OPERA GRANDIOSA!!!
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GRANDE SUCCESSO PER L’AIDA DI GIUSEPPE VERDI A VERONA
Nell’occasione è stata proposta l’edizione integrale del capolavoro verdiano grazie alla esperta regia di Gianfranco de Bosio: riuscite coreografie, scene e costumi sfarzosi, atmosfere suggestive e prorompenti nel trionfo, con tanto di cavalli bianchi.
Ma la autentica rivelazione della serata è stata il soprano Nunzia Santodirocco, chiamata all’ultimo minuto a sostituire, nel ruolo di Aida, l’indisposta Monica Zanettin, a cui auguriamo pronta guarigione.
Al suo debutto in Arena, la Santodirocco ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio nel complesso ruolo verdiano: raffinatissima interprete, autentica dominatrice della scena, dotata di grandi qualità musicali, splendida voce, tecnica perfetta e misurata emissione, il soprano è riuscita ad evidenziare ogni accento, ogni dinamica che il compositore ha scritto. L’abbandono lirico, l’intensità della cavata, il fraseggio commosso, l’accento screziato di una grazia tutta femminile, l’aerea perfezione degli attacchi, escono spontanei dal canto della Santodirocco. Incantava il pubblico in “Ritorna vincitor” dove sfoggiava tutto il suo repertorio espressivo, nel duetto del secondo atto (Amore!Amore!) con Amneris e nei duetti del terzo atto con Amonasro (Rivedrai le foreste imbalsamate) e Radames (Pur ti riveggo mia dolce Aida) e nel tragico finale (Morir! Si pura e bella!) e in “O terra addio!”, dove al magistero tecnico univa una straordinaria capacità di fusione timbrica ed espressiva col rispettivo partner. Veramente notevole.
Al suo debutto in Arena, la Santodirocco ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio nel complesso ruolo verdiano: raffinatissima interprete, autentica dominatrice della scena, dotata di grandi qualità musicali, splendida voce, tecnica perfetta e misurata emissione, il soprano è riuscita ad evidenziare ogni accento, ogni dinamica che il compositore ha scritto. L’abbandono lirico, l’intensità della cavata, il fraseggio commosso, l’accento screziato di una grazia tutta femminile, l’aerea perfezione degli attacchi, escono spontanei dal canto della Santodirocco. Incantava il pubblico in “Ritorna vincitor” dove sfoggiava tutto il suo repertorio espressivo, nel duetto del secondo atto (Amore!Amore!) con Amneris e nei duetti del terzo atto con Amonasro (Rivedrai le foreste imbalsamate) e Radames (Pur ti riveggo mia dolce Aida) e nel tragico finale (Morir! Si pura e bella!) e in “O terra addio!”, dove al magistero tecnico univa una straordinaria capacità di fusione timbrica ed espressiva col rispettivo partner. Veramente notevole.
Foto di scena di Aida a Verona il 17/07/2016
Buono il Re di Carlo Cigni, mentre risultava poco incisivo il Ramfis di Sergey Artamov, con un registro grave davvero troppo flebile.
Buoni gli altri comprimari, il puntuale messaggero di Francesco Pittari e la Sacerdotessa di Elena Serra.
Molto bene anche il corpo di ballo coordinato dal M° Gaetano Petrosino, con coreografie di Susanna Egri: applausi scroscianti per i primi ballerini Amaya Ugarteche, Alessia Gelmetti, Evghenij Kurtsev e Antonio Russo.
Maestro concertatore e direttore d’orchestra era Julian Kovatchev, che si conferma un grande direttore dal gesto chiarissimo ed energico e dai tempi efficacissimi. Infine, ottimo anche il coro, diretto dal maestro Vito Lombardi.
Alla fine, forti applausi ed acclamazioni per tutti gli interpreti.
Alla fine, forti applausi ed acclamazioni per tutti gli interpreti.
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