venerdì 13 dicembre 2013

RICORDANDO RICHARD WAGNER NEL BICENTENARIO DELLA NASCITA

(Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) . QUARTA PUNTATA: --------------- Le opinioni sul carattere di Wagner sono quanto mai discordi. Un suo ammiratore è arrivato al punto di chiamarlo “uno tra i geni più nobili e più potenti della razza umana” (Gerhard Schjelderup), ma molti, oggi, sarebbero disposti a confutare il primo qualificativo. Deems Taylor tenne alla radio una famosa conferenza su Wagner , intitolandola “Un mostro”: “Per sé, egli non era soltanto la persona più importante di questo mondo; ai propri occhi, era l’unica persona esistente. Si riteneva uno dei più grandi drammaturghi mai esistiti, uno dei più grandi pensatori e uno dei più grandi musicisti … “Era convinto che il mondo avesse l’obbligo di mantenerlo. E, a sostegno di tale convinzione, si faceva prestare denaro da chiunque fosse disposto a dargliene: uomini, donne, amici, oppure estranei … Non mi risulta che egli abbia mai restituito soldi a chi non avesse i mezzi legali per costringerlo. “La sia esistenza è attraversata da un interminabile corteo di donne. La sua prima moglie trascorse vent’anni a sopportare e a perdonargli le infedentà. La seconda moglie era stata prima la consorte del suo più devoto amico e ammiratore: ed egli gliela rubò. E già, mentre cercava di convincere la donna ad abbandonare il marito, Wagner scriveva ad un amico per chiedere se potesse indicargli una donna ricca – qualunque donna ricca – da poter sposare per interesse.” “Eppure – conclude Deems Taylor – tutto questo ha poca importanza perché Wagner ebbe il Diritto di essere quello che fu: Fu veramente uno dei più grandi drammaturghi del mondo. Fu veramente un grande pensatore. Fu veramente uno dei geni musicali più stupendi che, sino ad oggi, il mondo abbia mai visto. Il mondo aveva veramente l’obbligo di mantenerlo … Che importava che fosse infedele agli amici e alle mogli? Ad un’Amante rimase fedele sino al giorno della morte: la Musica … Non c’è una riga, nella sua musica, che avrebbe potuto essere concepita da una mente mediocre … Anche nei suoi sbagli peggiori, c’è grandezza … Il miracolo è che quanto egli compì nel breve spazio di settant’anni sia potuto avvenire, sia pure per opera di un genio. E c’è, allora, da meravigliarsi che non abbia avuto il tempo di essere un uomo?” . Pochi musicisti hanno suscitato tante polemiche come Wagner e i giudizi sulla sua arte hanno oscillato da un estremo all’altro. Negli anni di lotta egli si trovò completamente solo e trovò comprensione solo in pochi, rari amici che, per lui, combatterono strenuamente. Ma, quando il Teatro di Bayreuth divenne una realtà, l’arte wagneriana prese a dominare la vita musicale di tutto il mondo. L’ammirazione per la sua opera fu così travolgente da provocare la revisione dei valori di tutta la lirica precedente. Dopo di che le vecchie, onorate opere ricevettero, a mala pena, l’attenzione che meritavano o, quanto meno, prese piede l’abitudine di affidarle ai direttori sostituti dei grandi teatri. La reazione era inevitabile e insorse subito la svolta del secolo ad opera degli IMPRESSIONISTI francesi capeggiati da DEBUSSY, prima, e – poi - dei compositori che, come STRAVINSKIJ e MILHAUD, assunsero davanti alla musica un atteggiamento antiromantico e “pratico”. Questi antiwagneriani convinti provocarono un rinnovamento d’interesse per le opere tradizionali precedenti quelle del Maestro. Alfred Einstein, saggiamente, afferma che non si dovrebbe giudicare Wagner solo come compositore: “Questo grande poeta-musicista fu, ancor più di BEETHOVEN, un profeta, un artista missionario: aveva il dramma nel sangue; e doveva diventare dramma musicale, giacché la musica era per lui la suprema arte redentrice.” . Ecco come Edward Dannreuther ha definito la nuova funzione attribuita da Wagner alla musica nelle sue opere: “Finita la stesura poetica, Wagner passava a comporre la musica o, meglio, iniziava a scrivere materialmente la musica giacché è evidente che, essendo nel suo caso drammaturgo e musicista un’unica persona, la concezione musicale procedeva di pari passo con quella poetica e, anzi, forse, la precedeva. La concezione dei personaggi e delle situazioni esistendo già all’inizio dell’elaborazione, certe frasi musicali si insinuavano logicamente. Queste frasi o temi (o “Leitmotive”) sono per il musicista l’equivalente delle caratteristiche delle “dramatis personae”.” . Cercando di riassumere il valore speciale del contributo dato da Wagner alla musica, Edwin John Stringham scrisse: “Nel tentativo di far esprimere all’orchestra tutte le passioni dei personaggi – amore, odio, disperazione, vendetta – nonché gli aspetti pittorici e scenici dei miti su cui egli costruiva i suoi drammi – la tempesta, le fiamme, la magìa della foresta, la meraviglia dell’arcobaleno, il luccichìo del Reno – Wagner offrì il contributo più ricco al linguaggio sinfonico del movimento romantico. Attraverso l’impiego di nuove combinazioni orchestrali, in particolar modo degli ottoni e dei legni, attraverso nuove progressioni armoniche e l’uso di un irrequieto linguaggio cromatico e contrappuntistico che modulava senza posa da una tonalità ad un’altra, egli ampliò immensamente la capacità di espressione emotiva e di colore sonoro dell’arte musicale.” . Sopite le polemiche e i giudizi dettati dal fanatismo del tempo, potremo concludere dicendo che Wagner rappresenta la sintesi dell’epoca romantica con le sue qualità eccezionali e il suo assolutistico individualismo. (Il Mondo della Musica) --------------------------------------------- . APPENDICE ALLA QUARTA PUNTATA: ------------------------------ SIEGFRIED WAGNER (Triebschen, Lucerna 1869 – Bayreuth, 1930). Direttore d’orchestra e compositore, figlio di Richard. Iniziò lo studio dell’Architettura, ma passò ben presto alla musica, avendo a maestri HUMPERDINCK e KNIESE. Diresse in Italia, Austria, Inghilterra e, dal 1896, a Bayreuth, i festival wagneriani. Scrisse il poema sinfonico “SEHNSUCHT”, “CONCERTO” per flauto e piccola orchestra, “CONCERTO” per violino e orchestra, la cantata “FAHNENSCHWUR” per coro e orchestra, una DOZZINA DI OPERE TEATRALI, quasi tutte rappresentate. Pubblicò le sue memorie, “ERINNERUNGEN” (Stoccarda, 1923). . I suoi figli WIELAND (Bayreuth, 1917) e WOLFGANG (Bayreuth, 1919) si sono occupati della DIREZIONE ARTISTICA E ORGANIZZATIVA del “FESTSPIELHAUS”. . ( “Il Mondo della Musica”) Battuto al computer da Lauretta

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