venerdì 13 dicembre 2013

RICORDANDO RICHARD WAGNER NEL BICENTENARIO DELLA NASCITA

(Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) . PRIMA PUNTATA: -------------- Il padre di Wagner, funzionario di polizia, morì quando il figlio aveva appena pochi mesi e, di lì, a poco, la vedova si risposò con un vecchio amico di famiglia, LUDWIG GEYER, un attore di talento che si dilettava anche di pittura e poesia. (Non ci sono prove a confermare l’ipotesi secondo cui Geyer sarebbe stato il vero padre di Wagner, anche perché pare che COSIMA LISZT WAGNER si sia presa cura di distruggere ogni documento in proposito). Tramite Geyer, la famiglia entrò nel mondo teatrale e i figli maggiori – tre sorelle e un fratello – si dedicarono alle scene. . Bimbo delicato, Richard veniva coccolato e accontentato in ogni cosa dalla madre e dal patrigno, e “bimbo viziato” rimase sino all’ultimo giorno di vita. Non fu un fanciullo prodigio. Quando, dopo la morte del patrigno, venne mandato (all’età di nove anni) in un collegio di Dresda, nessuno s’era ancora accorto del suo genio musicale. A scuola, divorava libri su libri ed era eccezionalmente inclinato allo studio. In particolare, amava il greco, che leggeva in misura assai più vasta di quanto non richiedessero i programmi. Ma anche all’inglese si dedicava con intensità per essere in grado di leggere Shakespeare nell’originale e, a quattordici anni, traduceva in versi tedeschi un brano del “ROMEO E GIULIETTA”. Era appassionato di Poesia germanica, di Storia e di Geografia. Nei confronti dei compagni, fu un alunno cocciuto, testardo, ma la sua eloquenza e il suo spirito mordace lo aiutarono a trarsi più volte da situazioni scabrose (e sembra aver avuto numerose amicizie). Proseguì gli studi a Lipsia dove, in segreto, scrisse un dramma truculento nel quale, nel giro di cinque atti, morivano ben quarantadue personaggi. A scuola, tuttavia, non dimostrava capacità eccezionali e, quando, nella primavera del 1831, entrò all’Università di Lipsia come studente di Musica dedicò maggior tempo alla vita spensierata dello studente che non agli studi. Lo si è descritto come un giovane dissoluto, a quel tempo, ed egli stesso scrisse di sé che era “sfrenato, debole e pigro”. . La sua vita cominciò ad avere uno scopo quando Richard iniziò a prendere lezioni da Weinling, il “Kantor” della Thomasschule, e a studiare intensamente il contrappunto. Primo risultato di tali studi furono alcuni saggi (una sonata, una polacca e una fantasia), nonché una sinfonia eseguita nel 1833 alla Gewandhaus. Nel medesimo anno, si recò a visitare il fratello, cantore e direttore di scena al teatro di Würzburg e, là, ottenne l’incarico di direttore del coro. Sempre a Würzburg, scrisse la prima opera “LE FATE” (su libretto tratto da “LA DONNA SERPENTE” di Carlo Gozzi), una composizione affatto convenzionale e ossequiosa allo stile allora in voga che rivelava ben poco, per non dire nulla, del futuro drammaturgo musicale, e che fu eseguita solo dopo la morte dell’autore. Wagner trascorse ancora alcuni anni come maestro del coro presso i teatri di varie città tedesche. Nel 1835, ultimò la sua seconda opera “IL DIVIETO D’AMARE”, rappresentata a Magdeburgo con discreto successo nel 1836. . In questo periodo, a Magdeburgo, conobbe MINNA PLANNER, un’attrice, il cui carattere simpatico, modesto, alquanto materno lo colpì profondamente, tanto da spingerlo ad assediare la donna con veementi dichiarazioni d’amore. E, ben presto, l’affetto divenne reciproco. In una lettera ad un amico, Wagner così scriveva: “È sorprendente l’influsso che esercito su questa ragazza. Dovresti leggere le sue lettere … Hanno un calore che entrambi sappiamo benissimo non esserle naturale”. . Nel 1836, il Teatro di Magdeburgo andò in fallimento. Wagner restò senza lavoro e si trovò carico di debiti. Minna lo aiutò in tutti i modi a far fronte ai creditori e, poi, partì per Königsberg, dove il direttore di quel teatro promise una sistemazione anche per Richard. Egli la raggiunse di lì a poco e i due si sposarono nell’autunno. Per ottenere il posto, tuttavia, Wagner dovette aspettare sino alla Pasqua dell’anno successivo, il 1837. Nel dirigere le prove del coro per le opere di Meyerbeer, venne a conoscenza delle cifre astronomiche che, a Parigi, esse rendevano al compositore. (Ed egli, invece, doveva vivere alla giornata!). . Fallito anche il teatro di Königsberg, Wagner si trasferì a quello di Riga col medesimo incarico, ma si convinse che Parigi era la città che poteva dargli fama. Si accinse a comporre l’opera “RIENZI”, sicuro che essa avrebbe conquistato Parigi d’un colpo. Terminato il secondo atto, però, non ebbe più la pazienza di aspettare e, chiesto in prestito il denaro che gli occorreva senza preoccuparsi nemmeno di come avrebbe fatto a restituirlo, nel 1839, insieme a Minna, salpò da Riga su un minuscolo veliero. Il viaggio avventuroso, durante il quale la nave li portò lungo le coste della Norvegia, doveva ispirargli – in seguito – “IL VASCELLO FANTASMA” (o “L’OLANDESE VOLANTE”). Finalmente, in condizioni pietose, il veliero giunse a Londra e Wagner, prima di proseguire per Parigi, sostò otto giorni nella capitale britannica. (Il Mondo della Musica)

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