NELLA TUNISIA DI BOURGHIBA
(26 dicembre 1980-2 gennaio 1981)
Con la navetta, dal Terminal di Porta Garibaldi, arriviamo
all’Aeroporto di Milano-Malpensa, da cui intraprendiamo
il viaggio serale alla volta di Tunisi. Il tempo è freddo e sereno
ma, in aereo, la temperatura è buona e ce la godiamo appieno.
Sopra la Liguria, il pilota della TunisAir spegne le luci e noi vediamo
le città sottostanti illuminate: proviamo meraviglia ed entusiasmo.
Aeroporto di Tunisi: operazioni di sbarco e controlli come da regola.
Incontriamo la nostra avvocatessa: ci ritroveremo a tavola.
Taoufik è l’autista dell’auto che ci porta al nostro albergo,
dove comunicherò in lingua francese e relativo gergo.
Récéption: dispone di servizio di cambio Lira/Dinaro tunisino
e di servizio telefonico internazionale. Vi lavora un gentile omino.
Struttura ricettiva: un blocco alberghiero con bungalows mini.
Nostra stanza con bagno che dispone di sanitari azzurrini.
Due lettini vicini; nel loro sacco, i piumoncini.
Riscaldamento: ronza un po’ e i gradi sono pochini.
Per i turisti stranieri, l’albergo dispone dell’allevamento di maiali:
noi siamo cattolici e possiamo osservare le nostre regole abituali.
Maneggio: mio marito mi scatta la foto a dorso di un cavallo istruito.
Piscina: un ospite tedesco, con la bassa temperatura si bagna ma non è infreddolito.
In taxi, visitiamo Tunisi, vediamo la Chiesa dell’Immacolata, i viali centrali …
A parte la caratteristica casa a forma di battello, le altre sono costruzioni normali.
Il taxista ci suggerisce il bellissimo e interessantissimo Museo nazionale del Bardo,
nell’omonima periferia occidentale di Tunisi, è unico: un autentico baluardo.
Sei anni prima, tale palazzo diventa uno dei maggiori monumenti storici,
e la collezione più importante è formata dai suoi simboli: i mosaici
romani, tutti di eccezionale fattura, bellezza e conservazione.
Diverse statue di divinità, eroi e personaggi mitologici: costituiscono un’eccezione.
Reperti punici, sale arabo-islamiche: hanno importanza storica,
nel più importante museo tunisino, il più antico museo arabo e dell’Africa.
Lavori del periodo cristiano della Tunisia sono raccolti
in tale museo, in una sala che ne conta molti.
La visita a Cartagine, a noi turisti, mostra una bellissima arte musiva,
ma ci ripariamo tutti sotto il portico perché cade la pioggia improvvisa.
Lì, si vendono le Rose del Deserto: formazioni sedimentarie
dei paesi desertici, mio marito me ne regala una. Misure varie,
la larghezza massima è di sedici centimetri: hanno colori sfumati
sui toni dell’arancione-giallo-ocra; sono bellissimi cristalli aggregati.
Nel Suq (il loro mercato), siamo attratti da oggettini,
fra cui tappeti e ottoni circolari: graziosi piattini.
“Danza del ventre”, mai vista. Nel salone della struttura alberghiera,
due giovani donne si esibiscono: siamo tutti incuriositi, quella sera.
E, anche stavolta, è arrivata: 31 dicembre 1980, Festa di Fine Anno.
Cenone e allegria: molta allegria, specialmente per gli Auguri di Capodanno.
2 gennaio 1981, sera: lasciamo la nostra stanza numero duecentoventi.
Con tristezza, salutiamo il Manager, i giardini e gli inservienti.
Tornando in Italia, viaggiamo ricordando il periodo; la nostra anima è contenta.
A casa nostra, il ricordo di un bellissimo periodo l’anima ci alimenta.
Laura
IN THE TUNISIA OF BOURGHIBA
(December 26, 1980-January 2, 1981)
We arrive by shuttle from the Porta Garibaldi Terminal
at Milan-Malpensa Airport, from which we take off
the evening trip to Tunis. The weather is cold and clear
but, by plane, the temperature is good and we fully enjoy it.
Over Liguria, the TunisAir pilot turns off the lights and we see
the cities below illuminated: we feel wonder and enthusiasm.
Tunis airport: landing operations and checks as per rule.
We meet our lawyer: we will meet again at the table.
Taoufik is the driver of the car that takes us to our hotel,
where I will communicate in the French language and related jargon.
Reception: it has a Lira/Tunisian Dinar exchange service
and international telephone service. A kind little man works there.
Accommodation structure: el block with mini bungalows.
Our room with bathroom which has a hotblue sanitary ware.
Two cots nearby; in their sack, the duvets.
Heating: it buzzes a bit and the degrees are low.
For foreign tourists, the hotel has a pig farm:
we are Catholics and can observe our usual rules.
Stables: my husband takes my picture on the back of a trained horse.
Swimming pool: a German guest gets wet with the low temperature but is not cold.
By taxi, we visit Tunis, see the Church of the Immaculate Conception, the central avenues …
Apart from the characteristic boat-shaped house, the others are normal buildings.
The taxi driver suggests the beautiful and very interesting Bardo National Museum,
in the homonymous western suburb of Tunis, it is unique: an authentic bulwark.
Six years earlier, this building becomes one of the major historical monuments,
and the most important collection is formed by its symbols: the Romans mosaics,
all of exceptional workmanship, beauty and conservation.
Several statues of gods, heroes and mythological characters: are an exception.
Punic finds, Arab-Islamic rooms: they have historical importance,
in the most important Tunisian museum, the oldest Arab and African museum.
Works from the Christian period of Tunisia are collected
in this museum, in a room that has many.
The visit to Carthage, to us tourists, shows a beautiful mosaic art,
but we all take shelter under the porch because the sudden rain is falling.
There, desert roses are sold: sedimentary formations
desert countries, my husband gives me one. Various measures,
the maximum width is sixteen centimetres: they have shaded colours
in shades of orange-yellow-ochre; they are beautiful aggregate crystals.
In the Souk (their market), we are attracted by trinkets,
including carpets and circular brasses: pretty saucers.
“Belly dance”, never seen. In the lounge of the hotel,
two young women perform: we are all intrigued that evening.
And, once again, it has arrived: December 31, 1980, the End of the Year Party.
Dinner and joy: a lot of joy, especially for New Year’s greetings.
January 2, 1981, evening: we leave our room number two hundred and twenty.
With sadness, we say goodbye to the Manager, the grounds and the attendants.
Returning to Italy, we travel remembering the period; our soul is happy.
At our house, the memory of a beautiful period feeds our soul.
Laura
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