A Parigi, doppio orientamento:
Per Tarnovky, Chabrier ha abbastanza talento per intraprendere una carriera musicale, ma Jean Chabrier è determinato: suo figlio lo seguirà nella professione legale per cui (nel 1856) trasferisce la famiglia a Parigi per permettere al figlio di iscriversi al “Lycée Saint-Louis”.
Lì, Chabrier continua a studiare legge, ma continua i suoi studi di Composizione, Violino e Pianoforte.
1861: Chabrier si laurea in Giurisprudenza ed entra nel Servizio Civile francese presso il Ministero dell’Interno, lavorando per diciannove anni.
Pur essendo molto apprezzato al Ministero, la sua vera passione è la Musica, a cui dedica il tempo libero.
Continua a studiare con insegnanti come Edouard Wolff (Pianoforte), Richard Hommer (Violino), Théophile Semet e Aristide Hignard (entrambi, per Composizione).
Da citare che Jacques-Gabriel Prod’homme, studioso del musicista, deduce che: < Mentre è alla ricerca della tecnica della sua arte, dimostra una curiosità per la Pittura e la Letteratura dei “Modernisti” del suo tempo che, tra i musicisti, avevano pochi parallelismi>.
1862: Chabrier inizia a far parte della cerchia dei “Parnassiani” a Parigi.
Tra i suoi amici, ricordiamo Auguste de Villiers de L’Isle-Adam e Paul Verlaine; con quest’ultimo progetta un’opera comica sullo stile di Offenbach, “Vaucochard et fils Ier”.
Non completata a causa del suo lavoro ufficiale a tempo pieno, ci lascia però quattro frammenti (risalenti al 1864 o 1865 circa).
1867: inizia “Jean Hunyade”, su libretto di Henri Fouquier (un’opera su un tema storico ungherese), ma la abbandona, dopo aver completato quattro numeri.
Dicembre 1872: presso il club teatrale privato “Cercle de l’Union Artistique”, ottiene un successo con l’operetta buffa in tre atti “Le Service obligatoire”, scritta in collaborazione con altri due musicisti (secondo Victorin de Joncières il pubblico riconosce il talento di Chabrier).
Marzo 1875: con Verlaine e Lucien Viotti, tenta la commedia lirica, “Fisch-Ton-Kan” (di cui sopravvivono cinque frammenti), la cui prima esecuzione avviene nello stesso club con Chabrier al piano.
Nessuna poesia di Villiers de L’Isle Adam o di Verlaine viene musicata da Chabrier, nonostante Verlaine abbia scritto un sonetto “À Emmanuel Chabrier”, come ricordo della loro amicizia (sonetto pubblicato in “Amour”, 1888).
Riguardo a Chabrier come Pianista, esistono diversi giudizi:
. “Sebbene le sue braccia fossero troppo corte, le dita troppo spesse e tutta la sua maniera un po’ goffa, riuscì a raggiungere un grado di finezza e un controllo dell’espressione che pochissimi pianisti – con l’eccezione di Liszt e Rubinštejn – hanno superato”.
. Il compositore e critico Alfred Bruneau disse di Chabrier, “suonava il piano come nessuno lo ha mai suonato prima o mai lo suonerà…”
. La moglie del pittore Renoir, amica del compositore, scrive:
«Un giorno arrivò Chabrier e suonò la sua España per me. Sembrava che si fosse scatenato un uragano. Pestava e pestava la tastiera. La strada era piena di gente e stavano ascoltando, affascinati. Quando Chabrier raggiunse gli ultimi fragorosi accordi, ho giurato a me stessa che non avrei mai più toccato il piano. Inoltre, Chabrier aveva rotto diverse corde e messo il piano fuori uso”.»
1869: i genitori di Chabrier muoiono entrambi nel giro di otto giorni.
1870-1871: durante la Guerra Franco-Prussiana e la Comune di Parigi, Chabrier continua nel suo lavoro ufficiale, mentre il Ministero si sposta da Tours a Bordeaux e poi a Versailles.
1873: sposa Marie Alice Dejean, nipote di Louis Dejean, che si arricchisce dopo avere fondato e diretto il “Cirque d’été” e il “Cirque Napoléon”.
Alice e Chabrier hanno tre figli, uno dei quali muore al momento della nascita.
A Parigi, tra i suoi amici, Chabrier conta i compositori Gabriel Fauré, Ernest Chausson e d’Indy; i pittori come Henri Fantin-Latour, Edgar Degas e Édouard Manet (alle cui serate di giovedì partecipa assieme agli scrittori Émile Zola, Alphonse Daudet, Jean Moréas, Jean Richepin e Stéphane Mallarmé).
Durante il 1870: dei diversi lavori teatrali che Chabrier inizia, il primo terminato è l’opera buffa in tre atti “L’étoile” (“La Stella”), commissionato da “Bouffes-Parisiens”, il teatro culturale di Offenbach.
Questo, dopo contatto nel mondo delle Arti e delle Lettere in cui incontra i librettisti Albert Vanloo ed Eugène Leterrier, attraverso il pittore Alphonse Hirsch (che aveva conosciuto come membro del gruppo di Manet).
L’opera ottiene un modesto successo e, nel 1877, viene rappresentata per 48 spettacoli, ma non è più ripresa durante la sua vita; però, attira la Stampa e la Casa Editrice Enoch & Costallat, che pubblica le sue opere per tutta la sua carriera.
Ma soprattutto, per merito di “L’étoile”, non sarà più ritenuto “un dilettante di talento”.
Battuto al computer da Lauretta
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