lunedì 22 agosto 2022

VINCENZO BELLINI

Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini nasce a Catania il 3 novembre 1801 e muore a Puteaux (Francia) il 23 settembre 1835. 


E' un compositore italiano ed è uno dei più celebri operisti dell'Ottocento.

La gran parte della vita di Bellini e della sua attività di musicista la sappiamo attraverso le lettere scritte al suo amico Francesco Florimo, incontrato a Napoli e suo compagno di studi.

E' ritenuto, alla pari di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, ed è il compositore per antonomasia dell'era del bel canto italiano, in particolare dell'inizio del XIX secolo. 

Bellini è autore di dieci opere liriche in tutto, di cui le più famose e rappresentate sono "La sonnambula", "Norma" e "I Puritani".


I primi anni di Bellini, a Catania: 

Bellini nasce a Catania (nel Regno di Sicilia), in un appartamento in affitto di Palazzo Gravina Cruyllas, in Piazza San Francesco d'Assisi, il 3 novembre del 1801. 

E' figlio di Rosario Bellini e di Agata Ferlito. 


E' "figlio e nipote d'arte": infatti, suo padre è un compositore meno importante, mentre il nonno paterno, Vincenzo Tobia Nicola Bellini, è un rinomato compositore di musiche sacre, originario di Torricella Peligna (nell'Abruzzo Citeriore, una regione del Regno di Napoli). 

Già attivo a Petralia Sottana, si trasferisce a seguito della sua scritturazione da parte di Ignazio Paternò Castello, a Catania, dove vive presso via Santa Barbara.

Bellini è precoce e dimostra presto il suo interesse verso la musica. 

Intorno ai 14 anni di età, si trasferisce dal nonno per studiare, il quale nonno ne intuisce la grande predisposizione verso la composizione. 


1817 circa: produce intensamente allo scopo di convincere il Senato Civico a fargli ottenere una borsa di studio per il perfezionamento da effettuarsi al "Real Collegio di Musica" di San Sebastiano, accompagnando con una supplica del 1818.

1819:  ottiene la borsa di 36 onze annue per merito dell'interessamento dell'Intendente del Vallo, il Duca di Sammartino. 

Su una nave, parte da Messina (ospite dello zio padrino Francesco Ferlito) il 14 giugno e arriva al porto di Napoli dopo cinque giorni di tempesta.


Gli studi musicali di Bellini a Napoli: 

Il "Real Collegio di Musica" di San Sebastiano, a Napoli è ubicato in via San Sebastiano, nei locali che oggi ospitano il Liceo classico "Vittorio Emanuele II" ed è qui che Bellini studia nella seconda parte della sua carriera accademica.  

Dal 1890, in epoca post-unitaria, l'istituzione si chiama "Regio Conservatorio di Musica", situata  in via San Pietro a Majella e, attualmente, è denominata "Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli".

E' allievo di Giacomo Tritto, a Napoli, però - una volta conosciuto Nicola Antonio Zingarelli - preferisce porsi sotto l'ala di quest'ultimo (che lo indirizza allo studio dei "classici": Palestrina e Pergolesi, soprattutto, e "il gusto per la melodia piana ed espressiva, senza artifici e abbellimenti, secondo i dettami della scuola musicale napoletana". 


Frequentando il Conservatorio, fra i suoi condiscepoli, presenziano Saverio Mercadante ed il musicista patriota Pietro Maroncelli, ma è importante la sua conoscenza del calabrese Francesco Florimo, con cui instaura una sincera amicizia per tutta la vita; questo sarà anche dopo la morte, quando Florimo diventerà bibliotecario del Conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi di Bellini scomparso prematuramente.

Nel periodo trascorso a Napoli, Bellini compone musica sacra, qualche sinfonia d'opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la famosa "Dolente immagine" le cui parole sembra che siano state ispirate dal sentimento per la sua amata di là, Maddalena Fumaroli (lavoro che, oggi, è conosciuto solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte). 

1825: presso il Teatrino del Conservatorio, presenta "Adelson e Salvini", la sua prima opera, come lavoro finale del Corso di Composizione.

1826: ottiene il primo grande successo con "Bianca e Fernando", che rappresenta al Teatro "San Carlo" di Napoli col titolo ritoccato in "Bianca e Gernando" per rispetto al Principe Ferdinando di Borbone.

1827: Domenico Barbaja, famoso impresario teatrale dal grande fiuto, commissiona a Bellini un'opera da rappresentare al Teatro "Alla Scala" di Milano.   
Il giovane Bellini lascia Napoli e si butta dietro le spalle lo sfortunato amore per Maddalena Fumaroli, la giovane donna che non ha potuto sposare per l'ostilità del padre di lei, padre che ostacola il matrimonio con un "suonatore di cembalo".


Esperienza di Bellini nel Nord Italia: 

"Il pirata" e "La straniera" (rispettivamente del 1827 e 1829), alla loro prima rappresentazione "Alla Scala", ottengono un successo strepitoso: Bellini viene riconosciuto dalla stampa milanese come l'unico operista italiano che può contrapporsi a Gioachino Rossini come  stile personale in cui, nel dramma, c'è maggiore aderenza della musica e dove c'è il primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito.

1829: "Zaira" viene rappresentata a Parma per inaugurare il "Nuovo Teatro Ducale" (oggi Teatro "Regio" di Parma), ma ottiene un successo scarso. 

Lo stile di Bellini non risponde ai gusti del pubblico di provincia e, delle cinque opere seguenti, le più indovinate sono quelle composte per il pubblico di Milano ("La sonnambula" e "Norma", le cui "prime" risalgono al 1831) e Parigi ("I puritani" del 1835). 

In questo lasso di tempo, per il Teatro "La Fenice" di Venezia, compone anche due opere : "I Capuleti e i Montecchi" (del 1830), opera nella quale colloca parte della musica scritta per  "Zaira" e "Beatrice di Tenda" (1833).


Parigi, gli ultimi anni e la morte di Bellini: 

La partenza di Bellini verso Parigi segna una svolta decisiva nella sua carriera e nella sua arte: qui, contatta alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Chopin, mentre il suo linguaggio musicale si arricchisce di colori nuovi e Gioachino Rossini (che vive a Parigi) lo considera il suo pupillo. 

Oltre a "I Puritani", scritti in lingua italiana per il "Théâtre des Italien" (diretto da Rossini), a Parigi, Bellini compone numerose romanze da camera molto interessanti, alcune delle quali in lingua francese, rivelandosi pronto a comporre un'opera in francese per il "Teatro dell' Opéra" di Parigi.

Purtroppo, la sua carriera e la sua vita vengono stroncate all'età di 34 anni a causa di  un'infezione intestinale da  ameba, contratta, forse, all'inizio del 1830. 

Bellini viene tumulato nel Cimitero di Père-Lachaise, il suo monumento funebre è realizzato da Carlo Marochetti, dove rimane per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. 

Rossini è  tra coloro che portano il feretro. 


23 ottobre 1876: la salma viene traslata da Père Lachaise ed è inumata nel Duomo di Catania con una cerimonia descritta dall'amico compositore Francesco Florimo.   

Nelle varie tappe del ritorno in Patria, il feretro viene accolto con  commozione e, a Catania, vengono celebrate le esequie in modo solenne e a cui partecipano migliaia di catanesi, alcuni parenti del compositore (tra cui due fratelli ancora in vita), e una fitta rappresentanza di autorità civili, militari e religiose. 

Per onorare il ritorno in Patria delle sue spoglie, Catania riproduce l'Arco di Trionfo di Parigi, in ricordo del suo soggiorno francese.

Lo scultore Giovanni Battista Tassara realizza la tomba, mentre il monumento cittadino è ad  opera di Giulio Monteverde.  

La sua statua si trova all'interno del Teatro "Massimo" di Catania.


Descrizione di Heinrich Heine verso Bellini: «Egli aveva una figura alta e slanciata e moveva graziosamente e in modo, starei per dire, civettuolo. 

Viso regolare, piuttosto lungo, d'un rosa pallido; capelli biondi, quasi dorati, pettinati a riccioli radi; fronte alta, molto alta e nobile; naso diritto; occhi azzurri, pallidi; bocca ben proporzionata; mento rotondo. I suoi lineamenti avevano un che di vago, di privo di carattere, di latteo, e in codesto viso di latte affiorava a tratti, agrodolce, un'espressione di dolore».     

Secondo lo stesso Heine, Bellini parlava francese molto male, anzi: «orribilmente, da cane dannato, rischiando di provocare la fine del mondo». 


Stile: 

Bellini riceve la formazione musicale clssicista a Napoli, basata sui modelli di Palestrina, della Scuola Operistica Napoletana, di Haydn e di Mozart, oltre a possedere una tendenza personale a valori poetici come armonia e compostezza. 

Invece, il sentimento delle sue opere è romantico ed è l'importanza che le passioni e i sentimenti assumono nelle vicende che vengono rappresentate, mentre la sua melodia crea atmosfere di sogno e di malinconia, vicine al romanticismo del tempo: una vera magia che  abbaglia persino Wagner.  


Fortuna di Bellini:    

Salvo "Norma" (l'opera più nobile della prima metà dell' '800) che non riscuote favore alla "prima" ,  "Il Pirata", "I Capuleti e i Montecchi",  "La sonnambula" e "I Puritani" ottengono successo.  

Il trionfo de "I puritani", a Parigi, conclude la carriera compositiva di Bellini. 

In una lettera di Giuseppe Verdi, datata 1869 e indirizzata a Florimo, il grande musicista  esprime la sua ammirazione nei confronti del compositore catanese:       
"Sono poi completamente d'accordo con voi, caro Florimo, nelle lodi che tributate a Bellini. S'egli non aveva alcune delle brillanti qualità di qualche suo contemporaneo, aveva ben maggiore originalità, e quella tal corda che lo rende tanto caro a tutti, e che nel tempio dell'arte lo colloca in una nicchia ove sta solo... Lode a lui e lode grandissima"


In riferimento a Bellini, il critico londinese Tim Ashley ha detto:    

«Bellini, oltre ad essere molto influente, fu ammirato sia da altri compositori che dal pubblico. Giuseppe Verdi era entusiasta delle sue 'lunghe melodie', Richard Wagner, che raramente apprezzava qualcuno a parte sé stesso, era affascinato dalla capacità quasi sorprendente di Bellini nell'abbinare la musica al testo e alla psicologia. Liszt e Chopin si dichiararono ammiratori. Tra i giganti del XIX secolo, solo Berlioz si mostrò indifferente. Oggi, quei musicologi che consideravano Bellini un semplice melodista, rappresentano la minoranza.»


Omaggi al grande Bellini:  

. Monumento a Bellini in piazza Stesicoro, a Catania, città natale del compositore

. Banconota da 5.000 lire italiane raffigurante Vincenzo Bellini. Sul retro il personaggio di Norma. 

. Nel 1967 gli è stata dedicata una specie fungina: il Suillus bellinii (Inzenga) Watling.

. La "Pasta alla Norma" prende forse il nome dalla sua celebre opera.

. A Catania il Conservatorio Vincenzo Bellini prende il suo nome.

. A Catania il Teatro Massimo Vincenzo Bellini fu inaugurato nel 1890 in suo onore.

. A Palermo gli venne dedicato il Conservatorio di musica di Stato - poi dedicato al compositore palermitano Alessandro Scarlatti con il nome di Conservatorio Alessandro Scarlatti.

. A Napoli gli è stato dedicato un teatro, una piazza con scultura ed una sala del Conservatorio presso il quale studiava.

. L'aeroporto di Catania è intitolato a Vincenzo Bellini.

. La principale villa comunale di Catania, il "Giardino Bellini", è stato intitolato in sua memoria.

. La vita di Vincenzo Bellini è stata oggetto di due film biografici intitolati "Casta diva", entrambi diretti da Carmine Gallone rispettivamente nel 1935 e nel 1954.

. Gli è stato dedicato l'asteroide 18509 Bellini. 


Composizioni:

Tutte le composizioni di Bellini sono pubblicate nella "Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini", Milano, Ricordi, 2003 sgg.


Opere liriche:   

. "Ah! non credea mirarti / Sì presto estinto, o fiore".

. Adelson e Salvini (febbraio 1825, Teatrino del Conservatorio di San Sebastiano, Napoli - in 3 atti)

seconda versione: modificata a più riprese ma allestita solo il 23 settembre 1992 al Teatro Bellini di Catania (in 2 atti)

. Bianca e Gernando (30 maggio 1826, Teatro San Carlo, Napoli)

seconda versione: Bianca e Fernando (7 aprile 1828, Teatro Carlo Felice, Genova)

. Il pirata (27 ottobre 1827, Teatro alla Scala, Milano)

. La straniera (14 febbraio 1829, Teatro alla Scala, Milano)

. Zaira (16 maggio 1829, Teatro Ducale di Parma, Parma)

. I Capuleti e i Montecchi (11 marzo 1830, Teatro La Fenice, Venezia)

. La sonnambula (6 marzo 1831, Teatro Carcano, Milano)

. Norma (26 dicembre 1831, Teatro alla Scala, Milano)

. Beatrice di Tenda (16 marzo 1833, Teatro La Fenice, Venezia)

. I Puritani (24 gennaio 1835, Théâtre Italien, Parigi) 


Composizioni vocali da camera:

. Dolente immagine, versi di Giulio Genoino (?)

. Quando verrà quel dì (1828?)

. Venticiel che l'ali d'oro

. Sei ariette da camera dedicate a Marianna Pollini (1829)

. Malinconia, ninfa gentile, versi di Ippolito Pindemonte

. Vanne, o rosa fortunata

. Bella Nice, che d'amore

. Almen se non poss'io, versi di Pietro Metastasio

. Per pietà, bell'idol mio, versi di Pietro Metastasio

. Ma rendi pur contento, versi di Pietro Metastasio

. Guarda che bianca luna (1832), versi di Jacopo Vittorelli

. Vaga luna, che inargenti (1833)

. L'abbandono (1833-34)

. La ricordanza (1834), versi di Carlo Pepoli

. Odia la pastorella (1834), versi di Pietro Metastasio

. O crudel che il mio pianto non vedi (1835?)

. Rêve d'enfance, versi di Émilien Pacini

. Les joyeux matelots

. Viens, prier enfant, di attribuzione incerta, versi di Bay-Harale

. Dalla guancia scolorita, canone per soprano e tenore (1835)

. Toujours verser des larmes! (1835), versi di Napoléon Crevel de Charlemagne

. Chi per quest'ombre dell'umana vita (1835), canone libero a quattro voci, versi di Giovanni Guidiccioni

. Le souvenir présent céleste (1835)

. Perdute

. Mancar mi sento il cor

. Numi, se giusti siete, versi di Pietro Metastasio

. Amore, versi di Carlo Pepoli

. Malinconia, versi di Carlo Pepoli

. La speranza, versi di Carlo Pepoli

. Alla luna, versi di Carlo Pepoli 


Arie e cantate: 

. Frontespizio dell'edizione Venturini (1901) della cantata Imene (intitolata dall'incipit "Ombre pacifiche"). 

. La farfalletta — Versione per clarinetto e pianoforte

. Fenesta ca lucive (vedi) musica su parole di Giulio Genoino pubblicata nel 1842 dalle edizioni Girard

. T'intendo, sì, mio cor, versi di Pietro Metastasio, per 4 soprani, senza accompagnamento

. No, traditor non curo, aria per soprano e pianoforte (probabilmente in origine per soprano e orchestra)

. Sì, per te gran nume eterno, cavatina per soprano e orchestra

. Gioite, amiche contrade, aria di Cerere, per soprano e orchestra

. E nello stringerti a questo core, aria per voce e orchestra

. Torna, vezzosa Fille, cantata

. Imene, cantata epitalamica per soprano, due tenori e orchestra (1824?)

. Quando incise su quel marmo, scena ed aria per contralto e orchestra, versi di Giulio Genoino (?) (1824?)

. Giacché tu dei lasciarmi, scena ed aria per voce e pianoforte 


Musica sinfonica: 

. Capriccio, ossia Sinfonia per studio in Do minore

. Sinfonia in Si bemolle maggiore

. Sinfonia in Do minore

. Sinfonia in Re minore

. Sinfonia in Re maggiore

. Sinfonia in Mi bemolle maggiore

. Concerto per oboe e orchestra

. Musica per pianoforte

. Allegretto in Sol minore

. Capriccio in Sol maggiore per pianoforte a 4 mani

. Polacca per pianoforte a 4 mani

. Sonata in Fa maggiore per pianoforte a 4 mani

. Pensiero musicale (edito da Francesco Paolo Frontini)

. Tema in Fa minore (1834 circa)

. Capriccio ad uso della Signorina Luisella D'Andreana

. Musica per organo

. Sonata in Sol maggiore

. Musica sacra


Tutte le composizioni sacre di Bellini risalgono al periodo degli studi, ovvero sono state scritte prima del 1825: 

. Compieta (perduta)

. Cor mundum crea in Fa maggiore, per voci soliste e organo

. Credo in Do maggiore, per 4 voci e orchestra

. Cum sanctis

. De torrente

. Dixit Dominus per solisti, 4 voci e orchestra

. Domine Deus

. Gallus cantavit

. Gratias agimus in Do maggiore, per soprano e orchestra

. Juravit

. Kyrie

. Laudamus te

. Litanie pastorali in onore della Beata Vergine per 2 soprani e organo

. Magnificat per 4 voci e orchestra

. Messa in Re maggiore per 2 soprani, tenore, basso e orchestra (1818)

. Messa in Sol maggiore per 2 soprani, tenore, basso e orchestra

. Messa in La minore per soprano, contralto, tenore, basso, 4 voci e orchestra

. Pange lingua per 2 voci e organo

. Qui sedes

. Qui tollis

. Quoniam per tenore, 4 voci e orchestra

. Quoniam per soprano e orchestra

. Salve regina in La maggiore, per 4 voci e orchestra

. Salve regina in Fa minore, per basso e organo

. Tantum ergo in Re maggiore per contralto e orchestra (1823)

. Tantum ergo in Mi maggiore, per voci soliste, coro e orchestra (1823)

. Tantum ergo in Fa maggiore, per 2 voci e orchestra (1823)

. Tantum ergo in Sol maggiore, per soprano e orchestra (1823)

. Tantum ergo con Genitori in Sib maggiore, per soprano e orchestra

. Tantum ergo con Genitori in Mib maggiore, per soprano e orchestra

. Tantum ergo con Genitori in Fa maggiore, per 2 soprani, 4 voci e orchestra

. Tantum ergo in Fa maggiore, per soprano e orchestra

. Tantum ergo con Genitori in Sol maggiore, per coro e orchestra

. Te Deum in Do maggiore, per 4 voci e orchestra

. Te Deum in Mib maggiore, per 4 voci e orchestra

. Versetti da cantarsi il Venerdì Santo per 2 tenori e orchestra

. Virgam virtutis 


Onorificenze: 

. Cavaliere della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere della Legion d'Onore    «riconoscimento per l'opera "I Puritani"»

— Parigi, 1835 



Battuto al computer da Lauretta 




VINCENZO BELLINI 

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