domenica 8 agosto 2010

TANNHÄUSER

TANNHÄUSER E LA TENZONE DEI CANTORI SULLA WARTBURG, opera in 3 atti di RICHARD WAGNER su testo dello stesso compositore.

PRIMA RAPPRESENTAZIONE: Dresda, 19 ottobre 1845 sotto la direzione d’orchestra di WAGNER.



Epoca: XIII secolo.
Luogo: Eisenach e dintorni.


ATTO I:

( Ouverture: http://www.youtube.com/watch?v=3WvYm8yPOw8 ). - Nel regno di Venere, il Venusberg, TANNHÄUSER (tenore), sazio dei piaceri che gli sono stati offerti da VENERE (mezzosoprano), verso cui pur nutre un’amorosa riconoscenza, desidera ritornare a vivere nel mondo degli uomini e a nulla valgono i disperati tentativi di lei per trattenerlo: egli invoca la Vergine e, subito, tutto il mondo di Venere scompare.

Tannhäuser è, ora, nella valle della Wartburg e ascolta un pastorello cantare, proprio mentre un gruppo di pellegrini, in viaggio verso Roma, intona un coro di pentimento e di espiazione (Rivedo alfin … : http://www.youtube.com/watch?v=DMXyztHK3RU ).

Giunge il langravio di Turingia ERMANNO (basso) con la corte dei cantori, fra cui c’è WOLFRAM di ESCHENBACH (baritono), amico di Tannhäuser.
Egli è bene accolto e invitato a restare alla corte dopo la lunga e improvvisa lontananza ma, in un primo tempo, rifiuta riluttante: solo quando apprende che ELISABETTA (soprano), nipote del langravio, è chiusa in una profondissima malinconia dal giorno della sua partenza, Tannhäuser accetta l’invito.

L’atto si chiude con un concertato a cui si unisce il coro.


ATTO II:

In una sala del castello, Elisabetta e Tannhäuser si incontrano prima che abbia inizio la nuova gara fra i poeti trovadorici (Salve d’Amor recinto eletto: ): il langravio presiederà la riunione nella quale, per la prima volta, dalla partenza di Tannhäuser, Elisabetta sarà regina ( http://www.youtube.com/watch?v=dytT5OnXU0A ).
Il langravio annunzia il tema della gara: in un canto, i poeti dovranno esprimere l’essenza dell’amore. Il vincitore potrà chiedere qualsiasi premio, con la certezza ch’esso gli sarà dato.

Wolfram inizia la gara: L’AMORE, egli canta, è una fonte pura a cui bisogna avvicinarsi con animo casto.

Tannhäuser, invece, innalza un inno all’amore sensuale.
Redarguito dal cavaliere BITEROLF (basso), Tannhäuser elogia la dea Venere e le delizie del suo regno.
I cavalieri, mentre le dame fuggono inorridite, si lanciano contro Tannhäuser, ma Elisabetta lo difende facendogli scudo con il suo corpo.
Il langravio impone al temerario di recarsi a Roma al seguito dei pellegrini a implorare il perdono del Papa.
Solo allora Tannhäuser potrà essere riammesso al castello.


ATTO III:

Elisabetta, inginocchiata dinanzi all’immagine della Vergine , prega ardentemente: la fanciulla, infatti, non scorge Tannhäuser nella schiera di pellegrini che sono tornati da Roma.
Si dice pronta a morire purché il suo amato sia salvo.

Mentre si allontana dal castello, Wolfram le chiede di accompagnarla, ma Elisabetta lo ferma con un gesto di diniego.
Il cavaliere comprende che la fanciulla si avvia a morte e, quando ella è sparita, prende la sua cetra e canta alla stella della sera, chiedendole di andare incontro a Elisabetta nel suo cammino verso il Paradiso (O tu, bell’astro incantator, …: http://www.youtube.com/watch?v=9PWBpvL9k9U ).

Intanto, lacero e consunto, giunge Tannhäuser: il Papa gli ha negato il perdono.
Disperato, Tannhäuser invoca Venere, ormai prossimo all’eterna dannazione.
La dea appare, in un vapore di luce rossa.
Wolfram, allora, pronuncia il nome di Elisabetta e Venere scompare, mentre si odono i rintocchi di una campana a morte.
Passa un corteo funebre: nella bara aperta giace Elisabetta e Tannhäuser si getta pentito sul corpo esanime del suo angelo.

Implorando il perdono divino, il poeta spira dolcemente.

I pellegrini, innalzando un coro in gloria di Dio, annunziano la redenzione del peccatore.

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