martedì 8 giugno 2010

GIANNI SCHICCHI di GIACOMO PUCCINI

GIANNI SCHICCHI di GIACOMO PUCCINI


È un’opera in un atto di PUCCINI su libretto di GIOVACCHINO FORZANO ed è ispirata ad un passo del canto XXX dell’INFERNO di DANTE.

È la terza opera del “TRITTICO” (con “IL TABARRO” e “SUOR ANGELICA”).

PRIMA RAPPRESENTAZIONE: Teatro “METROPOLITAN” di New York, 14 dicembre 1918 con DE LUCA nella parte di GIANNI SCHICCHI.



I parenti di BUOSO DONATI, appena costui muore, cercano di modificare in proprio favore le clausole del testamento con cui il ricco fiorentino ha lasciato tutti i suoi averi ad un convento di frati.
Perciò, invocano l’aiuto di GIANNI CHICCHI (baritono) che viene convinto ad accettare da sua figlia LAURETTA (soprano), innamorata di RINUCCIO (tenore), nipote del morto.

Schicchi propone di sostituirsi al morto (dato che il decesso non è ancora stato reso noto) e dettare al notaio un nuovo testamento in base al quale le ricchezze di Buoso andranno ai parenti, ma li avverte delle serie conseguenze (taglio della mano) a cui si esporrebbero tutti nel caso l’inganno fosse scoperto.

Schicchi entra nel letto e, contraffacendo la voce di Buoso, detta un testamento in cui dispone una serie di lasciti minori ai parenti ma assegna a se stesso la casa, la mula e i mulini di Signa.

I parenti, che non possono denunciarlo perché anch’essi sono implicati, lo insultano ma Schicchi non se ne cura.




Ecco alcuni passi dall’opera:


. FIRENZE È COME UN ALBERO FIORITO: è cantata da Rinuccio (Juan Diego Florez) http://www.youtube.com/watch?v=HG_uqPYaqfY

Avete torto!
È fine! … astuto …
Ogni malizia
di leggi e codici
conosce e sa.
Motteggiatore! Beffeggiatore!
C’è da fare una beffa nuova e rara?
È Gianni Schicchi che la prepara!
Gli occhi furbi gli illuminan di riso
Lo strano viso,
ombreggiato da quel suo gran nasone
che pare un torrachione
per così!
Vien dal contado? Ebbene? Che vuol dire?
Basta con queste ubbie grette e piccine!

Firenze è come un albero fiorito,
che in piazza dei Signori ha tronco e fronde,
ma le radici nuove forze apportano
dalle convalli limpide e feconde!
E Firenze germoglia ed alle stelle
salgon palagi saldi e torri snelle!
L’Arno prima di correre alla foce,
canta baciando piazza Santa Croce,
e il suo canto è sì dolce e sì sonoro
che a lui son scesi i ruscelletti in coro!
Così scendonvi dotti in arti e scienze
A far più ricca e splendida Firenze!
E di Val d’Elsa giù dalle castella
Ben venga Arnolfo a far la torre bella!
E venga Giotto dal Mugel selvoso,
e il Medici mercante coraggioso!
Basta con gli odi gretti e coi ripicchi!
Viva la gente nuova e Gianni Schicchi!


. O MIO BABBINO CARO: questa è l’aria cantata da Lauretta http://www.youtube.com/watch?v=TFiQo9k7-1A

Renata Tebaldi performs the Puccini aria, "O mio babbino caro".

O mio babbino caro
Mi piace è bello, bello
Vo'andare in Porta Rossa
a comperar l'anello!
Sì, sì, ci voglio andare!
e se l'amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Mi struggo e mi tormento!
O Dio, vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!
Babbo, pietà, pietà!


. IL BELLISSIMO FINALE http://www.youtube.com/watch?v=YhnT7NdUb48

. . RINUCCIO: Lauretta mia, staremo sempre qui! Guarda . . . Firenze è d’oro! Fiesole è bella!
. . LAURETTA: Là mi giurasti amore!
. . RINUCCIO: Ti chiesi un bacio . . .
. . LAURETTA: Il primo bacio . . .
. . RINUCCIO: Tremante e bianca volgesti il viso . . .
. . LAURETTA: Firenze da lontano ci parve il Paradiso!

. . SCHICCHI: La masnada fuggì!
Ditemi voi, signori, se i quattrini di Buoso potevan finir meglio di così!
Per questa bizzarria m’han cacciato all’inferno . . . e così sia; ma, con licenza del
Gran padre Dante, se stasera vi siete divertiti, concedetemi voi l’attenuante

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