Don Giovanni (titolo originale: “Il dissoluto punito, ossia il Don Giovanni, K 527”) è un’opera in due atti su libretto di Lorenzo da Ponte tratto dai lavori di Tirso de Molina e Giovanni Bertati (“Don Giovanni, ossia Il convitato di pietra”).
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart.
Prima rappresentazione: Teatro degli Stati Generali di Praga 29 ottobre 1787.
Prima rappresentazione in Italia: Teatro Valle di Roma, 11 giugno 1811.
Versioni successive: Burgtheater di Vienna, 7 maggio 1788.
Personaggi:
Don Giovanni (baritono o basso)
Il Commendatore (basso profondo)
Donna Anna (soprano)
Don Ottavio (tenore)
Donna Elvira (soprano)
Leporello (basso-baritono o basso)
Masetto (baritono o basso)
Zerlina (soprano)
Contadine e contadini, servi, suonatori e coro di sotterra (coro)
Trama:
Epoca: indeterminata, fra il XVI e il XVIII secolo.
Atto I
Don Giovanni, mascherato, entra nella casa di Donna Anna allo scopo di conquistarla, lasciando il suo servo Leporello ad attenderlo.
Leporello si lamenta: “Notte e giorno faticar“.
Donna Anna crede che sia Don Ottavio, il suo fidanzato, ma si accorge della sostituzione di persona, per cui riesce ad allontanare l’uomo; che, in giardino, ritrova il suo servo.
Il Commendatore, padre di Donna Anna, è insospettito, dice alla figlia di chiamare aiuto e sfida a duello il nobile Don Giovanni che, quasi subito, uccide l’anziano uomo.
Leporello e il suo padrone sono costretti a dileguarsi al più presto.
Trovando il padre morto, Donna Anna perde i sensi; Don Ottavio le presta aiuto e s’impegna a vendicare, in ogni modo, la morte del Commendatore.
Don Giovanni cerca nuove conquiste e, mentre parla con Leporello, scorge – in lontananza – una fanciulla sola e le si avvicina accorgendosi, poi, che si tratta di Donna Elvira, una sua conoscenza conquistata ed abbandonata pochi giorni prima.
La donna è innamoratissima e lo cerca, per cui Don Giovanni è fortemente imbarazzato e, aiutato dalla distrazione che Leporello provoca alla donna, si allontana mentre Elvira s’infuria.
A questo punto, Leporello ritiene di raccontarle chi sia Don Giovanni, stendendo il catalogo delle sue conquiste: 640 in Italia, 231 in Germania, 100 in Francia, 91 in Turchia e in Spagna 1003.
Donna Elvira è sconvolta dalla rivelazione ma vuole caparbiamente fare pentire Don Giovanni.
Don Giovanni e Leporello vanno a vedere Zerlina e Masetto che si stanno sposando e che vengono festeggiati da alcuni contadini.
Scatta la molla inconscia che “comanda” a Don Giovanni di insidiare e ingannare la giovane sposina.
Leporello sta corteggiando alcune invitate e, su ordine di Don Giovanni, viene allontanato da Masetto e dagli altri paesani.
Masetto è contrariato, però riesce a contenersi.
Don Giovanni, rimasto solo con Zerlina, la esorta a seguirlo cortesemente e le promette di sposarla.
Proprio quando la ragazza è sul punto di cedere all’adescamento di Don Giovanni, arriva improvvisamente Donna Elvira: è arrabbiatissima, per cui la avvisa dei propositi del malintenzionato e la conduce via.
A questo punto, arrivano Donna Anna e Don Ottavio che chiedono aiuto proprio a Don Giovanni per ritrovare l’omicida sconosciuto del Commendatore.
Donna Elvira nuovamente denuncia di non credere a Don Giovanni che la accusa di essere folle.
Dopo il commiato di Don Giovanni e Donna Elvira, Donna Anna esprime a Don Ottavio che ha riconosciuto dalla voce di Don Giovanni il massacratore del padre, per cui gli ricorda l’impegno di vendicarne la morte.
Don Ottavio ritiene giusto consolare Donna Anna, prima di arrestare Don Giovanni che, per sedurre Zerlina, ordina a Leporello di preparare una grande festa di matrimonio.
Zerlina chiede perdono a Masetto.
Giunge Don Giovanni che li invita a ballare con gli altri paesani.
Qui, si ritroveranno Donna Anna, Don Ottavio e Donna Elvira mascherati mentre Don Giovanni ordina a Leporello di invitarli, senza sapere i loro proponimenti.
Durante il ballo dei contadini, Leporello intrattiene Masetto mentre Don Giovanni danza con Zerlina e la conduce in disparte per possederla forzatamente.
Da fuori scena, si sente gridare Zerlina, per cui gli invitati si precipitano per proteggerla.
Don Giovanni tenta di accusare Leporello di volere usare violenza, ma Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, gettano le maschere, lo accusano esplicitamente e, con Masetto, Zerlina e agli altri paesani, cercano di bloccarlo.
Ma Don Giovanni e Leporello sono in grado di darsi alla fuga.
Atto II
Di fronte alla casa di Donna Elvira, la mattina dopo.
Troviamo Don Giovanni e Leporello che parlano piuttosto vivacemente (“Eh, via, Buffone”) e, dopo le accuse ingiuste da parte di Don Giovanni, Leporello vorrebbe allontanarsi da lui che, però, gli offre del denaro per una nuova impresa: lo scambio di abiti fra entrambi, così Leporello, distraendo Elvira, favorirà Don Giovanni che corteggerà la sua cameriera.
Donna Elvira, si affaccia alla finestra (“Ah, taci ingiusto core”), illudendosi che Don Giovanni-Leporello travestito si sia “redento” verso di lei, per cui si allontanano, mentre Don Giovanni canta la serenata alla cameriera.
Arrivano Masetto, contadini e contadine: sono tutti armati per uccidere Don Giovanni.
Protetto dal suo travestimento, Don Giovanni riesce a far allontanare tutti, salvo Masetto (“Metà di voi qua vadano”): lo aveva privato delle armi con un sotterfugio e, rimasto solo con lui, Don Giovanni lo malmena.
Dopodiché, se ne va.
Zerlina, passando di lì, assiste il marito con il quale decide di catturare Don Giovanni e Leporello (infatti, Masetto crede di essere stato picchiato da lui, mentre Zerlina gli canta “Vedrai carino”).
Intanto, Leporello (sempre, col travestimento di Don Giovanni) non sa più come liberarsi di Donna Elvira che vuole fuggire con il nobile senza attirare l’attenzione, mentre Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto, servi, contadini e contadine si muovono per ucciderlo.
Fortunatamente, Leporello riesce a far conoscere la propria identità (“Sola sola in buio loco”) però, Zerlina lo incolpa di aver malmenato Masetto, Donna Elvira di averla aggirata e Don Ottavio e Donna Anna di averli traditi.
Leporello spiega a tutti di non sapere nulla e che non ha colpa di tradimento dal momento che gira da un’ora con Donna Elvira.
Dopodiché, scappa (“Ah, pietà signori miei”).
Don Ottavio è sempre più determinato a consegnare Don Giovanni alla giustizia e parte per fare giustizia (“Il mio tesoro”).
Masetto va alla ricerca di Don Giovanni, Zerlina ritrova Leporello per ucciderlo perché non gli crede e, ingannandola, Leporello fugge nuovamente (“Per queste tue manine”).
La ragazza lo insegue assieme a Donna Elvira, ma Masetto rende noto che Leporello è innocente in quanto ha visto Don Giovanni negli abiti del suo servo.
Zerlina e Masetto partono in cerca di Don Giovanni e Donna Elvira si ritrova con amarezza e rabbia, per l’amore che prova ancora per Don Giovanni e, contemporaneamente, il desiderio di vendetta (“In quali eccessi” e “Mi tradì quell’alma ingrata”).
Intorno alle due di notte.
Don Giovanni, rifugiato nel cimitero, attende Leporello che, una volta arrivato, gli racconta quanto gli è accaduto e che avrebbe fatto meglio a non accettare la sua offerta di soldi.
Don Giovanni ride di gusto ma, all’improvviso, si leva una voce sinistra e intimidatoria: «Di rider finirai pria dell’aurora».
Sbalorditi e sbigottiti, riodono la voce cupa e scura: «Ribaldo, audace, lascia ai morti la pace».
È la statua funebre del Commendatore a parlare e, se Leporello trema, Don Giovanni non è intimorito e la deride.
Ordina a Leporello, terrorizzato, di invitarla a cena (“Oh statua gentilissima”): la statua accetta attraverso un mostruoso “Sì”.
Palazzo del Commendatore: di notte.
Don Ottavio chiede a Donna Anna se è sicura di sposarlo.
Donna Anna lo ama moltissimo ma il dolore per la perdita del padre le permetterà di sposarlo solo quando Don Giovanni sarà fermato (“Non mi dir”).
Don Ottavio e i suoi amici puniranno l’uccisore del Commendatore, ma nessuno è a conoscenza dell’invito di Don Giovanni.
Nel palazzo di Don Giovanni, tutto è pronto per la cena e Don Giovanni si siede a mangiare.
Don Giovanni ascolta brani da opere compresa l’aria di Figaro “Non più andrai farfallone amoroso” da “Le nozze di Figaro” del medesimo Mozart (“Già la mensa è preparata”).
Improvvisamente, appare Donna Elvira che, implorando ancora una volta che Don Giovanni si penta (“Ultima prova dell’amor mio”), viene cacciata, mentre grida terrorizzata.
Su ordine di Don Giovanni, Leporello va a vedere che cosa stia succedendo fuori, ma grida e torna terreo e scosso: alla porta è apparsa la statua del Commendatore che viene accolta sfrontatamente da Don Giovanni.
La statua entra (“Don Giovanni a cenar teco”), mentre Leporello insiste affinché il suo padrone fugga.
A sua volta, “Il convitato di pietra” invita Don Giovanni a cenare da lui: gli porge la mano.
Temerario e imprudente, Don Giovanni accetta e stringe la mano fredda della statua, rifiutando fino all’ultimo di pentirsi.
La furia del Commendatore, genera foschia, fiamme e terremoto e Don Giovanni cerca la fuga dal suo destino, però precipita nelle fiamme dell’inferno.
Gli altri personaggi con servi, contadini e contadine sono pronti ad arrestarlo, ma Leporello riferisce l’orribile scena appena avvenuta.
Don Giovanni è appena stato punito, Donna Anna ha il cuore ancora soffocato, Masetto e Zerlina vanno a cena con i loro amici, Donna Elvira si ritira in convento perché non ha più l’unico uomo che ha amato e Leporello va a cercare un nuovo padrone che sia migliore.
I personaggi che, dopo aver cantato il concertato finale (“Questo è il fin di chi fa mal”), si allontanano in direzioni diverse, dopodiché il sipario si chiude.
Versione cinematografica:
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Don Giovanni (film 1979).
Oltre che in numerose versioni da teatro, è possibile vedere “Don Giovanni” di Mozart nella versione cinematografica prodotta dal regista Joseph Losey e diretta dal Maestro Lorin Maazel.
Un interessante riferimento all’opera viene fatto nel racconto breve di E.T.A. Hoffmann “Don Juan”, dedicato al suo compositore prediletto, poi adattato in un film di Ricard Carbonell nel suo cortometraggio “Don Giovanni” (2006).
L’ultimo libero adattamento del mito, nel quale viene ricreato l’ambiente di Mozart, è il film “Io, Don Giovanni” di Carlos Saura.
Brani celebri:
Ouverture
Notte e giorno faticar – Leporello in Atto I, Scena I
Madamina, il catalogo è questo – Leporello in Atto I, Scena V
Là ci darem la mano – Don Giovanni e Zerlina in Atto I, Scena IX
Ah, fuggi il traditor – Donna Elvira in Atto I, Scena X
Don Ottavio … Or sai chi l’Onore – Donna Anna nel Atto I, Scena XIII
Dalla sua pace – Don Ottavio nel Atto I, Scena XIV
Fin ch’han dal vino – Don Giovanni in Atto I, Scena XV
Batti, batti, o bel Masetto – Zerlina in Atto I, Scena XVI
Deh, Vieni alla finestra – Don Giovanni in Atto II, Scena III
Vedrai, carino – Zerlina in Atto II, Scena VI
Il mio tesoro – Don Ottavio nel Atto II, Scena X
In quali eccessi … Mi tradì quell’alma ingrata – Donna Elvira in Atto II, Scena XI
Crudele? Troppo mi spiace … Non mi dir – Donna Anna nel Atto II, Scena XIII
Don Giovanni, a cenar teco m’invitasti – Don Giovanni, Leporello e Commendatore nell’Atto II, scena XVII
Incisioni discografiche (selezione):
John Brownlee, Salvatore Baccaloni, Ina Souez, Kolomon von Pataky, Luise Helletsgruber, Audrey Mildmay, Roy Henderson, David Franklin Fritz Busch EMI
Tito Gobbi, Erich Kunz, Ljuba Welitsch, Anton Dermota, Elisabeth Schwarzkopf, Irgmard Seefried, Alfred Poell, Josef Greindl Wilhelm Furtwängler EMI
Giuseppe Valdengo, Sesto Bruscantini, Birgit Nilsson, Anton Dermota, Sena Jurinac, Alda Noni, Walter Berry, Gottlob Frick Karl Böhm Golden Melodram
Cesare Siepi, Fernando Corena, Elisabeth Grümmer, Léopold Simoneau, Lisa Della Casa, Rita Streich, Walter Berry, Gottlob Frick Dimitri Mitropoulos Sony Classical
Cesare Siepi, Fernando Corena, Suzanne Danco, Anton Dermota, Lisa Della Casa, Hilde Güden, Walter Berry, Kurt Böhme Josef Krips Decca
Eberhard Wächter, Giuseppe Taddei, Joan Sutherland, Luigi Alva, Elisabeth Schwarzkopf, Graziella Sciutti, Piero Cappuccilli, Gottlob Frick Carlo Maria Giulini EMI
Cesare Siepi, Geraint Evans, Leyla Gencer, Richard Lewis, Sena Jurinac, Mirella Freni, Robert Savoie, David Ward Georg Solti Living Stage
Nicolaj Ghiaurov, Walter Berry, Claire Watson, Nicolai Gedda, Christa Ludwig, Mirella Freni, Paolo Montarsolo, Franz Crass Otto Klemperer EMI
Dietrich Fischer-Dieskau, Ezio Flagello, Birgit Nilsson, Peter Schreier, Martina Arroyo, Reri Grist, Alfredo Mariotti, Martti Talvela Karl Böhm Deutsche Grammophon
Gabriel Bacquier, Donald Gramm, Joan Sutherland, Werner Krenn, Pilar Lorengar, Marilyn Horne, Leonardo Monreale, Clifford Grant Richard Bonynge Decca
Nicolai Ghiaurov, Sesto Bruscantini, Gundula Janowitz, Alfredo Kraus, Sena Jurinac, Olivera Miljakovic, Walter Monachesi, Dimiter Pektov Carlo Maria Giulini Arkadia
Ingvar Wixell, Wladimiro Ganzarolli, Martina Arroyo, Stuart Burrows, Kiri Te Kanawa, Mirella Freni, Richard Van Allan, Luigi Roni Colin Davis Philips
Bernd Weikl, Gabriel Bacquier, Margaret Price, Stuart Burrows, Sylvia Sass, Lucia Popp, Alfred Šramek, Kurt Moll Georg Solti Decca
Samuel Ramey, Ferruccio Furlanetto, Anna Tomowa-Sintow, Gösta Winbergh, Agnes Baltsa, Kathleen Battle, Alexander Malta, Paata Burchuladze Herbert von Karajan Deutsche Grammophon
Thomas Hampson, László Polgár, Edita Gruberová, Hans Peter Blochwitz, Roberta Alexander, Barbara Bonney, Anton Scharinger, Robert Holl Nikolaus Harnoncourt Teldec
Håkan Hagegård, Gilles Cachemaille, Arleen Augér, Della Jones, Nico van der Meel, Barbara Bonney, Bryn Terfel, Kristin Sigmundsson Arnold Östman L’Oiseau-Lyre
William Shimell, Samuel Ramey, Cheryl Studer, Frank Lopardo, Carol Vaness, Suzanne Mentzer, Natale De Carolis, Jan-Hendrik Rootering Riccardo Muti Emi
Thomas Allen, Simone Alaimo, Sharon Sweet, Francisco Araiza, Karita Mattila, Marie McLaughlin, Claudio Otelli, Robert Lloyd Neville Marriner Philips
Ferruccio Furlanetto, John Tomlinson, Lella Cuberli, Uwe Heilmann, Waltraud Meier, Joan Rodgers, Michele Pertusi, Matti Salminen Daniel Barenboim Erato
Bo Skovhus, Alessandro Corbelli, Christine Brewer, Jerry Hadley, Felicity Lott, Nuccia Focile, Umberto Chiummo, Umberto Chiummo Charles Mackerras Teldec
Bryn Terfel, Michele Pertusi, Renée Fleming, Herbert Lippert, Ann Murray, Monica Groop, Roberto Scaltriti, Mario Luperi Georg Solti Decca
Simon Keenlyside, Bryn Terfel, Carmela Remigio, Uwe Heilmann, Soile Isokoski, Patrizia Pace, Ildebrando D’Arcangelo, Matti Salminen Claudio Abbado Deutsche Grammophon
Peter Mattei, Gilles Cachemaille, Carmela Remigio, Mark Padmore, Véronique Gens, Lisa Larsson, Till Fechner, Gudjon Oskarsson Daniel Harding Virgin Classics
Johannes Weisser, Lorenzo Regazzo, Olga Pasichnyk, Kenneth Tarver, Aleksandrina Pendačanska, Sunhae Im, Nikolaj Borchev, Alessandro Guerzoni René Jacobs Harmonia Mundi
Ildebrando D’Arcangelo, Luca Pisaroni, Diana Damrau, Rolando Villazón, Joyce Didonato, Mojca Erdmann, Konstantin Wolff, Vitalij Kowaljow Yannick Nézet-Séguin Deutsche Grammophon
Dimitris Tiliakos, Vito Priante, Myrtò Papatanasiou, Kenneth Tarver, Karina Gauvin, Christina Gansch, Guido Loconsolo, Mika Kares Teodor Currentzis Sony Classical
DVD (selezione)
Ruggero Raimondi, José van Dam, Edda Moser, Kenneth Riegel, Kiri Te Kanawa, Teresa Berganza, Malcolm King, John Macurdy Lorin Maazel Joseph Losey CBS
Samuel Ramey, Ferruccio Furlanetto, Anna Tomowa-Sintow, Gösta Winbergh, Julia Varady, Kathleen Battle, Alexander Malta, Paata Burchuladze Herbert von Karajan Michael Hampe Sony Classical
Thomas Allen, Claudio Desderi, Edita Gruberová, Francisco Araiza, Ann Murray, Suzanne Mentzer, Natale De Carolis, Sergej Koptchak Riccardo Muti Giorgio Strehler Opus Arte
Carlos Álvarez, Ildebrando D’Arcangelo, Adrianne Pieczonka, Michael Schade, Anna Caterina Antonacci, Angelika Kirchschlager, Lorenzo Regazzo, Franz-Josef Selig Riccardo Muti Roberto De Simone TDK
Bryn Terfel, Ferruccio Furlanetto, Renée Fleming, Paul Groves, Solveig Kringelborn, Hei-Kyung Hong, John Relyea, Sergej Koptchak James Levine Franco Zeffirelli Deutsche Grammophon
Rodney Gilfry, László Polgár, Isabel Rey, Roberto Saccà, Cecilia Bartoli, Liliana Nikiteanu, Oliver Widmer, Matti Salminen Nikolaus Harnoncourt Jürgen Flimm Arthaus
Thomas Hampson, Ildebrando D’Arcangelo, Christine Schäfer, Piotr Beczała, Melanie Diener, Isabel Bayrakdarian, Luca Pisaroni, Robert Lloyd Daniel Harding Martin Kusej Decca
Simon Keenlyside, Anton Scharinger, Eva Mei, Piotr Beczala, Malin Hartelius, Martina Jankova, Reinhard Mayr, Alfred Muff Franz Welser-Most Sven-Erich Bechtoff EMI Classics
Ildebrando D’Arcangelo, Andrea Concetti, Myrtò Papatanasiou, Marlin Miller, Carmela Remigio, Manuela Bisceglie, William Corrò, Enrico Giuseppe Iori Riccardo Frizza Pier Luigi Pizzi Unitel Classica
Peter Mattei, Bryn Terfel, Anna Netrebko, Giuseppe Filianoti, Barbara Frittoli, Anna Prohaska, Štefan Kocán, Kwangchul Youn Daniel Barenboim Robert Carsen Deutsche Grammophon
LE RIFLESSIONI di Lauretta:
E’ UN’OPERA FORTEMENTE PSICOLOGICA e ALL’AVANGUARDIA, ESSENDO RAPPRESENTATA NEL 1787.
Commissionata dall’imperatore Giuseppe II, è la seconda delle tre opere buffe che Mozart scrive su libretto di Da Ponte, librettista che attinge ad alcune fonti dell’epoca ed è considerata uno dei capolavori di Mozart, della Musica e della Cultura dell’Occidente.
Consta di due atti ed è classificata come dramma giocoso, ma chiamata da Mozart “opera buffa” e con pezzi seri riferiti a Donna Anna e a Don Ottavio.
E’ importante citare le due versioni di:
< Il Teatro degli Stati di Praga
. L’opera, in scena per la prima volta a Praga il 29 ottobre 1787, ha un esito felice, per cui Mozart è entusiasta: “L’opera è andata in scena con il successo più clamoroso possibile”.
. La sera del 3 novembre, la quarta recita, devolve l’incasso «a beneficio del compositore» e molti insistono perché Mozart si fermi a Praga affinché gli si possa commissionare una nuova opera.
L’impresario Guardasoni scrive a Da Ponte: “Evviva Da Ponte! Evviva Mozart! Tutti gli impresari, tutti i virtuosi devono benedirli! Finché essi vivranno, non si saprà mai cosa sia la miseria teatrale”.
. Nel maggio successivo l’opera viene rappresentata a Vienna, al Burgtheater, per il cui pubblico conservatore Mozart opera tagli e modifiche in modo che l’opera termini dopo la caduta di Don Giovanni all’inferno.
< Burgtheater di Vienna
. Non è cosa certa ma – sembra – Mozart, sceglie, probabilmente, di concludere l’opera nella tonalità di inizio dell’ouverture.
La disputa tra i sostenitori della partitura praghese e quelli della partitura viennese nasce quasi immediatamente e, anche in tempi moderni, ritroviamo le scelte di entrambe le partiture, disputa risolta dai membri della Neue Mozart-Ausgabe e, comunque, la versione più spesso usata dai direttori d’orchestra è la praghese.
< Rappresentazioni a Praga e a Vienna
. A Praga, 29 ottobre, 1787 (Direttore: Wolfgang Amadeus Mozart)
. A Vienna, 7 maggio 1788 (Direttore: Wolfgang Amadeus Mozart)
Don Giovanni (basso/baritono) Luigi Bassi, Francesco Albertarelli
Il Commendatore (basso profondo) Giuseppe Lolli, Francesco Bussani
Donna Anna (soprano) Teresa Saporiti, Aloysia Weber Lange
Don Ottavio (tenore) Antonio Baglioni, Francesco Morella
Donna Elvira (soprano/mezzosoprano) Catarina Micelli, Katherina Cavalieri
Leporello (basso/basso-baritono) Felice Ponziani, Francesco Benucci
Masetto (basso/baritono) Giuseppe Lolli, Francesco Bussani
Zerlina (soprano/mezzosoprano) Caterina Bondini Saporiti, Luisa Laschi Mombelli
Coro: Contadini, contadine, servi, musicisti, coro di Demoni.
Katherina Cavalieri (Donna Elvira) è stata la prima Konstanze in “Il ratto dal serraglio”, Francesco Benucci (Leporello) il primo Figaro in “Le nozze di Figaro”, e Aloysia Weber-Lange, la cognata di Mozart, ha cantato spesso nelle sue opere liriche.
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Don Giovanni:
Approfondendo la personalità complessa del “superuomo” Don Giovanni, si denota la molteplicità di aspetti di una mente che ha sempre interessato studiosi della Psicologia e della Critica, oltre ad avere ispirato scrittori e musicisti, in particolare Mozart-Da Ponte che hanno creato una cosa singolare, meravigliosa e – soprattutto – impareggiabile.
Non sembra la tipica persona affetta da “disturbo paranoide di personalità”, secondo il quale la persona tende, senza alcuna motivazione concreta, a interpretare le parole e le azioni degli altri come minacciose e consapevoli, umilianti o malevole: infatti, spesso, la persona paranoide è polemica e particolarmente suscettibile alle critiche alle quali risponde soprattutto con rabbia.
Invece, Don Giovanni è una tipica anima delle persone psicopatiche ed è un personaggio affascinante che “vuole competere” con le tradizioni sociali e i principi morali fondamentali; è un personaggio per il quale ciò che conta è vivere senza pensare al futuro e agisce senza pensare che le sue azioni non avranno contraccolpi: infatti, è bugiardo, è un traditore, opportunista che si serve delle persone, è anaffettivo perché non ha rispetto per i sentimenti altrui.
Ma, nonostante tutto questo, non si prova odio o antipatia, per lui (risulta chiaro che si tratta di un’opera con molte sfumature ed equivoci): il suo comportamento negativo (parlantina, falsità, tradimenti, opportunismo, truffe, mancanza di empatia e di responsabilità) è dettato dall’inconsapevolezza propria di uno psicopatico “lucido”.
Lo psicopatico NON è capace di amare e la sua emotività è alquanto povera.
Può essere concitato, può avere entusiasmo, pianto, ira esagerata, può iniziare argomenti non meditati sui suoi guai: osservandolo con attenzione ci si rende conto che non si tratta di sentimento, ma di scioltezza di parola.
Spiegando meglio, il Disturbo Psicopatico (o psicopatia) consta di comportamenti antisociali durevoli che iniziano nell’infanzia; disturbo che si mostra a mezzo di una serie di fattori interpersonali, affettivi e comportamentali:
Loquacità/fascino superficiale: lo psicopatico, conversatore piacevole, è abile a raccontare storie poco credibili ma convincenti, per farsi elogiare.
Senso grandioso del Sé: possiede un’opinione elevata del proprio valore.
Bisogno di stimoli/propensione alla noia: lo psicopatico si annoia velocemente, per cui cerca di reagire con il comportamento o emotivamente assumendo condotte rischiose.
Menzogna patologica: ha una considerevole immediatezza e disinvoltura nel mentire.
Manipolatorietà: SA truffare, ingannare o manipolare gli altri, per raggiungere uno scopo personale vantaggioso.
Assenza di rimorso/senso di colpa: il disturbo psicopatico si può manifestare con mancanza di ansia ed angoscia per gli esiti negativi del proprio operato.
Affettività superficiale: spesso, le emozioni sono finte ed istrioniche, superficiali, passeggere, frettolose.
Deficit del controllo comportamentale: la persona psicopatica può diventare irritabile o collerica e, da frustrata, avere maniere aggressive verbali o violente.
Impulsività: questo disturbo può provocare mancanza di riflessione, programmazione e intenzionaltà.
Don Giovanni: iperattivo psicologicamente e fisicamente, “fugge” sempre: in effetti, “ha sempre molta fretta”, come se non avesse tempo a disposizione, per cui non si ferma troppo nello stesso luogo o con le stesse persone e non racconta di sé a differenza di come fanno gli altri personaggi.
Inoltre, psicologicamente, adotta sempre una maschera diversa a seconda del proprio interlocutore con cui, al momento del rapporto iniziale, si rende conto immediatamente di cosa l’interlocutore stesso si aspetta da lui, per cui si regola di conseguenza e per cui gli viene accordato immediato affidamento unito ad una certa dose di innalzamento, elevazione: cose che lo collocano al di sopra di ogni sfiducia e paura.
Don Giovanni adotta questo tipo di tattica: ad esempio, a nessuno viene il dubbio che lui abbia ucciso il Commendatore e, infatti, è Donna Anna che riconosce la voce, per cui le prime reazioni di Don Ottavio sono la sorpresa e il rifiuto mentale (la cosa gli sembra incredibile) fino alla metà del secondo atto, quando si convincerà.
Per quanto riguarda Zerlina: nonostante Donna Elvira l’abbia avvertita, concede la sua fiducia e non si rende conto fino al momento che Don Giovanni cerca di stuprarla.
Don Giovanni è arrogante e, fin dall’inizio dell’opera, psicologicamente, “si nasconde sotto mentite spoglie” per il proprio fine: “amicizia” con Donna Anna e Don Ottavio, il continuo scambio d’identità con il suo servo Leporello (segnale emotivo che rappresenta lo scaricare sugli altri i propri torti, segnale che rivela la particolarità del suo rapporto con lui con cui è sempre stato sincero).
La sua “maschera” è il modo che gli permette di controllare gli altri per poter avere “il potere” su di loro: questo, per sapere come reagire ad un’eventuale “minaccia” che rappresentano (forse, il rifiuto, l’abbandono che avrebbe subìto fin da piccolo).
La maschera di don Giovanni è “la parola”, ossia la sua arma verso gli altri e la sua difesa dagli altri.
Principalmente, Don Giovanni conquista, seduce e si difende attraverso il suo comportamento verbale: il suo parlare intrigante gli permette di essere maestro nella conquista, per ferire, per fingere e, soprattutto, per eclissarsi.
Sfida le potenze celesti e la morale comune per cui, fino all’ultimo, rifiuta di pentirsi, di fronte alla statua del Commendatore (ossia “il giustiziere divino”) e alla inviolabilità della sua morte, evidenziando la sua caparbietà con la sua immaturità e i demoni dell’Inferno dove precipita sono quelli della sua mente.
A questo punto, risulta evidente che Don Giovanni è affetto anche da “cattiveria” il cui fattore D (“dark” = Fattore Oscuro della Personalità) rende noto che “La cattiveria può essere una forma di comportamento o azione crudele o meschina volta a provocare, in modo volontario o involontario, danno o dolore, al prossimo. Comporta la manifestazione più o meno aperta o subdola di ostilità”.
Gli aspetti psicologici che caratterizzano il Fattore D sono:
. Egoismo.
La prima caratteristica del fattore D è l’egoismo.
La persona egoista è una persona eccessivamente determinata verso i propri interessi (anche a danno degli altri).
. Machiavellismo.
Termine derivante dal famoso autore dell’opera “Il principe”, è tipico delle persone manipolatrici, dalla mentalità strategica e spregiudicata; persone determinate che antepongono sempre i propri interessi.
. Assenza di etica e di senso morale.
. Narcisismo.
Allo stesso modo di Narciso, innamorato della sua immagine rispecchiata, il narcisista è determinato verso sé stesso, tanto da non vedere gli altri.
La propria ammirazione eccessiva è completamente rivolta sul proprio benessere.
. Superiorità psicologica.
Un’altra caratteristica interessante è quella della superiorità psicologica, secondo la quale la persona cattiva è convinta di essere migliore, di meritare trattamenti speciali diversi da quelli riservati agli altri.
La persona giustifica i propri atti sulla base di questa profonda e radicata convinzione.
. Psicopatia.
Caratteristica che presenta un deficit nell’affettività, scarsa empatia, poca sensibilità, tendenza a mentire, impulsività.
. Sadismo.
Tendenza a imporre dolore agli altri esseri viventi attraverso aggressioni di vario genere, da quella psicologica a quella sessuale, traendo piacere da questo comportamento.
Tali azioni generano nella persona sadica una sensazione di piacere e di dominio, persona che non si pone troppi problemi nel causare dolore agli altri.
. Interessi sociali e materiali.
La persona è costantemente alla ricerca di un tornaconto economico e morale (riconoscimento sociale, successo, acquisizione di beni materiali e ricchezze),
. Malevolenza (Perfidia).
Propensione al male e tendenza all’ostilità in atti di diverso tipo (aggressioni fisiche, abusi, furti, umiliazioni, ecc. …).
Le ricerche hanno messo in evidenza che coloro che riportano elevati punteggi in tali caratteristiche hanno anche un alto valore del Fattore D.
Don Giovanni: sicuramente, ha avuto un cattivo rapporto con la madre o con chi doveva occuparsi di lui, fin da piccolo (zia, nonna, tata), per cui è stato trascurato nell’affetto e nell’attenzione da PERSONE NON IN GRADO DI RASSICURARE, PROTEGGERE.
Don Giovanni è un narcisista maligno manipolatore perverso che nutre un rapporto di amore-odio nei confronti della madre, per cui ODIA LA DONNA, IN GENERE, e LA VUOLE “ABBATTERE” COLPENDO COMPULSIVAMENTE LA SUA PERSONALITA’ ATTRAVERSO LE DONNE CHE CONOSCE.
Certamente, la sua autostima è bassa e si sente sicuro solamente se è convinto di esercitare pienamente il suo potere seduttivo sulle donne.
Infatti, il suo piacere non è costituito dall’oggetto (ossia, l’ennesima donna che ha conquistato), ma il godimento-compensazione del “successo” ottenuto a seguito della seduzione, godimento-compensazione contro la sua depressione di una certa imponenza.
Per cui, NON è in grado di amare tutte le donne che conquista, (per la sua necessità continua di seduzione, è improbabile che rimanga fedele ad una sola partner, a prescindere dal rango delle “sue vittime”); nelle quali donne – inconsciamente – “vuole” abbattere la personalità della madre: le avvicina e le lascia dopo pochissimo = infatti, nel famoso catalogo steso da Leporello (il suo servo), viene espresso “Ma in Ispagna son già 1003” (ossia, le donne spagnole conquistate dalla sua personalità narcisistica e “buttate via” senza soddisfarle troppo).
NON si rende conto che TEME DI RIMANERE SOLO: cosa che si rende concreta da parte di chi “LO ABBANDONA”.
Infatti, le sue relazioni sono brevi, superficiali, senza una vera partecipazione affettiva per cui la sua personalità lo porta alla conquista angosciante.
Tutte le sue “prede” hanno il “dovere” di “sfamare” momentaneamente il bisogno infinito di ammirazione narcisistica, bisogno frustrato quando era piccolo.
Don Giovanni NON si rende conto di TEMERE INCONSCIAMENTE la sua QUASI CERTA OMOSESSUALITA’ INTERIORE proprio a causa del suo narcisismo maligno di manipolatore perverso (sotto l’aspetto psicologico).
Il Complesso di Don Giovanni corrisponde al femminile Complesso di Messalina (vedere “Carmen”) ma, al contrario, Don Giovanni termina l’atto, senza lasciarlo in sospeso.
Lorenzo da Ponte è il librettista che HA SAPUTO ESPRIMERE il testo per l’opera di Mozart.
Mozart HA SAPUTO ESPRIMERE attraverso la Musica.
Tirso de Molina e Giovanni Bertati hanno steso la GRANDE BASE su cui poggiare l’ESPRESSIONE DI QUESTO CAPOLAVORO PSICO-MUSICALE.
Dal mio scritto su Mozart:
L’opera “Don Giovanni” è considerata da tutti uno dei massimi capolavori di tutti i tempi, non solo dell’arte musicale, ma anche psicologicamente, essendo caratteristica con le incredibili comicità e tragedia.
Opera in cui il protagonista, Don Giovanni, all’inizio personalità negativa, nell’ultima parte, si eleva assurdamente ad una “dignità eroica” in cui il suo ostinato e coraggioso rifiuto di pentirsi (pur avvicinandosi la dannazione eterna minacciatagli dalla statua soprannaturale semovente del commendatore) rappresenterebbe il simbolo di rivolta laica e illuministica contro il soprannaturale.
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Gli altri personaggi dell’opera:
La distinzione psicologica evidenzia la mentalità di un personaggio e racchiude in sé il suo stato emotivo, il suo ragionare, i motivi delle sue azioni, la sua condotta, …
Mozart e Da Ponte riescono ad addentrarsi in tutto questo e a rendere esplicita la personalità di Don Giovanni, personaggio nobile degenerato, “abbassandolo” di ceto per investirlo della funzione del basso buffo settecentesco, nonostante un bell’aspetto fisico, un certo ambiente sociale e un certo livello culturale.
“Don Giovanni”, opera seria-buffa/tragedia-commedia, con la statua del Commendatore-deus ex machina dalla predisposizione quasi “soprannaturale” che diffonde correttezza, viene definita da Da Ponte come “dramma giocoso con il conseguente proseguimento del titolo, ovvero “Il dissoluto punito”.
Infatti:
Ricoprono parti serie: Don Ottavio, Donna Anna e il Commendatore.
Ricopre la parte di “mezzo carattere”: Donna Elvira.
Ricoprono le parti comiche: Leporello, Zerlina e Masetto.
Leporello:
Leporello (basso ai limiti del buffo) è un personaggio che, quasi sempre, si trova tra lo scherno, l’arroganza, la mancanza di rispetto verso il padrone Don Giovanni al quale, ad ogni modo, deve stare sottomesso per guadagnarsi da vivere.
E’ il primo personaggio che compare sulla scena e canta un’aria da basso comico, un’aria un po’ sillabata, attraverso la quale rivela sé stesso: è stato lasciato fuori da Don Giovanni che “sta seducendo”.
Rende subito noto che nutre dei sentimenti discordanti verso Don Giovanni: lo odia e, contemporaneamente, lo ammira.
L’ammirazione prevale tanto da provocargli l’accettazione più o meno cosciente di tante incoerenze che gli vengono obbligate.
Inoltre, il rapporto tra Don Giovanni e Leporello è strettissimo: Don Giovanni, si confida con lui da amico e gli permette grosse libertà; Leporello si lamenta, si irrita parecchio e protesta per lo sfruttamento che riceve, ma non cambia padrone perché intuisce che Don Giovanni possa essere affetto da disagi psichici e non può stare senza di lui su cui appoggiarsi per non crollare.
Donna Anna, Don Giovanni, Don Ottavio:
Dopo il termine dell’aria di Leporello, appaiono Don Giovanni e Donna Anna (è la prima donna ad apparire in scena) donna che, da subito, risulta una personalità passionale e risoluta, sue doti che vengono dimostrate dal suo inseguimento dell’uomo che voleva approfittare di lei, uomo che non conosce: infatti, Don Giovanni è appena apparso e già si nasconde; coprendosi il volto, le dice “Chi son io tu non saprai”.
Sempre, nel primo atto, figura lo splendido duetto Donna Anna-Don Ottavio “Fuggi, crudele, fuggi”, che viene confrontato con altri duetti-gioiello dell’opera seria come – ad esempio – il duetto Cesare-Cleopatra, mentre, da “Don Giovanni”, sono da segnalare “Non mi dir, bell’idol mio” e “Mi tradì quell’alma ingrata”, dove Mozart usa la coloratura in senso profondamente drammatico.
Don Giovanni fugge passando sul corpo morto del Commendatore, la cui figlia, Donna Anna, afflitta e irata a causa del non avere più una figura paterna che la protegga, è costretta a sposare Don Ottavio, per cui fa giurare al fidanzato di vendicarla.
Don Ottavio promette a Donna Anna «Un ricorso vo’ far a chi si deve, e in pochi istanti vendicarvi prometto».
Secondo alcuni critici, la serietà di Don Ottavio lo rappresenta come il “fidanzato modello”, ama Donna Anna sinceramente e non la forza a sposarlo, ma si spazientisce al termine dell’opera dove Donna Anna lo rassicura attraverso il rondò “Non mi dir bell’idol mio”.
Donna Elvira e Zerlina:
Dopo Donna Anna e Don Ottavio, Don Giovanni e Leporello incontrano, inaspettatamente, Donna Elvira.
Di Burgos, Donna Elvira – dopo soli tre giorni di matrimonio con Don Giovanni – viene abbandonata e, ora, lo rincorre.
Testardamente, vuole fare capire a Don Giovanni quanto sia sbagliato il suo comportamento, ma NON SA che una personalità NON può cambiare e può migliorare solo con l’aiuto della Psicologia (a quel tempo, scienza non ancora scoperta).
Però, è un personaggio di grandissima importanza perché possiede energia e vitalità psicologiche, ideologiche, quasi simili a quelle di don Giovanni e Leporello.
E’ innamorata di Don Giovanni e prova “pietà”, nonostante sia infuriata con lui, lo insulti e lo minacci di morte: la stessa “pietà” che la porta a calarsi nell’ “armatura di difesa” del marito che si comporta scelleratamente e indifferentemente.
Tutto ciò è avvertito istintivamente da Leporello, ma Donna Elvira SA tutto questo e la cosa impaurisce e turba Don Giovanni che la schiva per questo motivo (Don Giovanni HA PAURA della moglie).
Leporello spiega a Donna Elvira – attraverso la celebre “Aria del catalogo” – come il nobile abbia incontrato molte donne.
Leporello, assieme a Don Giovanni, arriva ad una festa di matrimonio di contadini.
Zerlina, la sposa, attira subito l’attenzione di Don Giovanni.
Donna Elvira provoca l’insuccesso di Don Giovanni che (attraverso la voce) viene riconosciuto da donna Anna, la quale si accorda con Elvira e Ottavio per sorprenderlo sul fatto; non conoscendo il complotto, Don Giovanni, ritenta per mezzo di un’altra festa comprendente anche Zerlina.
Qui, Don Giovanni canta l’ “Aria dello champagne” per mezzo della quale viene evidenziata e ripetuta in modo quasi ossessivo (come se questo fosse il suo unico scopo di vita): “Ah, la mia lista, doman mattina, d’una decina devi aumentar, devi aumentar, devi aumentar…”
Alla festa, quando Don Giovanni circuisce Zerlina, intervengono Donna Anna, Don Ottavio e Donna Elvira che lo sbugiardano; Don Giovanni tenta invano di incolpare Leporello che si sente compromesso e danneggiato, però la sua ammirazione verso il padrone resta stabile.
Zerlina-Masetto:
Zerlina e Masetto appartengono alle figure contadine, figure che trasmettono al pubblico valori onesti e corretti.
Zerlina cede due volte all’adulazione tentatrice di Don Giovanni, ma sa anche essere furba.
Infatti, si finge ingenua per avere ciò che vuole: prima don Giovanni, poi Masetto quando è convinta che Don Giovanni sia diventato irraggiungibile; poi, nuovamente Don Giovanni quando si ripresenta.
Ad un certo punto, si toglie la mascherina della contadinella ingenua, per cui sarà presso Masetto, uomo con la personalità ferma e decisa, ma uomo ingenuo, geloso e collerico, possessivo verso Zerlina che si sente “soffocata” e per cui si sente attratta da Don Giovanni, conseguenzialmente.
Masetto, comunque, è disposto anche a fare a botte con Don Giovanni/Leporello travestito, visto e considerato che capisce subito che è un impostore che si avvale della propria classe sociale, e per cui non gli si sente inferiore; anzi, moralmente, si ritiene migliore di lui.
Il Commendatore:
Nel primo atto – dopo Leporello, Don Giovanni, e Donna Anna – arriva il Commendatore, ossia il padre di Donna Anna: è un personaggio incisivo perché, quando compare, si verificano svolte decisive degli avvenimenti.
L’uccisione del Commendatore segna l’inizio del poco tempo rimasto a Don Giovanni per vivere, l’inizio dell’inseguimento da parte di Donna Anna e Don Ottavio, l’inizio della corsa contro il tempo di Leporello e Donna Elvira per salvarlo dall’autodistruzione inconscia.
Contrariamente a Don Giovanni, il Commendatore è un padre di famiglia (Don Giovanni non lo è e non sarebbe mai stato capace di esserlo), rappresenta l’ordine sociale e, forse, “il potere divino” che Don Giovanni combatte.
Nel finale dell’opera, il Commendatore offre a Don Giovanni l’estrema possibilità di salvezza che il nobile rifiuta altezzosamente: il pentimento.
Don Giovanni RIFIUTA IL PENTIMENTO PER SETTE VOLTE, per cui la statua del Commendatore sottolinea: “Ah, tempo più non v’è”.
Nel pavimento, si apre una profonda apertura infuocata e forze orrende e spaventose afferrano Don Giovanni che urla mentre lo trascinano all’Inferno.
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Nell’ultima scena, tutti i personaggi commentano: “Questo è il fin di chi fa mal, e dei perfidi la morte alla vita è sempre ugual”: sembra una purificazione emotiva.
Certamente, non si tratta di un’opera buffa: comincia con un’uccisione e termina con la morte del protagonista che, vista la mal parata, “ritiene preferibile” morire LIBERO con l’aureola del martire.
Battuto al computer da Lauretta
OUVERTURE:
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Il basso FERRUCCIO FURLANETTO canta “NOTTE E GIORNO FATICAR”:
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Il basso FERRUCCIO FURLANETTO canta “MADAMINA IL CATALOGO E’ QUESTO”:
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TERZETTO, “AH TACI INGIUSTO CORE”:
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Il basso DIMITRIS TILIAKOS e il soprano ARIANNA VENDITTELLI cantano il duetto “LA’, CI DAREM LA MANO”:
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Il tenore JUAN DUEGO FLOREZ canta “DALLA SUA PACE”:
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Il soprano LUCIA POPP canta “BATTI BATTI, O BEL MASETTO”:
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“EH, VIA, BUFFONE-AH TACI INGIUSTO CORE-DEH, VIENI ALLA FINESTRA”:
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Il soprano LUCIA POPP canta “VEDRAI, CARINO”:
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Il tenore ANTON DERMOTA canta IL MIO TESORO INTANTO:
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Il soprano MARIA CALLAS canta MI TRADI’ QUELL’ALMA INGRATA:
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SCENA FINALE:
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FINALE, “QUESTO E’ IL FIN DI CHI FA MAL”:
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