Il “gigante musicale” Herbert von Karajan (anagraficamente, Heribert Ritter von Karajan) nasce a Salisburgo il 5 aprile 1908 ed è ritenuto uno dei più grandi Direttori d’orchestra di tutti i tempi: un sondaggio – tra cento famosi Direttori d’orchestra pubblicato dalla rivista “Classic Voice”, nel dicembre 2011 – lo pone al terzo posto dopo Carlos Kleiber e Leonard Bernstein (strano che non si citino Arturo Toscanini, Antonino Votto, Tullio Serafin, Arturo Basile, Victor De Sabata, …).
È il direttore con il maggior numero di incisioni discografiche, in particolare con i “Berliner Philharmoniker”, che guida per trentacinque anni, lasciandoli nel 1989, quando muore ad Anif, il 16 luglio 1989.
A proposito di incisioni, così, hanno scritto di Karajan e il compact disc:
< Karajan giocò un ruolo importante nello sviluppo della tecnologia per la registrazione e la riproduzione audio in digitale (circa 1980).
< Egli fu il campione di questa nuova tecnologia, vi riversò tutto il suo prestigio e fu presente alla prima conferenza stampa che annunciava il nuovo formato. I primi prototipi di CD avevano una capacità di circa 60 minuti, ma una leggenda metropolitana vuole che siano stati portati a 74 per adattarvi la Nona sinfonia di Beethoven diretta dal maestro.
La sua adesione al Partito Nazista, al termine della Seconda Guerra Mondiale, è causa dell’allontanamento forzato dal teatro musicale ma, dal 1949 al 1960 e, nel 1954, dirige i “Berliner Philharmoniker” e, in seguito, è il principale direttore a vita della “Philharmonia Orchestra” di Londra e sino alle dimissioni, per motivi personali, datate 29 marzo 1989.
1959-1964: è Direttore artistico all’ “Opera” di Vienna, è ospite principale del Teatro “Alla Scala” di Milano (direttore unico della stagione di Opera Tedesca) fino al 1964, è ospite dell’ “Orchestra RAI” di Roma per alcune apparizioni sporadiche (tra cui “Pelléas et Mélisande” di Débussy (in forma di concerto), “Il flauto magico” (idem, in forma di concerto), l’oratorio “A Child of our Time” di Michael Tippett e altri).
1969-1971: è il Direttore Principale dell’ “Orchestre de Paris”.
1967: fonda il “Festival di Pasqua” di Salisburgo.
E’ sempre all’avanguardia sia nei confronti del repertorio classico, sia di quello contemporaneo, possedendo perfezionismo estremo, capacità di ricerca e sperimentazione.
Herbert von Karajan è di famiglia alto-borghese salisburghese che ha origine greca o arumena (illirico-balcanica).
Il suo trisavolo, Georg Johannes Karajannis, nasce a Vlasti (Kozani), una città appartenente all’Impero Ottomano (oggi, nella regione greca della Macedonia Centrale) e, nel 1767 parte per Vienna col fratello, per poi trapiantarsi a Chemnitz, in Sassonia.
Entrambi i fratelli diventano agiati e conosciuti commercianti di tessuti della Sassonia, per cui il 1º giugno 1792, i loro servigi vengono riconosciuti con un titolo nobiliare da Federico Augusto I di Sassonia.
Il nome Karajannis viene modificato in Karajan.
1938:
Herbert von Karajan è figlio secondogenito di Ernst von Karajan e di Martha Kozmac, originaria dell’odierna Slovenia.
Il padre Ernst, medico di professione, è una figura di spicco della Sanità, esercita come Medico Primario nel reparto di Chirurgia Generale di un ospedale della zona salisburghese ed è anche un buon clarinettista.
All’inizio, Karajan vuole lavorare cone Ingegnere e si iscrive al Politecnico di Vienna, in cui studia appena due anni (dal 1926 al 1928) ma, dal 1916 al 1926, si forma al “Mozarteum” di Salisburgo, con il Maestro Bernhard Paumgartner che lo incoraggia a studiare Direzione d’Orchestra invece di diventare Pianista.
Suo fratello Wolfgang, maggiore di due anni (fonderà un piccolo ensemble, ma risulterà un fine e ricercato costruttore artigianale di organi, conosciuto soprattutto negli Stati Uniti dove emigrerà), serve a Herbert da esempio per lo studio del pianoforte (infatti, inizia a soli quattro anni a suonarlo e, l’anno seguente, si esibisce in pubblico diventando ricercatore di elettrotecnica e un buon organista).
Herbert, a diciotto anni, debutta come pianista professionista e a ventuno, inizia a dirigere.
1929: dirige “Salomè” di Strauss al “Festspielhaus” di Salisburgo.
1929-1934: è Primo Maestro di Cappella al “Teatro Statale” di Ulma, in Germania: qui, il 2 marzo 1929 dirige (nello “Stadttheater” di Ulm) “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart.
1933: debutta come Direttore al “Festival di Salisburgo”, dirigendo le musiche per la “Scena della notte di Walpurga” nella produzione di Max Reinhardt da “Faust”.
1934: a Salisburgo, dirige i “Wiener Philharmoniker”.
1933: è confermata l’entrata di Karajan nel Partito Nazionalsocialista (ma con postdatazione al
1935, quando egli presenta la domanda effettiva per farne parte (‘ Aufnahmegruppe der 1933er, nachgereichte ‘).
1935-1942: dirige concerti sinfonici ed operistici al “Teatro dell’Opera” di Aquisgrana.
1937: nomina d Karajan a “Generalmusikdirektor” (il Direttore musicale più giovane della Germania) ed è Direttore ospite a Bruxelles, Stoccolma, Amsterdam ed altre città.
1937: Karajan debutta con i “Berliner Philharmoniker”.
Settembre 1938: debutta allo “Staatsoper Unter den Linden” di Berlino dirigendo “Fidelio”.
Ottobre 1938: idem allo “Staatsoper Unter den Linden”, ottiene un successo maggiore con “Tristan und Isolde” di Wagner, dove viene acclamato dal noto critico berlinese Edwin van Der Null.
Karajan diventa “Il miracolo Karajan”.
Stipula il contratto con la “Deutsche Grammophon”: la sua prima registrazione è l’Ouverture da “Die Zauberflöte” (“Il Flauto Magico” di Mozart, realizzata con la “Staatskapelle Berlin” nel 1938.
Sua adesione al partito nazista:
A Salisburgo, nel 1933: adesione di Karajan al Partito Nazista (NSDAP: membro numero 1.607.525), ma è poco interessato a tale partito che non ritira neppure la tessera e, di fronte alle rimostranze dello stesso partito a mezzo della verifica effettuata dal proprio ufficio generale la sua iscrizione viene dichiarata non valida.
Karajan è costretto a rinnovarla nel 1935 (tessera 3.430.914) e, ambizioso e desideroso di ottenere un incarico importantissimo, la tessera gli permette di ottenere il posto di Direttore Musicale ad Aquisgrana.
Inoltre, sceglie di lavorare in Germania e, con il regime hitleriano, all’inizio, i rapporti sono buoni.
L’Austria viene annessa alla Germania e Karajan compone l’ “Anschluss Sonate” e, per la celebrazione relativa e per il trionfo militare, accetta di dirigere alcuni Concerti nelle capitali europee occupate, cosa fatta anche da Wilhelm Furtwängler (molti filmati lo testimoniamo).
Adolf Hitler, Hermann Göring, Joseph Göbbels assistono alla rappresentazione di “Tristano e Isotta” di Wagner e, dopo tale rappresentazione, un critico berlinese parla di «Das Wunder Karajan», ossia «Il Miracolo Karajan».
A questo punto, i Nazisti (in particolare Göbbels) iniziano ad usare Karajan come mezzo per creare difficoltà a Wilhelm Furtwängler, che non si è mai iscritto al Partito Nazista ma, anche i rapporti tra Karajan e i Nazisti si guastano: Hitler preferisce Furtwängler.
Altro problema: i Nazisti sono ostili al Cristianesimo e proibiscono che si esegua Musica Sacra.
La risposta di Karajan, sostenitore di Paul Hindemith, le cui opere i Nazisti ritengono musica “degenerata” : Karajan programma l’esecuzione della “Messa in Si minore” di Johann Sebastian Bach.
In seguito, i rapporti di Karajan con Hitler e Göbbels si incrinano maggiormente a causa di un incidente occorso nel 1940 a Berlino, durante una recita de “I Maestri Cantori di Norimberga” alla “Staatsoper” (il baritono non è sobrio e sbaglia un’entrata) in presenza del Führer che siede nel palco reale insieme a Eva Braun, il ministro Göbbels con la moglie Magda e i loro sei figli, per cui Hitler attribuisce la colpa dell’errore a Karajan, invitandolo a non dirigere più a memoria; nei successivi concerti Karajan trova la partitura sul leggìo, ma la capovolge e continua a dirigere a memoria.
1941: Karajan dirige “I Maestri Cantori di Norimberga” al “Teatro dell’Opera” di Roma.
Dal 1945 è il Direttore Musicale allo “Staatsoper Unter den Linden” di Berlino.
Luglio del 1938: Karajan sposa il soprano d’operetta Elmy Holgerlöf, originaria di Friburgo in Brisgovia, ma divorzia quattro anni dopo.
Però i rapporti con Hitler si guastano quando, il 22 ottobre 1942, Karajan sposa in seconde nozze Anita Gütermann, di origini ebraiche (Viertel-Judin), unica erede di una famiglia di industriali, produttori di cucirini di seta.
Con la seconda moglie, Karajan convive fino al 1958 (16 anni), cioè fino a quando, nell’estate di tale anno, durante un fine settimana a Saint-Tropez (Costa Azzurra), a bordo di uno yacht, conosce la diciottenne francese Eliette Mouret, ragazza bionda orfana di padre (scoperta e ingaggiata dallo stilista Christian Dior in qualità di fotomodella e per il quale aveva già iniziato a posare per il suo atelier a Parigi, poco tempo prima).
L’incontro è intenso e trascinante e Karajan ed Eliette Mouret (diventata, poi, una nota mecenate di spettacolo a Salisburgo, ma con la passione per la Pittura che, in gioventù, pratica frequentemente anche seguendo i preziosi consigli del pittore francese Marc Chagall), si sposano nell’ottobre ’58 e, dal matrimonio, nel 1960 e nel 1964, nascono due figlie, Isabelle e Arabelle.
Anni successivi alla guerra e la morte:
Alcuni amici consigliano a Karajan di fuggire dalla Germania assieme alla moglie Anita Gütermann e, durante gli anni bui seguenti, Karajan e la moglie si rifugiano in Italia, inseguiti dai Nazisti e dagli Anglo-Americani.
Dopo la guerra, Karajan è sottoposto ad un processo di de-nazificazione che gli vieta di dirigere per alcuni mesi.
Il primo incarico conferito è del 1946, al “Festival di Lucerna” (Svizzera), per cui Karajan serba gratitudine a Lucerna per tutta la vita e non dimenticherà mai quel gesto: infatti, ad ogni fine estate torna a Lucerna fino al 1988, fino a pochi mesi prima dalla sua morte.
1946: a Vienna, dirige il suo primo concerto dalla fine della guerra con i “Wiener Philharmoniker” ma, poi, da parte delle autorità d’occupazione russe, è costretto ad osservare il divieto di dirigere altri concerti pubblici a causa della sua passata appartenenza al Partito Nazista.
Estate 1946: partecipa in modo anonimo al “Festival di Salisburgo”, curando la concertazione di una rappresentazione de “Le nozze di Figaro”.
1947: gli viene permesso di dirigere e, in questo periodo, compone alcune opere di musica da camera.
1948: a Salisburgo, dirige i “Wiener Philharmoniker” in “Le nozze di Figaro” con Elisabeth Schwarzkopf e Giuseppe Taddei, “Orfeo ed Euridice” di Gluck e “Ein deutsches Requiem”.
1949: la “Sinfonia n. 9” di Beethoven con Boris Christoff e la “Messa di requiem” di Verdi.
1948: Karajan viene nominato Direttore Artistico della “Gesellschaft der Musikfreunde” di Vienna e “Direttore Stabile dell’Orchestra Sinfonica” di Vienna fino al 1960.
Dirige anche l’Orchestra del Teatro “Alla Scala” di Milano.
In questo periodo, però, la sua attività principale è costituita dalle sessioni di registrazione, a Londra, dove diventa Direttore Principale dal 1949 al 1960.
1951: al “Musikverein” (nella “Goldener Halle”), Karajan dirige la prima rappresentazione in forma di concerto di “Aida” di Giuseppe Verdi (con, nel ruolo principale, Dragica Martinis).
ma non dirigerà mai alla “Volksoper”.
1951-1952: a Bayreuth, incide il terzo atto di “Die Walküre” per la “Columbia”, a seguito delle grandi rappresentazioni da lui dirette per il suo primo anno al “Festival” wagneriano.
1951: al “Festspielhaus” di Bayreuth, dirige “L’oro del Reno” (con Elisabeth Schwarzkopf), “Die Walküre” (con Astrid Varnay), “Siegfried” (con Wilma Lipp), “Il Crepuscolo degli Dei” ed “I Maestri Cantori di Norimberga”.
1952: dirige “Tristano e Isotta”; al termine dell’ultima rappresentazione di quest’ultima, Karajan litiga furiosamente con l’allora direttore artistico del teatro Wieland Wagner, a causa della regia dell’opera curata dallo stesso Wieland Wagner.
Dopodiché, Karajan non ritornerà mai più a Bayreuth.
1954: sua nomina a Direttore Musicale a vita dei “Berliner Philharmoniker”, come successore di Wilhelm Furtwängler.
1956: dirige prima a “La Scala”, poi alla “RIAS” di Berlino e, dopo, allo “Staatsoper” di Vienna, “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti.
Dal 3 al 9 agosto 1956: dirige a “La Scala” di Milano la registrazione de “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi con Maria Callas nel ruolo di Leonora e Giuseppe Di Stefano in quello di Manrico.
Dal 1956 al 1964: diventa anche Direttore Artistico della “Wiener Staatsoper”, succedendo a Karl Böhm.
1967: a Salisburgo, crea il “Festival di Pasqua”.
1973: idem, a Salisburgo, crea il “Festival di Pentecoste” dove, per la prima volta, i “Berliner Philharmoniker” suonano in un teatro, accompagnando cantanti direttamente sulla scena.
Nota Bene: Karajan stesso investe parte dei propri soldi, rischiando in proprio, senza venire scritturato, come invece accade per i direttori ospiti; la direzione artistica sarebbe responsabilità del Direttore Artistico dei “Berliner Philharmoniker” anche dopo il suo “governo”.
1967: debutta al “Metropolitan Opera” di New York con la direzione de “La Valchiria”.
Il rapporto con i “Filarmonici Berlinesi” si deteriora lentamente quando obbliga l’assunzione della clarinettista Sabine Meyer al fianco di Karl Leister, contro il voto orchestrale che non gradisce la Meyer a causa del suo timbro tipicamente solistico e non orchestrale (le donne erano già state ammesse in orchestra con la violinista Madeleine Carruzzo, nel 1981).
Pian piano, Karajan sostituisce la “Filarmonica” tedesca con quella viennese e provoca la rescissione in tronco del contratto di Karajan, nel 1984: da quel momento, i “Wiener Philharmoniker” sostituiscono i “Berliner Philharmoniker” in tutte le produzioni video sino alla fine dell’estate del 1987.
Però, a Berlino, attenderanno la sua morte per nominare il nuovo direttore, Claudio Abbado.
Karajan continua ad esibirsi, dirigere ed incidere vantaggiosamente e, all’inizio del 1987, i “Wiener Philharmoniker” gli propongono di dirigere il celebre “Concerto di Capodanno” di Vienna.
1988: in tale anno, Karajan dirige poco (solo tre concerti estivi) ed esegue memorabilmente “Ein deutsches Requiem” di Brahms al “Grosses Festspielhaus”.
Appare in pubblico, l’ultima volta, la domenica del 23 aprile 1989, nella “Sala d’oro” del “Musikverein” attraverso l’esecuzione, con i “Wiener Philharmoniker”, della “Settima Sinfonia” di Anton Bruckner, dalla quale verrà tratta l’ultimissima sua incisione discografica.
Herbert von Karajan muore il 16 luglio 1989, all’età di 81 anni, nella sua amatissima villa nel sobborgo di Anif, presso Salisburgo.
La causa: arresto cardiaco e, comunque, da molti anni soffre di artrite reumatoide.
Nell’inverno precedente, inizia a curare con i complessi dell’ “Opera di Stato” di Vienna – con i quali non collabora più da quasi 13 anni – una nuova produzione per il “Festival estivo” di Salisburgo dell’opera “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi che, chiaramente, non riuscirà a dirigere in teatro.
È sepolto nel piccolo cimitero di Anif, presso Salisburgo.
Il suo necrologio su “The New York Times” lo descrive così:
«Probably the world’s best-known conductor and one of the most powerful figures in classical music»
«Probabilmente il più famoso direttore d’orchestra del mondo e una delle figure più influenti nella musica classica»
“The New York Times”:
Von Karajan e i motori:
Herbert Von Karajan è anche un grande appassionato di barche a vela e di automobili. Oltre la Porsche era un appassionato ferrarista (possedeva anche una 275 GTB e una Ferrari 250 GT lusso), celebre anche la sua frase: ” il suono di una 12 cilindri va ascoltato come una sinfonia”.
Opere e stile: Il “suono di Karajan”:
. I critici e gli appassionati sono generalmente concordi nell’affermare che Karajan avesse il dono di saper estrarre un suono magnifico dall’orchestra.
I commenti invece discordano sul come questo suono di Karajan fu applicato dal Maestro.
. Il critico statunitense Harvey Sachs così commenta l’approccio di Karajan:
«Karajan sembra aver adottato un suono per tutte le stagioni, raffinatissimo, modellato, di calcolata voluttuosità, che potesse essere applicato, con piccole appropriate modifiche, da Bach a Puccini, da Mozart a Mahler, da Beethoven a Wagner, da Schumann a Stravinsky… Molte delle sue esecuzioni hanno una sorta di qualità artificiale, prefabbricata, che altri come Toscanini, Furtwängler non hanno mai avuto… Molte delle registrazioni di Karajan sono esageratamente “lucidate”, una sorta di controparte sonora ai film ed alla fotografie di Leni Riefenstahl (la fotografa del Terzo Reich).»
(Harvey Sachs)
. Due recensioni rappresentative di questo vengono dalla diffusissima guida edita da Penguin Books:
– Parlando di una registrazione del Tristano e Isotta di Wagner, un classico del periodo romantico, gli autori scrivono che “Quella di Karajan è una esecuzione sensuale di uno dei capolavori di Wagner, carezzevolmente splendida e suonata superbamente dalla Filarmonica di Berlino … una eccellente prima scelta”.
– A proposito della registrazione delle sinfonie parigine di Haydn gli stessi autori scrivono: “Haydn stile big-band… Non c’è bisogno di dire che la qualità dell’esecuzione orchestrale è superba, ma ci sono dei passaggi così bandistici da far pensare più alla Berlino imperiale che a Parigi… I minuetti sono indubbiamente molto lenti… Queste interpretazioni sono troppo prive di fascino e di grazia per poterle raccomandare di cuore”.
Battuto al computer da Lauretta
Herbert Karajan nel 1972:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Herbert_Von_Karajan,_Fundo_Correio_da_Manh%C3%A3_-_2.tif
Herbert von Karajan dirige l’Intermezzo da “Suor Angelica” di Giacomo Puccini:
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