Gioachino Rossini, (o Gioacchino; al Battesimo Giovacchino Antonio Rossini nasce a Pesaro il 29 febbraio 1792 e muore a Passy il 13 novembre 1868.
E’ un compositore italiano ed è il più importante della prima metà del XIX secolo e uno dei più grandi operisti della Storia della Musica.
Per anticipazione e velocità di composizione Rossini è stato soprannominato il “Mozart italiano”.
Giuseppe Mazzini lo definisce: «Un titano. Titano di potenza e d’audacia il Napoleone d’un’epoca musicale», tipico del suo stile era il crescendo orchestrale su una frase ripetuta, immortalato nella locuzione crescendo rossiniano.
Infanzia e giovinezza di Rossini:
29 febbraio 1792: Gioacchino Rossini nasce a Pesaro (nello Stato Pontificio) da Giuseppe Rossini e Anna Guidarini e, nel futuro, sarà definito il “Cigno di Pesaro”.
Al Melodramma, Rossini lascia un’impronta, un segno, uno stile destinato ad avere risonanza. Diventa un emblema per i musicisti venuti dopo di lui.
Compone la musica di molte opere liriche e spaziando nei generi: dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie.
Rossini compone la prima opera all’età di quattordici anni e scrive trentanove opere considerevoli, in diciannove anni, prima del suo improvviso abbandono del teatro nel 1829.
Per alcuni decenni, Rossini abbandona l’attività compositiva sotto l’aspetto professionale ed è afflitto da depressione.
La sua famiglia è modesta: il padre Giuseppe (detto “Vivazza”), originario di Lugo (Ravenna), è un ardente sostenitore della Rivoluzione francese; suona la tromba nella banda cittadina e nelle orchestre locali che favoriscono le truppe francesi d’occupazione.
Anna Guidarini, la madre, è nativa di Urbino ed è una cantante di bravura soddisfacente.
A causa delle idee politiche di Papà Rossini, la famiglia è soggetta a ripetuti trasferimenti da una città all’altra fra Emilia e Romagna.
La giovinezza di Rossini trascorre o presso la nonna, o in viaggio fra Ravenna-Ferrara-Bologna, dove il padre ripara per sfuggire alla cattura dopo la restaurazione del governo pontificio.
Ha 10 anni quando lascia Pesaro, vivendo per qualche anno a Lugo con la famiglia, dove apprende i primi rudimenti di Teoria musicale nella scuola dei fratelli Malerbi.
Rossini viene considerato dagli abitanti di Lugo loro cittadino adottivo e lo soprannominano “Cignale di Lugo”.
1804: compone le “Sei Sonate a quattro”.
In seguito, il trasferimento della famiglia avviene a Bologna, dove Rossini comincia lo studio del Canto (è Contralto e Cantore all’ “Accademia Filarmonica”), del Pianoforte e della Spinetta presso il maestro Giuseppe Prinetti.
1806: all’età di quattordici anni, si iscrive al “Liceo Musicale” bolognese, dove studia assiduamente Composizione e dove si appassiona a Haydn, Mozart (in questo periodo lo appellano “Tedeschino”), Palestrina e Cimarosa.
Inoltre, in quel periodo, scrive “Demetrio e Polibio”, la sua prima opera (però, rappresentata nel 1812).
1815-1822: dopo il suo trasferimento a Napoli, si lega al soprano Isabella Colbran, la primadonna dei teatri di là; la Colbran è maggiore di lui di otto anni; Rossini la sposa a Castenaso, il 16 marzo 1822, ma si separa legalmente nel 1837, dopo che vivono già separati dal settembre 1830.
Novembre 1837: Rossini parte definitivamente per Parigi, dove conosce Olympe Pélissier che sposa nel 1846 (un anno dopo la morte di Isabella Colbran).
Carriera:
Gioachino Rossini è sempre stato molto amato anche all’Estero e, su di lui, sono stati scritti molti libri e biografie.
Sembra che, secondo lo stesso Rossini e molti biografi, è celeberrima – ma piuttosto inattendibile – la “Vita di Rossini” scritta da Stendhal, quando il compositore ha trentadue anni: “Un uomo da invidiare, parola di Stendhal”.
Infatti, si legge nella prefazione:
«È difficile scrivere la storia di un uomo ancora vivo … Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in denaro alla lotteria della natura… A differenza di quello, egli ha vinto un nome imperituro, il genio e, soprattutto, la felicità.»
Tre sue opere vengono già rappresentate quando non ha neppure vent’anni.
L’anno seguente, le sue opere rappresentate sono dieci.
1810: anno dell’esordio ufficiale sulle scene che avviene con “La cambiale di matrimonio”, al al Teatro “San Moisè” di Venezia.
Successivamente, Rossini arriva anche a presentare al pubblico quattro o cinque opere in uno stesso anno e, per quanto riguarda le prime rappresentazioni dei suoi lavori, il pubblico italiano accetta non sempre d’accordo.
I suoi successi sono straordinari (“La pietra del paragone”, “La gazza ladra”, “L’italiana in Algeri”, “Semiramide”) ma succede che le accoglienze siano un po’ fredde o clamorosi insuccessi, tra i quali è famoso quello storico de “Il Barbiere di Siviglia”: infatti, in occasione della “prima” al Teatro “Argentina” di Roma, il 20 febbraio 1816, si verificano liti e zuffe, probabilmente provocati dai denigratori di Rossini.
Però, pochi giorni più tardi, l’opera ha la rivincita attraverso un grande successo.
Idem, 1816, è l’opera “Otello” (da cui sarà ricavata poi parte della musica del “Duetto buffo di due gatti”, brano per due soprani erroneamente attribuito a Rossini).
1815-1822 Rossini è Direttore Musicale del “Teatro di San Carlo” di Napoli.
1823: Rossini compone e rappresenta “Semiramide”, la sua ultima opera per un teatro italiano, dopodiché, si trasferisce a Parigi, dove, quasi sempre, i suoi lavori sono accolti in modo trionfale.
30 luglio 1824: Rossini diventa “Directeur de la Musique et de la Scène” al “Théâtre de la Comédie iIalienne” (ossia, “Théâtre des Italiens”), con l’obbligo di comporre anche per l’ “Opéra”.
La prima opera composta nella capitale francese “Il viaggio a Reims, ossia L’albergo del Giglio d’Oro”, opera buffa rappresentata il 19 giugno 1825 in onore del re Carlo X, al “Théatre des Italien”, lavoro che – essendo un’opera celebrativa – dopo tre sole rappresentazioni, viene tolta dal repertorio a seguito della richiesta dello stesso Rossini.
Una parte consistente della musica verà riutilizzata in “Le Comte Ory” (20 agosto 1828), un melodramma giocoso composto per l’ “Opéra”.
Dopo poco, in tale teatro, Rossini conclude la sua carriera di operista rappresentando “Guglielmo Tell”, un vero capolavoro a cavallo tra Classicismo e Romanticismo (3 agosto 1829).
Dopo avere lasciato il Teatro d’Opera, Rossini entra in crisi personale e creativa.
1831-1832: a tale periodo, risalgono sei pezzi di uno “Stabat Mater” completato solo nel 1841; il successo di questo lavoro regge il confronto con le sue opere Liriche.
Nel periodo che va dal 1831 alla sua morte, avvenuta nel 1868, la sua produzione si riduce, come se Rossini stia vivendo due esistenze distinte: vita del trionfo veloce e immediato e vita lunga appartata e oziosa.
Negli ultimi anni egli compone infatti solo pochissimi lavori, tra cui la memorabile “Petite Messe Solennelle” (del 1863).
Ultimi anni:
Dopo la “Rivoluzione di luglio del 1830”, lunghe questioni giudiziarie lo oppongono al nuovo Governo Francese, Rossini decide – alla fine – nel 1838, di ristabilirsi permanentemente a Bologna, dove resta per circa dieci anni, ricevendo – nel 1839 – l’incarico di “Consulente Perpetuo Onorario” dell’allora Liceo Filarmonico che, un secolo dopo, diventerà, il Conservatorio della città.
I biografi descrivono Rossini in molti modi: ipocondriaco/patofobo, lunatico e collerico, con profonde crisi depressive ma, anche gioviale “bon vivant”, amante della buona tavola e delle belle donne; secondo alcuni, dietro alle sue stranezze psicologiche si nasconderebbe una nevrosi di tipo ossessivo-compulsivo o un disturbo dell’umore.
Ritenuto afflitto da pigrizia, la sua produzione musicale è ineguagliabile, nonostante brani musicati precedentemente e riutilizzati per nuove opere che il compositore si auto-impresta.
15 marzo 1847: la Repubblica di San Marino riconosce a Rossini il titolo di “Nobile” e, il 10 dicembre 1857, viene proposto per l’inclusione al “Patriziato” della città di Lugo.
Rossini ha trentasette anni quando smette di comporre per il teatro lirico, ritirandosi a vita privata: la sua ultima opera è “Guglielmo Tell” ma, comunque, continua fino all’ultimo a comporre Musica, per sé, per Olympe Pélissier (sposata in seconde nozze nel 1846, dopo la morte della Colbran) e per gli amici.
7 gennaio 1842: la versione definitiva dello “Stabat Mater”, con prima esecuzione a Parigi, e innumerevoli brani di Musica da Camera, Sonate e Composizioni per Pianoforte solo o con voce solista, come le “Soirées musicales”, vengono pubblicate nel 1835.
Nell’ultimo Rossini ci sono quelli che lui stesso definisce autoironicamente i suoi “Péchés de vieillesse”, ossia “semplici senili debolezze”.
1859: a partire dalla Legazione delle Romagne, lo Stato Pontificio comincia a venire annesso dall’Esercito Sabaudo, per cui Rossini che, già nel corso della precedente Rivoluzione Nazionale del 1848-1849 ha ritenuto prudente lasciare Bologna per Firenze, si stabilisce a Parigi in modo definitivo.
Qui, crea l’ultima sua composizione rilevante, la “Petite Messe Solennelle” (del 1863) per dodici cantori (tra uomini, donne e castrati), due pianoforti e armonium, che Rossini orchestra poco prima di morire, nel timore che altrimenti poi lo avrebbe fatto qualcun altro.
13 novembre 1868: Rossini muore nella sua villa, nella campagna parigina di Passy, dove si è ritirato a vita privata, dopo aver combattuto molto contro un cancro al retto, dopo due inutili interventi chirurgici che provocano una infezione devastante, tre mesi prima del suo settantasettesimo compleanno.
Le sue spoglie vengono tumulate nel Cimitero parigino di “Père Lachaise”, da cui – nel 1887 – saranno traslate in Italia, nove anni dopo la morte della moglie, Olympe Pélissier, su iniziativa del Governo Italiano; Rossini riposa definitivamente nella Basilica di Santa Croce, a Firenze.
Il suo monumento funebre, realizzato da Giuseppe Cassioli, viene inaugurato nel 1900.
Così, è stato riportato:
< A parte alcuni legati a titolo individuale in favore della moglie e di alcuni parenti, Rossini nomina erede universale delle sue ingenti fortune il Comune di Pesaro, pur conservando, vita natural durante, alla consorte l’usufrutto sul tutto >.
< Egli costituiva anche un fondo, con una rendita annuale di seimila franchi, destinato a finanziare due borse di studio annuali specificamente destinate a musicisti e librettisti francesi, scrivendo: «Ho desiderato di lasciare in Francia, dalla quale ebbi una così benevola accoglienza, questa testimonianza della mia gratitudine e del desiderio di veder perfezionata un’arte alla quale ho consacrata la mia vita» >.
< Nel rispetto del vincolo tassativamente fissato dal compositore, l’asse ereditario fu poi utilizzato per l’istituzione di un Liceo Musicale cittadino a Pesaro.
Quando, nel 1940, il liceo fu «regificato» (statalizzato) e divenne il “Conservatorio Statale di Musica Gioachino Rossini”, l’ “Ente Morale” a cui erano state conferite proprietà e gestione dell’asse ereditario rossiniano fu trasformato nella “Fondazione Rossini”.
Finalità della Fondazione, che è tuttora in piena attività, sono: il sostegno dell’attività del Conservatorio, lo studio e la diffusione nel Mondo della figura, della memoria e delle opere del Maestro pesarese.
La Fondazione ha collaborato, fin dagli inizi, con il ” Rossini Opera Festival” e ha concorso in misura significativa a predisporre gli strumenti culturali (le “edizioni critiche” delle opere rossiniane) che sono stati alla base della Rossini-renaissance dell’ultimo trentennio del Novecento >.
Il “Rinascimento rossiniano”:
Preveggente nota autografa del contralto Marietta Alboni sull’arte di Rossini
Il testo in francese recita:
«L’Arte del canto se ne va e ritornerà soltanto con l’unica autentica Musica dell’avvenire: Quella di Rossini. Parigi, 8 febbraio 1881»
(segue la firma)
Anni Quaranta-Cinquanta: grazie a Vittorio Gui, che ripropone esecuzioni di opere di Rossini poco eseguite o dimenticate, si ha una prima fase della “Rossini-Renaissance”, oltre la sua interpretazione de “Il Barbiere di Siviglia” nelle tonalità originali e con la strumentazione originale (sistro, chitarra, ottavini) a Firenze, nel 1942, e in varie sedi sino al “Glyndebourne Festival Opera” e alla registrazione con la EMI nel 1962.
Partendo dagli Anni Settanta, c’è un’ulteriore rivalutazione delle opere di Rossini (in particolare, dei suoi melodrammi seri) e una generale riscoperta della sua produzione operistica, basata sulle edizioni critiche delle partiture attraverso Alberto Zedda, Philip Gossett e tanti altri.
Tale riscoperta è stata resa più importante dalle interpretazioni di Claudio Abbado de “Il Barbiere di Siviglia” (Salisburgo 1968), de “La Cenerentola”, de “L’Italiana in Algeri” e de “Il Viaggio a Reims”.
Parlando di “Rossini-Renaissance”, si intende – in generale – questa seconda fase.
Alcuni suoi capolavori ripresi da Maria Callas (“Il Turco in Italia”, Armida) sono rientrati ormai in repertorio e vengono rappresentati dai maggiori teatri lirici del Mondo.
A Pesaro, ogni anno, viene organizzato il “Rossini Opera Festival”: lì, giungono appassionati da tutto il Mondo per ascoltare opere del Maestro eseguite utilizzando le edizioni critiche delle partiture.
Le ricette del Rossini bon vivant:
Rossini ama la buona cucina e – secondo i suoi biografi – sin da bambino, avrebbe fatto il chierichetto essenzialmente per poter bere le ultime gocce del vino contenuto nelle ampolline della Messa.
Fra le frasi che gli vengono attribuite: “L’appetito è per lo stomaco quello che l’amore è per il cuore”, aggiungendo “Non conosco un lavoro migliore del mangiare; per mangiare un tacchino dobbiamo essere almeno in due: io e il tacchino; mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell’opera comica che è la vita”.
Spesso, Rossini ricerca prodotti di ottima qualità che si fa arrivare da diversi luoghi: da Gorgonzola (il formaggio), da Milano (il panettone), ecc.
Grande amico del grande Chef Antonin Carême, egli gli dedica parecchie delle sue ricette, per cui Rossini contraccambia dedicando proprie composizioni musicali al grande cuoco.
Rossini ama particolarmente l’insalata ideata personalmente, composta da olio di Provenza, senape inglese, aceto francese, succo di limone, pepe, sale e tartufo.
Si racconta che, durante la visita di Richard Wagner nella sua villa di Passy, Rossini si alza dalla sedia quattro o cinque volte durante la conversazione per poi tornare a sedersi dopo pochi minuti.
Alla domanda di Wagner, Rossini risponde: «Mi perdoni, ma ho sul fuoco una lombata di capriolo. Dev’essere innaffiata di continuo».
< Nel libro “Con sette note”, di Edoardo Mottini, è scritto che un ammiratore – vedendolo così allegro e pacifico – chiese al Maestro se egli non avesse mai pianto in vita sua: “Sì”, gli rispose Rossini, “una sera, in barca, sul lago di Como. Si stava per cenare e io maneggiavo uno stupendo tacchino farcito di tartufi. Quella volta ho pianto proprio di gusto: il tacchino mi è sfuggito ed è caduto nel lago!” >.
Di Rossini, ci sono pervenute varie ricette, nelle quali compare sempre il tartufo d’Alba/Acqualagna, fra cui i “Maccheroni alla Rossini”, ripassati in padella col tartufo, e i “Tournedos alla Rossini”, cuori di filetto di manzo cucinati al sangue, poi coperti con foie gras e guarniti col tartufo.
Onorificenze:
Onorificenze italiane:
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
Onorificenze straniere
Grand’Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore (Secondo Impero francese) – nastrino per uniforme ordinaria Grand’Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore (Secondo Impero francese)
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite (classe di pace) (Regno di Prussia) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite (classe di pace) (Regno di Prussia)
— 1842
Cavaliere di IV classe dell’Ordine di Medjidié (Impero ottomano) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di IV classe dell’Ordine di Medjidié (Impero ottomano)
«Composizione della Marcia per il Sultano.»
— 1855[25]
Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Secondo Impero messicano) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Secondo Impero messicano)
«Composizione di una Fanfara per Massimiliano[26]»
— 1865
Croce dell’Ordine di Isabella la Cattolica (Regno di Spagna) – nastrino per uniforme ordinaria Croce dell’Ordine di Isabella la Cattolica (Regno di Spagna)
Cavaliere dell’Ordine della Croce del Sud (Impero del Brasile) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine della Croce del Sud (Impero del Brasile)
Cavaliere dell’Ordine di Leopoldo (Regno del Belgio) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine di Leopoldo (Regno del Belgio)
Cavaliere dell’Ordine di San Stanislao (Impero russo) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine di San Stanislao (Impero russo)
Cavaliere dell’Ordine della Stella Polare (Regno di Svezia) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine della Stella Polare (Regno di Svezia)
Cavaliere di II classe dell’Ordine del Leone di Zähringen (Granducato di Baden) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di II classe dell’Ordine del Leone di Zähringen (Granducato di Baden)
Cavaliere dell’Ordine dell’Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Regno del Portogallo) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine dell’Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Regno del Portogallo)
Cavaliere del Reale Ordine delle Due Sicilie (Regno di Napoli – napoleonico) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere del Reale Ordine delle Due Sicilie (Regno di Napoli – napoleonico)
Composizioni:
Opere liriche:
. Demetrio e Polibio (composta dall’autore tra il 1806 e il 1808 ma rappresentata al Teatro Valle, Roma, il 18 maggio 1812)
. La cambiale di matrimonio (Teatro San Moisè, Venezia, 3 novembre 1810, sua prima opera rappresentata)
. L’equivoco stravagante (Teatro del Corso, Bologna, 26 ottobre 1811)
. L’inganno felice (Teatro San Moisè, Venezia 8 gennaio 1812)
. Ciro in Babilonia, o sia La caduta di Baldassare (Teatro comunale, Ferrara, 14 marzo 1812)
. La scala di seta (Teatro San Moisè, Venezia, 9 maggio 1812)
. La pietra del paragone (Teatro alla Scala, Milano, 26 settembre 1812)
. L’occasione fa il ladro, ossia Il cambio della valigia (Teatro San Moisè, Venezia, 24 novembre 1812)
. Il signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo (Teatro San Moisè, Venezia, 27 gennaio 1813)
. Tancredi (Gran Teatro La Fenice, Venezia, 6 febbraio 1813)
. L’italiana in Algeri (Teatro San Benedetto, Venezia, 22 maggio 1813)
. Aureliano in Palmira (Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1813)
. Il turco in Italia (Teatro alla Scala, Milano, 14 agosto 1814)
. Sigismondo (Teatro La Fenice, Venezia, 26 dicembre 1814)
. Elisabetta, regina d’Inghilterra (Teatro di San Carlo, Napoli, 4 ottobre 1815)
. Torvaldo e Dorliska (Teatro Valle, Roma 26 dicembre 1815)
. Il barbiere di Siviglia (Teatro Argentina, Roma, 20 febbraio 1816, col titolo Almaviva, o sia l’inutile precauzione)
. La gazzetta (Teatro dei Fiorentini, Napoli, 26 settembre 1816)
. Otello, ossia Il moro di Venezia (Teatro del Fondo, Napoli, 4 dicembre 1816)
. La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo (Teatro Valle, Roma, 25 gennaio 1817)
. La gazza ladra (Teatro alla Scala, Milano, 31 maggio 1817)
. Armida (Teatro San Carlo, Napoli, 9 novembre 1817)
. Adelaide di Borgogna (Teatro Argentina, Roma, 27 dicembre 1817)
. Mosè in Egitto (Teatro San Carlo, Napoli, 5 marzo 1818)
. Adina (Teatro Reale São Carlos, Lisbona, 22 giugno 1826, composta nel 1818)
. Ricciardo e Zoraide (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1818)
. Ermione (Teatro San Carlo, Napoli, 27 marzo 1819)
. Eduardo e Cristina (Teatro San Benedetto, Venezia, 24 aprile 1819)
. La donna del lago (Teatro San Carlo, Napoli, 24 ottobre 1819)
. Bianca e Falliero, o sia Il consiglio dei Tre (Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1819)
. Maometto secondo (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1820)
. Matilde di Shabran, o sia Bellezza e cuor di ferro (Teatro Apollo, Roma, 24 febbraio 1821)
. Zelmira (Teatro San Carlo, Napoli, 16 febbraio 1822)
. Semiramide (Teatro La Fenice, Venezia, 3 febbraio 1823)
. Il viaggio a Reims, ossia L’albergo del giglio d’oro (Théâtre des Italiens, Parigi, 19 giugno 1825)
. Le siège de Corinthe, rifacimento di Maometto secondo (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 9 ottobre 1826)
. Moïse et Pharaon, ou Le passage de la Mer Rouge, rifacimento di Mosè in Egitto (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 26 marzo 1827)
. Le Comte Ory (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 20 agosto 1828)
. Guillaume Tell (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 3 agosto 1829)
Opere con musica perduta:
. Ugo, Re d’Italia (progettata a Londra nel 1824, forse ne compose un atto – perduta)
Centoni:
. Ivanhoé (Teatro dell’Odéon, Parigi 15 settembre 1826)
. L’ape musicale (Park Theatre, New York 1830, centone su musiche di vari autori in cui prevalgono i brani presi da Rossini)
. Robert Bruce (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi 3 dicembre 1846)
Musiche di scena:
. Edipo a Colono, 1817: musiche per basso, coro maschile e orchestra per l’Edipo a Colono di Sofocle nella traduzione fattane da Giambattista Giusti
Cantate:
. Il pianto d’Armonia sulla morte di Orfeo (1808)
. La morte di Didone (forse 1811 eseguita nel 1818)
. Dalle quiete e pallid’ombre (1812)
. Egle ed Irene (1814) conosciuta anche come Non posso, oh Dio, resistere
. L’Aurora (1815)
. Pel faustissimo giorno natalizio di Sua Maestà il Re Ferdinando IV, nostro augusto sovrano (detta anche Giunone, prima esecuzione 1816)
. Le nozze di Teti, e di Peleo (prima esecuzione 1816)
. Omaggio umiliato a Sua Maestà dagli artisti del Real Teatro S. Carlo, in occasione di essere per la prima volta la M.S. intervenuta in detto Real Teatro dopo la sua felicissima guarigione (prima esecuzione 1819)
. Cantata da eseguirsi la sera del dì 9 maggio 1819 in occasione che Sua Maestà Cesarea Reale ed Apostolica Francesco Imperatore d’Austria ec. ec. ec. onora per la prima volta di sua augusta presenza il Teatro (prima esecuzione 1819)
. La riconoscenza (prima esecuzione 1821). La cantata, testo di Giulio Genoino fu eseguita per la prima volta in forma privata nel palazzo del principe Antonio Capece Minutolo a Napoli con Giovanni Battista Rubini e Michele Benedetti, e fu poi ripresa al Teatro San Carlo
. La Santa Alleanza (Arena di Verona, 24 novembre 1822 – Musica perduta)
. Il vero omaggio (Teatro Filarmonico di Verona, 3 dicembre 1822)
. Omaggio pastorale (1823)
. Il pianto delle Muse in morte di Lord Byron (1824)
. Cantata per il battesimo del figlio del banchiere Aguado (1827)
. Giovanna D’Arco (1832)
. Cantata in onore del Sommo Pontefice Pio Nono (composta 1846, prima esecuzione 01/01/1847)
Inni e cori:
. Inno dell’Indipendenza: (“Sorgi, Italia, venuta è già l’ora”) (1815)
. De l’Italie et de la France (1825)
. Coro in onore del Marchese Sampieri (1830)
. Coro per il terzo centenario della nascita del Tasso (“Santo Genio de l’itala terra”) (1844)
. Grido di esultazione riconoscente al Sommo Pontefice Pio IX (“Su fratelli, letizia si canti”) (1846)
. Coro delle Guardia Civica di Bologna (“Segna Iddio né suoi confini”) (1848)
. Inno alla Pace (“È foriera la Pace ai mortali”) (1850)
. Hymne à Napoléon III et à son Vaillant Peuple (“Dieu tout puissant”) (1867)
Musica sacra:
. Messa (Bologna 1808)
. Messa (Ravenna 1808)
. Messa (Rimini 1809) (di dubbia autenticità)
. Messa (Lugo primi anni dell’Ottocento)
. Laudamus
. Quoniam (1813)
. Miserere
. Messa di Gloria, Napoli 1820
. Preghiera (“Deh tu pietoso cielo”) (probabilmente 1820)
. Tantum ergo (1824)
. Stabat Mater (1831/41)
. Trois chœures religieux: La Foi, L’Espérance, La Charité (1844)
. Tantum ergo (1847)
. O salutaris hostia (1857)
. Laus Deo (1861)
. Petite messe solennelle (1863)
. Dixit Dominus dubbia autenticità.
Musica vocale:
. Se il vuol la molinara (1801)
. Dolce aurette che spirate (1810)
. La mia pace io già perdei (1812)
. Qual voce, quai note (1813)
. Alla voce della gloria (1813)
. Amore mi assisti
. Pezzi per il Quinto Fabio (1817)
. Il Trovatore (“Chi m’ascolta il canto usato”) (probabilmente 1818)
. Il Carnevale di Venezia (“Siamo ciechi, siamo nati”) (1821)
. Beltà crudele (“Amori scendete propizi al mio cuore”) (1821)
. Canzonetta spagnuola (“En medio a mis colores” o “Piangea un dì pensando”) (1821)
. Infelice ch’io son (1821)
. Addio ai viennesi (“Da voi parto, amate sponde”) (1822)
. Dall’oriente l’astro del giorno (1824)
. Ridiamo, cantiamo che tutto sen va (1824)
. In giorno sì bello
. Tre quartetti da camera
. Les adieux à Rome (“Rome pour la dernière fois”)
. Orage et beau temps (“Sur le flots incostants”) (1829-30)
. La passeggiata (Anacreontica) (“Or che di fior adorno”) (1831)
. La dichiarazione (“Ch’io mai vi possa lasciar d’amare”) (probabilmente 1834)
. Soirées musicales Collezione di 8 ariette e 4 duetti. (1830-1835)
. Deux nocturnes (1835 circa)
. Nizza (“Nizza, je puis sans peine”) (1836 circa)
. L’ame délaissée (“Mon bien aimé”) (probabilmente 1844)
. Inno popolare a Pio IX (1846)
. Francesca da Rimini (“Farò come colui che piange e dice”) (1848)
. La separazione (“Muto rimase il labbro”) (probabilmente 1857)
. Deux nouvelles compositions (circa 1861)
. Musica strumentale
. Sei sonate a quattro (1804)
. Duetti per corno
. Sinfonia in Re maggiore (1808)
. Sinfonia in Mi bemolle maggiore (1809)
. Variazioni in Fa maggiore a più strumenti obbligati (1809)
. Variazioni in Do maggiore per clarinetto obbligato e orchestra (1809)
. Andante e tema con variazioni per clarinetto (probabilmente 1812)
. Andante e tema con variazioni per arpa e violino (probabilmente 1815-22)
. Passo doppio per banda militare (1822)
. Valzer in Mi bemolle maggiore (1823)
. Serenata (1823)
. Duetto per violoncello e contrabbasso (1824)
. Rendez-vous de chasse (1828)
. Fantasia per clarinetto e pianoforte (1829)
. Mariage de S.A.R. le Duc d’Orléans; Trois marches militaires (1837)
. Scherzo per pianoforte, in la minore (1843 e 1850)
. Tema originale di Rossini variato per violino da Giovacchino Giovacchini (1845)
. Marcia (pas-redoublé) (1852)
. Thème de Rossini suivi de deux variations et coda par Moscheles Pere (1860)
. La Corona d’Italia (1868)
Péchés de vieillesse:
I cosiddetti “Péchés de vieillesse” sono costituiti da una raccolta di vari pezzi distribuiti in 14 volumi:
. Volume I – Album italiano
. Volume II – Album français
. Volume III – Morceaux réservés
. Volume IV – Quatre hors-d’œuvre et quatre mendiants
. Volume V – Album pour les enfants adolescents
. Volume VI – Album pour les enfants dégourdis
. Volume VII – Album de chaumière.
. Volume VIII – Album de châtea.u
. Volume IX – Album pour piano,. violon, violoncelle, harmonium et cor
. Volume X – Miscellanées pour piano
. Volume XI – Miscellanées de musique vocale
. Volume XII – Quelques riens pour album
. Volume XIII – Musique anodine
. Volume XIV – Altri péchés de vieillesse
Filmografia:
. Rossini – film di Mario Bonnard (1942)
. Rossini! Rossini! – film di Mario Monicelli con Sergio Castellitto e Philippe Noiret (1991)
Battuto al computer da Lauretta
Gioachino Rossini:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Composer_Rossini_G_1865_by_Carjat.jpg
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“IL BARBIERE DI SIVIGLIA”, LARGO AL FACTOTUM DELLA CITTA’, baritono Tito Gobbi:
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“GUGLIELMO TELL”, SINFONIA:
. “GUGLIELMO TELL”, FINALE:
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