mercoledì 17 maggio 2023

IGOR STRAVINSKIJ

Igor’ Fëdorovič Stravinskij nasce il 17 giugno 1882, a Lomonosov/San Pietroburgo, nella Baia del fiume Neva, nel Golfo di Finlandia, e muore il … a … .

E’ un Compositore e Direttore d’Orchestra russo che, nel 1934, viene naturalizzato francese.
1945: diventa statunitense e il suo nome è anglicizzato e francesizzato in Igor Stravinsky.
Neoclassicista prima e, poi, seriale/dodecafonico, diventa celebre grazie ai tre balletti creati nel suo primo periodo con i Balletti russi: “L’uccello di fuoco”, “Petruška” e “La sagra della primavera”.

In famiglia, ha rapporti difficili e la sua infanzia subisce l’incisività del padre autoritario (e, anche, celebre basso del Teatro “Mariinskij”) che – come reazione conseguenziale – provoca iperattività psicologica e fisica, oltre a non far pensare che diventi l’artista cosmopolita che conosciamo e a cui restano impressi i ricordi felici di Ustyluh e i canti delle donne dei villaggi.

All’età di nove anni, Stravinskij si dedica alla Musica iniziando lo studio del Pianoforte sortendo progressi veloci, riuscendo ad improvvisare e a leggere spartiti d’opera.
Inizia gli studi di Giurisprudenza senza convinzione, ma laureandosi nel 1905, e continua autodidattiamente gli studi di Armonia-Contrappunto-Pianoforte con Madame Khachperova, ex alunna di Anton Rubinstein.

Frequentando l’Università, conosce Vladimir (il figlio di Nikolaj Rimskij-Korsakov) che, da buon amico, gli presenta il padre, nel 1902; musicista che gli sconsiglia di iscriversi al Conservatorio, ma che, poi, gli impartisce lezioni private, accettandolo come allievo e con il quale si instaurerà un affetto reciproco durato fino al decesso di Rimskij-Korsakov.
Come Compositore, Stravinskij si valuta sempre autodidatta e non considera tale il suo Maestro.

Fin dall’infanzia, frequenta sua cugina Katerina Nossenko, che sposa il 24 gennaio 1906 vicino a San Pietroburgo, nel villaggio di Novaja Derevnja con la presenza dei due soli testimoni, Andrej e Vladimir Rimsky-Korsakov, figli di Nicolaj.
Arrivano in viaggio di nozze a Imatra (Finlandia), famosa per le cascate, dove Stravinskij progetta la creazione di una suite di canzoni.
Hanno quattro figli, Fëdor-Theodore), Ludmila, Svjatoslav-Soulima e Marija Milena-Mika).
Artisticamente, Theodore diventerà un pittore, Soulima diventerà un musicista e accompagnerà spesso il padre nei suoi concerti.

Stravinskij è veramente addolorato per la morte di Rimskij-Korsakov, per cui compone il “Canto funebre per coro e orchestra”.

1908: due composizioni sinfoniche (“Feu d’artifice” e “Scherzo fantastique”), richiamano l’attenzione di Sergej Djagilev che le ascolterà ai “Concerti Ziloti” di San Pietroburgo, il 6 febbraio 1909.

1909: Su richiesta di Djagilev, compone un balletto originale, “L’uccello di fuoco”, tratto da una fiaba russa, e che termina l’anno seguente.

Giugno 1910: lascia la Russia alla volta di Parigi per la prima rappresentazione dei “Balletti Russi realizzati per Diaghilev” che produce grande successo ponendo Stravinskij all’attenzione del mondo musicale dell’Europa e che diventa immediatamente celebre.
Questa combinazione gli permette di conoscere Claude Debussy, importante compositore francese, suo grande amico fino al decesso avvenuto nel 1918.

Stravinskij e famiglia si trasferiscono in Svizzera e, nel 1911, con “Petruška”, i suoi tratti musicali lo rappresentano nitidamente anche se spiccherà all’attenzione mondiale con “La Sagra della primavera” la cui “prima” del 29 maggio 1913 (con la coreografia di Vaclav Nižinskij) resterà famosa come “La battaglia del Sacre”, ottenendo un successo ecezionale e strepitoso.

1914: si svolge l’ultimo viaggio in Russia di Stravinskij per cui, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione d’ottobre (1917), è obbligato a stabilirsi in Svizzera, a lasciare tutti i suoi beni in Russia, ritrovandosi in stato indigente e aiutato da amici, oltre alle commissioni di lavori retribuiti magnanimamente.

Dopo la creazione de “La Sagra della primavera”, Stravinskij crea lavori adatti ad un numero ristretto di esecutori perché guerra e pochissime disponibilità economiche hanno interrotto l’attività dei Balletti russi, praticamente.
Allora, con due amici , lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz e il Direttore d’Orchestra Ernest Ansermet, concretizza uno spettacolo ambulante, un piccolo teatro da spostare di paese in paese (tipo quello dell’opera “I Pagliacci” di Leoncavallo), originando l’opera da camera, “L’Histoire du soldat”, nel 1918.
Però, questo progetto di presentare gli spettacoli girando attraverso la Svizzera viene interrotto di colpo dall’epidemia di influenza “spagnola” che colpisce Stravinskij e parecchi dei suoi amici e collaboratori.
Durante un viaggio a Parigi, dopo la guarigione, il musicista ricontatta Djagilev che si dà da fare per farlo di nuovo collaborare con i “Balletti Russi”.

Dotato di desiderio illimitato di imparare e conoscere Arte e Letteratura, è sempre disposto a collaborare con artisti e musicisti, specialmente, a Parigi, fra cui “Pulcinella” (il balletto proposto da Diaghilev su musiche di Pergolesi), e per il quale Stravinskij collabora con Pablo Picasso per l’organizzzazione di scene costumi.
1920: “Pulcinella” viene rappresentato e segna la nascita del suo periodo “neoclassico”.

Stravinskij – dopo la “prima” di “Pulcinella” – si stabilisce in Francia e soggiorna a Carantec, in Bretagna.
A questo punto, vengono modificate vita e attività, per cui nasce un periodo molto ampio circa conoscenze, viaggi, interessi, rendendolo anche interprete di proprie composizioni in parecchi concerti.

Non è proprio bello, ha statura fisica alta ed è espressivo, per cui – da “uomo di mondo” con moltissime conoscenze, è “chiacchierato” nella buona società circa “avventure” (fra cui la Chanel).

Legatissimo alla famiglia, rimane vedovo nel 1939 e sposa Vera de Bosset, a New York, nel 1940, con la quale ha già una relazione.

Settembre 1920: Stravinskij e famiglia si trasferiscono a Garches (Parigi), ospiti della lussuosa dimora di Coco Chanel, la quale permette loro di restarci fino ad avere un alloggio positivo dove termina le Sinfonie di strumenti a fiato, scritte in memoria di Debussy.

Estate 1921: per varie settimane è a Londra per la rappresentazione de “La Sagra della primavera” e progetta con Djagilev un lavoro tratto da una novella di Puškin: l’opera buffa “Mavra” (è ultima composizione di esempio russo del musicista).

Fine estate 1921: Stravinskij si trasferisce ad Anglet (Biarritz); lavora a “Mavra”; compie vari viaggi a Parigi (alla Casa Musicale “Pleyel”) e a Montecarlo (prove di un altro suo balletto: “Renard”).

1923: prima rappresentazione de “Les noces” (opera a cui lavora da alcuni anni).
Il clima oceanico dell’Atlantico, a Biarritz, non piace a Stravinskij, per cui – nell’autunno del 1924 – si sposta a Nizza.
1925: primo viaggio di Stravinskij negli Stati Uniti, dove rimane due mesi per una serie di concerti.

1926-1927: rientra in Francia e compone l’opera-oratorio “Oedipus Rex”, collaborando per la stesura del testo con Jean Cocteau.

Stravinskij diventa presto cosmopolita, a causa dei moltissimi viaggi, tutti ne parlano come di una persona cortese, gentile e servizievole, visti il suo carattere e la sua semplicità d’animo: infatti, viene ospitato come Pianista e Direttore d’Orchestra in città come Parigi, Venezia, Berlino, Londra e New York.
I testi e le fonti per il suo lavoro sono molti, ma iniziano dal folklore russo, arrivando agli autori classici, alla liturgia latina e alla Francia contemporanea (André Gide, con “Perséphone”), alla letteratura inglese: Auden, Thomas Stearns Eliot, la poesia medievale e anche alle opere di Shakespeare.

Fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il suo lavoro è intensissimo.
1928: termina la stesura del balletto neoclassico, “Apollon Musagète”, con la coreografia di George Balanchine.
1930: nasce la “Symphonie de Psaumes”, una delle sue opere più conosciute.
1934: dopo tre anni passati a Voreppe, nell’Isère, si stabilìsce a Parigi e acquisìsce la cittadinanza francese.
In questo periodo nascono “Perséphone”, “Jeu de cartes”, il Concerto in mi bemolle “Dumbarton Oaks”.

1938-1939: mancano la figlia Ludmila, la madre, la moglie.
La figlia Mika passa molto tempo in sanatorio ed egli stesso è ricoverato a lungo, sempre a causa di tubercolosi.
Fortunatamente, le sue composizioni non vengono coinvolte emotivamente.

1939: Stravinskij parte alla volta degli Stati Uniti, chiamato là per tenere un Corso di Poetica Musicale, precisamente a Harvard ma, a causa della guerra, si stabilìsce a Los Angeles e, in seguito, a Hollywood: nel 1945, diventa cittadino naturalizzato statunitense fino alla sua morte nel 1971.

1919: arrangia “La Marsigliese”.
Luglio 1941: arrangia l’Inno americano “The Star-Spangled Banner”, la cui prima esecuzione si tiene a Boston il 14 ottobre dello stesso anno, ma non potrà più eseguirlo a causa delle leggi del Massachusetts (che proibiscono qualsiasi trascrizione dell’Inno) e a seguito di un intervento della polizia locale.

Adeguato professionalmente e intellettualmente a vivere in Francia, si adegua anche a vivere nello stesso modo negli U.S.A.

1951: attraverso l’opera con W.H. Auden, “The Rake’s Progress”, Stravinskij incontra il Direttore d’Orchestra e Musicologo Robert Craft: ora, il suo periodo neoclassico culmina e termina.
Nota Bene: Il primo interprete maschile di quest’opera è Raphael Arie’ del quale ho conosciuto la moglie vedova che mi ha regalato un libro che parla di alcuni episodi della sua vita col marito.

Capace di “reinventarsi”, si accosta nuovamente alla tecnica dodecafonica, soprattutto dopo avere conosciuto i lavori di Anton Webern, progredendo e arrivando a “convertirsi” scrivendo la Cantata , il Settimino, In memoriam Dylan Thomas, il Canticum Sacrum, il balletto Agon, Threni.

Viaggia moltissimo per lavoro (suoi concerti e sue composizioni) in particolare, nel 1958, anno in cui dirige un concerto di sue musiche presso il Teatro “La Fenice” di Venezia e “Oedipus Rex” alla “Wiener Staatsoper” di Vienna.

1962: ha forti radici in Occidente e si interessa alla scrittura ebraica.
1962-1963: compone la ballata sacra “Abramo e Isacco” e continua a scrivere musica per lavoro fino alla fine della sua vita.

1966: il suo ultimo lavoro importante è costituito dai “Requiem Canticles” e, dall’anno successivo, la sua salute peggiora provocandogli vari ricoveri ospedalieri.

Riesce ancora a viaggiare: Parigi, Zurigo, e a dedicarsi a trascrizioni, fra cui due lieder di Hugo Wolf.

1969: si ammala di bronchite fortissima, conseguenza riacutizzata della vecchia tubercolosi.

1970: è invitato in Italia e annuncia di voler tornare in Europa, ma è bloccato a New York da un edema polmonare, dove muore all’età di ottantotto anni nella notte fra il 6 e il 7 aprile 1971, a seguito di una crisi cardiaca.

Su sua richiesta, la sua tomba è vicina a quella di Sergej Djagilev, suo collaboratore da tantissimi anni: si trova a Venezia, nel Settore Ortodosso del Cimitero Monumentale dell’Isola di San Michele.
Secondo la convinzione di Robert Siohan, la moglie del Musicista rifiuterà la proposta del Governo Sovietico di inumare il corpo a Leningrado, sicura di rispettare il pensiero fedele ai desideri del marito.

Stravinskij racchiude molti stili musicali classico-moderni e influenza compositori sia durante la sua vita e dopo.

Una stella a suo nome si trova all’interno della “Hollywood Walk of Fame”, al numero 6340 di Hollywood Boulevard.


Battuto al computer da Lauretta

 

 



Stravinskij, anni ’30:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Igor_Stravinsky_LOC_32392u.jpg



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La parte più conosciuta di questo Balletto si trova al minuto 2:45.

L’UCCELLO DI FUOCO:      

 

 

 

 


 

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