martedì 11 aprile 2017

Il grande tenore MARIO DEL MONACO nel film "L'UOMO DAL GUANTO GRIGIO"

ALBERTO RUFFO, mio amico, mi ha omaggiato di una foto riguardante il film "L'UOMO DAL GUANTO GRIGIO" (anno 1948), con la regìa di CAMILLO MASTROCINQUE e con l'ACCONCIATURA DEI CAPELLI di MARIO DEL MONACO eseguita da parte di MIO PADRE (papà sarebbe veramente contento di rivedere il suo lavoro di parrucchiere e IL GRANDE MARIO).
Trasmetterò la fotografia del film a "retecapri" affinché (Canale 20), specializzato nella trasmissione di films in bianco e nero, lo trovi e lo possa trasmettere. (y)
Lauretta/Arridateci Piero Angela
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Copio e incollo:
Giallo con qualche divagazione sentimentale, si apre con un gruppo di esperti d'arte nell'appartamento di un burbero pittore; sono lì per ritirare "L'uomo dal guanto grigio", un vecchio dipinto che lo specialista ha restaurato impeccabilmente.
Esposta presto a una mostra, l'opera si rivela però falsa e il naturale responsabile del furto si pensa sia il pittore, trovato tuttavia morto suicida nel suo studio.
Spunta a questo punto una copista di valore (Bach) che ammette di aver ridipinto l'opera e di averla consegnata al restauratore, il quale l'aveva evidentemente sostituita all'originale prima di restituirla al gruppo di esperti.
Dov'è quindi finito l'originale?
E' possibile che sia ancora nascosto da qualche parte nell'appartamento del defunto?
La polizia non trova nulla e, lì, va a viverci un tenore di belle speranze (Del Monaco), che s'innamorerà della copista, certa anche lei di poter trovare l'originale nella casa.
Ci sarà un'altra vittima legata alla donna, mentre la polizia sembra sapere troppo poco per poter arrivare a una soluzione.
Si può dire che l'intero film ruoti intorno al mistero del quadro scomparso, che andrà trovato così come l'autore del delitto.
I sospetti non son molti e coerentemente non si cerca di allargarne il numero senza motivo.
Mastrocinque, una carriera dedicata principalmente alla commedia, affronta il genere con buona competenza, concedendo forse troppo spazio alle cantate del tenore, ma senza perder d'occhio la storia; al centro di essa sta comunque l'autrice del falso, bramata da tutti i personaggi maschili e che si concede al disinvolto tenore, il più spigliato e brillante del gruppo (nonché il più giovane, a dire il vero).
L'intreccio è semplice ma ben studiato e, per quanto chiuso un po' rozzamente, il film si fa seguire nonostante gli anni passati e l'ovvia appartenenza a un cinema d'altri tempi.
Peccato per la scarsa resa generale dei personaggi e per la schematicità di alcune situazioni, per un clima da thriller che funziona a fasi alterne e per la recitazione un po' troppo compassata di alcuni.
Tuttavia a suo modo il film ha un buon ritmo e si fa seguire grazie alla curiosità che suscita l'immaginare dove possa essere stata nascosta la preziosa tela.
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Alberto Ruffo a La Grande Arte di Mario del Monaco
Film thriller del 1948 in b/n diretto da Camillo Mastrocinque.

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