuministiche (sembra anche che Mozart non abbia chiesto, né ricevuto, l’Estrema Unzione).
Nonostante quanto detto, sembra appurato che il feretro, partito dalla casa del compositore, sia sostenuto da quattro portatori, preceduti da un crocifero e da quattro giovani con dei ceri; seguono la vedova Constanze, alcuni membri della famiglia Weber, fra cui le sorelle, il Barone van Swieten, Franz Xaver Süßmayr, Jakob Freiständler e Otto Hatwig, allievi del musicista, alcuni amici e Antonio Salieri.
< L’esatto luogo di sepoltura di Mozart non è stato mai identificato: vi sono a Vienna due monumenti funerari del compositore in due diversi cimiteri, uno presso il Cimitero di St. Marx e un altro presso il Cimitero centrale (Zentralfriedhof)>.

La malattia e la morte di Mozart sono ancora un argomento difficile di studio, oscurato da leggende romantiche e teorie contrastanti.
La causa del decesso è argomento dibattuto: il suo certificato di morte riporta “Hitziges Frieselfieber” (“febbre miliare acuta”, all’epoca, considerata contagiosa, o “esantema febbrile”): ciò è insufficiente all’identificazione della diagnosi secondo la Medicina di oggi.
Fra le varie ipotesi: la trichinosi all’avvelenamento da mercurio o acqua tofana (avvelenamento da arsenico e antimonio), alla febbre reumatica o, più recentemente, la sifilide, oltre alla concausa della morte a seguito della pratica terapeutica del salasso, all’epoca diffusa o per una nefrite acuta conseguente a una glomerulonefrite a eziologia streptococcica.

Mozart muore lasciando incompiuto il “Requiem”, il cui completamento la moglie lo affida al musicista Joseph Eybler (accetta e, poi, arretra) e, dopo, al giovane compositore Franz Xaver Süssmayr, allievo e amico di Mozart che termina il lavoro, completando le parti non finite e scrivendo ex novo quelle inesistenti.

1809: Constanze Weber, la vedova, si risposa col diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen, grande ammiratore di Mozart e autore di una delle prime biografie a lui dedicate e, per questo lavoro, sicuramente, Nissen si avvale delle testimonianze di Constanze.

 

 

Lista di tutte le composizioni per numero di catalogo:

< L’elenco in ordine cronologico di tutte le composizioni musicali di Mozart è il cosiddetto “Catalogo Köchel”.
< Esso prende il nome da Ludwig von Köchel, che ne pubblica la prima edizione nel 1862 seguita da numerose edizioni rivedute.
< Ogni opera di Mozart viene dunque comunemente designata con un numero preceduto dall’abbreviazione K o KV, in entrambi i casi indicante Köchel Verzeichnis (Catalogo Köchel in tedesco). 


Mozart e i compositori contemporanei:

Franz Joseph Haydn:

Una grande amicizia e reciproca stima unisce Mozart a Haydn, nonostante la differenza fra di loro di ventiquattro anni.

Non si sa con certezza quando Mozart entra in rapporti di amicizia con Haydn, ma è certo che, nel 1785, i due musicisti sono intimi amici e si danno “del tu”, oltre ad incontrarsi varie volte in casa dei fratelli Storace per parlare di Musica e di eseguire insieme Musica Cameristica.

Michael Haydn è intimo amico di Mozart: cosa importante per la conoscenza del fratello Joseph.
Haydn, dalla residenza degli “Esterházy” dove presta servizio, va spesso a Vienna dove Mozart si trasferisce definitivamente, nel 1781.

Haydn si accorge subito della grandezza di Mozart ma non è ostile e invidioso: anzi, ne accetta volentieri i suggerimenti compositivi.
Ciò è anche per Mozart che rende nota la sua riconoscenza a Haydn pubblicamente, dedicandogli “Sei Quartetti (K 387, K 421, K 428, K 458, K 464 e K 465)” che, per tutta la vita, lo apprezza più di ogni altro musicista del passato o contemporaneo.

Tali Quartetti vengono composti da Mozart tra il 1782 e il 1785: occorrono circa tre anni perché vengono scritti nel modo rivoluzionario inventato da Haydn, pubblicando proprio nel 1771 i “Sei Quartetti russi op. 33”.
La “nuova e speciale maniera” era costituita dall’abbandono dei principi compositivi del Settecento della melodia con accompagnamento per dare invece un ugual risalto alle quattro voci dell’organico che si trovavano ora a colloquiare in modo paritetico.
Mozart, quindi, impara a comporre nel nuovo modo e trova un proprio modo espressivo: tramandando due opere parallele e immortali come conseguenza della reciproca amicizia e
La stima che Haydn aveva di Mozart è ben descritta nelle parole che Haydn dice al padre: «Vi dico innanzi a Dio, da galantuomo, che vostro figlio è il più grande compositore che io conosca, di nome e di persona. Ha gusto e possiede al sommo grado l’arte del comporre».

Quando Mozart morì a trentacinque anni, Haydn è a Londra, al momento della morte di Mozart, e viene a saperlo solo al suo rientro a Vienna (nel 1792), restandone rattristato.

 

Aneddotica:

Mozart ha suggestionato parecchio la fantasia del pubblico che, già bambino prodigio conosciuto nelle maggiori Corti europee, geniale compositore di genio e protagonista di una precoce e misteriosa morte: sin dall’Ottocento, la sua vita è stata interpretata come simbolo stesso della genialità e della perfezione sacre ad Apollo, con mitizzazione della sua figura come non è successo a nessun altro musicista prima o dopo di lui.

. Pasqua 1770: fra gli aneddoti circa il giovane Mozart, particolare è quello che riguarda la sua visita a Roma; Mozart, quattordicenne, ascolta il celebre “Miserere” di Gregorio Allegri, di proprietà esclusiva della “Schola Cantorum” della Cappella Sistina, che la custodisce gelosamente e la cui esecuzione avviene solo nella Settimana Santa, a luci spente, e lo spartito non può essere copiato né letto, pena la scomunica.
In una lettera alla moglie, Leopold Mozart afferma per primo quanto si racconta: che il giovane Mozart, dopo averlo ascoltato una sola volta, sia stato in grado di trascriverlo a memoria, nota per nota.

. A questo fatto, si aggiunge un secondo aneddoto: Felix Mendelssohn Bartholdy è in visita a Roma e, per scommessa, vuole ripetere l’iniziativa di Mozart; dopo avere ascoltato una volta, anche lui è in grado di trascrivere la composizione in modo fedele.
Dalla ricerca storiografica, è stato scoperto che Mozart ascolta questo lavoro due volte prima della trascrizione, mentre a Mendelssohn, è sufficiente un solo ascolto.
Però, Mozart ascolta il “Miserere” quando ha 14 anni, mentre Mendelssohn ne ha più di 20.

. Un altro aneddoto: Mozart è bambino e, durante uno dei suoi Concerti alla Corte dell’Imperatrice Maria Teresa, rende omaggio ad una piccola del seguito reale, chiedendola anche in moglie.
Quella damina sarebbe diventata la Regina di Francia Maria Antonietta.

. 12 gennaio 1782: Mozart scrive al padre: “Clementi suona bene, fino a che guardiamo alla mano destra. La sua potenza sono i passaggi di terza. A parte questo, egli non ha un centesimo di gusto o sensibilità; in pratica è solo un puro meccanico”.
In una lettera seguente, non si mantiene nei limiti: “Clementi è un ciarlatano, come tutti gli italiani”.
Per contro, le opinioni di Clementi su Mozart sono sempre state entusiasticamente positive.

. Mozart è bravissimo a scrivere da destra a sinistra: infatti, alcune righe delle sue lettere sono scritte al contrario.

. Mozart possiede un senso dell’umorismo, a volte osceno.
Testimonianze ne restano nelle lettere alla cugina Maria Anna Thekla, ai parenti e agli amici.

. L’epistolario di Mozart, noto per la giocondità volgare e sconcia delle sue lettere, è stato reso pubblico nella sua intierezza solo in tempi recenti.

Persino, compone una serie di canoni scatologici che intona in compagnia degli amici, i più noti dei quali sono:

. Leck mich im Arsch K. 231, in Si bemolle maggiore, per sei voci

. Gehn wir im Prater, gehn wir in d’ Hetz K. 558, in Si bemolle maggiore, per sei voci

. Difficile lectu K. 559, in Fa maggiore, per tre voci

. O du eselhafter Peierl K. 560a, in Fa maggiore, per tre voci

. O du eselhalfter Martin K. 560b, in Fa maggiore, per tre voci (versione riveduta del precedente)

. Bona nox K. 561, in La maggiore, per quattro voci

. La leggenda su Mozart e Salieri

 

Antonio Salieri:

Nel tempo, nasce e si diffonde la leggenda secondo cui Mozart sarebbe stato avvelenato, per invidia, dal compositore italiano Antonio Salieri.
Priva di fondamento, la cosa ha ispirato diversi artisti, nel tempo.
Il poeta e scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin, nel 1830, scrive “Mozart e Salieri” (intitolato “Invidia”, in precedenza): si tratta di un brevissimo dramma in versi, dove Salieri, roso dall’invidia, fa commissionare da Mozart il “Requiem”, per poi ucciderlo, spacciare il brano per suo, suonarlo al Funerale di Mozart e dover sentire: «Anche Salieri è stato toccato da Dio».
Probabilmente, Puškin si ispira al particolare che la commissione viene dal Conte Franz von Walsegg, allo scopo di spacciarlo per suo in occasione dell’anniversario della morte della moglie.
Di Puškin si è, poi, detto: «Se Salieri non ha ucciso Mozart, di sicuro Puškin ha ucciso Salieri.»

6 novembre 1898: al Teatro “Solodovnikov” di Mosca, viene tenuta la prima dell’opera “Mozart e Salieri” di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov.
Il libretto è scritto dallo stesso Rimskij-Korsakov sulla base della tragedia di Puškin : come questa, l’opera si divide in due sole scene e la musica è ispirata e dedicata al compositore Dargomyžškij.
Sembra che la sera della “prima”, le variazioni sulla musica di Mozart vengano eseguite dal pianista e compositore Sergej Rachmaninov.

1978: un adattamento della leggenda sulla fine di Mozart (basandosi sul lavoro di Puškin, ampliandone la portata si intitola “Amadeus”, del drammaturgo Peter Shaffer ed ha successo nei teatri di Londra.
La vicenda: restano l’invidia di Salieri e il “Requiem” commissionato da un uomo vestito di nero (Salieri mascherato), ma il tutto è approfondito e narrato da Salieri stesso.
Il testo viene modificato diverse volte, fino alla versione definitiva del 1981.

1984: il dramma di Shaffer è lavorato al cinema da Miloš Forman con “Amadeus”, ma i lati negativi del personaggio di Salieri sono ammorbiditi rispetto a Puskin; infatti, se nella versione rimasterizzata del film del 2002 sono ripristinate alcune scene più dure, il Salieri cinematografico di F. Murray Abraham, (vince l’Oscar per il miglior attore), risulta meno negativo di quello di Shaffer (decisione di Abraham che il drammaturgo cura anche la sceneggiatura del film).
Nonostante alcuni avvenimenti realmente accaduti a Mozart, la maggior parte della trama è una libera ricostruzione del personaggio, molto lontana dalla realtà.

 

Registrazioni:

. Linda Nicholson. Wolfgang Amadeus Mozart. Sonatas for Fortepiano. Fortepiano Walter

. Paul Badura-Skoda. Wolfgang Amadeus Mozart. Works for piano. Fortepiano Walter

. Nikolaus Harnoncourt, Rudolf Buchbinder. Wolfgang Amadeus Mozart. Piano Concerti Nos. 23 & 25. Fortepiano Walter (Paul McNulty)

. Robert Levin, Academy of Ancient Music, Christopher Hogwood. Wolfgang Amadeus Mozart. Piano Concertos Nos 15 & 26. Fortepiano Walter (Paul McNulty)

. Viviana Sofronitsky. W.A. Mozart: 11CD box, the first world complete works for piano and orchestra performed on original instruments. Orchestra: Musicae Antiquae Collegium Varsoviense “Pro Musica Camerata”. Fortepiano Walter (Paul McNulty)

. András Schiff. Wolfgang Amadeus Mozart. Piano works. Fortepiano Walter

 

Mozart, nella letteratura:

1856: lo scrittore tedesco Eduard Mörike scrive il racconto romantico “Mozart in viaggio verso Praga”, che racconta il viaggio compiuto da Wolfgang e dalla moglie Constanze verso Praga per allestire la prima rappresentazione di “Don Giovanni” (29 ottobre 1787).
“Mozart in viaggio verso Praga: esiste anche un film televisivo del 1974 con Raoul Grassilli/Mozart e la regia di Stefano Roncoroni.

 

Riconoscimenti:

Cavaliere dell’Ordine dello Speron d’oro – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine dello Speron d’oro

— Roma, 4 luglio 1770

 

A Mozart sono dedicati il cratere “Mozart” su Mercurio e l’asteroide “1034 Mozartia”.

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

WOLFGANG AMADEUS MOZART in un ritratto postumo, di Barbara Krafft (1819):
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Wolfgang-amadeus-mozart_1.jpg

.

BRANI DA:

. LE NOZZE DI FIGARO (Non più andrai farfallone amoroso):

. DON GIOVANNI (Là ci darem la mano):

. COSI’ FAN TUTTE(Come scoglio):

. IL FLAUTO MAGICO (Aria della Regina della Notte):

 

. MARCIA TURCA:

. SINFONIA N. 40:

. EINE KLEINE NACHT MUSIK:

. ELVIRA MADIGAN:

  

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