Robert Alexander Schumann nasce a Zwickau l’8 giugno 1810 e muore ad Endenich il 29 luglio 1856.
E’ un Compositore, Pianista e Critico musicale tedesco.
È ritenuto uno degli iniziatori e uno degli esponenti più importanti del Romanticismo Musicale: le prime composizioni sono considerate romantiche in modo vero e, infatti, le sue opere pianistiche sono pubblicate intorno al 1830.
La sua musica è profonda e individualista del Romanticismo.
Schumann è intellettuale, esteta, meditativo ed è sempre rivolto verso il futuro.
In vita, viene compreso poco, a differenza di oggi in cui la sua musica è considerata originale per l’armonia, il ritmo, la forma e la tecnica pianistica innovativa, ma sempre lontana da effetti virtuosistici.
Come Critico musicale sostiene e fa conoscere l’arte di Chopin e le composizioni di Brahms.
1840: sposa Clara Wieck, idem Pianista e Compositrice la quale, dopo la morte del marito, opera in modo incessante per la diffusione della sua musica oltre la cerchia dei suoi famosi ammiratori, tra cui Franz Liszt, Felix Mendelssohn, Ferdinand Hiller e il giovane Brahms.
Clara non risparmia feroci critiche a chi, come Wagner che, in buona o in malafede, si esprime negativamente su Robert Schumann.
I primi anni di Robert Schumann:
Zwickau è il piccolo paese della Sassonia dove Schumann nasce; un paese circondato da quel tipo di natura che influenzerà molto la formazione del futuro compositore.
E’ il sesto ed ultimo figlio di August Schumann: libraio, editore e autore di racconti e romanzi.
La madre, Johanne Christiane Schnabel, è figlia di un medico ed è una discreta Pianista dilettante.
Durante la sua fanciullezza, Robert si appassiona alla Poesia e alla Musica, grazie anche alla spinta del padre che gli trasmette l’amore per la Letteratura, incentivandolo nelle letture.
Ha sette anni quando inizia a studiare Musica con Johann Gottfried Kentsch, Organista della Cattedrale.
August ha salute malferma e si reca spesso a curarsi alle Terme di Carlsbad dove, nel 1819, porta il figlio e lo accompagna ad un Concerto di Ignaz Moscheles, celebre virtuoso.
Robert rimane impressionato fortemente: decide assolutamente di diventare pianista.
1826: August Schumann muore.
Continuando a coltivare la passione per la Musica, Robert si diploma al Liceo due anni dopo per soddisfare il desiderio “fredda giurisprudenza”, (il padre, nel testamento, gli lascia una somma di diecimila talleri affinché termini gli studi) e per entrare a far parte della ditta di famiglia di cui si occupano già i suoi fratelli.
A Lipsia, Robert si interessa maggiormente alla vita musicale della città, frequenta i Concerti e affitta un pianoforte.
In questo periodo, conosce Friedrich Wieck, all’epoca, il più importante Insegnante di Pianoforte di Lipsia: ne diventa allievo, si dedica interamente alla Musica, studiando da subito, incessantemente, per riguadagnare il tempo perduto durante gli anni di Università.
Robert subisce molto l’influenza del padre August, definito un “Homme de Lettres” che gestisce la Libreria e Casa Editrice “Gebrüder Schumann” con il fratellastro, a Zwickau, specializzata nella pubblicazione in formato tascabile di narrativa, soprattutto inglese, per cui legge moltissimo, Byron, Tieck e, soprattutto, il prediletto Jean Paul Richter.
In seguito, Schumann si trasferisce a Heidelberg e intraprende un viaggio in Italia durante il quale sente cantare Giuditta Pasta, al Teatro “Alla Scala” di Milano.
1830: rientrato in Germania e, a Francoforte, ascolta suonare Paganini il cui virtuosismo incoraggia maggiormente il suo desiderio di diventare Pianista Concertista.
In una lettera alla madre (è consapevole del dispiacere che le avrebbe provocato lasciando l’Università), le palesa di essere “più risoluto che mai” nel volere intraprendere la strada artistica.
Gli inizi di Schumann:
Schumann ha l’età di 19 anni quando, inconsapevolmente, sogna il suo destino, la vita che avrebbe trascorso in Renania e anche il tentativo di suicidio nel fiume: “Ho sognato di affogare nel Reno”; infatti, annota subito su un foglietto questo particolare.
Robert riprende le lezioni con Wieck e, come era in uso all’epoca, si trasferisce in casa del Maestro dove, per i primi sei mesi studia intensamente il Pianoforte: suona spesso a quattro mani con Clara, la figlia del Maestro, senza compiere molti progressi.
In questo periodo scrive la sua prima composizione, le “Variazioni sul nome Abegg”, che pubblicherà come “op. 1” l’anno seguente.
Schumann non ascolta i consigli di Wieck, per cui non vuole prendere lezioni di Teoria Musicale con Carl Theodor Weinlig preferendogli Heinrich Dorn, più giovane e disponibile, che lo introduce allo studio delle partiture di Beethoven.
Schumann è convinto di non diventare un Compositore, ma un Concertista: però, lo studio dello strumento, come viene affrontato, lo insoddisfa e innervosisce.
Inverno 1831-1832: la figlia Clara è undicenne, ma è già una Pianista di talento che Wieck accompagna in un giro di Concerti, per cui Schumann approfitta per esperimentare alcuni miglioramenti della sua tecnica.
Infatti, escogita un apparecchio che allargherebbe la divaricazione fra le dita e, di conseguenza, agevolare l’estensione della mano.
In precedenza ha avuto difficoltà alla mano destra, sicuramente dovute ad un grande affaticamento: difficoltà che, in seguito, si appesantiscono.
Nel frattempo, scrive la sua seconda composizione, “Papillons” e, al rientro dei Wieck, Schumann non può fare ascoltare la nuova opera al Maestro a causa dell’aggravamento del problema alla mano che non permette l’uso del dito medio: “Papillons” viene eseguita da Clara che impara la composizione in soli tre giorni.
Schumann, allora, si dedica alla composizione e, presto, fa seguire alle “Variazioni” e ai “Papillons” altri pezzi per solo pianoforte.
Da quel momento, per il lasso di tempo di dieci anni, scrive esclusivamente per Pianoforte, incoraggiato anche dalle buone recensioni critiche ottenute dai “Papillons”.
Continua lo studio con Dorn, con il quale analizza molte “Fughe”, però si stanca presto e tronca le lezioni; dopodiché, continua da solo ad esaminare “Il clavicembalo ben temperato.
1833: il fratello Julius muore a causa di tubercolosi e la cosa gli provoca una profonda crisi depressiva che, dopo averla superata, lo lascia irrequieto e pieno di paure.
In seguito, si ammala anche di malaria, malattia di cui muore la cognata Rosalie, da lui considerata quasi una sorella: l’avvenimento lo scombussola molto e gli causa una nuova crisi nervosa.
Con Wieck e altri intellettuali, Schumann partecipa a serate durante le quali si discute delle nuove idee musicali rendendosi conto di come l’Editoria sia legatissima al Classicismo e non accetti la Nuova Musica.
Da qualche tempo, Schumann ha iniziato a pubblicare articoli di Critica musicale, scrivendo anche sui concerti di Clara, lodandola, pur rimanendo anonimo.
Fra le sue recensioni, celebre è quella sulle “Variazioni op. 2” di Chopin, ascoltate nel dicembre 1831 e pubblicate sull’ “Allgemeine musikalische Zeitung”, dove si esprime dicendo: “Giù il cappello signori, un genio!”.
Con la sua prima produzione musicale tenta di rompere con la tradizione delle forme e delle strutture classiche, secondo lui troppo restrittive.
Le sue composizioni gli attirano l’attenzione di giovani musicisti e appassionati di Musica; con alcuni di loro (compreso Wieck), nel 1834, crea una nuova rivista, la “Neue Leipziger Zeitschrift für Musik” che, purtroppo, ha una vendita limitata; per cui Schumann acquista i diritti di stampa e, da solo, si dedica alla rivista che diventa la “Neue Zeitschrift für Musik”, raggiungendo lo scopo desiderato.
La nuova pubblicazione esiste ancora oggi e si basa sul progresso musicale, opponendosi ai vecchi metodi di insegnamento che non rispettano il gusto e impediscono lo slancio dell’arte, oltre ad un certo dilettantismo invadente.
Scrive con passione e, a seconda del suo umore o stato d’animo, si firma con pseudonimi: “Eusebius”, “Florestan” o “Meister Raro”.
I “Davidsbündler” (“Lega dei compagni di David”) rappresenta gli artisti che si oppongono ai “Reazionari” e che lottano metaforicamente contro i “Filistei dell’Arte”.
Questa Lega esiste solo nella fantasia di Schumann, ma viene corrisposta dai giovani Musicisti che frequentano i caffè letterari di Lipsia, in cui si parla di Musica e a cui partecipa anche Wieck, che, reazionario in materia d’arte, non è.
1844: Schumann tiene la redazione della rivista quasi da solo, scrivendo molti articoli e studi, nonostante le sue prime composizioni trovino favore fra gli amici e appassionati come Mendelssohn e Liszt che giudicano positivi i suoi lavori che, per il grande pubblico, risultano troppo complicati.
Robert Schumann e Clara Wieck:
Ernestine von Fricken è una giovane boema che studia Pianoforte e che vive nell’abitazione di Wieck; è una compagna di studi di Schumann ed è il suo primo vero amore.
Il “Carnaval op. 9” gli viene ispirato da lei per una delle sue prime composizioni importanti.
In tale periodo, Schumann stende gli “Studi sinfonici” (da uno spunto musicale del Barone von Fricken, padre di Ernestine e musicista dilettante).
Con Ernestine, la storia dura poco più di un anno perché il musicista comincia ad accorgersi di Clara Wieck in un modo diverso, non più solo come pianista: infatti, Clara ha appena quindici anni e Robert l’ha conosciuta quando la bambina aveva dieci anni.
Wieck, però, vuole per lei il futuro di grande Concertista e, quando percepisce l’interesse di Schumann, le impone lunghe tournées.
Clara, è ormai, una giovane pianista affermata e, ai suoi Concerti, sono presenti Goethe, Nicolò Paganini (che l’ascolta suonare più volte e che la presenta a Critici musicali; le regala anche una composizione scritta appositamente per lei).
In seguito Clara diventerà una delle pianiste più ricercate del suo tempo.
Wieck tenta in tutti i modi di tenere separati Clara e Robert con ogni mezzo, arrivando alla maldicenza e alla proibizione alla figlia di scrivere lettere a Schumann che, comunque, continuano a comunicare in maniera clandestina.
1836: muore la madre di Schumann, causandogli sconforto e ancor più bisognoso di avere l’affetto di Clara.
In tale stato di desolazione, riesce a comporre alcune delle sue opere più intense: la “Sonata in Fa diesis minore” e il “Concerto senza orchestra”.
1837: Clara è lontana per via dei suoi Concerti da tenere e Schumann incomincia a cercare rifugio nell’alcool, pur continuando a comporre e riuscendo a terminare gli “Studi sinfonici”.
Lui e Clara si rivedono nel mese di agosto ad un Concerto che Clara tiene a Lipsia, durante il quale esegue la “Sonata op. 11” che Robert le ha dedicato.
1838: per Schumann, l’anno è più tranquillo per cui riesce a scrivere lavori più calmi e sereni come le “Kinderszenen” e le “Novellette”.
Va alla conquista dell’ambiente musicale viennese, ma rimane fortemente deluso : infatti, i viennesi non prestano la minima attenzione alle sue opere e, nonostante la tristezza dei sei mesi passati là, Schumann trova l’ispirazione e compone alcune opere tra cui “Humoreske”.
Ha occasione di conoscere anche Ferdinand, il fratello di Franz Schubert, che gli mostra molti manoscritti ancora inediti di Franz e, fra i quali, trova una sinfonia di parecchie dimensioni che, in seguito, fa eseguire a Lipsia al “Gewandhaus”: si tratta della “Sinfonia in Do maggiore, La grande”.
Dopo il ritorno in Germania, Robert trascorre un nuovo periodo scuro, angosciato da premonizioni anormali che logorano maggiormente la sua stabilità psicologica.
Chiede ancora una volta la mano di Clara a Wieck che si oppone al matrimonio duramente, dal momento che, pur riconoscendo il talento sconfinato del ragazzo, si rende conto anche dell’insufficiente equilibrio mentale, deplorando la sua tendenza all’alcolismo: addirittura pensa di diseredare Clara e tenere per sé i compensi dei suoi concerti per contrastare la loro decisione.
Ma quest’ultima mossa paterna provoca nella figlia la ricerca di soluzioni radicali, per cui, ad entrambi, per avere il consenso, rimane solamente da imboccare la via legale attraverso la Corte d’Appello.
Schumann, sempre più rattristato, per circa un anno non riesce a comporre e, solo nel 1840, crea i lieder: infatti, scrive diversi cicli su testi di Heine e di Eichendorff.
Agosto 1840: arriva il parere favorevole della Corte e i due giovani si sposano a Schönefeld, il 12 settembre, giorno precedente al ventunesimo compleanno di Clara.
La maturità artistica e il declino di Schumann:
Nei primi anni di matrimonio, Schumann è felicissimo e il lavoro è fecondo: ritrova una nuova vena creativa e, dopo le Composizioni per pianoforte e quelle di Lieder, si appassiona alla Musica Sinfonica e a quella da Camera, tanto da scrivere moltissimi lavori di tutti i generi.
1841: nasce la prima figlia, Marie, per cui Clara è obbligata ad interrompere la sua attività di Concertista per qualche tempo.
Nel frattempo, Robert fa conoscere alla moglie le Sonate di Beethoven con lo scopo di ampliare il suo repertorio, scoprendosi, quindi, compositore di Musica orchestrale, accostandosi alla Sinfonia.
Nasce la sua “Sinfonia n. 1, La primavera”, diretta in prima esecuzione da Mendelsshon con grande successo.
1842: accompagna Clara in una serie di Concerti che vengono tenuti a Weimar e a Brema. Presto, si sente inadeguato e rientra a Lipsia dove si cimenta nella Musica da Camera e, in soli due mesi, scrive i “Tre Quartetti op. 41”, il “Quintetto” e il “Quartetto per pianoforte e archi”.
1843: nasce Elisa, la seconda figlia e, sempre nello stesso anno, Schumann crea una composizione molto ambiziosa (è un Oratorio profano, tratto da un testo di Thomas Moore: “Il Paradiso e la Peri”) che ottiene grande successo, tanto che il vecchio Wieck si sente in dovere di tentare la riconciliazione.
Per la famiglia Schumann iniziano i problemi economici e l’amico Mendelssohn, che ha fondato il Conservatorio di Lipsia, chiama Schumann ad insegnare, conferendogli la Cattedra di Pianoforte, Composizione e Lettura della partitura.
Il musicista mantiene l’incarico per un anno, dopodiché, seguirà la moglie in una tournée impegnativa in Russia, dopo aver affidato le due figlie al fratello Carl.
Clara si esibisce a Mosca, a Riga e a San Pietroburgo, mentre Robert dirige la sua “Sinfonia n. 1”.
Maggio 1844: Schumann rientra a Lipsia e spera di poter subentrare a Mendelsshon (trasferitosi a Berlino, nella direzione della “Gewandhaus”), ma gli viene preferito Niels Gade.
Schumann è nuovamente deluso, per cui lascia Lipsia con la famiglia e si trasferisce a Dresda dove, inizialmente, non si trova a suo agio, in particolare perché la giudica molto arretrata, in campo musicale.
Decide di formare un nuovo Circolo che riunisce intellettuali e artisti, tra cui Wagner (allora, Kappelmeister al “Teatro di Corte”) col quale entra presto in disaccordo sia sul terreno musicale, sia sul terreno politico: infatti, Wagner ha idee rivoluzionarie e si interessa alle teorie di Bakunin, mentre Schumann non approva le idee che provochino agitazioni sociali e cambiamenti radicali.
I sintomi della sua instabilità mentale si aggravano: soffre di amnesie, di allucinazioni sonore, resta assorto per ore.
1844-1845: compone poco e studia Bach e, poi, scriverà le “Quattro fughe op. 72”.
Inoltre, completa quindi il “Concerto per pianoforte” e scrive la sua “Seconda sinfonia” (la dirige a Vienna, Praga e Berlino, mentre Clara si esibisce nei suoi Concerti).
1847: diventa Direttore della Società Corale “Liedertafel” in sostituzione di Ferdinand Hiller.
1848: per poter eseguire opere di portata maggiore, fonda il “Verein für Chorgesang”, una società corale “mista”.
Si cimenta nell’Opera Lirica, volendo musicare un lavoro profondamente tedesco, tipo “Fidelio” di Beethoven.
Sceglie una storia medievale, “Genoveva di Brabante”, il cui libretto è scritto dall’amico Robert Reinick: terminerà l’opera l’anno seguente, opera che viene rappresentata dopo due anni e che ottiene poco successo.
Per cui riprende a scrivere per pianoforte creando due lavori che esprimono il suo grande amore per Madre Natura, l’ “Album della gioventù” e le “Scene del bosco”.
1849: le sommosse coinvolgono anche Dresda; Wagner combatte a fianco di Bakunin mentre il tranquillo Schumann (però, personalità complessa e, a volte, contorta), preferisce ritirarsi in un paese di campagna, Kreischa.
Scrive i due “Konzertstück”, altre Composizioni da Camera e termina un Oratorio profano (“Szenen aus Goethes Faust”), già iniziato precedentemente.
1850: viene chiamato a Düsseldorf come Direttore dei “Concerti temporali e spirituali” e della “Società Corale”, dove non apprezza molto l’incarico di Direttore perché, per suo carattere, non è capace di imporsi e coordinare le persone, pur avendo la necessità di una rendita salda e impellente (ha cinque figli), in quanto è impensabile per lui che solo Clara guadagni (probabilmente, si tratta di un insegnamento della sua famiglia, poi radicato nella personalità dello stesso Schumann, oltre al modo di ragionare del tempo).
Fra i molti pezzi composti in questo periodo, spicca la sua Sinfonia più celebre, la “Terza, ossia la Renana”.
Si dimostra subito un inesperto e poco efficace Direttore e litiga spesso con gli orchestrali (probabilmente, inconsciamente, si sente escluso, abbandonato: potrebbe essere che la salute malferma del padre abbia influito negativamente sull’infanzia-adolescenza di Schumann, traumatizzandolo e creandogli paura inconscia, oltre a soffrire – forse – di disturbo bipolare).
Schumann ha una nuova crisi depressiva con allucinazioni (fenomeni psichici che fanno sembrare come reale qualcosa che, in reatà, è solo immaginato): cose che lo portano ad interessarsi di Spiritismo.
Il Comitato dei Concerti non gli rinnova l’incarico e viene licenziato.
Lo sdoppiamento della personalità di Schumann prelude, a un’instabilità mentale che lo fa vivere infelicemente, lo porta a tentare il suicidio, al ricovero in manicomio e ad una triste morte.
Ma il concetto di due anime che convivono in una stessa personalità artistica è il dualismo che, in modo diverso, rappresenta un concetto fondamentale del romanticismo ottocentesco.
L’idea schumanniana di scomporre la propria personalità in vari personaggi trova radici nella Letteratura del primo Ottocento e, in particolare, in Jean Paul, autore molto caro al giovane Robert.
1853: conoscendo Johannes Brahms, giovane Compositore (del quale indovina la grande potenzialità) e il Violinista Joseph Joachim (per cui comporrà il” Concerto per violino e orchestra in Re minore”), vive un ultimo periodo di tranquillità.
26 febbraio del 1854: tenta il suicidio buttandosi nel Reno, ma viene salvato da alcuni barcaioli a cui gli stesso chiede di essere ricoverato in Casa di Cura e da cui, in seguito, viene internato nel Manicomio di Endenich, presso Bonn.
Dopo pochi mesi nasce Felix, il suo ottavo figlio, che non potrà conoscere.
1855: migliora lievemente; va a Bonn dove rimane molte ore fermo davanti al monumento di Beethoven, nella piazza.
La situazione precipita dopo poco e, a Endenich, si trascina ancora per circa un anno: viene rischiarato da fuggevoli lampi di lucidità, sempre assistito da Clara (quando è libera dai Concerti), da Brahms e da altri amici che lo vanno a trovare spesso fino alla morte, successa il 29 luglio del 1856.
Negli ultimi due giorni di vita, Clara gli è accanto, ma non lo vede spirare.
31 luglio 1856: a Bonn, vengono tenuti i funerali.
Fra quanto è stato ipotizzato, presenzia anche l’ipotesi di una base genetica della sua famiglia circa la patologia di cui soffre: è da attribuirsi alla malattia maniaco-depressiva, ossia il disturbo bipolare.
La morte sembra che sia causata da avvelenamento da mercurio, usato all’epoca come trattamento della sifilide da cui si pensa sia affetto.
Dopo la morte del marito, Clara continua la sua carriera di Pianista per quarant’anni, tenendo Concerti in Europa, nei quali propone, accanto a Chopin e Beethoven, anche le musiche del “suo” Robert, aumentando la conoscenza verso Schumann al punto che i Diritti d’Autore, per l’esecuzione delle sue composizioni, diventeranno maggiori rispetto a quasi tutti i musicisti contemporanei.
Composizioni:
Antonio Rostagno sostiene che Schumann è uno dei compositori romantici per eccellenza.
< Le sue opere sono un esempio di intensa passionalità e di sentimenti intimi, delicati, sensuali, autunnali.
< Il suo stile, ricco di sfumature è espresso attraverso un uso dell’armonia molto personale che, come Chopin e Liszt, si rende immediatamente riconoscibile all’orecchio dell’ascoltatore.
< Ad ogni modo, pur, a volte, strumentalmente imperfetta, la produzione orchestrale di Schumann (compresa la tanto discussa opera “Genoveva”), occupa un posto fondamentale nella Musica.
Selezione delle opere principali:
Per pianoforte solo:
Op. 1, Variazioni sul nome “Abegg” (1830)
Op. 2, Papillons (1831)
Op. 3, Sei studi sui Capricci di Paganini (1832)
Op. 4, Sei Intermezzi (1832)
Op. 5, Improvvisi su una romanza di Clara Wieck (prima versione 1833, seconda versione 1850)
Op. 6, Davidsbündlertänze (prima versione 1837, seconda versione 1850)
Op. 7, Toccata in Do maggiore (1832)
OP. 8, Allegro in Si minore (1831)
Op. 9, Carnaval, scènes mignonnes sur quatre notes (1833 e inverno 1834-1835)
Op. 10, Sei studi da concerto dai Capricci di Paganini (1833)
Op. 11, Sonata n. 1 in Fa diesis minore (1832-1835)
Op. 12, Phantasiestücke (1837)
Op. 13, Studi sinfonici (1837)
Op. 14, Concerto senza orchestra in Fa minore (poi Sonata n. 3) (1836)
Op. 15, Kinderszenen (1838)
Op. 16, Kreisleriana (1838)
Op. 17, Fantasia in Do maggiore (1836-1838)
Op. 18, Arabeske (1838)
OP. 19, Blumenstück (1839)
Op. 20, Humoreske (1839)
Op. 21, Novellette (1838)
Op. 22, Sonata n. 2 in Sol minore (1838)
Op. 23, Nachtstücke (1839)
Op. 26, Faschingsschwank aus Wien (n. 1-4 1839; n. 5 forse inverno 1839-1840)
Op. 28, Tre romanze (1839)
Op. 32, Klavierstücke: Scherzo, Gigue, Romanze, Fuguette (1839)
Op. 56, Studien für den Pedal-Flügel, sei pezzi in forma di canone (1845)
Op. 58, Vier Skizzen für den Pedal-Flügel (1845)
OP. 68, Album für die Jugend (1848)
Op. 72, Quattro fughe (1845)
Op. 76, Quattro marce (1849)
Op. 82, Waldszenen (1849)
Op. 99, Bunte Blätter(1836-1849)
Op.111, Phantasiestücke (1851)
Op.118, Drei Clavier-Sonaten für die Jugend (1853)
Op.124, Albumblätter (1832-1845)
Op.133, Gesänge der Frühe (1853)
Per pianoforte a quattro mani
Op. 66, Bilder aus Osten, sei improvvisi (1848)
Op. 85, Zwölf vierhandige Klavierstücke für kleine und grosse Kinder (1849)
Op. 109, Ballszellen (1851)
Op. 130, Kinderball (1853)
Per due pianoforti
Op. 46, Andante e variazioni in Si bemolle maggiore (1843)
Per orchestra:
Include i concerti per strumento solista con orchestra:
Op. 38, Sinfonia n. 1 in Si bemolle maggiore Primavera (1841)
Op. 52, Ouverture, Scherzo e Finale in Mi maggiore (1841)
Op. 54, Concerto per pianoforte e orchestra in La minore (1841-1845)
Op. 61, Sinfonia n. 2 in Do maggiore (1845-1846, revisione 1846-1847)
Op. 86, Concerto per quattro corni e orchestra in Fa maggiore (1849)
Op. 92, Introduzione e Allegro appassionato in Sol maggiore per pianoforte e orchestra (1849)
Op. 97, Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore Renana (1850)
Op. 100, Ouverture in Do minore per La sposa di Messina di Friedrich Schiller (1850-1851)
Op. 120, Sinfonia n. 4 in Re minore (prima versione 1841, seconda versione 1851)
Op. 128, Ouverture in Fa minore per Giulio Cesare di William Shakespeare (1851)
Op. 129, Concerto per violoncello e orchestra in La minore (1850)
Op. 131, Fantasia per violino e orchestra in Do maggiore (1853)
Op. 134, Introduzione e Allegro in Re minore per pianoforte e orchestra (1853)
Op. 136, Ouverture in Si minore per Hermann e Dorothea di Johann Wolfgang von Goethe (1851)
Op.post, Concerto per violino e orchestra in Re minore (1853)
Musica da camera:
OP. 41, Tre quartetti per archi in La minore, Fa maggiore, La maggiore (1842)
Op. 44, Quintetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore (1842)
Op. 47, Quartetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore (1842)
Op. 105, Sonata per violino e pianoforte n. 1 in La minore (1851)
Op. 110, Trio n. 3 in Sol minore per pianoforte, violino e violoncello (1851)
Op. 121, Sonata per violino e pianoforte n. 2 in Re minore (1851)
Lavori vocali:
I lavori vocali di Schumann toccarono varie tipologie, dal Lieder fino all’opera. La tipologia è indicata dopo la data delle opere.
Op. 50, Das Paradies und die Peri (1843); oratorio per solisti, coro e orchestra
Op. 81, Genoveva (1847-1848); opera
Op. 103, Mädchenlieder (1851); Lieder per due voci femminili e pianoforte su testi di Elisabeth Kulmann
Op. 104, Sette Lieder (1851); Lieder per voce femminile e pianoforte su testi di Elisabeth Kulmann
Op. 112, Der Rose Pilgerfahrt (1851); oratorio per solisti, coro e orchestra
Op. 115, Manfred (1848); musica di scena per solisti, coro e orchestra
WoO 3, Scene dal ‘Faust’ di Goethe (1844-1853); oratorio per solisti, coro e orchestra
Strumenti:
Uno degli strumenti più noti che Robert Schumann suona è il pianoforte a coda di Conrad Graf, un regalo del costruttore di pianoforti in occasione del matrimonio di Robert e Clara nel 1840.
Questo strumento si trova nello studio di Schumann a Düsseldorf e sarà poi donato da Clara Schumann a Johannes Brahms.
Dopo aver cambiato alcune sistemazioni, è stato portato alla “Gesellschaft der Musikfreunde” (“Società degli Amici della Musica”) e può essere ammirato al “Kunsthistorisches Museum” di Vienna.
Registrazioni su strumenti d’epoca:
Jörg Demus. Robert Schumann, Clara Schumann. Schumann’s Clavier. Pianoforte 1839 Graf
Alexander Melnikov. Robert Schumann. Piano Concerto. Pianoforti 1837 Erard, 1847 Streicher
Penelope Crawford. Robert Schumann. Kinderszenen Op.15 – Abegg Variations Op.1. Pianoforte 1835 Graf
Andreas Staier. Kinderszenen op. 15, Waldszenen op. 82, Scherzo, Gigue, Romanze und Fughette op. 32, Abegg-Variationen op. 1, Fantasiestücke op. 12, Fantasiestücke op. 111, Gesänge der Frühe op. 133, Sonate per violino e pianoforte op. 105 e 121, etc. Piano Érard, Paris 1837
The Hanover Band, direttore Roy Goodman. Schumann. 4 Symphonies, Overture, Scherzo & Finale. Performed on period instruments, BMG 1994
Battuto al computer da Lauretta
Robert Schumann:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Robert-schumann.jpg
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