TERZA PARTE
1802–1812: il periodo detto "eroico": dall' "Eroica" a "Fidelio"
Testimonianza di Ferdinand Ries sulla genesi della terza sinfonia:
«In questa sinfonia Beethoven si era proposto come argomento ispiratore Bonaparte, quando quest'ultimo era ancora primo console. All'epoca Beethoven ne faceva un caso straordinario e vedeva in lui l'epigono dei grandi consoli romani.»
La sinfonia n. 3 (detta «Eroica») inaugura una serie di composizioni con una durata di tempo maggiore e una scrittura che ricercava risultati di grandiosità, caratteristiche dello stile del secondo periodo di Beethoven, detto «stile eroico».
Beethoven, all'inizio, intende dedicare questa sinfonia al Generale Napoleone Bonaparte, nel quale vede il paladino degli ideali della Rivoluzione Francese.
Non appena apprende la notizia della proclamazione del primo Impero Francese (nel maggio 1804), s'infuria e cancella la dedica.
Oltre a ciò, tale capolavoro (creato dal 1802 al 1804) viene intitolato come «Grande sinfonia Eroica per celebrare il sovvenire di un grande uomo» e la presentazione al pubblico, il 7 aprile 1807, vede l'attenuazione degli entusiasmi perché molti la giudicano troppo lunga. Beethoven è deluso e si ripromette di non comporre più nel futuro opere della durata superiore a un'ora, intenzione che non rispetterà.
La scrittura pianistica si evolve progressivamente: verso la fine del 1803, scrive la vrtuosistica ed energica "Sonata per pianoforte n. 21 op. 53" e la dedica al Conte Waldstein, con l'utilizzo sinfonico strumentale.
1805: stile simile ha la "Sonata per pianoforte n. 23 detta "Appassionata".
Luglio 1805: Beethoven incontra Luigi Cherubini, al quale manifesta la sua ammirazione.
1801: Beethoven, trentacinquenne, prova passione e slancio per il libretto "Léonore, o l'amore coniugale" del francese Jean-Nicolas Bouilly, per cui si cimenta nella composizione dell'opera "Fidelio" (il cui titolo iniziale è "Léonore") e per cui comincia a comporla fin dal 1803.
Accolta male alla sua "prima" (seguiranno soltanto tre rappresentazioni, nel 1805), provoca in Beethoven la certezza di essere vittima di un complotto per cui, in futuro, "Fidelio" sarà modificato con tre versioni (1805, 1806 e 1814), ma solo l'ultima riceverà una buona accoglienza.
Oggi, quest'opera è considerata fondamentale per il repertorio lirico.
L'indipendenza affermata:
1802-1812: Beethoven, secondo il suo stile "eroico", compone una serie di lavori musicali scintillanti e determinati e, nell'ottobre 1806, scrive al principe Lichnowsky un biglietto: «Prìncipe, ciò che siete, lo siete in occasione della nascita. Ciò che sono, lo sono per me. Prìncipi ce n'è e ce ne saranno ancora migliaia. Di Beethoven ce n'è soltanto uno.»
Dopo il 1805: "Fidelio" fallisce ma, il momento ritorna propenso perché Beethoven è creativo e si adatta al suo udito difettoso e, per qualche tempo, la sua vita sociale lo soddisfa.
1806-1808: sono gli anni in cui produce molti capolavori.
Infatti, nel solo 1806, compone il "Concerto per pianoforte n. 4", i tre "Quartetti per archi "n. 7", "n. 8" e "n. 9" dedicati al conte Andrei Razumovsky, la "Quarta Sinfonia" e il "Concerto per violino".
Autunno 1806: Beethoven accompagna il principe Carl Lichnowsky (il suo mecenate nel suo castello di Slesia) e, qui, ha l'occasione di dimostrare lampantemente la sua volontà di indipendenza a seguito della minaccia di finire agli arresti se si incaparbisce a rifiutare un'esibizione al pianoforte per alcuni ufficiali francesi ospiti del castello (in quel momento, la Slesia è occupata dall'esercito napoleonico, dopo Austerlitz), ma Beethoven lascia il suo ospite dopo un violento litigio.
Per cui inoltra domanda di impiego alla direzione dei teatri imperiali, dove si impegna a consegnare annualmente un'opera e un'operetta dietro il compenso di 2400 fiorini e una percentuale sugli incassi dalla terza rappresentazione di ciascuna opera, ma la domanda non viene accolta.
Persi finanziamento e protezione del suo principale mecenate, Beethoven si afferma come artista indipendente e "si libera simbolicamente dal patronato aristocratico per cui inizia a comporre la "Quinta Sinfonia" (ossia, "Del Destino").
Con il motivo ritmico di quattro note presente fin dal primo movimento, il musicista intende esprimere la lotta dell'uomo contro il Destino, e il trionfo finale su di esso.
(L'ouverture del "Coriolano" ha la tonalità in Do minore ed è dello stesso periodo). Contemporanea alla "Quinta", la sinfonia "Pastorale" è l'omaggio alla Natura di un artista innamorato fortemente della campagna, nella quale ritrova sempre la calma e la serenità che lo ispirano.
"La Pastorale"anticipa il romanticismo musicale e il suo sottotitolo è dato dalla frase di Beethoven: «Espressione di sentimenti piuttosto che Pittura», mentre ciascuno dei suoi movimenti porta un'indicazione descrittiva.
22 dicembre 1808: esecuzione in prima assoluta della "Quinta" e della "Sesta Sinfonia" ("Pastorale"), il "Concerto per pianoforte n. 4" (il solista è lo stesso Beethoven, che esegue anche un'improvvisazione), l'Aria per soprano e orchestra "Ah! Perfido", due "Inni" dalla "Messa in Do maggiore" (composta per il principe Esterházy nel 1807) e la "Fantasia corale" per piano e orchestra (sempre, con Beethoven solista al pianoforte).
Maggio 1809: morte di Haydn.
A questo punto, nonostante qualche valido artista avversario, Beethoven viene collocato nel Pantheon dei musicisti.
Battuto al computer da Lauretta
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