Joseph Maurice Ravel nasce a Ciboure (città basca vicino a Biarritz, a 18 chilometri dal confine spagnolo) il 7 marzo 1875 e muore a Parigi il 28 dicembre 1937.
E’ un Compositore, Pianista e Direttore d’Orchestra francese.
Con Claude Debussy, spesso è stato collegato all’ “Impressionismo”, anche se entrambi i musicisti respingono la cosa.
Il “Boléro”: è il suo brano più celebre per orchestra e si richiama al genere musicale spagnolo del “Bolero”.
Riguardo al suo “Boléro”, così Ravel lo descrive: «Non c’è forma propriamente detta, non c’è sviluppo, non c’è o non c’è quasi modulazione. Com’è possibile che questo brano sia così amato, quando in realtà non c’è musica?».
Da evidenziare che le orchestrazioni di Ravel sono da apprezzare in modo particolare per l’utilizzazione delle diverse sonorità e per la complessa strumentazione.
Anni 1920 e 1930: Ravel è ritenuto il più grande compositore vivente della Francia, a livello internazionale.
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Giovinezza di Ravel:
La sua famiglia è amante della Musica, per cui Ravel frequenta la più importante Scuola di Musica Francese, il Conservatorio di Parigi, dove non è ben considerato dalla sua Istituzione conservatrice e il cui comportamento di prevenzione, verso di lui, genera uno scandalo.
Ravel, lasciato il Conservatorio, imbocca la strada della composizione, sviluppando grande chiarezza, inserendo elementi di Modernismo, Barocco, Neoclassicismo e, nelle sue opere successive, di Jazz.
La sperimentazione della forma musicale si nota molto in “Boléro” (del 1928), dove la ripetizione prende il posto dello sviluppo; inoltre, arrangia a mezzo di orchestra la musica di altri compositori, tra i quali è famosa l’orchestrazione di “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij del 1922.
Ravel lavora lentamente e scrupolosamente, compone meno pezzi di molti suoi contemporanei e, tra i suoi lavori entrati in repertorio, figurano brani per Pianoforte, Musica da Camera, due Concerti per Pianoforte, Musica per Balletto, due Opere e otto Cicli di Canzoni; però, non scrive Sinfonie o Musica Sacra.
Molte delle sue composizioni sono in due versioni: prima composizione per pianoforte e, poi, orchestrazione.
Secondo quanto constatato: < Parte della sua musica per pianoforte, come “Gaspar de la nuit” (1908), è eccezionalmente difficile da suonare e le sue complesse opere orchestrali come “Daphnis et Chloé” (1912) richiedono un abile equilibrio nell’esecuzione >.
Ravel è tra i primi compositori che si rendono conto della capacità reale delle registrazioni per portare la sua musica alla conoscenza di un pubblico maggiore.
Dagli anni 1920: pur essendo la tecnica limitata come Pianista o Direttore d’Orchestra, partecipa alle registrazioni di parecchi suoi lavori, ma altri vengono eseguiti sotto la sua supervisione.
Primi anni di Ravel:
Suo padre è Pierre-Joseph Ravel: è un ingegnere colto e di successo, un inventore e un produttore, nato a Versoix, vicino al confine franco-svizzero.
Sua madre, Marie (nata Delouart), è di origini basche, ma è cresciuta a Madrid.
XIX secolo: Joseph la sposa nonostante lei sia al di sotto del proprio status.
Infatti, Marie è illegittima e appena istruita, però il matrimonio si rivela felice.
Alcune delle invenzioni di Papà Ravel ottengono successo: un primo motore a combustione interna e
< una famigerata macchina da circo, il “Whirlwind of Death”, un “Giro della Morte” che fu una grande attrazione fino a un incidente mortale al Circo “Barnum e Bailey”, nel 1903 >.
I genitori di Ravel appartengono alla Religione Cattolica Romana e Marie è una libera pensatrice, particolare biologico ereditato da Maurice.
Sei giorni dopo la sua nascita, Maurice viene battezzato nella Chiesa Parrocchiale di Ciboure.
Tre mesi dopo, la famiglia si trasferisce a Parigi, dove nasce il secondo figlio, Édouard, che diventerà ingegnere come il padre e a cui Maurice rimarrà legato.
Particolarmente devoto alla madre, l’eredità basca-spagnola influenza Maurice, la sua vita e la sua musica: infatti, tra i suoi primi ricordi trovano posto canzoni popolari che lei gli cantava quando era piccolo.
Pur non essendo una casa ricca, l’ambiente domestico è caldo e funzionale e i due ragazzi trascorrono l’infanzia felice.
Papà Ravel è felice di portare i suoi figli nelle fabbriche a vedere gli ultimi dispositivi meccanici, ma possiede anche un vivo interesse per la Musica e la Cultura in generale.
All’età di sette anni, Ravel inizia a prendere le lezioni di Pianoforte da Henri Ghys, un amico di Emmanuel Chabrier.
1887: cinque anni dopo, inizia gli studi di Armonia, Contrappunto e Composizione con Charles-René, allievo di Léo Delibes.
Non è un bambino prodigio, ma un ragazzo eccezionalmente portato per la Musica.
Charles-René scopre che la Musica di Ravel è cosa naturale, per lui, “e non, come nel caso di tanti altri, il risultato di uno sforzo”.
A questo periodo, risalgono le prime composizioni conosciute di Ravel e, a noi, arrivate solo in forma frammentaria: “Variazioni su un Corale di Schumann”, “Variazioni su un tema di Grieg” e un “Unico movimento di una Sonata per Pianoforte”.
1888: Ravel conosce il giovane Pianista Ricardo Viñes, che diventa amico per tutta la vita, uno dei principali interpreti dei suoi lavori e un importante collegamento tra Ravel e la Musica Spagnola.
I due sono concordi sull’apprezzare Wagner, la Musica Russa e gli scritti di Poe, Baudelaire e Mallarmé.
1889: a proposito di Musica Russa, all’Esposizione Universale di Parigi, Ravel è colpito dai nuovi Concerti Sinfonici russi diretti da Nikolai Rimsky-Korsakov (cosa duratura su Ravel e su Claude Debussy) e dal sound esotico del “gamelan” giavanese, udito sempre durante l’Esposizione.
Idem, 1889: Émile Decombes subentra come Insegnante di Pianoforte di Ravel e, nello stesso anno, Ravel – per la prima volta – si esibisce pubblicamente.
All’età di quattordici anni, alla “Salle Érard”, partecipa ad un Concerto assieme ad altri allievi di Decombes, tra cui Reynaldo Hahn e Alfred Cortot.
Al Conservatorio di Parigi:
Ravel è incoraggiato dai genitori verso lo studio della Musica, per cui inoltra domanda per entrare nel Conservatorio di Parigi, il più importante Istituto Musicale Francese.
Novembre 1889: supera l’esame di Ammissione alla Classe Preparatoria di Pianoforte tenuta da Eugène Anthiome, eseguendo musica chopiniana.
1891: Ravel vince il Primo Premio al Concorso per Pianoforte del Conservatorio, ma non si distinguerà come studente.
Questo è un periodo di grande progresso nello sviluppo come compositore e il Musicologo Arbie Orenstein scrive che gli anni 1890, per Ravel, sono un lasso di tempo “di immensa crescita… dall’adolescenza alla maturità”.
1891: per quanto riguarda il Pianoforte, Ravel passa alle Classi di Charles-Wilfrid de Bériot; per quanto concerne l’Armonia, passa alle Classi di Émile Pessard.
I progressi sono molto buoni, c’è un grande incoraggiamento da Bériot ma, secondo la studiosa musicale Barbara L. Kelly, “gli si poteva insegnare solo alle sue condizioni”.
Il suo Insegnante seguente, Gabriel Fauré lo capisce molto bene, ma l’atteggiamento tradizionalista del Conservatorio degli anni 1890 non è accettabile.
1895: non avendo più vinto premi, Ravel viene espulso da tale Conservatorio.
Per sopravvivere, in questo periodo da studente, compone le sue prime opere: “Sérénade grotesque, per pianoforte”, e “Ballade de la Reine morte d’aimer”, una melodia creata su una poesia di Roland de Marès (entrambi del 1893).
Ravel non si mostra mai uno studente diligente come i compagni Viñes e Cortot: come Pianista non sarebbe mai alla loro altezza, ma lui desidera diventare un compositore e, infatti, da quel momento, si concentra sulla Composizione.
Tra le opere di quel periodo, si citano le Canzoni “Un grand sommeil noir” e “D’Anne jouant de l’espinette” su versi di Paul Verlaine e Clément Marot, e le ‘ Pièces per Pianoforte “Menuet antique e Habanera” ‘ (a quattro mani); quest’ultima verrà incorporata nella “Rapsodie espagnole”.
In tale periodo, Joseph Ravel presenta il figlio a Erik Satie, che si guadagna da vivere come pianista di “Café” e, come Debussy e altri, Ravel è uno dei primi musicisti che riconosceranno l’originalità e il talento di Satie (i cui costanti esperimenti nella forma musicale ispirano Ravel, che li considera “di inestimabile valore”).
Gabriel Fauré, insegnante e sostenitore di Ravel:
1897: Ravel viene riammesso al Conservatorio, dove studia Composizione con Fauré e prende lezioni private di Contrappunto da André Gedalge.
Fra i due insegnanti, Fauré, in particolare, ha un’alta considerazione di lui, ma sono entrambi che influenzano basilarmente la sua crescita come compositore.
Al Conservatorio, Ravel subisce l’ostilità del Direttore, Théodore Dubois, che non accetta la sua visione musicalmente e politicamente progressista, diventando “un bersaglio, contro il quale tutte le armi sono buone”.
Mentre studia con Fauré, compone opere-base fra cui l’Ouverture “Shéhérazade”, “Ouverture de féerie” e una “Sonata per violino”, ma non vince Premi per cui, nel 1900, viene espulso nuovamente ma, come ex studente, è autorizzato a frequentare le lezioni di Fauré come “auditeur” non partecipante; dopodiché, nel 1903, abbandona definitivamente il Conservatoire.
1899: Ravel compone il suo primo pezzo (che diventerà molto conosciuto), ossia “Pavane pour une infante défunte” (“Pavane per una principessa morta”) che, in origine, è un lavoro per Pianoforte Solista, commissionato dalla Princesse de Polignac.
1897: dirige la prima esecuzione dell’ Ouverture “Shéhérazade”, che viene accolta con fischi e applausi, oltre a recensioni della Critica non molto buone.
Sin dall’inizio, Ravel sembra indifferente al biasimo o all’elogio e, chi lo conosce bene, crede fermamente che questo sia un atteggiamento assolutamente genuino, in quanto sa di essere perfezionista e severamente autocritico.
Les Apaches e Debussy:
1900 circa: Ravel e una serie di giovani Artisti, Poeti, Critici e Musicisti innovativi creano un Gruppo informale e diventano famosi come “Les Apaches” (“I Teppisti”), un nome coniato da Viñes per rappresentare il loro status di “emarginati artistici”.
Si incontrano regolarmente fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale e i membri usano argomenti intellettuali e rappresentazioni delle loro opere e, a volte, includono Igor’ Stravinskij, Manuel de Falla e i loro amici francesi.
La musica di Debussy entusiasma “Gli Apaches” e Ravel, più giovane di lui di dodici anni, lo conosce un po’ dal 1890 continuando un’amicizia mai veramente stretta, ma tenuta per più di dieci anni.
1902: André Messager dirige la prima dell’opera “Pelléas et Mélisande” di Debussy, all’ “Opéra-Comique”, condividendo le opinioni musicali debussiane .
Inutilmente, Dubois proibisce agli studenti del Conservatorio di partecipare e Camille Saint-Saëns – amico del Direttore ed ex insegnante – è il primo a detestare il pezzo.
Gli “Apaches” sono sostenuti fortemente e la prima esecuzione dell’opera consiste in quattordici spettacoli: Ravel partecipa a ciascuno di essi.
Debussy è considerato un compositore “impressionista” (definizione che non gli piace affatto) anche dallo stesso Ravel e molti appassionati di Musica cominciano a definire così anche Ravel, tanto che le opere dei due compositori spesso sono considerate un solo genere, nonostante Orenstein osserva che Debussy è più spontaneo e disinvolto nelle sue composizioni, mentre Ravel è più attento alla forma ed alla fattura.
Inizi 1900: tra le nuove opere di Ravel, presenziano il Pezzo per Pianoforte “Jeux d’eau” (1901), il “Quartetto per archi” e il Ciclo di canzoni Orchestrali “Shéhérazade” (entrambi del 1903).
Intorno alla metà del primo decennio del 1900, per motivi musicali e forse personali, Ravel e Debussy troncano i rapporti amichevoli, per cui i loro ammiratori formano fazioni, con i seguaci di un compositore che denigra l’altro.
Come anti-Ravel, spicca il Critico Lalo, e la tensione pubblica provoca un allontanamento personale.
1904: altro motivo di dissapori è dato dal fatto che Debussy lascia sua moglie, Lily Texier, e va a convivere con Emma Bardac.
Ravel, insieme a Misia Edwards ed a Lucienne Bréval, la Star dell’ “Opéra”, contribuiscono ad un modesto e regolare reddito per “Lily, abbandonata” e che tenta il suicidio sparandosi un colpo di pistola: motivo che, secondo Nichols, potrebbe essere un’irritazione per suo marito.
Scandalo e successo:
Inizi 1900: Ravel tenta cinque volte di vincere il prestigioso “Prix de Rome” per compositori che, in passato, era andato a Berlioz, Gounod, Bizet, Massenet e Debussy.
1900: Ravel viene eliminato al primo turno.
1901: vince il Secondo Premio della gara.
1902 e 1903: non vince e, secondo il musicologo Paul Landormy < i giudici sospettavano che Ravel si prendesse gioco di loro presentando cantate così accademiche da sembrare parodie >.
1905: il trentenne Ravel partecipa per l’ultima volta, destando un grandissimo entusiasmo. Viene eliminato al primo turno; l’indignazione della stampa cresce quando si viene a sapere che il Professore Senior del Conservatorio, Charles Lenepveu, fa parte della Giuria e che solo i suoi studenti sono stati selezionati per il turno finale, per cui la sua insistenza sul fatto che si tratti di pura coincidenza non viene accolta bene.
“L’affaire Ravel” diventa uno scandalo nazionale, causando il pensionamento anticipato di Dubois e la sua sostituzione con Fauré, incaricato dal Governo di effettuare una radicale riorganizzazione del Conservatorio.
Così ci viene riferito: < Tra quelli che si interessavano molto alla controversia c’era Alfred Edwards, proprietario ed editore di “Le Matin”, per il quale Lalo scriveva.
Edwards era sposato con Misia, l’amica di Ravel; la coppia portò Ravel in una crociera di sette settimane sul Reno, sul loro yacht, nel giugno e luglio 1905: Ravel, per la prima volta, viaggiava all’Estero >.
Ravel crea un modello di scrittura di composizioni per pianoforte che, in seguito, arrangia per orchestra completa e, da lavoratore lento e scrupoloso, rielabora le sue prime composizioni per pianoforte, cosa che gli permette di aumentare il numero di brani pubblicati ed eseguiti, ma senza motivo venale: infatti, Ravel è indifferente alle questioni finanziarie.
I brani che iniziano come Composizioni per Pianoforte, poi eseguiti in forma orchestrale sono “Pavane pour une infante défunte” (orchestrato nel 1910), “Une barque sur l’océan” (1906, dalla “Suite per pianoforte Miroirs” del 1905), la sezione “Habanera” della “Rapsodie espagnole” (1907-1908), “Ma Mère l’Oye” (1908–1910, orchestrata nel 1911), “Valses nobles et sentimentales” (1911, orchestrata nel 1912), “Alborada del gracioso” (da “Miroirs”, orchestrata nel 1918) e “Le tombeau de Couperin” (1914–1917, orchestrata nel 1919).
Altre opere, come “La Valse”, vengono composte prima, per orchestra, e trascritte poi da Ravel come “lavori per pianoforte” (spesso, “a quattro mani”).
Ralph Vaughan Williams, uno dei pochi Allievi di Ravel:
Ravel ha l’inclinazione per insegnare, ma impartisce lezioni a pochi giovani musicisti che giudica possedere talento, verso i quali è molto esigente: Manuel Rosenthal è uno di loro.
Infatti, Ravel si comporta come Fauré, il suo Insegnante: < I suoi allievi devono trovare la propria voce individuale e non devono essere molto influenzati dai Maestri affermati >.
Quando, negli Anni Venti, George Gershwin gli chiede lezioni, Ravel, dopo avere riflettuto seriamente, rifiuta, convinto che “probabilmente lo avrebbe indotto a scrivere come un cattivo Ravel e avrebbe perduto il suo grande dono di melodia e spontaneità”.
Il musicista più noto che studia con Ravel, probabilmente, è Ralph Vaughan Williams, suo allievo per tre mesi nel periodo 1907-1908: infatti, Vaughan Williams ricorda che Ravel lo aiuta a fuggire dalla ‘ pesante modalità contrappuntistica teutonica … “Complexe, mais pas compliqué” è il suo motto” ‘.
I ricordi di Vaughan Williams fanno conoscere un po’ la vita privata di Ravel, la cui personalità chiusa e riservata, provoca molte speculazioni:
. Vaughan Williams, Rosenthal e Marguerite Long documentano che Ravel frequenta i bordelli e, per molto tempo, la causa di questo comportamento sarebbe una reazione al suo nervosismo nei confronti delle donne, per via dell’essere consapevole circa la sua bassa statura.
. Secondo altri racconti (non si sa bene), Ravel è innamorato di Misia Edwards, o vuole sposare la violinista Hélène Jourdan-Morhange.
. Secondo Rosenthal: Ravel, uno scapolo permanente, potrebbe essere omosessuale.
Anno 2000: biografia di Ravel di Benjamin Ivry dove tale speculazione è presente ma, studi successivi, traggono la conclusione che la sessualità e la vita personale di Ravel rimangono un mistero.
1909: fuori dalla Francia, si tiene Il primo concerto di Ravel.
Come ospite dei coniugi Williams, visita Londra, dove suona per la “Société des Concerts Français”, dove ottiene successo e migliora la sua crescente fama nell’ambito internazionale.
Il periodo dal 1910 alla Prima Guerra Mondiale:
1871: viene fondata la “Société Nationale de Musique”, per incoraggiare la musica dei nuovi compositori francesi e, dalla metà del 1880, è sotto il dominio di una fazione conservatrice guidata da Vincent d’Indy.
Ravel, con altri ex allievi di Fauré, fonda una nuova organizzazione modernista, la “Société Musicale Indépendente”, di cui Fauré è Presidente.
20 aprile 1910: viene tenuto il Concerto Inaugurale con i sette brani del programma che comprendono le anteprime del Ciclo di canzoni di Fauré “La chanson d’Ève”, il “Brano per Pianoforte d’un cahier d’esquisses” di Debussy, “Six Pièces pour piano” di Zoltán Kodály e la versione originale del Duo per Pianoforte di “Ma Mère l’Oye” di Ravel.
Tra gli interpreti: Fauré, Florent Schmitt, Ernest Bloch, Pierre Monteux e, nel lavoro di Debussy, Ravel.
1911: viene rappresentata per la prima volta la prima delle due opere di Ravel, la Commedia in un atto “L’Heure espagnole”, lavoro completato nel 1907, ma rimandato varie volte da Albert Carré, il Direttore dell’ “Opéra-Comique”.
Teme che la farsa da “camera da letto” verrebbe accolta male da madri e figlie ultra rispettabili: una parte importante del pubblico dell’ “Opéra-Comique”.
Il successo, alla sua prima produzione, è modesto e, solamente negli Anni Venti, diventa popolare.
1912: in anteprima, Ravel rappresenta tre balletti, il primo di cui è sulla versione orchestrata ed ampliata di “Ma mère l’Oye” e debutta al “Théâtre des Arts”, in gennaio, con recensioni eccellenti (per il “Mercure de France”, la partitura è “assolutamente incantevole, un capolavoro in miniatura”).
Entra presto nel repertorio concertistico, viene dato alla “Queen’s Hall” di Londra, a poche settimane dalla prima di Parigi, e viene ripetuto ai “Proms” più tardi, nello stesso anno.
“The Times” elogia “la magia del lavoro… l’effetto di un miraggio, per cui qualcosa di assolutamente reale sembra galleggiare nel nulla”.
Idem, 1912: anche per il pubblico neworkese c’è ascolto.
1912: il secondo balletto raveliano è “Adélaïde ou le langage des fleurs”, ballato sulla musica di “Valses nobles et sentimentales”, che esordisce, in aprile, al “Châtelet”.
Sempre al “Chatelet”, in giugno, debutta “Daphnis et Chloé” e, per questo suo lavoro orchestrale più ampio, affronta grandi problemi, oltre a necessitare vari anni per completarlo.
Tale balletto, nel 1909, gli viene commissionato dall’impresario Sergej Djagilev per la sua compagnia, i “Ballets Russes”.
A questo punto, Ravel inizia a lavorare con il Coreografo di Diaghilev, Michel Fokine, che ha raggiunto la fama per il suo accostamento moderno alla Danza, con numeri individuali sostituiti da musica continua.
Lavora anche con lo scenografo Léon Bakst.
Nonostante i frequenti disaccordi tra Ravel e Fokine, per la prima, si verificano poche prove generali a causa del completamento tardivo del lavoro, mentre l’accoglienza è poco entusiasta, per cui il balletto viene subito ritirato e verrà ripreso un anno dopo a Monte Carlo e a Londra, ottenendo successo.
Lo sforzo per completare il balletto si ripercuote sulla salute di Ravel, provocandogli un esaurimento nervoso che lo obbliga a riposare per diversi mesi seguiti alla “prima”.
1913: Ravel compone poco, ma collabora con Stravinskij per la messa in scena di una versione dell’opera incompiuta “Khovanshchina” di Musorgskij.
Tra i suoi lavori si ricordano i “Trois poèmes” di Mallarmé “per Soprano e Ensemble da Camera” e “Due brevi pezzi per Pianoforte: “À la manière de Borodine” e “À la manière de Chabrier”.
Idem, 1913: Ravel e Debussy sono fra i musicisti presenti alla “prima” de “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij che, in seguito, dirà che Ravel < è stata l’unica persona che ha capito immediatamente la musica >; Ravel che, comunque, sostiene che la “prima” della “Sagra” è un evento di importanza storica pari a quello di “Pelléas et Mélisande”.
La guerra:
1914: la Germania invade la Francia e Ravel tenta di entrare nell’Aeronautica francese grazie alla sua piccola statura e al suo peso leggero, particolari ideali per un aviatore; Ravel che viene respinto a causa dell’età e di un lieve disturbo cardiaco.
In attesa di arruolamento, Ravel compone “Trois Chansons” (suo unico lavoro per “Coro a Cappella”), sulla base di propri testi, scritti nella tradizione delle “Chansons francesi del XVI secolo” e, tali “Tre canzoni” le dedica a persone che avrebbero potuto aiutarlo ad arruolarsi.
Marzo 1915: all’età di quarant’anni, dopo vari tentativi di arruolamento, Ravel entra nel “Tredicesimo Reggimento di Artiglieria” come Camionista.
Stravinskij lo ammira per il suo coraggio: “Alla sua età e con il suo nome avrebbe potuto avere un posto più facile, o non fare nulla”.
Ravel corre un pericolo mortale attraverso i compiti affidatigli: si tratta di trasportare munizioni di notte, sotto pesanti bombardamenti tedeschi e, contemporaneamente, è preoccupato per la salute di sua madre che peggiora.
Però, lo stesso Ravel soffre di insonnia e problemi digestivi, oltre a subire un’operazione intestinale a seguito di dissenteria amebica (nel settembre 1916), e a soffrire di congelamento ai piedi durante l’inverno seguente.
Durante la Guerra, Saint-Saëns, Dubois, d’Indy e altri, formano la “Ligue Nationale pour la Defense de la Musique Française”, tenendo una campagna per vietare l’esecuzione della musica tedesca contemporanea.
1916: Ravel rifiuta di unirsi, dicendo al Comitato della Lega che “Sarebbe pericoloso per i compositori francesi ignorare sistematicamente le produzioni dei loro colleghi stranieri e costituirsi quindi in una sorta di consorteria nazionale: la nostra arte musicale, che è così ricca nel momento attuale, degenererebbe presto, rimanendo isolata in formule banali”.
Risposta della Lega: la musica di Ravel viene vietata dai suoi Concerti.
Gennaio 1917: la madre di Ravel muore, provocando al musicista “un’orribile disperazione” che aggrava l’angoscia verso la sofferenza subita dalla gente del suo Paese durante la Guerra, nei cui anni, compone alcune opere.
Tra il 1914 e il 1917: la sua opera più importante, “in tempo di Guerra” è costituita da “Le tombeau de Couperin”; lavoro che celebra la tradizione di François Couperin, il compositore francese vissuto nel XVIII secolo, secondo cui, ogni movimento è dedicato ad un amico di Ravel morto in Guerra.
Anni ’20:
Periodo post-bellico: le persone vicine a Ravel si rendono conto che ha perso gran parte della sua resistenza fisica e mentale e, secondo il Musicologo Stephen Zank, < l’equilibrio emotivo di Ravel, così duramente piegato nel decennio precedente, era stato seriamente compromesso >.
Infatti, la sua non molta produzione cala ma, dopo la morte di Debussy (1918), in Francia e all’Estero, Ravel viene considerato, il principale compositore francese del periodo.
Fauré gli scrive: “Sono più felice di quanto tu possa immaginare della solida posizione che occupi e che hai acquisito in modo così brillante e così rapido. È una fonte di gioia e di orgoglio per il tuo vecchio professore”.
1920: a Ravel, viene offerta la “Legione d’Onore” (che rifiuta).
Viene giudicato dalla nuova generazione di compositori – rappresentata dai protégés di Satie – “Les Six” – come una figura importantissima.
E’ importante citare che Satie “attacca” Ravel, commentando: “Ravel rifiuta la Legion d’Onore, ma tutta la sua musica la accetta”, ma Ravel continua ad ammirare le prime musiche di Satie e riconosce sempre l’influenza che l’uomo più anziano ha giocato sul suo stesso sviluppo.
Ravel “vede” bene “Les Six”, appoggiando la loro musica e difendendola dagli attacchi dei giornali, ritenendo la loro reazione naturale e preferibile a che possano copiare il suo stile.
Per mezzo della “Société Musicale Indépendente”, incoraggia “Les Six” e i compositori di altri Paesi: Aaron Copland, Virgil Thomson e George Antheil, Vaughan Williams e i suoi colleghi inglesi Arnold Bax e Cyril Scott.
Orenstein e Zank riconoscono che Ravel, con una media di una sola composizione all’anno, comprende alcune delle sue opere più belle.
1920: termina “La Valse”, in risposta ad una commissione di Diaghilev.
Per alcuni anni, ha lavorato ad intermittenza, progettando un Pezzo da Concerto: < Una sorta di apoteosi del valzer viennese, mescolato con, nella mia mente, l’impressione di un fantastico, vortice fatale >.
Diaghilev lo respinge, dicendo: “È un capolavoro, ma non è un balletto. È il ritratto di un balletto”.
Ravel venuto a sapere del giudizio di Diaghilev, non protesta, lascia perdere e non ha più rapporti con lui, dopodiché Nichols commenta che Ravel ha la soddisfazione di vedere il balletto messo in scena due volte da altri Dirigenti prima della morte di Diaghilev.
Novembre 1920: un balletto danzato sulla versione orchestrale di “Le tombeau de Couperin” viene rappresentato al “Théâtre des Champs-Élysées” e, a dicembre, segue la “prima” de “La Valse”.
1921: all’ “Opéra” di Parigi, l’anno seguente, “Daphnis et Chloé” e “L’heure espagnole” sono ripresi con successo.
Dopoguerra: si ha una reazione contro le composizioni di vaste dimensioni di Compositori come Gustav Mahler e Richard Strauss, per cui Stravinskij, la cui “La Sagra della Primavera” è stata scritta per un’orchestra grande, comincia a lavorare su scala molto più piccola.
1923: La partitura del balletto “Les noces” è scritta per voci e ventuno strumenti.
Ravel, nonostante l’inizio di deterioramento dei rapporti di amicizia con Stravinskij, scrive in una sua lettera del 26 giugno 1923, che è entusiasta del lavoro in sintonia con la moda del “dépouillement” (lo “spogliamento” della stravaganza prebellica per rivelare gli elementi essenziali).
Anni Venti: parecchi suoi lavori hanno una struttura molto più sobria dei pezzi precedenti e, influenze su di lui, le esercitano il Jazz e l’atonalità.
Ravel preferisce il “Jazz” alla “Grand-Opéra e la sua influenza si può ascoltare nella sua musica successiva.
Idem, Anni 1920: altre opere importanti sono l’arrangiamento orchestrale della Suite per Pianoforte “Quadri di un’esposizione di Mussorgsky” (1922), l’Opera “L’Enfant et les sortilèges” su libretto di Colette (1926), “Tzigane” (1924) e la “Sonata per Violino” (1927).
Per Ravel, la vita cittadina diventa faticosa, per cui si trasferisce in campagna.
Maggio 1921: si stabilisce a “Le Belvédère, una casetta alla periferia di Montfort-l’Amaury, a 50 chilometri ad Ovest di Parigi, nel dipartimento di Yvelines.
Ravel viene accudito dalla signora Revelot, una governante “fedele”, e vive lì per la sua vita restante.
A “Le Belvédère”, Ravel compone e pratica giardinaggio, quando non va a Parigi o all’Estero per tenere dei Concerti.
Anni 1920: le sue tournées aumentano notevolmente per via dei Concerti in Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Spagna, Austria e Italia.
La vita in America:
1928: in Nord America, Ravel intraprende una tournée di quattro mesi, dove suona il Piano e dirige Orchestre.
La sua retribuzione è garantita per un minimo di $10.000 e una fornitura continuata di sigarette “Gauloises”.
Ha occasione di esibirsi in venticinque città con molte delle più importanti orchestre di Canada e Stati Uniti, il cui pubblico dimostra entusiasmo e le critiche sono molto buone.
A New York: durante un programma “Tutto-Ravel”, diretto da Serge Koussevitzky, mentre il compositore prende posto, tutto il pubblico si alza in piedi ed applaude, lasciando Ravel toccato da questo gesto spontaneo che osserva: “Sapete, questo non mi succede, a Parigi”.
Questa tournée segna l’apice della fama internazionale di Ravel e Orenstein nota che il musicista elenca i suoi momenti salienti non musicali: una visita alla casa di Poe, a New York; escursioni alle Cascate del Niagara ed al Grand Canyon.
Ravel non si lascia impressionare dalla sua nuova fama internazionale e riconosce che l’entusiasmo recente dei Critici non ha maggiore importanza dei loro primi giudizi, quando lo avevano definito “l’esempio più perfetto di insensibilità e mancanza di emozione”.
E’ da citare l’importante particolare secondo il quale Ravel rimane affascinato < dal dinamismo della vita americana, dalle sue grandi città, dai suoi grattacieli e dalla sua tecnologia avanzata > e che è colpito < dal suo “Jazz”, dagli “Spiritual” degli Afroamericani e dall’eccellenza delle Orchestre Americane (ma la cucina americana è tutta un’altra cosa) >.
“Boléro”:
Sempre, negli Anni 1920: la sua ultima composizione terminata è “Boléro”, la composizione che diventa il suo lavoro più famoso.
E’ una commissione per la Compagnia di Balletto di Ida Rubinstein; il brano diventa un successo di massa che lascia Ravel sorpreso, e non molto contento.
Alla “première”, un’anziana signora del pubblico esclama: “Voi siete pazzo!”; Ravel constata: “Quella vecchia signora ha capito il messaggio!”.
Tale lavoro viene reso popolare dal Direttore d’Orchestra Arturo Toscanini e viene registrato centinaia di volte ed è conosciuta la polemica sorta fra Ravel e lo stesso Toscanini dopo che il celebre Direttore < dirige il “Boléro” a New York, in prima esecuzione, il 4 maggio 1930, affrettando esageratamente il tempo e allargando il movimento nel finale >.
Ravel ricorda a Toscanini che la sua opera va eseguita con un unico tempo dall’inizio alla fine e nessuno può prendersi certe libertà.
Quando il Direttore gli risponde: “Se non la suono a modo mio, sarà senza effetto”, Ravel gli dice: “I virtuosi sono incorreggibili, sprofondati nelle loro chimere come se i compositori non esistessero”.
Da allora, tantissimi Direttori vogliono cimentarsi, non sempre con risultati eclatanti.
< L’autore aveva dato indicazioni precise sull’esecuzione del suo lavoro: “Mi auguro vivamente che nei riguardi di quest’opera non ci siano malintesi. Essa rappresenta un esperimento di una direzione particolarissima e limitata… Dopo la prima esecuzione ho fatto preparare un avviso in cui si avvertiva che il brano da me composto durava diciassette minuti.”
Ravel dice ad Arthur Honegger, uno de “I Sei” (“Les Six”), < Ho scritto un solo capolavoro: “Boléro”. Sfortunatamente non c’è musica in esso >.
Ultimi anni:
Inizio degli Anni Trenta: Ravel sta lavorando a due Concerti per Pianoforte e completa, per primo, il “Concerto per Pianoforte in re maggiore per la mano sinistra”.
Tale concerto gli viene commissionato dal Pianista austriaco Paul Wittgenstein che, purtroppo, ha perso il braccio destro durante la Guerra, per cui Ravel si sente incoraggiato dalle sfide tecniche del progetto: < In un’opera di questo tipo è essenziale dare l’impressione di una struttura non più esile di quella di una parte scritta per entrambe le mani >.
Ravel, non abbastanza abile da eseguire il lavoro con la sola mano sinistra, lo dimostra suonandolo con entrambe le mani.
All’inizio, Wittgenstein rimane deluso dal brano ma, dopo un lungo studio, ne resta affascinato e lo definisce un grande lavoro.
Gennaio 1932: lo presenta per la prima volta a Vienna, ottenendo un successo immediato; dopodiché, l’anno successivo, a Parigi, lo esegue sotto la direzione di Ravel.
Da segnalare: il critico Henry Prunières scrive: < Dalle battute di apertura siamo immersi in un mondo in cui Ravel ci ha introdotto solo raramente >.
Anno seguente: Ravel termina il “Concerto per Pianoforte in sol maggiore” e, nel
gennaio 1932, viene eseguito dalla solista Marguerite Long che riceve molti elogi per la partitura di Ravel, anche se non proprio per la sua direzione.
Marguerite Long, dedicataria, suona il Concerto in più di venti città europee, sotto la direzione di Ravel.
Progettano di registrarlo insieme ma, durante le sessioni, Ravel ritiene di supervisionare i procedimenti, dirottando la Direzione a Pedro de Freitas Branco.
Anni finali:
Ultimi anni: perde gradualmente la memoria e alcune capacità coordinatorie, essendone ben consapevole.
Ottobre 1932: in un incidente di taxi, Ravel riceve un colpo alla testa, ma la lesione non risulta grave all’epoca però, in uno studio condotto per il British Medical Journal nel 1988, il Neurologo R.A. Henson giunge alla conclusione che potrebbe aver aggravato una condizione cerebrale già esistente.
1927: già, gli amici intimi, sono preoccupati per l’aumento di distrazione di Ravel.
1933: dopo un anno dall’incidente, iniziano sintomi che sembrano un’afasia.
Prima dell’incidente, inizia a lavorare alla musica per un film, “Don Chisciotte” (1932), ma non può rispettare il programma di produzione, per cui Jacques Ibert scrive la maggior parte della partitura.
Per tale film, Ravel completa tre canzoni per baritono e orchestra che vengono pubblicate come “Don Quichotte à Dulcinée” con la partitura orchestrale del manoscritto scritta a mano da Ravel, ma nell’aiuto-trascrizione di Lucien Garban e Manuel Rosenthal.
1935: dopo quanto sopra, Ravel non compone più nulla e riesce solamente a realizzare ancora l’orchestrazione di “Ronsard à son âme”.
Non si conosce esattamente la natura della sua malattia; gli specialisti escludono un tumore e sospettano demenza frontotemporale, malattia di Alzheimer e malattia di Creutzfeldt-Jakob.
Nonostante non possa più scrivere Musica o esibirsi, fisicamente e socialmente, Ravel è attivo fino all’ultimo e Henson si rende conto che Ravel ha conservato la maggior parte o tutte le sue immagini uditive e può ancora sentire la Musica, nella sua testa.
1937: Ravel comincia a soffrire di dolori, per cui viene esaminato da Clovis Vincent, un noto neurochirurgo parigino che suggerisce il trattamento chirurgico.
Secondo tale luminare, è improbabile un tumore e si aspetta di trovare una dilatazione ventricolare a cui la Chirurgia può impedire di progredire.
Edouard, il fratello di Ravel, accetta questo consiglio e, dopo l’intervento chirurgico, sembra che si manifesti un miglioramento ma, purtroppo, dopo poco, cade in coma.
28 dicembre 1937: muore all’età di 62 anni.
30 dicembre 1937: ai Funerali solenni, partecipano molti artisti, tra cui Stravinskij, Poulenc, Milhaud e personalità delle Istituzioni tra cui il Ministro dell’Educazione Jean Zay.
Ravel viene sepolto accanto ai suoi genitori, in una tomba di granito, nel Cimitero di Levallois-Perret, a Nord-Ovest di Parigi.
Essendo ateo, non si tengono cerimonie religiose.
Incisioni:
< Le interpretazioni di Ravel di alcune sue opere per pianoforte furono immortalate su un piano roll tra il 1914 e il 1928, anche se alcuni rulli che si suppone suonati da lui possano essere stati realizzati sotto la sua supervisione da Robert Casadesus, un pianista migliore >.
Onorificenze ed eredità:
< Ravel declinò non solo la “Legione d’Onore”, ma tutte le onorificenze di stato dalla Francia, rifiutando di permettere che il suo nome procedesse per l’elezione all’Institut de France.
Accettò premi stranieri, tra cui l’adesione onoraria alla “Royal Philharmonic Society” nel 1921, l’ “Ordine di Leopoldo” belga nel 1926 e un “Dottorato Onorario” presso l’Università di Oxford nel 1928.
< Dopo la morte di Ravel, suo fratello e legatario, Edouard, trasformò la casa del compositore a Montfort-l’Amaury in un Museo, lasciandola sostanzialmente come la conosceva Ravel. Dal 2018 la Maison-Musée de Maurice Ravel rimane aperta per le visite guidate.
< Negli ultimi anni, Edouard Ravel dichiarò la sua intenzione di lasciare la maggior parte del patrimonio del compositore alla città di Parigi per l’assegnazione di un “Premio Nobel per la Musica” ma, evidentemente, cambiò idea.
Dopo la sua morte nel 1960, la tenuta passò attraverso diverse mani.
Nonostante le consistenti royalties pagate per l’esecuzione della musica di Ravel, nel 2000 la rivista “Le Point” riferì che non era chiaro chi fossero i beneficiari.
Il quotidiano britannico “The Guardian” riferì nel 2001 che non erano stati raccolti soldi per i diritti d’autore per la manutenzione del “Museo Ravel” di Montfort-l’Amaury, che era in cattivo stato di conservazione.
Battuto al computer da Lauretta
Maurice Ravel nel 1925:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Maurice_Ravel_1925.jpg
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FILARMONICA DE “LA SCALA” diretta da Riccardo Muti esegue “BOLéRO” di MAURICE RAVEL:
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