ARENA DI VERONA
(1969, 1975, 1976, 1991)
TURANDOT:
19 luglio 1969: mia madre se ne è andata da due mesi. A Verona,
si rappresenta “Turandot”, l’ultimo lavoro di Puccini. E’ un’operona.
Il mio collega Dialma organizza viaggi di turismo culturale:
la fermata del pullman più vicina è a Niguarda, presso l’ospedale.
Mi servo di un taxi per giungere prima al mezzo di trasporto.
Arrivo, ma Dialma sta dimostrando il suo sconforto
a mio padre: Dialma che, dal bar, ha chiamato telefonicamente
per non avermi ancora vista. Sta chiudendo ma, immediatamente,
si accorge di me e lo dice a mio padre a cui, all’improvviso, viene in mente
di andare a Verona dove si terrà una “Turandot imponente”.
Per cui Dialma fa deviare verso il parcheggio del villaggio, dove mio padre
sta già aspettando. (Si tratta dell’opera prediletta dalla mia povera madre).
Il tempo passa fra tragitto, giochi inganna-tempo e la rappresentazione
con Nilsson, Domingo e Tucci, si rivela uno spettacolone.
L’inizio è al lume dei cerini; poi spiccano scene, cantanti, coristi e orchestrali:
grandezza e arte impressionanti; sono verissimi artisti e si rivelano per tali.
La memoria per mia madre è grandemente omaggiata:
Sei in un freddo colombaio, mamma, ma la “nostra” Turandot ti ha riscaldata.
LA FORZA DEL DESTINO:
19 luglio 1975: sono passati quattro anni da che mi sono sposata.
Io e mio marito non trascuriamo la buona musica: da noi, è amata.
Riposiamo, dopo avere pranzato al ristorante della nostra amica.
Temperatura calda. Ad un certo punto, ricordo una cosa unica:
riferisco a mio marito che il mio collega va all’Arena di Verona
per “La forza del destino” con Bergonzi, Molnar Talaijc e Bruson, un’operona.
Mio marito: “Ci vuoi andare?”. Rispondo di sì: ma, così. improvvisamente …
Lui: “Preparati. Forza! Ci andiamo subito! Immantinente! Immantinente!”.
Imbocchiamo l’autostrada e, dopo due ore, siamo in zona Arena,
dove troviamo un garage per custodire la nostra auto e avere la mente serena.
Rivedo con affetto la città e incontriamo un “bagarino” che ci dà due biglietti:
Ressa per entrare, ma vale la pena per seguire un’opera dai grandi effetti,
specialmente, “la Vergine degli Angeli” cantata dal soprano e dal coro.
E’ un brano molto trascinante; è dolcissimo e io lo adoro,
tanto angelico Verdi è stato capace di saperlo rendere.
Si tratta di una serata dove non c’è proprio nulla da perdere:
la celebre e stupenda sinfonia inizia l’opera diretta da Molinari Pradelli,
grande Direttore d’orchestra; brano che tocca i sentimenti più belli.
I costumi sono fedeli alla vicenda; i cavalli sul palco; bravura dei cantanti.
L’entusiasmo e gli applausi del pubblico sono davvero abbondanti.
AIDA:
Luglio 1976: in Via Dante, a Milano,
all’Agenzia di Viaggi “Duomo”, compriamo
i biglietti per la rappresentazione di “Aida” che si terrà
all’Arena di Verona verso fine mese: spettacolo che ci vedrà
nella platea del più grande teatro all’aperto, dove
i nostri due posti sono collocati e, da dove,
vediamo e udiamo bene. In attesa dell’inizio dell’opera,
sentiamo una voce maschile che grida: “Viva Verdi!”. E’ quasi sera,
ma una grande emozione io e mio marito proviamo,
rendendoci conto che “noi entusiasti” esistiamo.
Celeberrima opera verdiana, l’interprete del titolo è Maria Chiara
che, da professionista qual è, possiede una voce che rischiara
lo spettacolo. Durante il secondo atto, inizia a piovere, purtroppo,
per cui tutto smette dopo la scena trionfale. Il “tutto” che non è troppo
ma, comunque, accontentiamoci per quanto ci è stato dato di vedere:
grandi scene, splendidi costumi, interpreti e molte comparse. Il cadere
della pioggia ci obbliga a tornare nella camera d’albergo accogliente,
che abbiamo trovato appena arrivati, fortunatamente.
“Aida”: molti chilometri percorsi per ricevere poco. Davvero, peccato!
Ma noi speriamo che, qui, un altro spettacolone, di vedere, ci sia dato.
NABUCCO:
Fine luglio 1991: dal nostro campeggio di Casalborsetti, raggiungiamo
l’hotel “Pico”, in Mirandola. Questa volta, una posizione tranquilla la chiediamo.
La gita a Verona viene organizzata dal mio amato Gruppo musicale
per assistere a “Nabucco”, famosa opera verdiana con una storia imperiale
e la schiavitù degli Ebrei. Una storia di potere che coinvolge la morale
umana e religiosa: per cui Nabucco e Abigaille diventano esempio ascensionale.
Sono molto bravi Silvano Carroli-Nabucco e Daniel Oren (il Direttore);
è affascinante il castigo di Dio attraverso l’effetto “fulmine abbattitore”
e, del coro operistico più famoso, “Va’ pensiero”, viene eseguito il bis:
è tale l’entusiasmo che tanti vorrebbero, addirittura, il tris.
Io e mio marito siamo felici della regia e scenografia di Vittorio Rossi,
un “mago” di cui “Aida” e “Il trovatore” sono altri suoi colossi).
E, ora, il pullman ci riporta con tutta “l’allegra brigata”, a Mirandola,
dove alloggeremo ancora all’hotel “Pico” per una notte sola.
Laura
VERONA ARENA
(1969, 1975, 1976, 1991)
TURANDOT:
July 19, 1969: my mother has been gone for two months. In Verona,
“Turandot”, Puccini’s last work, is performed. It’s an opera.
My colleague Dialma organizes cultural tourism trips:
the closest bus stop is in Niguarda, near the hospital.
I use a taxi to get to the means of transport earlier.
I arrive, but Dialma is demonstrating her despondency
to my father: Dialma who called by phone from the bar
for not seeing me yet. It is closing but, immediately,
he notices me and tells my father who, suddenly, comes to mind
to go to Verona where an “imposing Turandot” will be held.
So Dialma detours to the village parking lot, where my father
is already waiting. (This is my poor mother’s favorite work).
Time passes between the journey, the trick-time games and the representation
with Nilsson, Domingo and Tucci, it turns out to be a great show.
The beginning is by the light of the matches; then the scenes, singers, choristers and orchestral players stand out:
impressive grandeur and artistry; they are very true artists and they reveal themselves as such.
Memory for my mother is greatly honored:
You are in a cold dovecote, mother, but “our” Turandot has warmed you.
THE FORCE OF DESTINY:
July 19, 1975: It’s been four years since I got married.
My husband and I don’t neglect good music: we love it.
We rest after having lunch at our friend’s restaurant.
Hot temperature. At some point, I remember a unique thing:
I tell my husband that my colleague goes to the Verona Arena
for “La forza del destino” with Bergonzi, Molnar Talaijc and Bruson, an opera.
My husband: “Do you want to go?”. I answer yes: but, like this. suddenly …
He: “Get ready. Come on! We’ll go right away! Immantinent! Immantinent!”.
We take the highway and, after two hours, we are in the Arena area,
where we find a garage to store our car and have a clear mind.
I see the city again fondly and we meet a “scalper” who gives us two tickets:
Crowded to enter, but worthwhile to follow a work with great effects,
especially, “the Virgin of the Angels” sung by the soprano and choir.
It’s a very enthralling piece; it’s very sweet and i love it
so angelic Verdi was able to know how to make it.
It is an evening where there is absolutely nothing to lose:
the famous and stupendous symphony begins the work conducted by Molinari Pradelli,
great Conductor; song that touches the most beautiful feelings.
The costumes are faithful to each other; the horses on stage; skill of the singers.
The enthusiasm and applause of the audience are truly abundant.
AIDA:
July 1976: in Via Dante, in Milan,
at the “Duomo” Travel Agency, we buy
tickets for the performance of “Aida” to be held
at the Verona Arena towards the end of the month: a show that will see us
in the stalls of the largest open-air theater, where
our two places are placed and, from where,
we see and hear well. Waiting for the start of the work,
we hear a male voice shouting: “Viva Verdi!”. It’s almost evening
but a great emotion my husband and I feel,
realizing that “we enthusiasts” exist.
Famous opera by Verdi, the interpreter of the title is Maria Chiara
who, as a professional, has a voice that illuminates
the show. During the second act, it starts to rain, unfortunately,
whereby everything stops after the triumphal scene. The “everything” that is not too much
but, in any case, let’s be satisfied with what we have been given to see:
great sets, splendid costumes, performers and many extras. The fall
some rain forces us back to the cozy hotel room,
which we found as soon as we arrived, fortunately.
“Aida”: many kilometers traveled to receive little. Really, too bad!
But we hope that, here, another great show, to see, is given to us.
NABUCCO:
End of July 1991: from our campsite in Casalborsetti, we reach
the hotel “Pico”, in Mirandola. This time, we ask for a quiet position.
The trip to Verona is organized by my beloved musical group
to attend “Nabucco”, a famous Verdi opera with an imperial history
and Jewish slavery. A story of power that involves morality
human and religious: for which Nabucco and Abigaille become an ascending example.
Silvano Carroli-Nabucco and Daniel Oren (the Director) are very good;
the punishment of God through the “lightning bolt” effect is fascinating
and, of the most famous operatic chorus, “Va’ pensiero”, the encore is performed:
the enthusiasm is such that many would even like the tris.
My husband and I are happy with the direction and scenography of Vittorio Rossi,
a “magician” of which “Aida” and “Il Trovatore” are his other giants).
And, now, the bus takes us back with all the “merry brigade” to Mirandola,
where we will still stay at the “Pico” hotel for one night only.
Laura
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