Sergej Vasil’evič Rachmaninov (altra traslitterazione in uso: Rachmaninoff) nasce nella tenuta di Semenovo (oppure, Onega, Velikij Novgorod), il 1º aprile 1873 e muore a Beverly Hills il 28 marzo 1943.
E’ Compositore, Pianista e Direttore d’Orchestra russo naturalizzato statunitense.
E’ un personaggio di fama mondiale ed è ritenuto uno dei maggiori compositori e pianisti russi di sempre.
Rachmaninov: considera se stesso soprattutto un compositore, più che un pianista, nonostante l’evolversi della sua carriera (inizialmente, un po’ tormentata) che pare dimostrare il contrario.
«Io sono me stesso soltanto nella Musica. La Musica basta a una vita intera, ma una vita intera non basta alla Musica»
(Sergej Rachmaninov)
Nato vicino a Velikij, Novgorod, a Onega (come lo stesso Rachmaninov pensa) oppure nella tenuta di famiglia a Semenovo, secondo atti ufficiali (viene battezzato a pochi chilometri da lì), trascorre la sua infanzia con la madre, Ljubov Petrovna Butakova, il padre Vasilij Arkadijevič (ex-ufficiale dell’Esercito Russo), le sorelle Elena e Sofija e il fratello Vladimir (a lui, tutti maggiori di età).
Vive in un ambiente amante della Musica e, all’età di quattro anni, impara a suonare il pianoforte dalla madre Ljubov Petrovna e, soprattutto, grazie al nonno paterno, Arkadij Aleksandrovič (già alunno di John Field), con cui esegue piccoli pezzi a quattro mani).
Sergej nasce quando il cugino Aleksandr Ziloti è già un pianista affermato e altri due fratelli nascono dopo di lui: una femminuccia di nome Varvara ed un maschietto di nome Arkadij.
Il piccolo Sergej ha sei anni quando riceve la prima lezione di Pianoforte da Anna Dmitr’evna Ornazkaja, giovane diplomata del Conservatorio di San Pietroburgo che, impressionata dalla sua abilità innata al pianoforte, nel 1881, l’Insegnante lo raccomanda per una borsa di studio allo stesso Conservatorio, dopodiché, a nove anni, il bimbo inizia ufficialmente a prendere lezioni.
E’ un bambino che si interessa molto alla Musica ma che, allo studio sui libri, preferisce lo svago e i giochi all’aria aperta.
1882: il padre Vasilij è assolutamente incapace di amministrare, per cui – la famiglia impoverita – è costretta a trasferirsi a San Pietroburgo, in un piccolo, misero e deprimente appartamento.
La situazione familiare peggiora dopo che i bambini vengono colpiti da un’epidemia di difterite; Sofija è l’unica ad essere contagiata in modo grave, per cui non sopravvive.
Nel frattempo, il padre ha sperperato tutto il patrimonio-eredità di Ljubov; abbandona la famiglia lasciando alla moglie l’impegno della custodia dei bambini, causando condizioni di precarietà.
Senza soldi e con la minaccia che Sergej possa venire espulso dal Conservatorio, Ljubov chiede aiuto al cugino Aleksandr Ziloti che pensa di affidare il giovane Rachmaninov a Nikolaj Sergeevič Zverev (il suo primo Insegnante, eccellente docente, piuttosto severo).
Rachmaninov può continuare a studiare al Conservatorio e, poco tempo dopo, viene mandato a Mosca per diventare un allievo di Zverev.
Il trasferimento a Mosca:
Per i primi giorni, Sergej viene ospitato dalla zia Varvara Arkad’evna Satina, madre di Ziloti, dopodiché sarà accolto nella casa del Maestro dove condivide lezioni, vitto e alloggio con altri studenti e dove Zverev, li ospita gratuitamente, però pretendendo obbedienza e rispetto totale delle sue istruzioni.
Inizialmente, gli insegnamenti riguardano solo il Pianoforte e si tengono sia in casa sia al Conservatorio e gli intensi piani giornalieri di studio fanno in modo che Rachmaninov diventi più calmo e riflessivo.
In questo periodo, presso il Salotto di Zverev, Rachmaninov conosce, durante le serate musicali, musicisti russi dell’epoca, tra cui Čajkovskij, con cui stringe subito una forte amicizia che lo influenza in modo importantissimo.
Inoltre, qui, si alternano nell’abitazione del Maestro molti altri musicisti, quali Sergej Taneev e Anton Arenskij, professori, artisti e attori: tutti interessati alla Musica.
Circa tre anni di studio con Zverev portano Sergej al Diploma di Primo Grado e, all’età di quindici anni, comincia a studiare la tecnica del Contrappunto e dell’Armonia, sotto le direttive di Sergej Taneev e Anton Arenskij; dopodiché entra nella Classe di Pianoforte tenuta dal cugino Aleksandr Ziloti.
Il Conservatorio di Mosca è la strada che permette a Rachmaninov la prima possibilità di espressione come compositore e la scrittura delle sue prime partiture.
La nuova “necessità” di comporre da parte di Rachmaninov si scontra con le idee di Zverev che vede tale “necessità” come uno sciupìo del talento stabilito sulla tastiera, fino ad allora.
Quindi, Sergej chiede al Maestro di poter avere un pianoforte personale per cui scrivere la sua musica; ma il rifiuto di Zverev degenera in una discussione piuttosto accesa che provoca la rottura dei rapporti fra loro.
Per cui, Rachmaninov deve lasciare l’abitazione del suo insegnante e torna nuovamente ospite della zia Varvara.
Gli esordi come compositore:
1887: a Mosca, termina tre “Notturni”, una “Suite” e lo “Scherzo in Fa maggiore per orchestra”.
1890-1891: fra le sue composizioni giovanili – fra le migliori – scrive il poema sinfonico “Il principe Rostislav” e il “Primo concerto per pianoforte e orchestra”, oltre a comporre alcuni “Pezzi per pianoforte solista” ed alcune canzoni, dimostrando la sua < tendenza verso uno stile eterogeneo e a un’espressività postromantica >.
L’anno precedente il termine degli studi di Pianoforte al Conservatorio, Rachmaninov chiede di anticipare l’esame finale a causa del fatto che il cugino Aleksandr vuole lasciare l’insegnamento a fine anno e Sergej, per non avere un altro insegnante, preferisce terminare prima.
Abilissimo al pianoforte, a fine maggio, si presenta all’esame e ottiene il Diploma con un anno di anticipo, presentando la Sonata “Waldstein” di Beethoven e il primo tempo della “Sonata n. 2” di Chopin.
Continua a studiare per conseguire il Diploma di Composizione, ma sopporta meno l’ambiente del Conservatorio, per cui chiede anche ad Arenskij di anticipare l’esame alla primavera successiva.
30 gennaio 1892: Rachmaninov tiene il suo primo concerto ufficiale – eseguendo, oltre a brani di Chopin, Liszt e Čajkovskij – anche due sue composizioni: “Due pezzi per violoncello e pianoforte” e il “Trio élégiaque”.
Marzo 1892: il soggetto per il Diploma è l’opera “Aleko”, su testo di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko tratto dal poema “Gli zingari” di Puškin.
Rachmaninov scrive la musica in sole due settimane (orchestrazione compresa), lasciando meravigliato il suo insegnante.
7 maggio 1892: ottiene il massimo dei voti e viene insignito della Gran Medaglia d’Oro.
Poco tempo dopo il Diploma, scrive il “Preludio in do diesis minore”, a cui rimane legato per tutta la vita in modo inscindibile.
I primi successi di Rachmaninov:
9 maggio 1893: al Teatro “Bol’šoj”, si tiene la “prima” di “Aleko” con successo, tanto che l’opera verrà programmata anche per essere interpretata dal celebre basso Fëdor Ivanovič Šaljapin, con il quale Rachmaninov rimarrà amico per tutta la vita.
Čajkovskij ne è entusiasta e suggerisce a Rachmaninov di accettare la proposta dell’Editore Karl Gutheil per pubblicarla; Editore che vuole pubblicare altre sue opere per la somma di 500 rubli; Editore che vende anche i diritti del “Preludio in Do diesis minore”.
Nonostante si tratti di uno dei suoi lavori più conosciuti, il lavoro gli frutta solamente quaranta rubli in quanto non è protetto da un copyright internazionale.
Allo scopo di riconciliarsi con il compositore, dopo la rappresentazione, Zverev organizza una cena a cui presenziano molti musicisti, fra cui Arenskij e Skrjabin.
Maggio 1893: Rachmaninov va dalla nonna Butakova, in campagna, per una vacanza; qui, nella quiete del luogo, scrive la “Suite n. 1, Due pezzi per violino e pianoforte” e “La roccia, fantasia per orchestra” che dedica a Rimskij-Korsakov.
Rachmaninov ha ripreso energia ed Editore, per cui diventa sempre più conosciuto in tutto il Mondo per le sue composizioni e per le esecuzioni concertistiche: infatti, i suoi lavori diventano sempre più conosciuti e rappresentati, per cui attirano l’attenzione dei Critici.
In particolare, il Musicista e Critico Musicale Cezar’ Antonovič Kjui (uno dei membri del Gruppo de “I Cinque”), a Ivanovka, visita Rachmaninov nella proprietà della famiglia della zia, a circa 500 km da Mosca.
Durante l’ospitalità, Kjui compone una breve melodia e chiede il giudizio di Rachmaninov che risponde per mezzo di un parere secco e negativo circa la qualità della composizione: la cosa si trasforma in astio da parte di Kjui che, da quel momento, scrive note feroci e denigratorie sulla produzione musicale di Rachmaninov).
Rachmninov: la sua prima sinfonia e la depressione.
Dopo “Sei canti op. 8 per voce e pianoforte”, Rachmaninov riceve la notizia della morte di Zverev seguita da quella di Čajkovskij e, come conseguenza, è rattristato e si sente solo, soprattutto perché gli manca l’appoggio del grande compositore.
Fine 1894: la zia Varvara e famiglia acquistano una grande casa nella quale vengono riservati a Sergej una camera e uno studio con un pianoforte; casa in cui il musicista trova la tranquillità per poter comporre.
Gennaio 1895: Rachmaninov comincia a pensare alla sua “Prima Sinfonia”, il suo primo grande lavoro orchestrale.
Il lavoro di composizione richiede otto mesi, venendo terminata verso i primi di settembre.
A Mosca: Mitrofan Petrovič Beljaev, creatore dei “Concerti Sinfonici Russi”, inserisce la “Prima Sinfonia” di Rachmaninov nella stagione del 1896, diretta da Glazunov, lasciando Rachmaninov nervoso e preoccupato per eventuali reazioni del pubblico (forse, perché Taneev, esaminato il lavoro, lascia un’impressione negativa).
Sera del 15 marzo 1897: dopo diciotto mesi, viene tenuta la prima esecuzione a San Pietroburgo (Rachmaninov è praticamente ventiquattrenne), rappresentazione-disastro che lascia il giovane musicista praticamente distrutto, vista la pessima direzione di Glazunov, e che afferma di essere molto sorpreso che “un uomo di un così grande talento abbia diretto così male “.
Rachmaninov comincia a perdere autostima verso se stesso come compositore per cui è “obbligato” ad affrontare tre anni di depressione.
In tale periodo, espleta qualche attività musicale: viene incaricato come Secondo Direttore (il Primo è il mediocre Michele Esposito), di una Compagnia Operistica privata di Mosca gestita da un ricco imprenditore, Savva Ivanovič Mamontov, protettore di molti artisti fra cui Šaljapin.
Con la Compagnia, come prima opera, Rachmaninov dirige “Una vita per lo Zar” di Glinka e in seguito “Samson et Dalila” di Saint-Saëns, “Rogneda” di Serov, “Carmen” di Bizet.
1899: ormai riconosciuto da tutti come Direttore d’Orchestra e Compositore, l’intercessione di Ziloti gli fa avere una scrittura con la “Royal Philharmonic Society” di Londra come Direttore e Pianista, dove dirige la sua Fantasia per Orchestra “La roccia” e interpreta il suo “Preludio in do diesis minore” e l’ “Elegia”, tratta dall’ “Op. 3”.
Rachmaninov comincia a provare fatica nel comporre Musica, per cui, molti suoi amici cercano di aiutarlo a ritrovare il desiderio e la vena per farlo, ma neppure una visita a Tolstoj (assieme all’amico Šaljapin) risulta positiva, per la sua anima.
Dietro consiglio del medico amico di famiglia della zia, Grigorij Lvovič Grauermannm, viene affidato alle cure dello Specialista in Ipnoterapia e grande amante della Musica Nikolaj Dahl.
Deduzione: Rachmaninov può essere stato ipnotizzato per ottenere nuovamente la propria autostima ed è anche molto probabile che si sia parlato prevalentemente di Musica e di Arte fra lui e Dahl; oltre a queste conversazioni, la solidarietà dei suoi amici più stretti aiutano Rachmaninov ad acquisire una nuova pace interiore.
Le cure di Dahl sortiscono un esito positivo e Rachmaninov, nel 1901, riesce a terminare il “Secondo Concerto per pianoforte e orchestra” (iniziato a comporre l’anno precedente) e che può presentare nel mese di ottobre, dedicandolo proprio a Dahl.
Il Concerto sortisce un enorme successo al quale seguono diverse composizioni come la “Seconda Suite per due pianoforti”, la Cantata “La primavera”, su un testo di Nikolaj Alekseevič Nekrasov, e la “Sonata per violoncello e pianoforte”, dedicata all’amico Anatolij Brandukov, Violoncellista e Direttore d’orchestra.
Il matrimonio e i Concerti all’Estero:
In tale momento della vita, la cugina Natalija Satina è preoccupata per la sua salute, per cui gli è molto vicina; cugina che si Diploma in Pianoforte, destando l’apprezzamento significtivo del musicista.
Dopo poco tempo, Sergej e Natalija annunciano alla famiglia l’intenzione di volersi sposare, ma la Chiesa Ortodossa non ammette unioni fra consanguinei e, quindi, è necessario ottenere un permesso speciale.
29 aprile 1902: il matrimonio viene officiato da un Cappellano Militare in una chiesetta alla periferia di Mosca e Ziloti e Brandukov sono i testimoni.
Viaggio di nozze degli sposi: visitano Vienna, Venezia, Lucerna e Bayreuth (qui, assistono a “L’olandese volante” e a “Parsifal” ma, a differenza di parecchi altri musicisti, Rachmaninov non rimane affascinato dalla musica wagneriana e non commenta in merito).
La famiglia di Natalija dona agli sposi – come regalo di nozze – una delle due case della residenza estiva di Ivanovka.
1903: nasce Irina, la prima figlia.
1904: il Teatro “Bol’šoj” di Mosca, ingaggia Rachmaninov per cinque mesi, dove si distingue anche come Direttore d’Opera.
Gennaio 1906: per lo stesso teatro scrive due lavori che, lì, debuttano: “Francesca da Rimini” e “Il cavaliere avaro” e, per mezzo della rappresentazione di “Rusalka” di Dargomyžskij, Rachmaninov meraviglia il pubblico dirigendo in piedi, di fronte all’orchestra, e non più seduto fra il palcoscenico e la fossa orchestrale, come era sempre successo.
1906: dopo il “Bol’šoj”, parte con la famiglia per una vacanza in Italia, dove visita Firenze (qui, rimane affascinato dal Giardino di Boboli) e, in seguito, va a Marina di Pisa dove affitta una villa e dove si dedica ad un progetto (mai realizzato) per un’opera da trarre dal romanzo “Salammbô” di Gustave Flaubert.
Natalija e Irina si ammalano, per cui Rachmaninov preferisce rientrare prima in Russia.
Essendosi presentato il bisogno di dover guadagnare, Rachmaninov accetta parecchi incarichi in Germania per cui – con la famiglia – si trasferisce a Dresda e si reca a Lipsia per alcune rappresentazioni.
Intanto, inizia la composizione di un’altra opera, “Monna Vanna”: la lascia incompiuta perché – ad insaputa sua e del suo librettista Slonov – l’autore ha ceduto ad un altro compositore i diritti del testo.
Rientra in Russia e torna nella tenuta di Ivanovka che, per lui, è il luogo più caro.
Giugno 1907: qui, nasce Tatjana, la seconda figlia.
Termina la “Seconda Sinfonia”, che dedica a Sergej Taneev: la “prima”, avviene il 26 gennaio 1908, a San Pietroburgo, sotto la direzione dello stesso Rachmaninov, ottenendo subito l’approvazione del pubblico e della Critica.
Subito dopo, Rachmaninov ritorna a Dresda, città-base per i suoi concerti in Europa.
Interpreta le proprie composizioni a Varsavia e a Londra, dove il “Times” esprime parole di grande apprezzamento riguardanti l’esecuzione del “Secondo Concerto per pianoforte”.
Rientrato a Ivanovka, inizia la correzione della “Seconda Sinfonia” per la pubblicazione che avverrà nell’agosto 1908.
Gennaio-marzo 1909: scrive la partitura del poema sinfonico “L’isola dei morti”, ispirato ad un quadro del pittore simbolista Arnold Böcklin che porta lo stesso titolo.
La sua carriera musicale è all’apice del successo in Russia e in Europa.
Intanto, Rachmaninov apre gli accordi per una tournée negli Stati Uniti e, da persona celebre, si può permettere di porre le sue condizioni: quindi, per una serie di venticinque Concerti, chiede mille rubli per esecuzione.
28 novembre 1909: a New York, debutta con il suo “Terzo Concerto per pianoforte”.
Il tour americano desta grande successo e la sua durata è di circa tre mesi (comprende: ventisei Concerti [diciannove come Pianista e Sette come Direttore d’Orchestra]).
9 gennaio 1910: esegue sue musiche al “Metropolitan Opera House” di New York.
16 gennaio 1910: Rachmaninov esegue il suo Nuovo Concerto sotto la direzione di Gustav Mahler di cui riconosce serietà e meticolosità esecutiva.
La tournée risulta faticosa per Rachmaninov che non sopporta molto la pressione a cui viene sottoposto da parte dell’organizzatore dei concerti, tanto da sentirsi spesso un essere inferiore.
Riceve molte offerte di lavoro, ma il disagio e la nostalgia della Russia fanno sì che il musicista scelga di rientrare il più presto possibile nella sua terra russa.
Negli anni seguenti, il suo stile compositivo si evolve.
Rientra in Russia, lavora ai Concerti e scrive la “Liturgia di San Giovanni Crisostomo”.
Estate 1910: muore il suocero per cui diventa proprietario di tutta la tenuta di Ivanovka.
San Pietroburgo, dopo il suo rientro e dopo ogni sua esibizione (in occasione di Concerti, Festività, Compleanno, Onomastico), una misteriosa ammiratrice (chiamata poi “La Dama dei lillà bianchi”), fa sempre pervenire a Rachmaninov (amante, in particolare, dei fiori di lillà) un bouquet di tali fiori: fiori per cui scrive anche una canzone (“Il lillà”) che fa parte del “Ciclo di canti op.21”.
1912: con la famiglia, Rachmaninov si concede una vacanza andando a Berlino, in Svizzera e a Roma dove affitta un appartamento in Piazza di Spagna.
Qui, per parecchie giornate compone e inizia la “Seconda Sonata per pianoforte” e la Sinfonia corale “Le campane”: < basata su un riadattamento del poeta simbolista Konstantin Dmitrievič Bal’mont della poesia omonima di Edgar Allan Poe, composizione che, come egli disse, era quella fra le proprie che amava di più; il suono delle campane di Roma aveva suscitato in lui ricordi d’infanzia quando ascoltava le campane di Novgorod mentre la nonna lo accompagnava alle funzioni >.
Primavera 1913: il compositore rientra in Russia e si dedica particolarmente all’amministrazione della tenuta di Ivanovka, interessandosi anche di agricoltura.
Aprile 1913: termina la partitura de “Le campane” e riprende anche l’occupazione concertistica; purtroppo, subisce molti attacchi dal Critico Vjačeslav Karatigin, sostenitore della Musica Nazionale di Musorgskij e da parte di Skrjabin, Stravinskij.
30 novembre 1913: si tiene la prima esecuzione de “Le campane” con successo di pubblico e di Critica.
Luglio del 1914: scoppia la Prima Guerra Mondiale.
Agosto 1914: muore Ljadov; Rachmaninov dirige un concerto in suo onore.
Il primo anno di guerra è terribile, per la Russia, che conta tantissimi morti al fronte.
Muoiono Skrjabin e Taneev.
Per un certo periodo, allo scopo di potere scrivere tranquillamente, Rachmaninov si trasferisce a Kalila, in Finlandia, in una residenza vicino alla casa di Ziloti.
In seguito, riprende i concerti in Russia, spesso interpretando musiche di Skrjabin e devolvendo gli incassi alla vedova del suo amico che si trova in difficoltà finanziarie.
1916-1917: a Mosca, finisce di scrivere la partitura degli “Études-Tableaux, Op. 39 per pianoforte”.
Rivoluzione Russa e il trasferimento negli Stati Uniti:
Febbraio 1917: le insurrezioni portano alla fine dei Romanov e alla Rivoluzione d’Ottobre.
26 febbraio 1917: a causa dell’atmosfera generale, Rachmaninov tiene il suo ultimo Concerto a Mosca ed elargisce il guadagno ai prigionieri politici scarcerati da poco .
Lavora ininterrottamente a diversi progetti, fra cui una revisione completa del “Primo Concerto per pianoforte”.
Terminato l’anno scolastico delle figlie, parte con la famiglia verso la Crimea per trascorrere l’estate lontano da una situazione grave che peggiora sempre più.
Rientra a Mosca e accetta una offerta risolutiva per una serie di Concerti da tenersi in Scandinavia e, con i familiari, lascia i tumulti della Russia, “abbandonando”, per il momento, le proprietà nell’attesa di una situazione più tranquillizza.
Eventi e uccisione della famiglia imperiale Romanov convincono il compositore a farsi prestare denaro da alcuni amici per recarsi in fretta a San Pietroburgo per ottenere il visto per tutta la famiglia.
23 dicembre 1917: i Rachmaninov lasciano la Russia per sempre e, passando il confine, non hanno problemi: addirittura, gli Ispettori fanno, al musicista, i migliori auguri per i suoi Concerti.
24 dicembre 1917: i Rachmaninov arrivano a Stoccolma; poi, raggiungono l’amico Nikolaj Struve a Copenaghen, dove il musicista si esibisce in tre Concerti con l’ “Orchestra Filarmonica” di Copenaghen.
Il compositore, comunque, riceve molte richieste per Concerti negli USA, in particolare da Boston e da Cincinnati, per cui opta per questa soluzione e varcherà l’Atantico.
1º novembre 1918: arriva ad Oslo con la moglie Natalija e le due figlie; parte con il vaporetto “Bergensfjord” e raggiunge gli Stati Uniti l’11 novembre.
Tutta la famiglia si stabilisce presso lo “Scherry Netherland Hotel” di New York e, il giorno dopo, moltissimi musicisti (fra cui Prokof’ev, Fritz Kreisler e Mischa Elman) si recano da Rachmaninov per salutarlo e offrirgli il loro appoggio per quello che sarebbe stato un esilio che sarebbe durato tutta la vita, provocando per sempre a Rachmaninov il dolore del distacco dalla Terra-Madre, fatto che condiziona la sua volontà di continuare a comporre.
Ignorando la lingua e le abitudini del nuovo Paese, Rachmaninov riceve l’assegnamento di una segretaria e di uno studio con pianoforte, presso l’abitazione di una signora amante della Musica.
Inizialmente, per permettere alla famiglia un adeguato tenore di vita, i Concerti vengono intrapresi anche considerando che le proprietà sono rimaste in Russia, e comincia con un piccolo repertorio composto dai suoi lavori e da alcuni di Chopin, Liszt e Čajkovskij, esibendosi in varie città.
Sceglie un pianoforte Steinway & Sons, Casa con cui ha firmato un contratto e, successivamente, ne firma uno anche con la Casa discografica “Edison Records” per alcune incisioni.
1919: torna al “Metropolitan” con un Recital.
1920: esegue il “Secondo Concerto per pianoforte e orchestra” di Liszt.
12 gennaio 1919: con la “New York Symphony Orchestra” suona il suo “Secondo Concerto per pianoforte”; il critico del “New York Herald” scrive che di raro ha visto il pubblico così coinvolto e commosso.
Rachmaninov riceve un’ovazione grandiosa che “lo consacra” per sempre.
Primavera 1921: il suo trasferimento a Locus Point, nel New Jersey, gli fa ritrovare un ambiente simile a quello di Ivanovka.
Negli Stati Uniti, la famiglia Rachmaninov continua a vivere secondo le tradizioni della cultura russa e, spesso, ospita amici e componenti della grande comunità di immigrati russi; Rachmaninov prova nostalgia e pensa di riavvicinarsi all’Europa, per cui torna in Germania e in Inghilterra per una serie di Concerti.
1925: si esibisce per sette anni, dopodiché prende un anno di intervallo per comporre un nuovo lavoro che sarà il “Quarto Concerto per pianoforte e orchestra”.
1929: registra il suo “Secondo concerto per pianoforte” con la “Philadelphia Orchestra” diretta da Leopold Stokowski.
Le sue entrate non sono costituite solamente dalle sue composizioni, per cui riprende le Stagioni di Concerti negli Stati Uniti e in Europa: nel giro di pochi anni riesce ad accumulare una discreta fortuna.
1931: acquista un terreno nella frazione di Weggis, a Hertenstein, in Svizzera, sul Lago di Lucerna, dove fa costruire “Villa Senar” (che, nelle sue intenzioni, sostituirebbe la dacia di Ivanovka, la sua “sede” russa), abitazione che ama molto e a cui si dedica pure nel seguire gli ultimi miglioramenti assieme agli operai e la cura del giardino.
Qui, Rachmaninov e famiglia trascorrono ogni estate fino al 1939, luogo adatto per la giusta atmosfera per comporre; compra pure un motoscafo attraverso il quale si diverte sulle acque del Lago di Lucerna e, da tale sua residenza, Rachmaninov intraprende numerosi viaggi a bordo della sua automobile verso Parigi, l’Italia o la Germania.
Novembre 1933: è cosciente di non poter più rientrare nella sua patria e, quando gli Stati Uniti riconoscono l’Unione Sovietica con il relativo governo, in un’intervista per lo “Evening Post”, afferma chiaramente che egli < si sente in tutto e per tutto un suddito dello zar e che la sua integrità di uomo e di musicista si può identificare solamente con quella che era la Russia del passato >.
Risultato: boicottaggio da parte del Governo sovietico rivolto a tutte le opere di Rachmaninov.
A causa delle spese sostenute per la costruzione di “Villa Senar”, Rachmaninov è costretto ad intraprendere nuovi Concerti ma, risultando sempre più affaticato (oltre alla nevralgia alla tempia che lo affligge da anni), durante una visita medica, gli vengono riscontrati alcuni problemi cardiaci.
6 giugno 1936: termina la sua “Terza Sinfonia”, dopo il suo rientro in Svizzera ma, secondo la Critica non è più all’altezza delle sue passate composizioni e molti pensano che si tratti di un musicista troppo legato al passato, nonostante sia rimasta invariata la grande considerazione verso le sue esecuzioni pianistiche.
Aprile 1938: Šaljapin è ammalato in modo grave per cui Rachmaninov corre a Parigi per stare vicino all’amico, rimanendo al suo capezzale fino alla fine.
La cosa si ripercuote in modo notevole sulle sue condizioni di salute, fisica e mentale che ha già iniziato a soffrire di un inizio di sclerosi e di problemi di vista.
Rachmaninov: la vecchiaia e la morte.
11 agosto 1939: si esibisce per l’ultima volta in Europa, precisamente a Lucerna, per il “Festival di Salisburgo” che, lì, si è trasferito a causa dell’annessione dell’Austria alla Germania.
23 agosto 1939: Rachmaninov e la moglie abbandonano definitivamente l’Europa recandosi in America a bordo dell’ “Aquitania”.
Non rivede più la figlia Tat’jana che vive in Francia; l’altra figlia, Irina, e la nipote Sofja, invece, li raggiungono dopo poco.
Momentaneamente si stabiliscono vicino a Huntington, a Long Island dove – nell’agosto 1940 – termina di scrivere le “Danze sinfoniche” e di cui conclude l’orchestrazione nel novembre dello stesso anno.
Rachmaninov, sempre con problemi di salute, continua la carriera concertistica, pur diradando un po’ i concerti fra loro.
Riceve notizie sull’avanzata delle truppe tedesche in Russia, cui organizza parecchie iniziative in aiuto dei suoi compatrioti: nel mese di novembre, destina il ricavato di un suo Recital alle vittime russe della guerra e spedisce medicinali e aiuti per circa quattromila dollari.
1942: la famiglia Rachmaninov, per trascorrere l’estate, si trasferisce in California e, a metà maggio, arriva a Beverly Hills dove alloggia in una grande villa con un salone con due pianoforti a coda utilizzati spesso dal musicista per suonare insieme all’amico Vladimir Horowitz.
La California piace molto a Rachmaninov che – sempre, a Beverly Hills, in Elm Drive – acquista una casa.
Igor’ Stravinskij risiede in zona, per cui hanno occasione di frequentarsi e, durante cene amichevoli, i due musicisti scambiano opinioni su argomenti musicali e, nonostante Stravinskij non ami molto la musica del collega, è sempre in ottimi rapporti con lui, ammirandolo come esecutore e affermando che “è l’unico pianista che non fa smorfie quando suona”.
18 dicembre 1942: Rachmaninov tiene il suo ultimo concerto a New York, eseguendo la “Rapsodia” con la direzione di Dimitri Mitropoulos.
Gennaio 1943: la sua salute peggiora molto, ha tosse ostinata e perde peso fisico.
Sono i segnali del carcinoma al polmone che gli verrà diagnosticato.
Nonostante tutto non rinuncia a dare Concerti a Chicago, a Louisville e a Knoxville: in quest’ultima città, il 17 febbraio 1943, fa la sua ultima apparizione concertistica.
Arriva a Los Angeles, dopo un viaggio faticosissimo.
E’ sempre più debole e viene ricoverato in clinica, assistito dalla moglie e da Fedja Šaljapin, figlio del suo caro amico Fëdor.
Può tornare nella sua abitazione, dopo un periodo di osservazione ma, a metà marzo, Alexandr Golizin, il suo medico personale, gli riscontra una serie di melanomi.
28 marzo 1943: muore nella sua casa di Beverly Hills, in California, ma è da evidenziare che, durante il periodo vissuto a “Villa Senar”, esprime il desiderio di essere sepolto là, però la situazione bellica non lo permette, per cui viene trasportato sulla costa orientale statunitense.
Poi, Rachmaninov riposerà al “Kensico Cemetery” di Valhalla, nello stato di New York, essendo stato inumato il 1º giugno.
1º febbraio 1943: due mesi prima della morte, Rachmaninov e la moglie Natalija diventano Cittadini Statunitensi con una cerimonia pubblica a New York.
Curiosità:
Così, è stato riferito:
< Rachmaninov teneva molto alle sue mani, preziose per un pianista della sua fama, e per questo le assicurò presso i Lloyd’s di Londra; per ripararle da eventuali danni da freddo usava proteggerle con un manicotto termico.
< Egli era anche noto, tra i pianisti, per l’ampiezza delle mani che gli permettevano di raggiungere un intervallo di dodicesima o, secondo altre fonti, addirittura di tredicesima sulla tastiera.
< L’inusuale caratteristica è stata erroneamente e alternativamente ricondotta alla sindrome di Marfan (di cui il pianista non mostrava nessuno degli altri sintomi) o all’acromegalia: le dimensioni delle mani di Rachmaninov erano semplicemente proporzionate alla sua altezza di circa 2 metri.
Riconoscimenti:
1929: registra il suo “Secondo Concerto per pianoforte e orchestra” con la “Philadelphia Orchestra” diretta da Leopold Stokowski, venendo premiato attraverso il “Grammy Hall of Fame Award”, nel 1976.
1934: registra poi la sua “Rapsodia su un tema di Paganini”, sempre con la “Philadelphia Orchestra” diretta da Leopold Stokowski, idem, venendo premiato con il “Grammy Hall of Fame Award”, nel 1979.
Battuto al computer da Lauretta
SERGEJ RACHMANINOV nel 1921:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Rachmaninov_in_1921_(cropped).jpg
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