martedì 15 novembre 2022

GAETANO DONIZETTI

Gaetano Domenico Maria Donizetti nasce a Bergamo il 29 novembre 1797 e muore a Bergamo, l’8 aprile 1848.

E’ un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell’Ottocento.

Scrive circa settanta opere e molte musiche sacre e da camera.
Le sue opere più rappresentate, oggi, nei teatri di tutto il mondo sono “L’elisir d’amore”, “Lucia di Lammermoor” e “Don Pasquale” oltre ad altre allestite con frequenza: “La Fille du régiment”, “La favorite”, “Anna Bolena”, “Maria Stuarda”, “Roberto Devereux” e “Lucrezia Borgia”.

La sua è una famiglia di condizione umile e molto povera: è quinto di sei figli (il padre, Andrea Donizetti, è guardiano al Monte dei Pegni e la madre, Domenica Nava, è tessitrice).
Il fratello Giuseppe, idem futuro compositore, viene ammesso a frequentare le “lezioni caritatevoli” di Musica tenute da Giovanni Simone (Johann Simon) Mayr, Francesco Salari e Antonio Gonzales, nella “Scuola Caritatevole di Musica – dalla quale deriva l’attuale Istituto Superiore di Studi Musicali “Gaetano Donizetti” (ossia, il Conservatorio di Bergamo).

Presto, dimostra un grande talento, rimediando alla qualità della voce modesta con i progressi nello studio della Musica (è necessario sapere svolgere bene il servizio di Cantore per potere proseguire i corsi gratuiti) .
Conosce Vincenzo Bellini e, alla morte, scrive per lui la “Messa da Requiem” che viene eseguita per la prima volta solamente nel 1870, nella Basilica di “Santa Maria Maggiore”.

Esordi e trasferimento a Napoli:

E’ proprio Mayr l’arteficie delle possibilità di successo del suo allievo prediletto, curando prima la formazione e, poi, affidandolo alle cure di Stanislao Mattei.

Donizetti prosegue gli studi musicali a Bologna dove scrive la sua prima opera teatrale, “Il Pigmalione” (la cui rappresentazione sarà postuma), oltre ad interessanti composizioni strumentali e sacre.
Fra gli amici, qui, si lega al musicista e patriota Pietro Maroncelli, di Forlì.

Il Maestro Mayr, insieme all’amico Bartolomeo Merelli, gli viene ancora in aiuto procurandogli la prima scrittura per un’opera al “Teatro San Luca” di Venezia: è “Enrico di Borgogna” e viene rappresentata il 14 novembre 1818.

Dopo Venezia, Donizetti è a Roma, presso l’impresario Paterni, in sostituzione di Mayr.
“Zoraida di Granata”: il libretto è del Merelli ed è un testo non molto positivo (Donizetti lo ha definito “una gran cagnara”), che comunque sarà perfezionato dopo due anni con l’aiuto di Ferretti.
Terminata l’opera va a Napoli per sovrintendere all’esecuzione dell’Oratorio “Atalia” di Mayr, diretto da Gioachino Rossini.

In seguito alla fuga del Direttore d’Orchestra (Rossini) con Isabella Colbran, l’impresario Barbaja assume Donizetti, che debutta il 12 maggio del 1822 con “La zingara”, un’opera semiseria su libretto di Tottola.
In sala, è presente Vincenzo Bellini, che ammira la scrittura contrappuntistica di Donizetti; Bellini che, in seguito, non ricambia la profonda stima che Donizetti nutre per lui.
Questo periodo è contraddistinto da numerose ‘farse’: “La lettera anonima”, rappresentata nel giugno del 1822 al “Teatro del Fondo”, si impone all’attenzione della Critica che apprezza la competenza con cui Donizetti affronta il genere buffo napoletano.

Il contratto con Barbaja viene stilato e accordato per la composizione di quattro opere l’anno.
Dopo poco dalla rappresentazione di “Alfredo il Grande”, Donizetti compone “Il fortunato inganno”, satira teatrale ispirata ai precedenti di Benedetto Marcello (“Il teatro alla moda, 1720”) e di Carlo Goldoni (“Il teatro comico”, 1750); lavoro che, per Donizetti è un esercizio di preparazione per “Le convenienze e le inconvenienze teatrali” (1827), lavoro in parte già accennato anche nel personaggio di Flagiolet de”La Lettera anonima”.

Per il libretto de “Le Convenienze e le inconvenienze teatrali”, Donizetti si avvale del librettista Domenico Gilardoni, poeta dei Teatri Reali di Napoli e suo storico collaboratore durante gli anni trascorsi laggiù.

Nello stesso periodo, deve provvedere al mantenimento della moglie – Virginia Vasselli – sposata nel 1828, e viene colpito dal dolore causato della perdita del figlio primogenito.
Per cui, a volte, produce lavori un po’ convenzionali. 

Anni trenta e primi capolavori:

1830: “Anna Bolena”, scritta in soli trenta giorni per il Teatro “Carcano” di Milano, dà a Donizetti il primo grande successo internazionale, dimostrando la sua piena maturità artistica.
E’ da citare un particolare curioso: dopo il successo di quest’opera, Mayr gli si rivolge chiamandolo “Maestro” e il rapporto di affetto e stima tra i due compositori rimane saldo fino alla morte.

Professionalmente, da questo momento, Donizetti avanza a gonfie vele, nonostante i fiaschi, a causa di problemi familiari dolorosi, proprio nei momenti di maggiore notorietà e successo.

31 luglio 1830: “prima assoluta” della Cantata “Il ritorno desiderato”, su testo di Domenico Gilardoni, con Luigia Boccabadati, Antonio Tamburini e Luigi Lablache al “Teatro di San Carlo” di Napoli.

1832, dopo l’insuccesso di “Ugo, Conte di Parigi”, il pubblico milanese del Teatro della “Cannobiana” (l’odierno Teatro “Lirico”) apprezza “L’elisir d’amore”, su libretto di Felice Romani, dalla commedia “Le filtre” di Eugène Scribe.

1833: idem, a Milano, “Lucrezia Borgia” vede la sua “prima” per la quale Donizetti prevede una nuova disposizione dell’Orchestra; è quella a cui si ricorre ancor oggi, con gli archi disposti a semicerchio davanti al podio.

1834: l’opera “Rosmonda d’Inghilterra”, su libretto di Felice Romani, è rappresentata per la prima volta a Firenze, il 27 febbraio.

Gioacchino Rossini lo invita a scrivere un’opera per il “Théâtre de la comédie italienne” di Parigi: il 12 marzo 1835, vede la luce “Marin Faliero”, su libretto del Bidera (da Byron), risistemato da Ruffini, ma senza successo.

Dopo due mesi dalla rappresentazione de “I Puritani” di Vincenzo Bellini, la “prima” della “Lucia di Lammermoor” ripropone la competizione milanese del 1832 fra la “Fausta” e la “Norma”.
La stima fra Bellini e Donizetti non è reciproca: infatti, il Catanese non lesina critiche spietate al Bergamasco che, invece, ammira sempre la musica del Siciliano (Bellini decede proprio in quell’anno e Donizetti scrive per lui una “Messa di Requiem”).

Al “Teatro di San Carlo” di Napoli, Direttore Artistico negli anni 1822-1838, Donizetti presenta ben diciassette opere in prima esecuzione, fra cui il suo capolavoro, la “Lucia di Lammermoor”, su testo di Salvatore Cammarano e opera composta in soli trentasei giorni.
La prima di “Lucia” è un vero trionfo.

1836: “Belisario”, opera il cui esordio avviene a “La Fenice”, ha successo, ma l’anno vede la morte del padre, della madre e della seconda figlia.
L’anno seguente, mancano anche la terza figlia e la moglie (quest’ultima deceduta di colera il 30 luglio 1837).
Davvero, un periodo sconfortante che si rivela chiaramente dalle lettere che Donizetti invia al cognato e intimo amico Antonio “Toto” Vasselli: «Senza padre, senza madre, senza moglie, senza figli … per chi lavoro dunque? … Tutto, tutto ho perduto».
Fortunatamente, Donizetti non smette mai di lavorare, scrivendo opere buffe e drammi romantici, fra cui “Roberto Devereux” e “Maria de Rudenz”. 

Tarda maturità:

Donizetti decide di lasciare Napoli: perché si creano problemi con la Censura per “Poliuto” (che verrà rappresentata solo dopo la morte del compositore) e la mancata Nomina a Direttore del Conservatorio (ma E’ Direttore Effettivo), per cui, nell’ottobre del 1838 è già a Parigi.
L’amico Michele Accursi lo aspetta, è una spia pontificia, ha lavorato per favorire la sua venuta e lo accoglie.

Le sue opere sono rappresentate dappertutto; e, sia in traduzione, sia in lingua originale, presso il “Théâtre des Italiens”.
Febbraio 1840: compone “La figlia del reggimento”, che esordisce all’Opéra-Comique e prepara una versione francese del “Poliuto” intitolata “Les Martyrs”.

L’ambiente parigino gli tributa successi ed entusiasmi, pur verificandosi difficoltà, soprattutto con l’apparato teatrale e operistico del luogo.

1840: Compone “La favorite”, riciclando pagine di un’opera che non ha mai concluso: “L’Ange de Nisida”.

Da Papa Gregorio XVI, riceve anche l’importante Nomina a “Cavaliere dell’Ordine di San Silvestro”.

Rossini è l’artefice che invita Donizetti a dirigere l’esecuzione dello “Stabat Mater “a Bologna, l’avvenimento più significativo.

Rossini stesso scrive una raccomandazione per Metternich che porterà Donizetti a Vienna, dove il 19 maggio presenta la “Linda di Chamounix”.

1843: anno di composizione del “Don Pasquale”.
Il libretto di Giovanni Ruffini, sulla base del “Ser Marcantonio” di Anelli, viene rimaneggiato per una buonissima percentuale da Donizetti, tanto che l’autore del testo ritira la firma.
Per parecchio tempo, tale testo è attribuito a Michele Accursio.
La firma “M.A.” sta invece per “Maestro Anonimo”.

Intanto Donizetti si occupa della rappresentazione francese di “Linda di Chamounix” e termina “Maria di Rohan”: sono gli ultimi momenti di creatività, dopodichè la malattia ha il predominio.

5 ottobre 1843: al “Teatro Nuovo”, è tenuta la prima assoluta del lied “Addio, brunetta, son già lontano”.
28 dicembre 1843: esordio della romanza “Malvina, la bella”.
22 febbraio 1844: “prima” della barcarola “Sovra il remo sta curvato”.
4 aprile 1844: esordio della romanza “Se a te d’intorno scherza”.
2 maggio 1844: “prima” della canzonetta “Chi non mi disse un dì”.

Donizetti compone ancora “Dom Sebastien” (che, a Parigi, riscuote grande successo) e la “Caterina Cornaro” che, invece, a Napoli, è fischiata, con gran delusione di Donizetti.

Dopo gli ultimi trionfi del 1845, si verifica una totale caduta fisica del compositore che, ormai pazzo a causa della sifilide, ha lo sguardo spento, un carattere chiuso e diffidente, segnato da manie di persecuzione.
L’infezione, dovuta a tale malattia, costringe Donizetti alla vita vegetativa nel manicomio d’Ivry-sur-Seine, dove viene fatto rinchiudere attraverso l’inganno del nipote, che gli fa credere che il manicomio sia un albergo per un soggiorno momentaneo.
Viene dimesso qualche mese prima di morire, grazie al daffare degli amici che lo riportano a Bergamo, nel palazzo Basoni Scotti, dove decede nel 1848.
La sua tomba si trova nella Basilica di “Santa Maria Maggiore” a Bergamo. 

Morte:

Gaetano Donizetti muore a Bergamo, l’8 aprile 1848.
L’11 aprile, viene effettuata l’autopsia: appura la causa della morte per sifilide meningovascolare, le cui lesioni cerebrali sono, sicuramente, il motivo delle sue forti emicranie.

In un primo tempo, viene sepolto nel Cimitero di Valtesse, nella Bergamo Bassa, tumulato nella cripta della nobile Famiglia Pezzoli.

1875: la salma viene esumata e viene effettuata un’ulteriore autopsia, durante la quale non viene ritrovato il cranio del musicista.
Per cui si inizia la ricerca tra gli otto medici che hanno effettuato il primo esame.
Le indagini portano al ritrovamento della calotta cranica a Nembro, presso un nipote erede del dottor Gerolamo Carchen, presente all’autopsia del 1848: si pensa che abbia presumibilmente sottratto il cranio del musicista durante la disattenzione dei suoi colleghi.
Il reperto viene collocato nella Biblioteca civica Angelo Mai e, in seguito, nel Museo donizettiano.
Idem, 1875: i resti del compositore sono traslati in “Santa Maria Maggiore” e deposti nel “monumento funebre a Gaetano Donizetti”, cenotafio scolpito da Vincenzo Vela nel 1855, accanto a quello del compositore tedesco e maestro di Donizetti, Simon Mayr.
26 luglio 1951: solo in questa data, la calotta cranica è posta nella tomba, in modo da ricomporre l’intera salma del musicista. 

Titoli alla memoria di Donizetti, da Bergamo, città natale: 

. il Teatro Comunale
. il Museo Donizettiano nella “Domus Magna” (Bergamo)
. la Biblioteca musicale “Gaetano Donizetti”
. il Conservatorio denominato Istituto Superiore Studi Musicali “Gaetano Donizetti”
. La “Fondazione Donizetti”: istituzione che promuove l’attività scientifica e artistica per le opere donizettiane
. Il Festival “Donizetti Opera”: manifestazione durante la quale si mettono in scena i titoli donizettiani nei giorni intorno al 29 novembre, giorno della nascita del compositore 

Onorificenze:

Cavaliere dello Speron d’oro – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dello Speron d’oro

 

Composizioni: Melodrammi

Il Pigmalione (1816; 13.10.1960 Teatro Donizetti, Bergamo)
Enrico di Borgogna (14.11.1818 Teatro San Luca, Venezia)
Una follia (17.12.1818 Teatro San Luca, Venezia) (andata perduta)
Il falegname di Livonia, ossia Pietro il grande (26.12.1819 Teatro San Samuele, Venezia)
Le nozze in villa (1819? Teatro Vecchio, Mantova)
Zoraida di Granata (28.1.1822 Teatro Argentina, Roma)
La zingara (12.5.1822 Teatro Nuovo, Napoli)
La lettera anonima (29.6.1822 Teatro del Fondo, Napoli)
Chiara e Serafina, ossia I pirati (26.10.1822 Teatro alla Scala, Milano)
Alfredo il Grande (2.7.1823 Teatro San Carlo, Napoli)
Il fortunato inganno (3.9.1823 Teatro Nuovo, Napoli)
Zoraida di Granata [rev] (7.1.1824 Teatro Argentina, Roma)
L’ajo nell’imbarazzo (4.2.1824 Teatro Valle, Roma)
Emilia di Liverpool (28.7.1824 Teatro Nuovo, Napoli) (anche come L’eremitaggio di Liverpool)
Alahor in Granata (7.1.1826 Teatro Carolino, oggi Teatro Bellini, Palermo)
Don Gregorio [rev di L’ajo nell’imbarazzo] (11.6.1826 Teatro Nuovo, Napoli)
Elvida (6.7.1826 Teatro San Carlo, Napoli)
Gabriella di Vergy (1826; 29.11.1869 Teatro San Carlo, Napoli) (anche come Gabriella)
Olivo e Pasquale (7.1.1827 Teatro Valle, Roma)
Otto mesi in due ore (13.5.1827 Teatro Nuovo, Napoli) (anche come Gli esiliati in Siberia)
Il borgomastro di Saardam (19.8.1827 Teatro del Fondo, Napoli)
Olivo e Pasquale [rev] (1.9.1827 Teatro Nuovo, Napoli)
Le convenienze teatrali (21.11.1827 Teatro Nuovo, Napoli)
L’esule di Roma, ossia Il proscritto (1.1.1828 Teatro San Carlo, Napoli)
Emilia di Liverpool [rev] (8.3.1828 Teatro Nuovo, Napoli)
Alina, regina di Golconda (12.5.1828 Teatro Carlo Felice, Genova)
Gianni di Calais (2.8.1828 Teatro del Fondo, Napoli)
Il paria (12.1.1829 Teatro San Carlo, Napoli)
Il giovedì grasso (26.2.1829? Teatro del Fondo, Napoli) (come Il nuovo Pourceaugnac)
Elisabetta al castello di Kenilworth (6.7.1829 Teatro San Carlo, Napoli)
Alina, regina di Golconda [rev] (10.10.1829 Teatro Valle, Roma)
I pazzi per progetto (6.2.1830 Teatro San Carlo, Napoli)
Il diluvio universale (28.2.1830 Teatro San Carlo, Napoli)
Imelda de’ Lambertazzi (23.8.1830 Teatro San Carlo, Napoli)
Anna Bolena (26.12.1830 Teatro Carcano, Milano)
Le convenienze ed inconvenienze teatrali [rev di Le convenienze teatrali] (20.4.1831 Teatro della Canobbiana, Milano)
Gianni di Parigi (1831; 10.9.1839 Teatro alla Scala Milano)
Francesca di Foix (30.5.1831 Teatro San Carlo, Napoli)
La romanziera e l’uomo nero (18.6.1831 Teatro del Fondo, Napoli) (libretto andato perduto)
Fausta (12.1.1832 Teatro San Carlo, Napoli)
Ugo, Conte di Parigi (13.3.1832 Teatro alla Scala, Milano)
L’elisir d’amore (12.5.1832 Teatro Canobbiana, Milano)
Sancia di Castiglia (4.11.1832 Teatro San Carlo, Napoli)
Il furioso all’isola di San Domingo (2.1.1833 Teatro Valle, Roma)
Otto mesi in due ore [rev] (1833, Livorno)
Parisina d’Este (17.3.1833 Teatro della Pergola, Firenze)
Torquato Tasso (9.9.1833 Teatro Valle, Roma)
Lucrezia Borgia (26.12.1833 Teatro alla Scala, Milano)
Il diluvio universale [rev] (17.1.1834 Teatro Carlo Felice, Genova)
Rosmonda d’Inghilterra (27.2.1834 Teatro della Pergola, Firenze)
Maria Stuarda [rev] (18.10.1834 Teatro San Carlo, Napoli) (come Buondelmonte)
Gemma di Vergy (26.12.1834 Teatro alla Scala, Milano)
Marin Faliero (12.3.1835 Théâtre-Italien, Parigi)
Lucia di Lammermoor (26.9.1835 Teatro San Carlo, Napoli)
Maria Stuarda (30.12.1835 Teatro alla Scala, Milano)
Belisario (4.2.1836 Teatro La Fenice, Venezia)
Il campanello (1.6.1836 Teatro Nuovo, Napoli)
Betly, o La capanna svizzera (21.8.1836 Teatro Nuovo, Napoli)
L’assedio di Calais (19.11.1836 Teatro San Carlo, Napoli)
Pia de’ Tolomei (18.2.1837 Teatro Apollo oggi Teatro stabile del Veneto Carlo Goldoni, Venezia)
Pia de’ Tolomei [rev] (31.7.1837, Sinigaglia)
Betly [rev] ((?) 29.9.1837 Teatro del Fondo, Napoli)
Roberto Devereux (28.10.1837 Teatro San Carlo, Napoli)
Maria de Rudenz (30.1.1838 Teatro La Fenice, Venezia)
Gabriella di Vergy [rev] (1838); agosto 1978 Londra)
Poliuto (1838; 30.11.1848 Teatro San Carlo, Napoli)
Pia de’ Tolomei [rev 2] (30.9.1838 Teatro San Carlo, Napoli)
Lucie de Lammermoor [rev di Lucia di Lammermoor] (6.8.1839 Théâtre de la Renaissance, Parigi)
Le duc d’Albe (1839, incompiuta; 22.3.1882 Teatro Apollo oggi Teatro Tordinona, Roma, come Il duca d’Alba)
L’ange de Nisida (1839; incompiuta; 18.7.2018 Royal Opera House, Londra)
Lucrezia Borgia [rev] (11.1.1840 Teatro alla Scala, Milano)
La Fille du régiment (11.2.1840 Opéra-Comique, Parigi)
Poliuto [rev] (10.4.1840 Théâtre de l’Opéra, Parigi) (come Les martyrs)
Lucrezia Borgia [rev 2] (31.10.1840 Théâtre-Italien, Parigi)
La Favorite [rev di L’ange de Nisida] (2.12.1840 Théâtre de l’Opéra, Parigi)
Adelia (11.2.1841 Teatro Apollo, Roma)
Rita, ou Le mari battu (1841; 7.5.1860 Opéra-Comique, Parigi) (come Deux hommes et une femme)
Maria Padilla (26.12.1841 Teatro alla Scala, Milano)
Linda di Chamounix (19.5.1842 Theater am Kärntnertor, Vienna)
Linda di Chamounix [rev] (17.11.1842 Théâtre-Italien, Parigi)
Don Pasquale (3.1.1843 Théâtre-Italien, Parigi)
Maria di Rohan (5.6.1843 Kärntnertortheater, Vienna)
Dom Sébastien (13.11.1843 Théâtre de l’Opéra, Parigi)
Caterina Cornaro (18.1.1844 Teatro San Carlo, Napoli)
Dom Sébastien [rev] (6.2.1845 Kärntnertortheater, Vienna) 

Onorificenze:

Cavaliere dello Speron d’oro – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dello Speron d’oro 

Discografia:

Opere per oboe e pianoforte tra Ottocento e Novecento, Tactus, 2016 Luciano Franca, oboe, Filippo Pantieri, pianoforte storico (contiene la Sonata per oboe e pianoforte)
Cor Anglais Concertino in G Major, Tactus, 2013 Alessandro Baccini, corno inglese
Andante sostenuto in F minor arr for Oboe and string orchestra, Tactus, 2013 Alessandro Baccini, oboe 

Film su Gaetano Donizetti:

Il cavaliere del sogno, 1947, con Amedeo Nazzari, regia di Camillo Mastrocinque. 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Gaetano Donizetti in un ritratto di Giuseppe Rillosi, 1848:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Gaetano_Donizetti_(portrait_by_Giuseppe_Rillosi).jpg    






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Dall’opera “LUCIA DI LAMMERMOOR”, il soprano JOAN SUTHERLAND e il tenore LUCIANO PAVAROTTI, con la Direzione di RICHARD BONINGE, cantano “VERRANNO A TE, SULL’AURE …”:

 

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