Ferenc Lehár (conosciuto, in tedesco, anche come Franz Lehár) nasce a Komárom il 30 aprile 1870 e muore a Bad Ischl il 24 ottobre 1948.
E’ un compositore austriaco di origine ungherese.
E’ figlio di Ferenc e Christina Neubrandt (di madrelingua tedesca), ed è un compositore di operette: è da ricordare la sua famosa romanza “Tu che m’hai preso il cuor”, da “Il paese del sorriso”, del 1929.
Studia con il padre, direttore di banda militare. 1882-1888: è allievo al Conservatorio di Praga, dove studia Violino e Teoria Musicale. Su consiglio di Dvořák, rivolge la propria attenzione alla composizione.
Da diplomato, suona il violino presso l’Orchestra Sinfonica di Barmen-Elberfeld e, più tardi, si unisce alla banda del padre, 50º fanteria, con il ruolo di Assistente del Capobanda.
1890: è Direttore della Banda Militare del 25º Reggimento di Fanteria, a Losoncz.
1894: lascia il Reggimento per andare a Pola come Direttore della Banda Militare Navale di là. A Pola, con il poeta Felix Falzari, compone il suo primo lavoro, “Kukuschka”: ottiene un successo discreto che, però, non gli permette di lasciare la Direzione della Banda Militare. Assume anche il compito inerente gli arrangiamenti per banda di noti brani classici e di canzoni popolari.
1898: si trasferisce a Trieste per dirigere la Banda Navale Militare di là, dopodiché, successivamente, prende il posto del padre presso l’87º Reggimento, in Budapest.
L’anno seguente al suo trasferimento a Vienna, compone un valzer per il Gran Ballo Mascherato che verrà tenuto a Corte dalla raffinata principessa di Metternich. Il tema del ballo è “Oro e argento”, titolo dato anche al suo valzer che diventa subito celebre in tutto il mondo e porta Lehár all’attenzione di Editori musicali e di Gestori di teatri. A proposito di tale valzer, sembra che Lehár lo abbia sognato, per cui tale cosa rientrerebbe fra i “sogni premonitori”.
1902: lascia l’esercito e diventa Direttore del “Theater an der Wien” di Vienna, il cui ruolo abbandona presto per assumere esclusivamente quello della composizione.
Novembre 1902: il suo lavoro “Wiener Frauen” descrive le vicissitudini di un Maestro di Musica ritenuto disperso dopo un suo viaggio marittimo.
Vivrà a Vienna, impiegando tutto il suo tempo nella composizione.
1906: rappresenta “Il matrimonio per scherzo” che, in Italia, è messa in scena dalla cantante “Gea della Garisenda”, su libretto di Renato Simoni. “Die lustige Witwe” (“La vedova allegra”) è il suo maggior successo, è rappresentata – per la prima volta – al “Theater an der Wien”, il 30 dicembre del 1905 e, in Italia, due anni dopo, al Teatro “Dal Verme” di Milano. Il successo di quest’Operetta, che riguarda il Conte Danilo e l’ereditiera Anna, gli consente subito un grosso guadagno che, purtroppo, perde a causa di operazioni finanziarie alla Borsa di Vienna. Una brutta esperienza che lo fa diventare prudente, ma ritornerà all’agiatezza grazie alle seguenti operette, diventando presto una delle persone più danarose della capitale austriaca, riuscendo anche a fondare una propria Casa Musicale.
1929: al “Politeama” di Trieste, teatro con il quale ha un rapporto di privilegio, Lehar dirige le prima rappresentazioni delle sue operette “Paganini” e “Federica” e, lo stesso anno, compone “Il paese del sorriso”, in cui mostra la passione per i “sogni esotici”.
. Lehar acquistata una casa a Bad Ischl, la località austriaca nei pressi di Salisburgo dove, nel 1906, conosce Sofia Meth, figlia di un commerciante ebreo di tappeti, e già sposata. Lehar e Sofia cominciano a vivere in comune e, nel 1921, ottenuto il divorzio dal primo marito, la donna può sposare Lehar.
. 1934: lascia il suo lavoro di composizione e si dedica quasi del tutto alla sua Casa Editrice “Glocken-Verlag”.
. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fugge con la moglie (di origine ebraica) con l’aiuto di Albert Göring (fratello minore di Hermann).
. 1944: si trasferisce in Svizzera per motivi di salute.
1947: la moglie Sofia muore a Zurigo.
1948: gravemente ammalato e quasi cieco, Lehar muore a Bad Ischl.
Le sue composizioni includono anche sonate, poemi sinfonici, marce e danze come il celebre valzer “Gold und Silber” (Oro e Argento).
Operette di Ferenc Lehár:
L’elenco espone in ordine cronologico le principali composizioni operettistiche con luogo e data della prima rappresentazione. Il segno (R) indica i remake, esplicitati poi in nota.
. Kukuschka, 27 novembre 1896, Lipsia (Opera – librettista: Felix Falzari)
. Wiener Frauen (Donne viennesi), operetta in 3 atti, 21 novembre 1902, Theater an der Wien, Vienna
. Der Rastelbinder (Lo schermo), 20 dicembre 1902, Carltheater, Vienna, con Mizzi Günther
. Il matrimonio per scherzo, 21 dicembre 1904, Theater an der Wien, Vienna
. Il maritino, 20 gennaio 1904, Carltheater, Vienna
. Die Juxheirat, operetta in 3 atti, 22 dicembre 1904, Theater an der Wien
. Tatjana, 21 febbraio 1905, (R)
. La vedova allegra, 30 dicembre 1905, Theater an der Wien, Vienna
. Le chiavi del Paradiso, ottobre 1906, (R)
. Pietro e Paolo nel paese di Bengodi, 1º dicembre 1906, Theater an der Wien, Vienna, Mstislaw il moderno, 5 gennaio 1907, Die Hölle, Vienna
. Der Mann mit den Frauen, 21 gennaio 1908, Theater an der Wien, Vienna, con Mizzi Günther
. Il principino, 7 ottobre 1909, Johann Strauß-Theater, Vienna
. Il conte di Lussemburgo (Der Graf von Luxemburg), 12 novembre 1909, Theater an der Wien, Vienna
. Amor di zingaro (Zigeunerliebe), 8 gennaio 1910, Carltheater, Vienna
. Eva, libretto: Alfred Maria Willner, Robert Bodanzky ed Eugen Spero. 24 novembre 1911, Theater an der Wien, Vienna
. Die Spieluhr, 7 gennaio 1911, Die Hölle, Vienna
. Rosenstock und Edelweiss, 1º gennaio 1912, Die Hölle, Vienna
. Die ideale Gattin, La moglie ideale, 11 ottobre 1913, (R) Johann Strauß-Theater, Vienna
. Finalmente soli, titolo originale: Endlich Allein. Libretto: A. M. Willner e Robert Bodanzky. 30 gennaio 1914, Theater an der Wien, Vienna
. Der Sterngucker, 14 gennaio 1916, Theater an der Wien, Vienna
. Dove canta l’allodola, titolo originale: Wo die Lerche singt. Libretto: A.M. Willner e Heinz Reichert. 1º febbraio 1918, Königliche Oper, Budapest come A pacsirta ed il 27 marzo al Theater an der Wien come Wo die Lerche singt
. La Mazurka blu, titolo originale: Die blaue Mazur. Libretto: Leo Stein (scrittore) e Béla Jenbach. 28 maggio 1920, Theater an der Wien, Vienna (333 recite)
. La danza delle libellule (composta insieme a Carlo Lombardo) (R), Teatro Lirico, Milano, 3 maggio 1922 con Gaetano Tani, in 3 atti, libretto di C. Lombardo
. Frasquita, 12 maggio 1922, Theater an der Wien, Vienna
. Die gelbe Jacke (La giacca gialla), 9 febbraio 1923, Theater an der Wien, Vienna
. Cloclo, 8 marzo 1924, Bürgertheater, Vienna
. Paganini, 30 ottobre 1925, Johann Strauß-Theater, Vienna, con Carl Clewing
. Gigolette, 30 ottobre 1926, Teatro Lirico, Milano, in 3 atti, libretto di Carlo Lombardo e Giovacchino Forzano
. Il figlio dello zar, 21 febbraio 1927, Metropol-Theater, Berlino
. Federica (Friederike), commedia musicale in 3 atti, libretto di Ludwig Herzl “Herzer” e Fritz Beda-Löhner, 4 ottobre 1928, Komische Oper Berlin con Richard Tauber
. Il paese del sorriso, 10 ottobre 1929, (R) Metropol-Theater, Berlino
. Il mondo è meraviglioso, titolo originale: Schön ist die Welt. Libretto: Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda. 3 dicembre 1930, Metropol-Theater, Berlino con Gitta Alpár e Tauber
. Il principe della montagna, 23 settembre 1932, (R) Theater am Nollendorfplatz, Berlino
. Giuditta, 20 gennaio 1934, Wiener Staatsoper, Vienna diretta da Clemens Krauss con Richard Tauber e Jarmila Novotná.
Da “Il Paese del sorriso”, la romanza “Tu che m’hai preso il cuor” è cantata dal tenore Giuseppe Di Stefano:
Charles-Alexandre Lecocq nasce a Parigi il 3 giugno 1832 e muore a Parigi il 24 ottobre 1918.
E’ un compositore francese.
E’ allievo di Fromental Halévy e, nel 1857, il suo esordio avviene al Conservatorio di Parigi attraverso l’operetta “Le Docteur Miracle”, composta in collaborazione con Bizet, sotto la Direzione di Jacques Offenbach ma, che, purtroppo, non viene accolta bene al “Théâtre des Bouffes-Parisiens”
1859: “prima” dell’operetta “Huis-clos” presso il “Théâtre des Folies-Nouvelles” di Parigi.
1864: esordio delle operette “Le baiser à la porte” al “Théâtre des Folies-Nouvelles” e “Liline et Valentin” al “Théâtre des Folies-Marigny” di Parigi.
1866: debutto delle operette “Le myosotis” (con il libretto di William Busnach e Amédée de Noé) al “Théâtre du Palais-Royal” di Parigi e di “Ondines au Champagne”(con il libretto di Victorien Sardou), al “Théâtre des Folies-Marigny”.
1867: “Le cabaret de Ramponneau” vede la sua “prima” al “Théâtre des Folies-Marigny”.
Per un periodo, le sue operette passano inosservate e, solamente nel
1868, l’opera “Fleur de thé” (“Fior di thè”) ha grande successo e viene rappresentata per oltre un centinaio di volte in poco tempo.
Tra le sue altre composizioni, vengono ricordate:
Vaudeville:
. “Le Carnaval d’un merle”.
Operette:
. 1869: “Gandolfo”: è con libretto di Henri-Charles Chivot e Alfred Duru al “Théâtre des Bouffes-Parisiens”.
. 1869: “Le Rajah de Mysore” ha, idem, il libretto di Chivot e Duru ed esordisce al “Théâtre des Bouffes-Parisiens”. .. 1896: ha la “prima”al “Teatro Costanzi” di Roma col titolo di “Il rajah di Mysore”.
. “Deux portières pour un cordon”, “Le beau Dunois”, “Le Pompom”, “Le petit due”, “La Camargo”, “Ali Baba”, “Ninette”: la loro “prima” è tenuta a Parigi. . All’ “Opéra-Comique” vengono rappresentati anche i suoi balletti, tra i quali “Barbe-bleu” e “Le cygne”, . Oltre a questi lavori, compone anche balletti-pantomima, pezzi per pianoforte, pezzi per canto, pezzi religiosi, l’operetta “Sauvons le caisse” (debutta nel 1871, a Parigi.
. “La fille de Madame Angot”: .. 4 dicembre 1872, viene tenuta la “prima” assoluta con successo al “Théâtre des Fantaisies-Parisiennes” di Bruxelles .. dal 21 febbraio 1873, ha la “prima” con successo al “Théâtre des Folies-Dramatiques” di Parigi raggiungendo 411 recite .. il 1º maggio 1873, è al “Teatro di Torino” .. il 17 maggio 1873, nel Regno Unito, ha la première nel “St. James’s Theatre” di Londra e portata con successo come “The Daughter of Madame Angot” nella versione di Brougham Farnie al “Gaiety Theatre” (Londra) con Emily Soldene .. il 25 agosto 1873, è al “Broadway Theatre” di New York .. il 20 novembre 1873, è al “Deutsches Theater” di Berlino .. il 2 gennaio 1874, è al “Carltheater” di Vienna .. il 22 giugno 1874, è a Edimburgo .. il 6 settembre 1875, è al “Teatro Coppola” di Catania col titolo di “La figlia di Madame Angot” .. l’8 maggio 1880, è al “Theatre Royal” di Dundee, con la traduzione di Henry James Byron per la “Soldene English and Comic Opera Company” .. il 10 febbraio 1888, è all’ “Éden-Théâtre” di Parigi con successo .. il 29 maggio 1897, è al “Teatro Amazonas” di Manaus .. il 20 ottobre 1897, è al “Teatro Costanzi” di Roma .. il 14 dicembre 1909, ha la “première” al “New Theatre” di Manhattan per il “Metropolitan Opera” con Frances Alda ed Antonio Pini-Corsi .. il 9 maggio 1874, ha la “prima” al “Teatro Reinach” di Parma e, come “La figlia di Madama Angot”, il 12 maggio 1897 (31 recite fino al 1917) .. il 28 dicembre 1918, è diretta da Reynaldo Hahn al “Théâtre National de l’Opéra-Comique” di Parigi .. nel 1937,è al “Grand Théâtre” de Monte Carlo .. nel 1953, è al Teatro “Vittorio Alfieri” (Torino) e, .. nel 1958, è al “Grand Théâtre” di Ginevra
. 21 marzo 1874: “Giroflé-Girofla” ha la “prima” assoluta al “Théâtre des Fantaisies Parisiennes” di Bruxelles. .. Dall’11 novembre 1874, al “Théâtre de la Renaissance” di Parigi, supera le 200 recite. .. Il 22 maggio 1875, in Australia, esordisce presso il “Prince of Wales Opera House” di Melbourne. .. Il 20 dicembre 1880, ha la “prima” nel “Theatre Royal di Sydney”. .. Nel 1954, al “Wiener Staatsoper” va in scena diretta da Anton Paulik per 17 recite.
. “Le petit Duc” ha la “prima” assoluta con successo il 25 gennaio 1878, al “Théâtre de la Renaissance” di Parigi e viene anche rappresentata nel 1897 al “Théâtre des Bouffes-Parisiens”. “Il duchino” ha la “prima” l’8 novembre 1881, al “Teatro Reinach” di Parma dove va in scena anche il 3 maggio 1897 e il 29 aprile 1914, oltre ad avere la “prima” il 19 novembre 1900, al “Teatro Costanzi” di Roma.
. “Le grand Casimir”, con il libretto di Jules Prével e Albert de Saint-Albin, debutta, nel 1879, al “Théâtre des Variétés” di Parigi.
. “Ali-Baba” ha la “prima” assoluta l’11 novembre 1887, al Théâtre “Alhambra” di Bruxelles. “Alì Babà, fiaba delle Mille e una notte”, esordisce il 23 aprile 1914 al “Teatro Reinach” di Parma.
. “Fior di thè” va anche in scena al “Teatro Reinach” di Parma il 5 novembre 1900.
Angelo Francesco Lavagnino nasce a Genova il 22 febbraio 1909 e muore a Gavi il 21 agosto 1987.
E’ un compositore italiano, apprezzato realizzatore di colonne sonore cinematografiche.
E’ giovanissimo quando inizia a suonare il violino, il cui Diploma consegue nel 1932, al Conservatorio di Milano.
1939: compone l’opera “Malafonte”.
Dapprima, si orienta verso la composizione di Musica da Camera, Sinfonica, Sacra e Teatrale, esibendosi al Teatro “Alla Scala” e in molte città italiane.
1947: con l’appoggio del Conte Guido Chigi Lucarini Saracini, inizia a dedicarsi al cinema.
1951: la sua opera “Malafonte” viene rappresentata ad Anversa.
1952: in occasione dell’ Inaugurazione delle porte di bronzo del Duomo di Siena, compone la “Messa Chigiana” per soli coro misto, orchestra ed organo.
Inoltre, compone Musica Sinfonica (“Pocket symphony”, “Le cronache”, “Volo d’api”) e Musica da Camera (“Trio”, “Quartetto d’archi”, “Sonata per Violino e Pianoforte”, “Sonata per Due Pianoforti”).
1951: musica l’ “Otello” di Orson Welles, ma si specializza nei “film di viaggio” o “film di esplorazione”. Lavagnino riprende in modo originale il materiale folclorico del luogo; materiale che registra nelle stesse zone delle riprese, ma servendosi di tutte le possibilità tecnologiche per generare un suono nuovo. Esempi di questo stile si ritrovano in “Magia” (1954), “Continente perduto” (1955), “Tam tam Mayumbe” (1955), “L’impero del sole” (1956), “L’ultimo paradiso” (1957), “La muraglia cinese” (1958), “Calypso” (1958). E’ da citare che il film con maggiore, successo internazionale, musicato da Lavagnino insieme a Georges Auric, è “Il gobbo di Notre Dame” (“Notre Dame de Paris”), dell’anno 1956, i cui protagonisti sono Anthony Quinn e Gina Lollobrigida.
Lavagnino è eclettico: scrive un racconto sui pirati; colleziona antichità, libri e medaglie vaticane; ama viaggiare; è un abile fotografo. Nonostante tutto questo, riesce a trascorrere molto tempo con la sua famiglia, specialmente, a Gavi (cittadina scelta come luogo di adozione, dove vive a lungo e dove muore.
Dal 2001, esiste il Festival Internazionale “A.F. Lavagnino” Musica e Cinema.
Discografia:
Colonne sonore:
1947: Natale al campo 119 di Pietro Francisci 1948: Che tempi! di Giorgio Bianchi 1950: Strano appuntamento di Dezsö Ákos Hamza; Il diavolo in convento di Nunzio Malasomma 1951: Mamma mia, che impressione! di Roberto Savarese 1952: Totò e Carolina di Mario Monicelli Magia verde di Gian Gaspare Napolitano; L’uomo, la bestia e la virtù di Steno; Il bandolero stanco di Fernando Cerchio; Africa sotto i mari di Giovanni Roccardi; Otello di Orson Welles 1953; Il matrimonio di Antonio Petrucci 1954; Un americano a Roma di Steno; Siluri umani di Antonio Leonviola; Mambo di Robert Rossen; Le avventure di Giacomo Casanova di Steno 1955; La tua donna di Giovanni Paolucci; Ragazze d’oggi di Luigi Zampa; Cortile di Antonio Petrucci; La risaia di Raffaello Matarazzo; La donna del fiume di Mario Soldati; La bella mugnaia di Mario Camerini; Il suo più grande amore di Antonio Leonviola; Il coraggio di Domenico Paolella; L’impero del sole di Enrico Gras; Destinazione Piovarolo di Domenico Paolella; Tam tam Mayumbe di Gian Gaspare Napolitano e Folco Quilici; Continente perduto di Enrico Gras; Bravissimo di Luigi Filippo D’Amico 1956: Vertigine bianca di Giorgio Ferroni; Un po’ di cielo di Giorgio Moser; Suor Letizia di Mario Camerini; Orlando e i Paladini di Francia di Pietro Francisci; Il gobbo di Notre Dame di Jean Delannoy; Non scherzare con le donne di Giuseppe Bennati; Mio figlio Nerone di Steno; I girovaghi di Hugo Fregonese; I fidanzati della morte di Romolo Marcellini; Storia di una minorenne di Piero Costa; L’ultimo paradiso di Folco Quilici; Lo scapolo di Antonio Pietrangeli; Calabuig di Luis García Berlanga 1957: Femmine tre volte di Steno; L’oceano ci chiama di Giorgio Ferroni e Giovanni Roccardi; L’angelo custode di Giuliano Tomei; Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa; Il cielo brucia di Giuseppe Masini; L’incanto della foresta di Alberto Ancillotto; Il corsaro della mezza luna di Giuseppe Maria Scotese; Il conte Max di Giorgio Bianchi; Timbuctù di Henry Hathaway 1958: Passionate Summer di Rudolph Cartier; Las locuras de Bárbara di Tulio Demicheli; Soledad di Enrico Gras; La muraglia cinese di Carlo Lizzani; La maja desnuda di Henry Koster; Il vento non sa leggere di Ralph Thomas; Primo amore di Mario Camerini; Pezzo, capopezzo e capitano di Wolfgang Staudte; Il bacio del sole (Don Vesuvio) di Siro Marcellini; Calypso di Franco Rossi e Golfiero Colonna; Nel segno di Roma di Guido Brignone; Amore a prima vista di Franco Rossi 1959: Policarpo, ufficiale di scrittura di Mario Soldati; Messalina, Venere imperatrice di Vittorio Cottafavi; Gli ultimi giorni di Pompei di Mario Bonnard; The savage innocents di Nicholas Ray; I baccanali di Tiberio di Giorgio Simonelli; Il padrone delle ferriere di Anton Giulio Majano; Gastone di Mario Bonnard; Ferdinando I° re di Napoli di Gianni Franciolini; Jovanka e le altre di Martin Ritt 1960: Tutti a casa di Luigi Comencini; Saffo, venere di Lesbo di Pietro Francisci; Odissea nuda di Franco Rossi; Les nuits de Raspoutine di Pierre Chenal; La rivolta degli schiavi di Nunzio Malasomma; L’assedio di Siracusa di Pietro Francisci; Il relitto di Michael Cacoyannis; Conspiracy of Hearts di Ralph Thomas; La grande Olimpiade di Romolo Marcellini; Gorgo di Eugène Lourié; Esther and the King di Raoul Walsh; Il colosso di Rodi di Sergio Leone; La sposa bella di Nunnally Johnson; Che gioia vivere di René Clement 1961: ; I briganti italiani di Mario Camerini; Ulisse contro Ercole di Mario Caiano; Maciste contro il vampiro di Sergio Corbucci; Morte di un bandito di Giuseppe Amato; Marco Polo di Piero Pierotti; Madame Sans-Gêne di Cristian Jacque; Le meraviglie di Aladino di Henry Levin; L’ammutinamento di Silvio Amadio; Ursus e la ragazza tartara di Remigio Del Grosso; Orazi e Curiazi di Terence Young; I sogni muoiono all’alba di Mario Craveri e Enrico Gras; Il figlio del Capitano Blood di Tulio Demicheli; I fratelli corsi di Anton Giulio Majano 1962: ; Ponzio Pilato di Gian Paolo Callegari e Irving Rapper; Venere imperiale di Jean Delannoy; Senza sole nè luna di Luciano Ricci; Marschier oder krepier di Dick Richards; Le sette folgori di Assur di Silvio Amadio; La leggenda di Fra Diavolo di Leopoldo Savona; Il tiranno di Siracusa di Alberto Cardone e Curtis Bernhardt; Hipnosis di Eugenio Martín; Zorro contro Maciste di Umberto Lenzi; Dal sabato al lunedì di Guido Guerrasio; Caterina di Russia di Umberto Lenzi; Carmen di Trastevere di Carmine Gallone 1963: Sansone contro il corsaro nero di Luigi Capuano; Sansone contro i pirati di Tanio Boccia; Gli invincibili tre di Gianfranco Parolini; Il vecchio testamento di Gianfranco Parolini; I dieci gladiatori di Gianfranco Parolini; L’intrigo di George Marshall; Kali Yug, la dea della vendetta di Mario Camerini; Il treno del sabato di Vittorio Sala; Il mistero del tempio indiano di Mario Camerini; Il figlio del circo di Sergio Grieco; I tabù di Romolo Marcellini; Ercole sfida Sansone di Pietro Francisci; Golia e il cavaliere mascherato di Piero Pierotti; Il ponte dei sospiri di Piero Pierotti; El nasser Salla el Dine di Youssef Chahine; Il mistero dell’isola maledetta di Piero Pierotti; L’invincibile cavaliere mascherato di Umberto Lenzi; Troppo caldo per giugno di Ralph Thomas; Il colosso di Roma di Giorgio Ferroni 1964: ; Totò d’Arabia di Juan Antonio De la Loma; Sansone e il tesoro degli Incas di Piero Pierotti; Il sole scotta a Cipro di Ralph Thomas; Il castello dei morti vivi di Michael Reeves; Ercole contro Roma di Piero Pierotti; Golia alla conquista di Bagdad di Domenico Paolella; Extraconiugale di Massimo Franciosa e Giuliano Montaldo; Ercole contro i tiranni di Babilonia di Gian Gaspare Napolitano; Sfida a Rio Bravo di Tulio Demicheli; Sette ore di fuoco di Joaquín Luis Romero Marchent; Senza sole né luna di Luciano Ricci 1965: Una raffica di piombo di Paolo Heusch; Superseven chiama Cairo di Umberto Lenzi; Due mafiosi contro Goldginger di Giorgio Simonelli; A 008, operazione Sterminio di Umberto Lenzi; Mani di pistolero di Rafael Romero Marchent; Gli uomini dal passo pesante di Albert Band; La muerte se llama Myriam di Eugenio Martín; Agente 077 missione Bloody Mary di Sergio Grieco; La morte viene dal pianeta Aytin di Antonio Margheriti; L’uomo che viene da Canyon City di Antonio Balcázar; L’ultimo dei Mohicani di Mateo Cano; Johnny West il mancino di Gianfranco Parolini; Il pianeta errante di Antonio Margheriti; Il diavolo dello spazio di Antonio Margheriti; I predoni del Sahara di Guido Malatesta I diafanoidi vengono da Marte di Antonio Margheriti; I criminali della galassia di Antonio Margheriti; Viva Gringo di Georg Marischka; I due sergenti del generale Custer di Giorgio Simonelli; Falstaff di Orson Welles; 5.000 dollari sull’asso di Alfonso Balcázar; L’uomo dalla pistola d’oro di Alfonso Balcázar; Sette ore di fuoco di Joaquín Luis Romero Marchent; Solo contro tutti, regia di Antonio del Amo 1966: Zorro il ribelle di Piero Pierotti; ; Un milione di dollari per 7 assassini di Umberto Lenzi; Le spie amano i fiori di Umberto Lenzi; Rose rosse per Angelica di Steno; Quattro dollari di vendetta di Alfonso Balcázar 1967: Grazie amore mio (Volver a vivir), regia di Mario Camus; Samoa, regina della giungla di Guido Malatesta; Oggi a me… domani a te! di Tonino Cervi; Uno straniero a Paso Bravo di Salvatore Rosso; Il figlio di Aquila Nera di Guido Malatesta; Kitosch, l’uomo che veniva dal nord di José Luis Merino; Gungala la vergine della giungla di Mino Roli; Dio non paga il sabato di Tanio Boccia; L’ultima compagnia di Curtis Bernhardt; Delitto a Posillipo di Renato Parravicini; Attentato ai tre grandi di Umberto Lenzi; Assalto al tesoro di stato di Piero Pierotti; Acid – Delirio dei sensi di Giuseppe Maria Scotese; America paese di Dio di Luigi Vanzi 1968. Vendetta per vendetta di Mario Colucci; Un corpo caldo per l’inferno di Franco Montemurro; T’ammazzo!… Raccomandati a Dio di Osvaldo Civirani; Sapevano solo uccidere di Tanio Boccia; Scusi, lei conosce il sesso? di Vittorio De Sisti; Requiem per un gringo di José Luis Merino; La battaglia dell’ultimo panzer di José Luis Merino; Una pistola per cento bare di Umberto Lenzi 1969: Tarzana sesso selvaggio di Guido Malatesta; Le calde notti di Poppea di Guido Malatesta; Beatrice Cenci di Lucio Fulci; Historia de una chica sola di Jorge Grau; Fortunata y Jacinta di Angelino Fons; Zorro alla corte d’Inghilterra di Franco Montemurro; Zorro marchese di Navarra di Franco Montemurro; Gli specialisti di Sergio Corbucci; 7 eroiche carogne (Comando al infierno) di José Luis Merino; Africa segreta di Guido Guerrasio 1970: Qualcosa striscia nel buio di Mario Colucci; Angeli senza paradiso di Ettore Maria Fizzarotti; Le tigri di Mompracem di Mario Sequi; Il delitto del diavolo di Tonino Cervi; Il corsaro di Antonio Mollica 1971: La llamada del vampiro di José Maria Elorrieta; Africa ama di Guido Guerrasio 1974: Daisy Miller di Peter Bogdanovich; La regenta di Gonzalo Suárez; Africa nuda, Africa violenta di Mario Gervasi 1977: L’Italia in pigiama di Guido Guerrasio
Filmografia:
Attore:
Qualcosa striscia nel buio, regia di Mario Colucci (1971)
Battuto al computer da Lauretta
ANGELO FRANCESCO LAVAGNINO: https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQpqDZe2MpTN2fC3RatR0Xr3j697Z3OqAyJbwqY7OCF-A&s
Angelo Francesco Lavagnino: dal film “L’IMPERO DEL SOLE” –> CHANSON DE LIMA:
Armando La Rosa Parodi nasce a Genova il 14 marzo 1904 da Federico Parodi e Adelia La Rosa e muore a Roma, nel 1977.
Fin da giovane, usa anteporre al cognome paterno quello materno.
E’ un direttore d’orchestra italiano.
Studia Pianoforte a Genova e a Milano con Emiliano Perotti e Pietro Montani. Studia Composizione con Mario Barbieri, Giulio Cesare Paribeni e Renzo Bossi. 1929: dopo una breve carriera come Pianista, inizia quella di Direttore d’Orchestra, in Italia e all’Estero.
Il lavoro direttoriale di La Rosa Parodi è orientato verso la musica contemporanea, in particolare, in campo operistico. Come Direttore Sinfonico e Concertatore Operistico, si confronta con musiche d’avanguardia e, scegliendo i soggetti per le proprie opere, mostra nostalgia per la tradizione buffa (esempio: “Il mercante e l’avvocato”) e decadente (esempio: “Cleopatra”). Come compositore rimane sempre unito al sistema tonale.
1932: “Omaggio a Vivaldi” è la sua composizione per orchestra.
1933: diventa Direttore Stabile nella sede palermitana dell’E.I.A.R. (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche).
2 settembre 1934: a Torino, nella sede della Radio, debutta come Operista, con l’opera comica “Il mercante e l’avvocato” (libretto di Aldo Martinelli). . La trama: Un avvocato spiantato organizza una truffa giudiziaria ai danni d’un avaro mercante ma viene a sua volta gabbato dal figlio e dal servo di costui, innamorati della figlia e della serva dello stesso avvocato.
8 settembre 1934: La Rosa Parodi dirige la “prima” assoluta di “Salmodia” di Lodovico Rocca al Teatro “La Fenice” di Venezia.
1935: Dirige la sua composizione: “Poema per Violoncello e Orchestra”.
1935: da tale anno, La Rosa Parodi si dedica alla concertazione di opere liriche contemporanee e, nel 1936, dalla sede E.I.A.R. di Torino, dirige la prima esecuzione radiofonica italiana “Jenůfa” di Leoš Janáček col titolo “Genoveffa, o La sua figlia adottiva”.
1936-1942: è Direttore Artistico della Sede Radio di Torino, curando anche la formazione dell’Orchestra Stabile del Teatro “La Fenice” di Venezia.
1936: all’Auditorium E.I.A.R. di Torino (trasmessa dalla radio), dirige di “I compagnacci” di Primo Riccitelli con Maria Carbone ed Antonio Melandri, e “Jenůfa” di Janacek,
1937: dirige “Arianna a Nasso” di Richard Strauss (con Sara Scuderi, Lina Pagliughi e Giovanni Voyer), “Tosca” di Giacomo Puccini (con Gina Cigna, Giuseppe Lugo, Mariano Stabile e Aristide Baracchi) e Musiche per il Radiodramma “Scalo di fortuna” di Cesare Meano.
Oltre a curare le concertazioni radiofoniche, nel 1936 e nel 1937, Armando La Rosa Parodi è impegnato come Direttore d’Orchestra al “Festival internazionale” di Venezia, con prime esecuzioni assolute di Lodovico Rocca, Giovanni Salviucci (l’8 settembre 1937, dirige la “Serenata per 9 strumenti”, quattro giorni dopo la morte del compositore), Riccardo Nielsen.
1938: La Rosa Parodi dirige “Il cavaliere della rosa” di Richard Strauss (con Maria Carbone, Lina Aimaro, Cloe Elmo e Vincenzo Bettoni).
Idem, 1938: dirige la “prima” assoluta della sua “Cleopatra” per il libretto di Cesare Meano, al Teatro “Vittorio Emanuele” di Torino .
1939: a Venezia, dirige il “Messiah” di Händel (con Italo Tajo).
1940: la sua “Cleopatra” ha la “prima” al Teatro “Regio” di Parma con (Magda Olivero e Baracchi) e, al Teatro” Comunale” di Bologna, dirige “Maria Egiziaca” di Ottorino Respighi (con la Carbone e Voyer).
1941: dirige la sua composizione: “Concerto pastorale per Pianoforte”.
1943: dirige “Oberon” (con Gabriella Gatti e Giulietta Simionato), al “Teatro dell’ Opera” di Roma.
1944: dirige la sua composizione “Pezzi per Pianoforte solo, fra cui “Preludio”.
1944: a Venezia, La Rosa Parodi dirige “Rigoletto” (con Mario Filippeschi e Gino Bechi) e “La vita è sogno” di Gian Francesco Malipiero di Voyer (con Enzo Mascherini).
1945: a Venezia, a “La Fenice”, dirige “La cambiale di matrimonio” di Rossini e “El retablo de Maese Pedro” di De Falla.
1945: dirige la sua composizione-musica per film: “L’angelo del miracolo” (regìa di Pietro Ballerini).
1946 presenta, in “prima” italiana, il “Secondo Concerto per Violino e Orchestra” di Karol Szymanowski, con il Violinista Guido Ferrari.
1947-1950: dirige più volte l’esecuzione di lavori sinfonici di autori viventi al Teatro “Argentina di Roma” (per es. il “Secondo Concerto per Pianoforte e Orchestra” di Dante Alderighi).
1950: al Parco di Nervi, dirige musiche di scena per “Il cane dell’ortolano” di Lope de Vega (regìa di Tatiana Pavlova).
La Rosa Parodi è Concertatore anche in Germania (“Otello” di Verdi, Colonia 1940), Inghilterra (nel 1953: opere di Verdi e Puccini, con cantanti quali Ferruccio Tagliavini e Paolo Silveri), Spagna (1954: “I cavalieri di Ekebù” di Zandonai, “La forza del destino” di Verdi con Renata Tebaldi, “La rondine” di Puccini).
Contempoeaneamente, coltiva la composizione per il Teatro: Aprile 1938: al Teatro “Vittorio Emanuele” di Torino, vengono rappresentate le «quattro visioni sceniche» “Cleopatra” su testo di Cesare Meano, da una trama di Francesco Cochetti. Stagione 1939-40: “Cleopatra” viene rappresentata al Teatro “Regio” di Parma, con Magda Olivero, e nei Teatri “Comunale” di Cagliari e “Comunale” di Sassari.
Ha l’intenzione di facilitare la diffusione della Musica Strumentale contemporanea; la cosa lo porta a curare, con Angelo Francesco Lavagnino, un’ “Antologia pianistica” di autori italiani contemporanei, pubblicata a Milano da “Suvini Zerboni”, nel 1944.
1945: diventa Direttore dell’ “Orchestra Filarmonica” di Genova. Fondata con Luigi Cortese, la formazione diventa attiva nella “Stagione 1945-46” (La Rosa Parodi dirige, ottenendo un buon successo, opere di Debussy, Brahms, Kodály, Ravel, Vivaldi, e le “Nove Sinfonie” di Beethoven).
1950: al Teatro “Alfieri” di Torino, La Rosa Parodi dirige “Lohengrin”, con Rosanna Carteri, Gino Penno, Carlo Tagliabue e Tancredi Pasero.
1953: dirige “Rigoletto”, con Giacinto Prandelli, Ugo Savarese e Giorgio Tozzi.
1954: a Roma, dirige “Il sistema della dolcezza” di Vieri Tosatti, con Agostino Lazzari e Vito De Taranto.
1954: partecipa al “Convegno Internazionale di Compositori, Interpreti e Critici” su “La Musica del XX secolo”, dove dirige opere di Hans Werner Henze (Boulevard Solitude) e Vieri Tosatti (“Il sistema della dolcezza”).
Nel 1955: . A Parma, La Rosa Parodi dirige “Macbeth” (con Savarese) e “Un ballo in maschera” (con Antonietta Stella, Carlo Bergonzi e Paolo Silveri). . Al Teatro “Comunale” di Firenze, dirige la prima assoluta di “La conchiglia” di Lino Liviabella (con Nicola Filacuridi, Dino Dondi e Fernando Farese), . A Venezia, dirige “La figlia di Jorio” di Pizzetti (con Angelo Lo Forese, Piero Guelfi ed Ivo Vinco). La dirige anche (con Elena Nicolai, Antonio Annaloro e Guelfi). . Al Teatro “Nuovo” di Torino, dirige anche “Madama Butterfly” di Puccini. . A Firenze, dirige “Werther ” di Massenet (con Pia Tassinari, Ferruccio Tagliavini e Mario Sereni).
1957: al Teatro “Comunale” di Bologna, dirige”Il canto del cigno” di Luciano Chailly.
Negli Anni Cinquanta, stende e pubblica il romanzo “Solitudine” (Padova, 1956). In quattrocento pagine, lo scritto racconta le esperienze di un giovane adolescente che vive nella campagna genovese del Dopoguerra, per cui risulta evidente la forma autobiografica di un ricco mondo percettivo, tormentato da una fede ricercata e perduta nel volere identificarsi con Dio.
In seguito, scrive diversi lavori radiofonici.
1964-1975: è Direttore Stabile dell’Orchestra R.A.I. di Roma, dove conduce più volte l’ Orchestra del “Teatro dell’Opera” di Roma.
Negli ultimi anni, accentua l’attività direttoriale nel settore sinfonico: esecuzioni di poemi sinfonici di Richard Strauss, autore che La Rosa Parodi ama fin da quando è giovane e la cui discografia dà prova attraverso le concertazioni operistiche (memorabile il “Don Pasquale” di Donizetti, col basso Fernando Corena, registrato per la casa discografica “Urania” al Teatro “Alla Scala” di Milano nel 1951) e i concerti realizzati con grandi voci della lirica (i recitals con Ebe Stignani e con Carlo Tagliabue vengono registrati per la Casa discografica austriaca “Preiser”; un ciclo di arie mozartiane è registrato con Tito Gobbi per la “Testament”).
Gran parte delle registrazioni con le orchestre R.A.I. sono nella nastroteca centrale R.A.I. e in quella di Torino. Per i concerti torinesi, si può consultare l’Archivio storico dell’Orchestra nazionale della RAI (http://www.osn.teche.rai.it/).
Édouard Victoire Antoine Lalo nasce a Lilla il 27 gennaio 1823 e muore a Parigi il 22 aprile 1892.
E' un compositore francese.
Edouard Lalo studia Violino e Violoncello al Conservatorio di Lilla, sotto la guida del professore tedesco Baumann.
Ha sedici anni quando parte per Parigi (contro il volere del padre) per continuare i suoi studi musicali e conosce Eugène Delacroix, Charles Gounod ed Hector Berlioz.
Studia Violino al Conservatorio di Parigi e viene apprezzato come Violinista nelle "Stagioni di Musica da Camera" organizzate da Jacquard e Jules Armingaud.
Compone musica strumentale, contemporaneamente: musica che è apprezzata maggiormente all'Estero che in Francia.
Le prime composizioni, create per piccoli gruppi vocali o strumentali, comprendono, particolarmente sei "Romanze popolari" (1849), sei "Melodie" su testi di Victor Hugo (1856), due "Trii per pianoforte" (1850-1852) e parecchie "opere per Violino e Pianoforte.
Pare che le sue prime due sinfonie le abbia distrutte lui stesso.
1855: partecipa alla fondazione del "Quartetto Armingaud", creato per diffondere le opere dei compositori tedeschi.
1859: fonda un proprio Quartetto d'Archi.
1866: termina "Fiesque", la sua prima opera.
Mai rappresentata, fornisce il materiale ad altre opere quali "Divertimento per orchestra" (1872) e "Sinfonia in Sol minore" (1866).
Nei dieci anni seguenti, Lalo è molto fecondo e riscuote i primi veri successi presso il pubblico.
Fra le sue composizioni, sono il "Concerto per violino" (1873), il "Concerto per violoncello" (1877) e i suoi due lavori più celebri: la "Symphonie Espagnole" (1874) e l'opera "Le Roi d'Ys" (1875-1881).
La "Symphonie Espagnole", concerto per violino in cinque movimenti scritto per Pablo de Sarasate e ancor oggi molto popolare, gli dà la grande notorietà.
Il suo "Concerto per violoncello" desta grande interesse.
"Le Roi d'Ys" viene composta nella maturità (1888) ed è un grande successo dell'epoca che, comunque, è amata dal pubblico francese ancora oggi .
Il "Palais Garnier" di Parigi richiede a Lalo il balletto "Namouna" con coreografie di Lucien Petipa, con interpreti Rita Sangalli e Louis Mérante.
Il pubblico accoglie tiepidamente, ma i compositori Debussy, Fauré ed Chabrier ne sono entusiasti.
Il lavoro, oggi, viene rappresentato maggiormente come suite per orchestra.
31 dicembre 1888: sua Nomina come Ufficiale della Legion d'Onore.
Lalo è sepolto nel Cimitero di Père-Lachaise.
Stile:
Lalo è riconosciuto per la ricchezza di orchestrazione, in particolare: interpreta e compone, rinnovando la musica da camera francese e, la sua "Sinfonia spagnola per violino e orchestra", contemporanea di "Carmen" di Georges Bizet, è fra le prime composizioni orchestrali francesi ad utilizzare il folclore spagnolo e i suoi ritmi di danza.
Il suo interesse verso il folclore lo si ritrova anche nella "Fantasia norvegese", nella "Rapsodia norvegese", nel "Concerto russo" e nella "Leggenda bretone" soggetto per l'opera "Le Roi d'Ys".
Composizioni principali:
Musica orchestrale:
. Aubade, per dieci strumenti (1872)
. Divertimento (1872)
. Concerto per violino e orchestra op. 20 (1873)
. Symphonie Espagnole op. 21 per violino e orchestra (1875)
. Concerto per violoncello e orchestra (1876)
. Rapsodia norvegese (1879)
. Sinfonia (1886)
. Concerto per pianoforte e orchestra (1889)
. Scene dal Savonarola, opera inedita
Musica da camera:
. Sonata per violino e pianoforte op. 12 (1853)
. Sonata per violoncello e pianoforte (1856)
. 3 Trii per violino, violoncello e pianoforte
. Quartetto per archi op. 19 (1859, revisionato nel 1884 come op. 45)
Musica vocale:
. 5 Lieder su Lamartine, Laprade et Silvestre (1879)
Hans Knappertsbusch nasce a Elberfeld il 12 marzo 1888 e muore a Monaco di Baviera il 25 ottobre 1965.
E' un direttore d'orchestra tedesco, preparatissimo soprattutto nel repertorio di Richard Wagner, Anton Bruckner e Richard Strauss.
Studi e carriera di Knappertsbusch:
Studia Filosofia all'Università di Bonn e Direzione d'Orchestra al Conservatorio di Colonia con Fritz Steinbach e, successivamente, a Bayreuth, assiste Siegfried Wagner e Hans Richter.
La propria carriera di Direttore la inizia a Elberfeld (1913-1918), Lipsia (1918-1919) e Dessau (1919-1922) e, quando Bruno Walter lascia Monaco verso gli impegni a New York, Knappertsbusch gli succede come Direttore Musicale Generale dell'Orchestra di Stato bavarese.
E' poco ben visto da Joseph Goebbels e, alla fine degli Anni Trenta, va a Vienna per dirigere alla "Staatsoper", ignorando il divieto imposto dai Nazisti agli artisti tedeschi di lavorare in Austria, dove comincerà ad essere apprezzato al Festival di Salisburgo e dove continuerà a lavorare anche a Vienna durante l'occupazione tedesca dell'Austria.
Finita la Seconda Guerra Mondiale, Knappertsbusch torna a Monaco, è sempre in contatto con Vienna in qualità di Direttore Ospite ed è presente anche a Bayreuth.
E' uno dei Direttori preferiti dei "Wiener Philharmoniker", con i quali si esibisce a Vienna, a Salisburgo e all'Estero, nonostante accetti raramente incarichi fuori dei Paesi di lingua tedesca.
Muore a Monaco nel 1965.
Incisioni effettuate da Hans Knappertsbusch:
Parecchie delle sue incisioni sono state ripubblicate su CD.
Di una certa celebrità, sono le sue registrazioni del 1951 e 1962 del "Parsifal" di Wagner.
Knappertsbusch dirige "Parsifal" a Bayreuth continuamente dal 1951 fino al 1964 (salvo il 1953) e tutte le sue interpretazioni sono state consegnate al disco, anche se - chiaramente - possono sembrare difettose, in quanto provenienti da programmi radio.
Appare comunque affascinante la possibilità di confrontare la sua arte analitica e critica nell'arco di tempo debutto-anno precedente la sua morte, ossia l'evoluzione da una visione molto grave, religiosa, austera e sacra ad una lettura leggermente più evoluta e con tempi più stretti.
E' importante ricordare le grandi esecuzioni delle due Tetralogie dirette a Bayreuth nel 1956 e 1958, considerate da molti come due tra le migliori interpretazioni di tutti i tempi.
Con grande attenzione e successo, si dedica alle nove sinfonie di Bruckner, percependo in alcune una profondità mai raggiunta da altri grandi direttori, principalmente nella "Terza", nella "Quinta", nella "Settima", nell’ "Ottava" e nella "Nona".
Onorificenze:
Onorificenze tedesche:
Cavaliere dell'Ordine al merito bavarese - nastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine al merito bavarese
— 20 giugno 1958
Onorificenze straniere:
Medaglia per le scienze e per le arti (Austria) - nastrino per uniforme ordinariaMedaglia per le scienze e per le arti (Austria)
Carlos Kleiber (Karl Ludwig Bonifacius Kleiber) nasce a Berlino il 3 luglio 1930 e muore a Konjšica il 13 luglio 2004.
E’ un Direttore d’Orchestra tedesco naturalizzato austriaco.
Secondo il risultato del sondaggio pubblicato in Italia dalla rivista “Classic Voice” nel dicembre 2011 – relativo a una rosa di cento nomi celebri – i colleghi di Kleiber lo ritengono Il Più Grande Direttore d’Orchestra Di tutti I Tempi: infatti, è molto ammirato da parte di autorevoli personalità del mondo musicale.
Kleiber è schivo, riservato e lontanissimo dallo “star system” ed è distinto da un perfezionismo maniacale, con un repertorio diventato limitatissimo negli ultimi anni di attività e dove Kleiber riduce sempre più le sue apparizioni sul podio: infatti, parecchie volte annuncia – più o meno ufficialmente – l’intenzione di non voler più dirigere ma, poi, torna a farlo per esibizioni memorabili, spesso dovute a sostituzione, all’ultimo momento, di direttori indisposti.
Approfondisce continuamente l’indagine sugli stessi brani e, abbastanza spesso, sugli stessi che sono stati diretti dal padre Erich: Carlos Kleiber si sente sempre dominato dalla sua celebre figura.
Gli inizi di Kleiber:
Suo padre è il famoso Direttore d’Orchestra austriaco, Erich Kleiber. La madre, Ruth Goodrich, è Americana dell’Iowa e lavora per l’Ambasciata degli Stati Uniti, in Argentina; qui, Ruth conosce e sposa Erich Kleiber che, al tempo, è “Direttore Ospite” a Buenos Aires, al Teatro “Colón”. Erich, ritornato in Germania, dimostra apertamente il contrasto con il Partito Nazista, per cui si sposta con la famiglia da Berlino alla residenza estiva nei pressi di Salisburgo, ma l’Austria, nel 1938, viene annessa alla Germania e, quindi, i Kleiber si trasferiscono a Lugano, in Svizzera. In seguito, lasciano l’Europa per gli Stati Uniti e, nel 1940, si trasferiscono in Argentina, nella provincia di Córdoba. E’ proprio in tale periodo che Karl cambia nome da Karl Ludwig a Carlos e, nel 1980, acquisisce la cittadinanza austriaca.
Fin dalla tenera età, Carlos dimostra grande predisposizione verso la Musica tanto che, a nove anni, è già in grado di comporne per cui Erich, da un lato, cerca di proteggerlo (sa bene quali siano le difficoltà di tale carriera) e, dall’altro, cerca di comprendere se la Musica sia per lui veramente “necessaria” alla sua vita.
Il rapporto con Il padre è ricco di grande personalità, per cui tale rapporto risulta sempre piuttosto difficile. Carlos, all’inizio, secondo la decisione della famiglia, deve studiare Chimica, per cui viene mandato al Politecnico di Zurigo, dove rimane dal 1949 al 1950 e, dopo questo periodo “non proficuo”, chiede al padre di rientrare in Argentina per studiare Musica. Erich riconoscerà il valore del figlio ma, all’inizio, gli impone un anno di studio intensivo per verificare le sue vere capacità e lo affida al Direttore d’Orchestra Roberto Kinsky che gli insegna la Lettura della Partitura. In seguito, studia armonia con Erwin Leuchter e Pianoforte con Leo Schwarz e Ljerko Spiller. Il padre non gli insegna mai nulla e questo pare proprio il motivo per cui Carlos seguirà tutte le prove di direzione orchestrale del padre.
1952: ottiene l’incarico di “Maestro Sostituto” al “Teatro di La Plata”, a cui, a Montevideo, seguono alcune prove della “Sinfonia n. 2” di Borodin.
A seguito di ciò, Kleiber-padre lo manda a Monaco di Baviera come “Maestro Sostituto” per le Operette, ritenendo tale incarico “l’ideale per imparare il mestiere”. 12 febbraio 1955: Carlos esordisce a Potsdam come Direttore nell’Operetta “Gasparone”, uno dei massimi lavori del musicista austriaco Karl Millöcker, ma il padre gli impone di cambiare nome e si presenta con lo pseudonimo di Karl Keller.
1956: Erich, il padre, nel frattempo trasferito a Berlino Est a causa di divergenze con il Regime Comunista, lascia gli incarichi e va a Zurigo dove muore per un attacco cardiaco.
In seguito, Carlos ha l’incarico di “Maestro Sostituto Principale” alla “Volksoper” di Vienna e, qui, ha una prima occasione per dirigere “La piccola volpe astuta” di Janáček, sostituendo il Direttore Stabile. E’ il suo nuovo incarico a Duisburg e a Düsseldorf, in cui riceve la Nomina di “Kapelmeister” alla “Deutsche Oper am Rhein” sino al 1964: si occupa della direzione di diverse opere e ottiene un grande successo con il balletto “Undine” di Henze; ama la Danza e ammira le ballerine, arrivando a seguire anche le prove del corpo di ballo. Dirige anche i Balletti “Agon” di Stravinskij e “Il principe di legno” di Bartók e, il 25 maggio 1961, a sorpresa, Kleiber sposa la ballerina slovena Stanislava Brezovar dalla quale ha due figli, Marko e Lillian. Carlos e Stanka rimangono insieme per tutta la vita, morendo a sette mesi l’uno dall’altra. Sua preziosissima assistente, Stanka si occupa infatti di ingaggi, di diritti, di contatti e, soprattutto, lo ripara dall’eccessiva popolarità e dal “pericolo” di diventare una star: ossia, lo “difende” da ciò che teme, in particolare (sicuramente, quella di Kleiber, è una conseguenza a qualche trauma subìto in modo pesante).
Kleiber trascorre vari periodi di vacanza in Slovenia, riuscendo a trovare la tranquillità contro la fobia di poter uscire di casa senza essere riconosciuto, fermato e, anche, importunato.
Durante il suo incarico a Düsseldorf, Kleiber cura fino all’estremo la strumentazione e la suddivisione timbrica degli strumenti di “Otello” di Verdi. 1964: con “Der Rosenkavalier” di Richard Strauss, ha l’ “incontro artistico” più importante; infatti, l’opera viene rappresentata il 9 marzo senza prove; l’orchestra è abituata a non considerare quasi il Direttore, per cui Kleiber sconvolge tutto, dalla lettura meticolosa della partitura alla nuova disposizione degli orchestrali. La critica è favorevole e inizia ad accorgersi di lui.
La maturità artistica:
1966: Kleiber è chiamato dall’allora sovrintendente Walter Erich Schäfer e debutta alla grande al “Teatro di Stoccarda”, dirigendo “Der Rosenkavalier”; tutti gli orchestrali si alzano per applaudire il Maestro e Kleiber viene ingaggiato subito come “Direttore Ospite”.
L’esempio e l’ombra di suo padre aleggiano sempre nella sua carriera e, a Stoccarda, Carlos decide di confrontarsi con il “Wozzeck” di Berg (la cui “prima” di tale opera è stata diretta proprio da Erich), utilizzando la stessa partitura usata e annotata dal padre, forse con lo scopo inconscio di allontanare “i fantasmi” del passato. Tale opera la porta al “Festival di Edimburgo”, debuttando in Gran Bretagna.
Dopo avere diretto anche “La sorpresa” di Haydn, e dopo un invito alla Filarmonica di Monaco di Baviera, Kleiber “approda” alla musica di Mahler e, in occasione del “Festival Mahler” di Vienna, dirige “Das Lied von der Erde”: chiaramente, prepara l’esecuzione scrupolosamente nella sua grande difficoltà ritmica e ascoltando la versione incisa da Otto Klemperer per coglierne tutte le sfumature. 1967: Ruth, sua madre, è l’ultima volta che segue la direzione del figlio in un Concerto, perché muore a causa di un attacco cardiaco, proprio come il marito Erich.
1968: all’Opera di Stato di Monaco di Baviera, dirige ancora “Der Rosenkavalier”, “Madama Butterfly” e “La traviata”.
1969: a Stoccarda, realizza per la sua prima volta “Tristano e Isotta”, conferendo una versione vittoriosa di grande equilibrio strumentale.
1974: porta il suo “Der Rosenkavalier” al “Covent Garden” in un’edizione con la regia di Luchino Visconti; Kleiber viene invitato in sostituzione di James Levine e le prove costano all’orchestra due ore di faticosissime rifiniture del fraseggio musicale, che non risulta mai abbastanza preciso per il direttore.
1974: porta “Tristano e Isotta” a Bayreuth, sostituendo Leonard Bernstein. Alle prove, è presente Svjatoslav Richter che, successivamente, esprime che “Kleiber aveva condotto la musica a un tale livello di viva tensione che al termine della rappresentazione scatenò un’ovazione senza pari, rivelandosi come Il più grande Direttore d’Orchestra del tempo”.
Dopo una stagione a Bayreuth, del 1975, nel 1976 Kleiber, dietro insistenze di Claudio Abbado, è chiamato al Teatro “Alla Scala” di Milano, dove dirige uno straordinariao “Il cavaliere della rosa”; il successo è tale che Paolo Grassi lo invita ad inaugurare la “Stagione Lirica 1976-1977” in cui dirige “Otello” con protagonista Plácido Domingo e la regia di Franco Zeffirelli (oltre a Mirella Freni e Piero Capuccilli).
1977: è ancora al “Covent Garden”di Londra, dove dirige “Elettra” di Strauss con il soprano Birgit Nilsson.
1978: a “La Scala” porta “Tristano e Isotta”, seguito da “La bohème” del 1979.
In seguito, dirige le repliche di “Carmen”, “Wozzeck”, “La traviata”, “Falstaff”, “Die Fledermaus”, “Il franco cacciatore”.
Tournées extra Europa e varie:
Aprile 1981: Kleiber va in Messico con la “Filarmonica” di Vienna; a Milano, sostituisce Karl Böhm, indidposto, nella “Settima Sinfonia” di Beethoven, dopodiché, parte con l’ “Orchestra della Scala” per una tournée in Giappone e, a scanso di eventuli difficoltà impreviste, il Maestro Kleiber pretende che gli strumentisti siano i medesimi con cui ha già lavorato nelle rappresentazioni precedenti, cosa accordata (chiaramente, tranne per i quattro già andati in pensione). A Tokio: Plácido Domingo è ancora “Otello” e, poi, “Rodolfo” ne “La bohème” di Puccini.
1978: con la “Chicago Symphony Orchestra” debutta negli Stati Uniti, dove ottiene un vero e proprio trionfo dirigendo la “Seconda Sinfonia” di Brahms.
Rientra a Monaco dove, per la prima e unica volta nella sua vita, dirige – in concerto – la “Pastorale” di Beethoven, riportando la composizione alla brillantezza timbrica originaria.
1984: viene chiamato a Firenze per la direzione di “La traviata” di Verdi con la regia di Zeffirelli; Kleiber desidera ardentemente ripetere l’esperienza con il regista che firma il contratto alcuni mesi prima. Il Maestro vuole “Cecilia Gasdia” come interprete che, per interpretare una Violetta sciupata e indebolita, in breve tempo perde quindici chili e, comunque, il successo dello spettacolo lascia un segno nella storia del teatro fiorentino.
1988: debutta al “Metropolitan” dirigendo “La bohème” con, interpreti, Luciano Pavarotti e Mirella Freni. E’ da citare che l’opera ha quindici munuti di applausi continuati.
1989: dirige il suo primo “Concerto di Capodanno” da Vienna. Kleiber si è sempre cimentato con il valzer, da quando dirigeva le Operette, grande esercizio per ottenere il perfetto equilibrio delle mani e il tempo per gli orchestrali, per donare eleganza alle fioriture.
1º gennaio 1992: tiene il secondo Concerto a Vienna e, questa volta, in sostituzione di Leonard Bernstein.
1989: muore Herbert von Karajan e, a Kleiber, viene offerta la Direzione dei “Berliner Philharmoniker”; Kleiber rifiuta a causa della grandissima ammirazione verso colui che considera il suo “padre spirituale”, per cui si ritrova anche preoccupato per il grande timore di deludere.
1990: quindi, viene invitato come “Direttore Ospite” e, dopo avere devoluto all’UNICEF il compenso per il Concerto, merita l’Ordine “Pour le Mérite” da parte del governo tedesco che non va a ritirare, in quanto insofferente alle celebrazioni e per cui l’onorificenza gli viene recapitata a casa da un funzionario.
28 giugno 1994: ancora a Berlino dirige un “Concerto per la Bosnia” e, al termine, annuncia ennesimamente che lascierà il podio definitivamente dal momento che si rende conto che gli organizzatori retribuiscono il suo celebre nome invece della sua musica, viste le cifre da capogiro.
Gli ultimi anni di Kleiber:
Kleiber, negli ultimi anni di vita, dirige sempre di meno e, a volte, lo fa solamente in occasioni particolari: ad esempio, nel 1997, a Lubiana, dirige un Concerto per beneficenza a favore del Ginnasio dove aveva studiato la moglie.
26 febbraio 1999: a Cagliari, dirige il suo ultimo Concerto, dopo il rientro da Las Palmas, con l’Orchestra della “Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks” e il programma comprende la “Quarta” e la “Settima Sinfonia” di Beethoven; come “bis” propone l’ “Ouverture” da “Il Pipistrello” di Strauss.
Negli ultimi anni, ha sempre il desiderio di continuare a dirigere però, contemporaneamente, ha la speranza di rispondere di “no”: gli succede con “Falstaff” proposto dal “Teatro Real” di Madrid, ai numerosi inviti di Domingo per dirigere a Washington e a San Francisco, oltre alla richiesta di Carlos Saura di dirigere una “Carmen” a Siviglia.
2003: i medici gli riscontrano un cancro ad uno stadio molto avanzato, inoperabile. Poco tempo dopo, muore Stanka, la moglie, e Kleiber < è privato dell’unico vero sostegno avuto nella vita, il suo punto fermo e il suo vero senso di “identità” >. Trascorre gli ultimi tempi chiuso nella villa di Monaco, parlando con gli amici di Musica.
13 luglio del 2004: muore a Konjšica, dopo averla raggiunta due giorni prima, in auto, da solo. 19 luglio 2004: per sua volontà pre-morte, la notizia viene diffusa due giorni dopo il funerale sorprendendo il mondo della Musica Classica. È sepolto in Slovenia, a Konjšica, accanto alla moglie Stanislava, morta sette mesi prima.
Kleiber è persona riservatissima e schiva, è noto per la sua grande disponibilità, educazione e gentilezza con cui interagisce con i membri dell’orchestra ma, allo stesso tempo, è estremamente esigente e, durante le prove, sa abbandonare il podio se l’orchestra non raggiunge i risultati da lui voluti.
La venerazione e la conflittualità verso il padre costituiscono le basi del difficile rapporto avuto con lui e – psicologicamente – ci spiegano la sua ricerca di perfezione assoluta e la sua costante autocritica e insicurezza: gli provocano bassa autostima, ossia mancanza di fiducia in sé stesso.
Kleiber non ama i riflettori e le telecamere e non rilascia mai interviste, oltre a limitare il più possibile il suo lavoro direttoriale e le registrazioni discografiche delle sue interpretazioni: infatti, ha sempre detto di non voler “mummificare” le opere da lui dirette.
Discografia con Carlos Kleiber:
< Il suo perfezionismo lo portò a limitare il numero delle incisioni discografiche che restano tutte di grandissima importanza. Da ricordare tra quelle ufficiali, in particolare, le sinfonie di Ludwig van Beethoven da lui affrontate (la “Quarta”, la “Quinta”, la “Sesta” e la “Settima”), le registrazioni della “Seconda” e della “Quarta Sinfonia” di Johannes Brahms, della “Terza” e “Ottava” di Schubert, delle “Opere teatrali” già citate e dei due splendidi “Concerti di Capodanno” a Vienna del 1989 e del 1992. Moltissime furono però le edizioni clandestine, a volte, ottenute in situazioni non ottimali o con rumori di fondo >.
< Per quanto concerne “Tristan und Isolde” di Wagner va fatto riferimento non solo all’edizione “ufficiale” pubblicata dalla “Deutsche Grammophon” con la “Staatskapelle Dresden”, ma anche a quelle di Bayreuth (“Golden Melodram”) e di Milano con l’Orchestra de “La Scala” (Myto Records).
< Di “Die Fledermaus” di Strauss, esiste una doppia edizione, DVD o solo audio della “Deutsche Grammophon”, che varia leggermente nel cast >.
< Altre importanti registrazioni: il “Freischütz” di Weber e “La Traviata” di Verdi sempre con etichetta “Deutsche Grammophon” >.
. Beethoven, Sinf. n. 5, 7 – Kleiber/WPO – 1974/1976 Deutsche Grammophon . Brahms, Sinf. n. 4 – Kleiber/WPO – 1980 Deutsche Grammophon . Schubert, Sinf. n. 3, 8 – Kleiber/WPO – 1978 Deutsche Grammophon . Strauss, J. – Il pipistrello – Kleiber/Varady/Prey – 1975 Deutsche Grammophon . Verdi, Traviata – Kleiber/Cotrubas/Domingo – 1976 Deutsche Grammophon . Wagner, Tristano e Isotta – Kleiber/Price/Kollo/Moll/Götz – 1981 Deutsche Grammophon . Weber, Il franco cacciatore – Kleiber/Janowitz/Mathis/Crass – 1973 Deutsche Grammophon . Carlos Kleiber Conducts Johann Strauss, 1989 SONY BMG . Kleiber, Registrazioni orchestrali + Documentario ‘A Memory’ – Kleiber/WPO, 1974/1980 Deutsche Grammophon . 1992 New Year’s Concert In the 150th Jubilee Year of the Wiener Philharmoniker, Sony
Videografia:
. Beethoven, Sinf. n. 4, 7 – Kleiber/CGO – 1983 Philips . Beethoven Brahms Mozart, Coriolano/Sinf. n. 33/Sinf. n. 4 – Kleiber/Bayer. Staatsorch. – Deutsche Grammophon . Bizet – Carmen – Kleiber/Obraztsova/Domingo/Mazurok/Buchanan, regia Franco Zeffirelli – 2005 TDK . Brahms, Sinf. n. 2, Mozart, Sinf. n. 36 – Kleiber/WPO – 1991 Philips . Strauss, J. – Il pipistrello – Kleiber/Coburn/Perry/Wachter, regia Otto Schenk – 1981 Deutsche Grammophon . Strauss, R. – Il cavaliere della rosa – Kleiber/Lott/Otter/Moll, regia Otto Schenk – 1994 Deutsche Grammophon . Strauss, R. – Il cavaliere della rosa – Kleiber/Jones/Jungwirth/Popp, regia Otto Schenk – 1979 Deutsche Grammophon . Kleiber, The legend (Beethoven/Brahms/Mozart/Strauss) – Kleiber/CGO/WPO/Bayer – 1983/1992 Philips . Concerto di Capodanno 1989 – Strauss jr. e sr./Strauss Josef – Kleiber – Deutsche Grammophon
Onorificenze:
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite — 1990 Gran Croce al Merito con placca dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca – nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce al Merito con placca dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca Cavaliere dell’Ordine al merito bavarese – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine al merito bavarese Medaglia dell’Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell’Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti — 1998 Medaglia per le scienze e per le arti (Austria) – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia per le scienze e per le arti (Austria) — 1993