martedì 16 ottobre 2012
16 ottobre: TRENT'ANNI FA, MORIVA IL GRANDE MARIO DEL MONACO
MARIO DEL MONACO
E’ importantissimo IL RICORDO di MARIO DEL MONACO, IL GRANDE TENORE ITALIANO
(Firenze, 27 luglio 1915 – Mestre, 16 ottobre 1982)
Nacque da padre napoletano e madre fiorentina.
Dopo aver studiato inizialmente violino come autodidatta, si rese conto che la sua reale passione era il canto.
Il maestro Raffaelli ne riconobbe il talento e lo aiutò negli inizi.
Frequentò il Liceo Musicale di Pesaro, dove studiò con il maestro Arturo Melocchi. Successivamente fu allievo della scuola di perfezionamento del Teatro dell'Opera di Roma, dove però il metodo di insegnamento inadatto alle sue caratteristiche vocali gli procurò problemi, che il suo precedente maestro contribuì in seguito a risolvere.
Appassionato di pittura e scultura, si diplomò anche alla Scuola d'Arte di Pesaro.
Nel 1941 sposò Rina Fedora Filippini, conosciuta durante la scuola a Roma.
Debuttò a Cagli nel 1939, nel ruolo di Turiddu in Cavalleria rusticana di Mascagni, mentre il primo successo risale al 31 dicembre 1940, nel ruolo di Pinkerton al Teatro Puccini di Milano.
Dopo un periodo di attività irregolare a causa della guerra, dal 1945 la carriera decollò: nel 1946 vi fu il debutto internazionale a Londra (Tosca e Pagliacci), nel 1947 all'Opera di Roma (Carmen e Cavalleria rusticana) e nel 1949 quello alla Scala di Milano in Andrea Chénier di Umberto Giordano, il quale gli espresse direttamente la propria stima.
La vera svolta della carriera fu nel 1950 al Teatro Colón di Buenos Aires con il debutto nell' Otello di Verdi, ruolo a cui legò indissolubilmente il suo nome.
Da quel momento gli si aprirono le porte dei più prestigiosi teatri del mondo in spettacoli passati alla storia dell'opera, collaborando con i più grandi artisti dell'epoca; da ricordare il sodalizio con Renata Tebaldi, sua partner in numerosissime recite, particolarmente di Otello e Andrea Chénier.
Oltre alla frequente presenza alla Scala e negli altri principali teatri italiani (con una particolare affezione per Firenze), apparve regolarmente al Metropolitan di New York dal1951 al 59 e fu il primo cantante italiano del dopoguerra a esibirsi al Teatro Bol'šoj di Mosca, dove il fanatismo suscitato dalle sue interpretazioni di Carmen e Pagliacci indusse le autorità sovietiche a conferirgli l'Ordine di Lenin, massima onorificenza dello stato.
Interpretò l'Otello verdiano in 427 recite e fu protagonista di storiche edizioni di La Fanciulla del West (Firenze, 1954), Norma (La Scala, 1955), Ernani (Firenze, 1957), Sansone e Dalila (Metropolitan, 1958), I Troiani (La Scala, 1960).
Fra i titoli più eseguiti figurò anche Aida.
Nel 1964, un grave incidente automobilistico lo costrinse a interrompere l'attività, che riprese, comunque, entro la fine di quell'anno, per proseguire poi fino agli anni settanta.
Lasciò le scene nel 1975 con alcune recite di Pagliacci.
Nel 1978 apparve ancora nel film di Dino Risi Primo amore, con Ugo Tognazzi e Ornella Muti.
Visse gli ultimi anni nella sua villa di Lancenigo presso Treviso, dedicandosi all'insegnamento fino alla morte, avvenuta nel reparto di nefrologia dell'ospedale Umberto I di Mestre per un infarto, dopo un lungo periodo di dialisi renale.
La municipalità di Treviso gli ha dedicato il Teatro Comunale e un monumento nella centrale Piazza della Borsa.
È considerato, insieme a Giuseppe Di Stefano, il più popolare tenore italiano degli anni cinquanta e sessanta.
Le sue spoglie riposano nel cimitero centrale di Pesaro, avvolte nelle vesti di Otello da lui stesso disegnate.
Il monumento sepolcrale è opera dello scultore Giò Pomodoro.
(Fonte: Wikipedia)
GIUSEPPE VERDI, IL TROVATORE: “DI QUELLA PIRA”:
http://youtu.be/veTWqkltGLA
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